Frammenti Africani

Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Frammenti Africani

Giu 4

Burundi. Imprigionati dei liceali per aver scarabocchiato la fotografia del dittatore Pierre Nkurunziza

Undici allievi del liceo classico di Muramvya sono stati arrestati per aver scarabocchiato la fotografia del dittatore Nkurunziza. Altri due allievi uccisi dalla polizia durante la manifestazione di protesta che è seguita all’arresto. Questo inaudito gesto di repressione contro dei minori accade una settimana dopo che in un altro liceo sono stati espulsi 300 allievi per lo stesso motivo. Benvenuti nel GROUND ZERO della follia del regime di Nkurunziza

di Fulvio Beltrami

Chi di noi ai tempi del liceo, annoiato dalla lezione in corso, non ha scarabocchiato il libro di storia facendo con la biro caricature sulle foto di Cavour, Mazzini, Verdi, se non sulla foto del Presidente in carica? Un divertimento salutare per la crescita intellettuale del fanciullo che, con questo beffardo gesto, apprende ad essere critico davanti alla realtà che gli si presenta. Nessun insegnante oserebbe punire l’allievo con una nota disciplinare ne tanto meno chiamare la polizia.

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Mag 28

Ghana, Rwanda e Namibia rivoluzionano le politiche migratorie mondiali

Mentre in Europa e Stati Uniti si costruiscono muri creando dal nulla una inesistente emergenza presentata come una invasione di disperati dal Terzo Mondo, Ghana, Rwanda e Namibia si posizionano come i Paesi con le politiche migratorie più avanzate al mondo. I rispettivi governi hanno adottato il principio universale di libera circolazione delle persone, annullando visti e permessi di soggiorno a tutti i cittadini africani. Un passo avanti per l’unione del Continente e per il rispetto dell’essere umano a livello planetario

di Fulvio Beltrami

Ogni santo giorno i media occidentali iniettano nella società la xenofobia dello straniero tentando di convincerci che un’orda di barbari provenienti dal Terzo Mondo sta per invadere l’Europa distruggendo i suoi antichi valori. L’immigrazione (fenomeno assai ridimensionato rispetto alla propaganda trasmessa) è tramutato in una minaccia sociale. Un esercito di “discutibili” esperti ci spiegano dei pericoli mortali collegati a politiche permissive rispetto ai flussi migratori elogiando le politiche di contenimento. Politiche che paradossalmente violano i principi di dignità umana difesi da tutte le Costituzioni Europee.

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Mag 7

Africa. Mega progetto ferroviario da Cape Town al Cairo

La Cina si impegna a rinnovare la rete ferroviaria del Continente africano in previsione di lanciare l’imminente rivoluzione industriale, creando un quarto polo economico mondiale. Il progresso dell’Africa danneggia l’economia coloniale occidentale in quanto una volta la rivoluzione industriale sarà lanciata le risorse naturali serviranno per sostenerla e la penuria inizierà sui mercati occidentali. Come reagiranno Europa e Stati Uniti?

di Fulvio Beltrami

Undicimila km di binari ferroviari, 30 miliardi di dollari investiti, stazione di partenza Cape Town Sud Africa. Destinazione finale Cairo, Egitto. Questo il mega progetto di rete ferroviaria in Africa finanziato dalla cooperazione economica della Repubblica Popolare della Cina. Il progetto verrà realizzato tramite la riabilitazione dei tratti ferroviari lasciati in eredità dai colonialismi inglese e francese, costruzioni di nuovi tratti ferroviari e collegamento con quelli esistenti sul continente europeo. Diversi i tratti che riguardano l’Africa Orientale. Il primo collegherà il porto di Mombasa (Kenya) con il Rwanda e Uganda, 3,2 miliardi di dollari. Il secondo collegherà il porto di Dar el Salaam a Rwanda e Uganda, 2,7 miliardi di dollari. Entrambi i progetti collegheranno anche Juba (capitale del Sud Sudan e Bujumbura, Burundi).

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Apr 8

Le attività nocive della ENI in Congo Brazzaville

La Repubblica del Congo è considerata dal governo italiano come un paese prioritario per la politica energetica nazionale causa la presenza della multinazionale ENI, accusata dall’opposizione e società civile congolesi di sostenere la dittatura del Presidente Denis Sassou N’Guesso e di gravi danni ambientali. Accusa che oltrepassa i confini del paese africano diventando internazionale. La ENI usa in Congo metodologie di estrazione petrolifera tra le più dannose per l’ambiente e la salute umana, mentre il governo sembra ignorare le varie denunce internazionali sottoposte

di Fulvio Beltrami

La Repubblica del Congo lunedì 04 ottobre ha visto l’attacco della guerriglia Ninjas alla capitale Brazzaville in reazione del terzo mandato ottenuto lo scorso marzo dal presidente Denis Sassou N’Guesso grazie a delle frodi elettorali. Il paese africano è considerato dal governo italiano come prioritario per la politica energetica nazionale causa la presenza della multinazionale ENI, accusata dall’opposizione e società civile congolesi di sostenere la dittatura del Presidente Denis Sassou N’Guesso e di gravi danni ambientali. Accusa che oltrepassa i confini del paese africano diventando internazionale. Il Network di Fede e Giustizia Africa Europa (AEFJN) ha recentemente dichiarato che “Le attività del gigante petrolifero italiano ENI in Congo-Brazzaville sono un interessante esempio di comportamento dubbioso delle multinazionali europee che operano all’estero, in particolare nei Paesi in Via di Sviluppo” 

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Apr 2

Burundi. Delirio di regime

La moratoria decisa dall’Unione Europea sui finanziamenti bilaterali 432 milioni ha fatto male al regime del ex presidente Pierre Nkurunziza che ora si scaglia contro il mondo intero e in special modo contro il Vaticano e i giornalisti stranieri. Riportiamo il delirante comunciato del parito al potere redatto il 26 marzo scorso

di Fulvio Beltrami

La moratoria decisa dall’Unione Europea sui finanziamenti bilaterali (432 milioni) non ha solo messo in ginocchio l’economia del Burundi ma inflitto un duro colpo al regime che, associato all’assassinio del Colonnello Darius Ikurakure e l’inizio della decimazione dello Stato Maggiore dell’esercito, rappresenta una nuova minaccia per il regime difficile da fronteggiare. I dirigenti del CNDD-FDD cominciano a manifestare evidenti segnali di stress dopo 12 mesi di guerra unilaterale contro una popolazione che si rifiuta di sottomettersi alla volontà di Pierre Nkurunziza e i suoi associati: i terroristi ruandesi delle FDLR.

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Apr 1

Le Bellezze di Shangai conquistano l’Africa

Ai margini dei flussi migratori cinesi in Africa esiste una immigrazione sessuale. Decine di migliaia di prostitute cinesi si sono installate nel Continente per fare ottimi affari. Le Bellezze di Shangai, come vengono chiamate, esaudiscono i sogni del sesso esotico dei maschi africani della classe media disposti a spendere fortune per possedere carne asiatica. La prostituzione cinese in Africa è un fenomeno ancora poco conosciuto nelle dinamiche. Libera iniziativa o nuovo network della tratta delle schiave sessuali? L’unico dato certo è la sempre più insostenibile concorrenza con le prostitute africane che apre le porte a futuri scontri razziali

di Fulvio Beltrami

Nella psicologia maschile la donna di altre etnie è sempre stata ricoperta da miti di bellezza superiore, da innate capacità amatorie e trasformata in un oggetto di desiderio. La bellezza esotica ha una forte componente di attrazione sessuale nell’immaginario della libido maschile. Un meccanismo psicologico ben conosciuto dalla prostitute cinesi che hanno letteralmente invaso l’Africa Sub Shariana. Secondo stime approssimative dei diverse autorità migratorie vi sarebbero dalle 13.000 alle 18.500 prostitute cinesi sparse nei Paesi africani francofoni e anglofoni. Il fenomeno inizialmente era legato alla immigrazione maschile cinese. Attualmente circa un milione di cinesi lavorano in Africa, un terzo di loro risiedono permanentemente nel Paese ospitante e sono proprietari di immobili. Nel primo decennio del Duemila le prostitute cinesi immigravano nei Paesi africani dove maggiore era la presenza dei loro connazionali offrendo servizi a pagamento agli immigrati, spesso impiegati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche. In ogni cantiere installato per costruire strade, ferrovie, porti e presso le piattaforme petrolifere le prostitute cinesi offrivano ai connazionali consolazioni e svago.

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Mar 31

Burundi. L’Olocausto Hutu del 1972

Durante la drammatica crisi che da un anno sta vivendo il Burundi numerose dichiarazioni politiche delle parti avverse, documenti, articoli e interviste fanno riferimento ai fatti del 1972. Molti analisti politici regionali affermano che la pazzia dimostrata dal regime HutuPower del CNDD-FDD e dal ex presidente Pierre Nkurunziza è motivata da una incapacità di superare i drammatici avvenimenti del 1972 che generano spirito di vendetta. Anche l’attuale genocidio, consumato a fatica e occultato ai media internazionali, avrebbe le sue motivazioni negli avvenimenti del 1972. Ma cosa è veramente successo all’epoca? Una retrospettiva storica si rende necessaria per comprendere gli avvenimenti attuali nel piccolo ma strategico Paese africano

di Fulvio Beltrami

Il 27 aprile 1972 una ribellione di poliziotti hutu scoppiò nelle città di Rumonge e Nyanza-Lac al confine con la Tanzania. I ribelli ricevettero rinforzi da una guerriglia hutu entrata in Burundi dalla Tanzania e da mercenari congolesi appartenenti al signore della guerra Pierre Mulele che aveva tentato nel 1964 – 1965 di rendere indipendente la provincia del Kivu, est del Congo (attualmente composta dalle provincie del Nord Kivu e Sud Kivu). I territori epicentro della ribellione furono dichiarati “indipendenti” proclamando la Repubblica di Martyazo. I leader della ribellione erano studenti universitari burundesi esiliati in Tanzania: Celius Mpasha, Albert Butoyi, Daniel Ndaburiye e l’ex parlamentare Ezechias Biyorero alias Yussuf Ibrahim. Questi leader avevano creato stretti legami con il governo ruandese del presidente Grégoire Kayibanda che accettò di finanziare la ribellione nel paese gemello: il Burundi. Il presidente Kayibanda fu il primo leader hutu a conquistare il potere in Rwanda nel 1969 dopo essere stato tra gli organizzatori del referendum del 1961 che aboli’ la monarchia costringendo il re Kigali V Ndahindurwa ad abdicare a favore della Repubblica. Kayibanda, spesso accusato di essere stato un moderato, in realtà organizzò le milizie genocidarie HutuPower per conquistate il vicino Burundi. Fu destituito dal Generale Juvénal Habyarimana nel colpo di stato avvenuto nel luglio 1973.

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Mar 21

Burundi. Colpo gobbo dall’Unione Europea

L’Unione Europea ha bloccato gli aiuti bilaterali al Burundi causa i crimini contro l’umanità commessi dal regime di Pierre Nkurunziza. La decisione pone il paese africano in guerra civile da un anno sul baratro del disastro economico. Ma gli attacchi al regime non finiscono qui. A breve termine il regime protrebbe essere abbandonato anche dai suoi più fedeli alleati occidentali

di Fulvio Beltrami

Il regime FDLR-CNDD non si attendeva che l’Unione Europea mettesse in pratica le minacce rivolte lo scorso anno riguardanti i rapporti bilaterali con un governo che palesemente viola i diritti umani e sospettato di attuare un genocidio occultato. I primi mesi del 2016 il regime burundese aveva ottenuto importanti vittorie diplomatiche. Era riuscito ad addolcire la posizione delle Nazioni Unite e bloccato l’invio del contingente militare della Unione Africana in difesa della popolazione. Le grottesche missioni della delegazione del Consiglio di Sicurezza e del Segretario Generale ONU Ban Ki Moon avevano rafforzato il regime non riconoscendo due realtà chiave della tragedia burundese che sta entrando nel suo primo anno: il genocidio in atto e il controllo esercitato sul Paese dal gruppo terroristico ruandese Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda – FDLR autore del genocidio ruandese del 1994. Anche sul fronte europeo l’ex presidente Nkurunziza poteva contare sull’appoggio della Francia e dei settori più conservatori della Chiesa Cattolica al fine di arginare misure tese a restaurare lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e la democrazia.

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Mar 18

Senegal. Avanti con i referendum costituzionali

Il Senegal è sempre stato considerato uno tra i paesi africani più democratici assieme al Ghana e alla Tanzania. I referendum costituzionali su iniziativa popolare che si svolgeranno tra due giorni, confermano questa convinzione. Primo tra i referendum: ridurre il mandato presidenziale da sette a cinque anni

di Fulvio Beltrami

Tra due giorni, domenica 20 marzo, i cittadini senegalesi sono chiamati ad esprimersi su 15 referendum di iniziativa popolare. Il più importante è quello riguardante la riduzione del mandato presidenziale da sette a cinque anni. Altri tre referendum riguardano la struttura democratica ed amministrativa del Paese. Il secondo referendum riguarda la modernizzazione del ruolo dei partiti politici per renderli più trasparenti all’interno del contesto democratico, il terzo referendum la partecipazione dei candidati indipendenti alle elezioni, attualmente monopolio esclusivo dei partiti tradizionali. Il quarto referendum riguarda la promozione dei governi locali e lo sviluppo territoriale grazie alla creazione del Alto Consiglio delle Comunità Locali, con l’obiettivo di trasferire maggior potere decisionale ed amministrativo al popolo senegalese.

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Mar 3

Uganda. Come Museveni è riuscito a vincere e domare l’opposizione

Forti dubbi sulla trasparenza del processo elettorale non impediscono il presidente Museveni ad accedere al quinto mandato mentre l’opposizione sembra neutralizzata e i sogni rivoluzionari rimandati. Reali le accuse delle frodi elettorali a favore di Museveni come reali sono i tentativi eversivi del suo rivale: Besigye. Cosa è realmente successo durante e dopo le elezioni? Retroscena inediti e rivelazioni su come il Grande Burattinaio è riuscito a domare l’opposizione impedendo un scenario burundese e a circuire ancora una volta il popolo ugandese

di Fulvio Beltrami

I risultati definitivi delle elezioni presidenziali svoltesi il 18 febbraio scorso sono stati comunicati dalla Commissione Elettorale nei tempi previsti: sabato 20 febbraio 2015. Yoweri Kaguta Museveni al potere da 29 anni e il suo partito National Revolutionary Army - NRA ottengono una netta vittoria dominando la presidenza e il parlamento in cui il NRA riconferma la maggioranza assoluta. Museveni ottiene il 60,75% mentre il suo storico rivale, l’ex Colonnello Kizza Besigye, leader del Forum per il Cambiamento Democratico – FDC si attesta al 35,61% I risultati finali sembrano sconfessare il previsioni elettorali fornite dal istituto IPSOS tre giorni prima del voto all’infuori della misera performance del ex Primo Ministro Amama Mbabazi che ottiene il 1,39% delle preferenze. I risultati del sondaggio effettuato da IPSOS prevedevano il 53% dei voti a Museveni con un margine di errore del +/- 2%. Una percentuale a rischio di secondo turno. Il sondaggio evidenziava un drammatico calo di popolarità del presidente in carica dovuto a diversi scandali del passato in cui era emerso il coinvolgimento di Museveni durante la campagna elettorale. Al contrario i risultati finali attestano al presidente una netta vittoria sinonimo di una grande popolarità.

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Feb 20

Crisi Burundese. Colpo di scena. Si crea l’asse Rwanda – Tanzania

Un inaspettato colpo di scena all’interno della crisi burundese che dura da dieci mesi vede il nascere di una alleanza tra Rwanda e Tanzania contro il regime burundese e i terroristi ruandesi delle FDLR, autori del genocidio del 1994. La scelta politica attuata dalla Tanzania interrompe la storica alleanza tra bantu ed estremisti hutu e mette in serie difficoltà l’ex presidente burundese Pierre Nkurunziza, che sta sterminando il suo popolo per rimanere al potere

di Fulvio Beltrami

La visita in Rwanda del Ministro tanzaniano degli Affari Esteri Augustine Mahiga ha regalato alla cronaca un imprevedibile colpo di scena: l’alleanza tra i due Paesi fino ad ora nemici. Pur essendo entrambi membri della East African Community (la comunità economica dell’Africa Orientale) di cui la Tanzania è membro fondatore assieme al Kenya e alla Uganda, fin dai tempi del presidente Julius Nyarere i due Paesi sono stati in permanente stato di conflitto politico - militare. L’ideologia del partito al potere dall’indipendenza della Tanzania: il Chama Cha Mapinduzi – CCM (Partito della Rivoluzione) si è sempre basata sul mito della cultura bantu e sul socialismo agreste identificando le popolazioni nilotiche dei Paesi vicini (Eritrea, Etiopia, Ruanda, Uganda) come ostili. Anche dopo il passaggio al libero mercato avvenuto negli anni Novanta il CCM ha continuato a proporre l’ideologia della cultura bantu riconfermando il sostegno alla ideologia nazista della superiorità razziale HutuPower.

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Feb 19

Lettera aperta della cantante Khadja Nin agli africani sulla situazione in Burundi

La drammatica situazione in Burundi, sprofondato nel baratro del genocidio progressivo e silenzioso ha spinto la cantante Khadja Nin, famosa e stimata in tutto il mondo, ad esporsi denunciando l’inganno degli accordi di pace di Arusha origine del male attuale: i due mandati presidenziali che permisero a Pierre Nkurunziza di prendere il potere. Un male di cui noi italiani portiamo parte della responsabilità a causa all’operato della Comunità di Sant’Egidio

di Fulvio Beltrami

La cantante di musica pop burundese Khadja Nin, residente in Belgio ha deciso di esporsi ed esporre i suoi cari rimasti in Burundi dinnanzi alle atrocità attuate dal regime FDLR-CNDD. Lo ha fatto tramite una toccante lettera aperta rivolta ai giovani africani. Partendo dalla denuncia dell’inganno sui mandati presidenziali nascosto tra le righe degli accordi di pace di Arusha (2000) di cui anche noi italiano portiamo responsabilità a causa dell’operato della Comunità di Sant’Egidio, Khadja lancia un grido d’allarme per le violenze che si succedono quotidianamente sotto gli occhi indifferenti del mondo. Lancia però anche una speranza che risiede nella gioventù burundese, in prima linea nella lotta contro la tirannia e la gioventù africana in generale che rifiuta di tradire e odiare.

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Feb 9

Radio France International. Primo media occidentale ad ammettere il genocidio in Burundi

Radio France International è il primo media occidentale ad ammettere senza parafrasare il genocidio in corso nel Burundi. Lo fa attraverso una intervista ai giornalisti Jean Francois Paquet coautore assieme a Jean Piere Chretien del libro inchiesta: “Burundi 2012 sull’orlo del genocidio” e Cedikaba corrispondente a Parigi della African Press e redattore del sito di informazione MondeAfrique.com. L’intervista ha una importanza storica in quanto RFI è il primo media occidentale che fa cadere il tabù sul genocidio nel paese africano. Si parla chiaramente di una escalation delle violenze, di 100 vittime al giorno per la maggior parte tutsi e, purtroppo in rapido aumento. Un duro colpo ai negazionisti europei che nei mesi scorsi avevano tentato di negare questa orribile verità, mettendosi consapevolmente o no al servizio del regime FDLR-CNDD e del ex presidente Pierre Nkurunziza. Riportiamo qui la traduzione parziale dell’intervista condotta da Francois Bernard

di Fulvio Beltrami

RFI - Radio France International. Il dibattito del giorno a cura di Francois Bernard.

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Gen 30

Burundi. Nuovi incitamenti al genocidio

La situazione in Burundi sta precipitando. Mentre la missione ONU in visita ufficiale si è fatta ridicolizzare dal regime ed è prossimo il dibattito presso l’Unione Africana ad Addis Abeba, Etiopia se inviare o meno le truppe africane, membri del regime incoraggiati dalla debolezza dimostrata dalla comunità internazionale tengono pubblici comizi incitando al genocidio affermando che è volontà divina. L’incitamento al genocidio è avvenuto durante una riunione indetta dal regime per promuovere il dialogo nazionale. Il pericolo di una giustificazione religiosa e mistica del genocidio è stato fatto ben presente dalla Euro deputata italo congolese Cècile Kyenge

di Fulvio Beltrami

Venerdì 29 gennaio presso lo stadio della citta' di Cibitoke il regime illegale burundese CNDD, controllato dai terroristi ruandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR) autrici del genocidio in Rwanda nel 1994, ha tenuto un comizio pubblico radunando con le buone o le cattive la popolazione hutu. Il comizio è stato tenuto da Methusselah Nikobamye divenuto Pastore Hanimana, ex porta parole del leader della formazione guerrigliera hutu Fonte Nazionale di Liberazione (FNL): Aghoston Rwasa.

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Gen 15

Traffico di esseri umani. Le moderne navi negriere

Esistono similitudini sconcertanti tra la tratta degli schiavi africani del XVI secolo e il traffico di esseri umani dei nostri giorni. I moderni mercanti di uomini usano le stesse tattiche di trecento anni fa e sono guidati dalla stessa mentalitá come se, per loro, si fosse fermato il tempo

di Fulvio Beltrami

L'espressione tratta degli schiavi africani si riferisce al commercio di schiavi di origine africana attraverso l'Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo. La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe, talvolta con la collaborazione di mercanti locali, fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centroamerica e poi anche del Nordamerica. Lo schiavismo permise la rivoluzione industriale in Inghilterra e lo sviluppo della maggioranza dei paesi europei. Si stima che il 15% degli africani morivano in mare di malattia. Un altro 30% veniva ucciso. Con l’abolizione della schiavitù da parte della Corona Britannica un mercantile trasportante schiavi su 10 era costretto a gettare in mare tutto il suo carico se veniva intercettato dalle navi di guerra inglesi. Obiettivo eliminare le prove della tratta di schiavi ed evitare l’arresto. Gli schiavi venivano legati tra di loro con lunghe catene e gettati in mare.

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Gen 3

Burundi. Chi finanzia il regime genocidario?

Il regime di Nkurunziza, impegnato in un genocidio contro il suo stesso popolo, abbandonato dai principali finanziatori della Comunita Internazionale, versa sull'orlo della bancarotta. Eppure riesce a trovare soldi per comprare armi e pagare i mercenari che lo difendono. Chi sono i suoi finanziatori occulti? Dopo mesi di silenzio spuntano dei nomi. Angola, Congo-Brazzaville, Repubblica Democratica del Congo e, immancabile: la Francia

di Fulvio Beltrami

Il budget per l'anno finanziario 2016 presentato dal governo burundese rispecchia una bancarotta non dichiarata ma reale. Il budget 2016 presenta un deficit di 400 miliardi di franchi burundesi causati dalla sospensione degli aiuti economici della Unione Europea e Stati Uniti pari al 35% del budget annuale. I tagli forzati colpiscono duramente i settori della sanità (- 87,9% rispetto al 2015), educazione (- 87,9% rispetto al 2015), agricoltura (- 86,7% rispetto al 2015). Sospese anche le sovvenzioni statali sul carburante che creeranno un drastico aumento dei prezzi di trasporto e generi alimentari contribuendo all'aumento della inflazione. Questi drammatici tagli sono dovuti ad una unica ragione: le casse delle Stato sono vuote. Le riserve di valuta pregiata (Dollaro Americano ed Euro) esaurite. La situazione ė talmente grave che il pagamento della tredicesima ai dipendenti statali ė stato sospeso.

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Dic 26

Burundi. Discorso integrale del Colonnello Nshimirimana leader delle Forze Repubblicane del Burundi - FOREBU

Il 22 dicembre 2015 le forze armate burundesi prendono la decisione di combattere il presidente illegittimo Pierre Nkurunziza formando una esercito di liberazione denominato Forze Repubblicane del Burundi (FOREBU). L’annuncio è stato dato tramite un comunicato video redatto dal Colonnello Edouard Nshimirimana ex membro dello Stato Maggiore delle Forze Burundesi inviato ai maggiori media internazionali. Il FOREBU rifiuta ogni compromesso e ha come obiettivo abbattere il regime fermando il genocidio in atto nel paese. Riportiamo, tradotto, il testo integrale del messaggio del Colonnello Nshimirimana

di Fulvio Beltrami

Dichiarazione del Coordinamento delle forze di difesa e di sicurezza fedeli agli accordi di Arusha e alla Costituzione della Repubblica del Burundi.

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Dic 26

Nasce il passaporto africano

Entro il 2020 l’Unione Africana introdurrà il passaporto unico per tutti i paesi del continente. Un progetto inserito nella Agenda 2063, che ha come obiettivo rendere l’Africa indipendente dall’Occidente creando il quarto polo economico politico mondiale realizzando così gli antichi sogni del Pan Africanismo

di Fulvio Beltrami

L’Unione Africana si è impegnata a creare un unico passaporto per tutti i paesi africani entro il 2020. Il passaporto eliminerà la richiesta di visti e aumenterà gli scambi socio culturali ed economici tra i diversi Stati del Continente. Il progetto è stato annunciato sabato 12 dicembre dal Commissario per gli Affari Politici dell’Unione Europea, il Dr. Aisha Abdullahi. Il passaporto non annullerà la cittadinanza di origine (che sarà inserita nel documento) né darà diritto a votare in un paese dove non si risiede permanentemente per almeno dieci anni. Il passaporto africano garantirà oltre al libero movimento delle persone anche la libera scelta di studiare, lavorare e vivere nel paese preferito.

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Dic 18

Willy Nyamitwe Bakame. Le tattiche di propaganda genocidaria del Goebbels burundese

«Una bugia ripetuta dieci volte rimane una bugia. Ma se è ripetuta mille volte diventa realtà” amava dire Joseph Goebbels il gerarca responsabile della propaganda nazista. Gli insegnamenti di Goebbels sembrano ispirare l’operato di Willy Nyamitwe, Consigliere della Presidenza burundese. Un personaggio all’apparenza insignificante dallo sguardo idiota. In realtà uno psicopatico intelligentissimo ed astuto a cui il regime razial nazista burundese ha affidato la propaganda del genocidio in corso nel paese africano

di Fulvio Beltrami

La vita di intrighi, doppi giochi, sotterfugi e tradimenti di Willy Nyamitwe detto il Bakame, analizzata nel precedente articolo, ha raggiunto il suo apice con il tentativo di mantenersi al potere a tutti i costi del suo padrone: il pastore protestante Pierre Nkurunziza. Il piccolo hutu dallo sguardo idiota e l’animo complessato ma intelligentissimo ed astuto psicopatico manipolatore della verità, riceve il compito di gestire la propaganda del regime CNDD-FDD. Un compito svolto con entusiasmo. La sua opera si evolve seguendo l’escalation della violenza di regime. Tra il gennaio e il marzo 2015 quando lo scontro era ancora confinato sul piano politico e il regime non si aspettava una seria opposizione da parte della popolazione, Willy Nyamitwe si limita a parlare con i media stranieri all’epoca presenti nel paese abbandonandosi a lunghi dibattiti per dimostrare che nessuna violazione della Costituzione è stata compiuta.

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Dic 18

Willy Nyamitwe Bakame. Profilo del Goebbels burundese

Il Burundi è entrato in una orribile crisi politica a causa della decisione del presidente Pierre Nkurunziza di mantenere il potere a tutti i costi contro la volontà popolare. Dallo scorso aprile nel paese si sta assistendo ad una escalation di violenze e una drammatica contrapposizione tra una popolazione che vuole superare gli odi etnici e costruire un nuovo Burundi e un dittatore che fa del genocidio etnico la sua arma per rimanere al potere. All’interno del dramma compare un personaggio: Willy Nyamitwe incaricato della propaganda del regime. Ma chi è veramente Willy Nyamitwe detto Bakame?

di Fulvio Beltrami

La crisi burundese sta prendendo una direzione genocidaria voluta cinicamente dal ex presidente Pierre Nkurunziza che dal agosto 2015 occupa illegalmente e contro la volontà popolare la carica di presidente della Repubblica. Difeso da dei miliziani estremisti denominati Imbonerakure e dai terroristi ruandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR) autrici del genocidio in Rwanda del 1994, Nkurunziza ha intrapreso la strada del genocidio etnico come arma politica per rimanere al potere. Agli inizi di novembre Nkurunziza, il presidente del Senato, il Ministro degli Interni e alti ufficiali della polizia hanno pubblicamente incitato la popolazione a “lavorare” per ripulire i nemici del paese. Il termine “lavorare” è stato usato in Rwanda nel 1994 per indicare lo sterminio della minoranza tutsi. Agli appelli genocidari è seguito un fallito tentativo di genocidio a cui le masse contadine hutu si sono rifiutate di aderire.

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