Burundi. Delirio di regime

Frammenti Africani

Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Apr 2

Burundi. Delirio di regime

La moratoria decisa dall’Unione Europea sui finanziamenti bilaterali 432 milioni ha fatto male al regime del ex presidente Pierre Nkurunziza che ora si scaglia contro il mondo intero e in special modo contro il Vaticano e i giornalisti stranieri. Riportiamo il delirante comunciato del parito al potere redatto il 26 marzo scorso

di Fulvio Beltrami

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La moratoria decisa dall’Unione Europea sui finanziamenti bilaterali (432 milioni) non ha solo messo in ginocchio l’economia del Burundi ma inflitto un duro colpo al regime che, associato all’assassinio del Colonnello Darius Ikurakure e l’inizio della decimazione dello Stato Maggiore dell’esercito, rappresenta una nuova minaccia per il regime difficile da fronteggiare. I dirigenti del CNDD-FDD cominciano a manifestare evidenti segnali di stress dopo 12 mesi di guerra unilaterale contro una popolazione che si rifiuta di sottomettersi alla volontà di Pierre Nkurunziza e i suoi associati: i terroristi ruandesi delle FDLR.

Il più evidente di questi segnali lo possiamo individuare nel comunicato del partito al potere CNDD-FDD numero 006/2006 del 26 marzo 2016 firmato dal presidente del partito: Pascal Nyabenda. Il comunicato, partendo da una sommaria quanto inverosimile revisione storica degli episodi vissuti in Burundi durante l’ultimo ventennio, si scaglia nuovamente contro il mondo intero dimenticando che se detiene ancora il potere è grazie all’inerzia e alle contraddizioni dimostrate dalla Comunità Internazionale.

I nemici numero uno individuati sono tre. I giornalisti stranieri, su cui il regime minaccia mandati di arresto internazionali per aver riportato falsità: fosse comuni, crimini contro l’umanità, stupri di massa, genocidio. Il Rwanda, accusato di preparare il genocidio di hutu in Burundi, collegandosi alla accusa rivolta al presidente Paul Kagame di aver ordinato il genocidio degli hutu ruandesi dopo la presa del potere. Vecchio cavallo di battaglia della propaganda dei terroristi ruandesi FDLR, loro si’ reali autori del genocidio del 1994. 

Infine la Chiesa Cattolica. Su quest’ultima sembra crearsi un clima inquisitore e di dura condanna da parte del regime che in sostanza l’accusa di sostenere la minoranza tutsi e di essere la fonte istigatrice di tutti i mali e di tutti i colpi di stato avvenuti nel paese, compreso quello fallito nel maggio 2015. Accuse inquadrate in una altrettanta surreale ricostruzione degli ultimi cinquantanni che non trova riscontro da nessuna storiografia del paese anche la più di parte. Una reazione dettata dalla rabbia nel aver perso un prezioso alleato, la Chiesa Cattolica, che ha sostenuto la guerriglia genocidaria FDD (Forze Democratiche di Difesa) durante la guerra civile (1993 – 2004) e il partito HutuPower CNDD (Consiglio Nazionale di Difesa della Democrazia) per dieci anni (2005 – 2015).

Il regime comprende che i vecchi e sicuri interlocutori del passato sono stati allontanati trasformati in Vescovi e sostituiti dal Vaticano contemporaneamente al mancato finanziamento di importanti media cattolici internazionali che agivano come gran cassa della propaganda HutuPower camuffata da informazione indipendente. Il mancato finanziamento ha portato alla loro scomparsa. Le mosse attuate a sorpresa dal Vaticano rispondono alla necessità di abbandonare la cinquantenaria politica di sostegno alle forze genocidarie della Regione dei Grandi Laghi per sostituirla con una politica di riconciliazione etnica e integrazione regionale. Politica voluta da Papa Francesco per evitare il collasso della Chiesa Cattolica nell’Africa Orientale.

Fammenti Africani riproduce, tradotto in italiano, il testo integrale del comunicato redatto dal CNDD-FDD sintomo di follia e disperazione, ricordando che le informazioni a disposizione e i rapporti di forza attualmente esistenti non sembrano essere favorevoli ad una rapida soluzione della crisi burundese. Il regime continua a sfidare il mondo intero sottolineando che non parteciperà a colloqui di pace con l’opposizione (definita terrorista) supportato dalla ambiguità della risoluzione ONU numero 2248. Lancia nuovamente gli appelli genocidari contro la minoranza tutsi accusata di preparare un genocidio contro gli hutu inserito all’interno di un complotto internazionale contro la “democrazia” burundese.

Il partito definisce se stesso e le milizie genocidarie come “forze democratiche”, sulla base del concetto instillato dai Padri Bianchi nel 1957 che la democrazia in Burundi e Rwanda non è rappresentata dalle preferenze elettorali ai partiti ma dagli hutu, classe sociale che detiene la maggioranza demografica. Nella insana situazione storica di un mondo minacciato dal Comunismo l’allora apparato di potere al Vaticano associò la classe sociale Hutu al concetto di democrazia e quella tutsi al concetto di tirannia, ponendo irrimediabilmente le basi per un fossato etnico e i futuri genocidi avvenuti nei due Paesi. Il concetto “Hutu – Democrazia” fu applicato da note congregazioni cattoliche durante gli accordi di Arusha (2000) che trasformarono le elezioni del 2005 in un voto etnico hutu portando al potere un leader guerrigliero: Pierre Nkurunziza, condannato all’ergastolo a seguito di crimini contro l’umanità commessi durante la guerra civile e documentati a livello internazionale.

Per sostenere la delirante tesi di un complotto mondiale e di un piano genocidario contro la maggioranza hutu, il regime promette ai media internazionali rivelazioni e prove con nomi degli attori nazionali e internazionali, preannunciando un’altra opera di propaganda del Goebells burundese: Willy Nyamitwe. Tra le tante rivelazioni promesse vi sono i nomi dei mandati del triplice assassinio delle tre suore italiane avvenuto nel settembre 2014 che, secondo la fantasiosa ricostruzione del regime sarebbero dei ribelli aiutati dai ruandesi. Il triplice omicidio sarebbe stato commesso per danneggiare l’immagine internazionale del governo e i buoni rapporti con il Vaticano. Questa rivelazione non è stata inserita a caso, essendo il problema numero uno tra il Governo burundese e la Santa Sede. Tutti sanno chi sono i mandanti ma il governo non può consegnarli alla giustizia in quanto occupano le cariche al vertice del regime. Ance gli stupri di migliaia di donne dai 16 ai 60 anni sarebbero opera della opposizione per dare la colpa alle forze dell’ordine. Attenzione: follia e disperazione, se non fermate, portano a compiere gli atti più estremi...

Il partito CNDD-FDD constata che la Comunità Internazionale vuole costringere il Governo del Burundi a dialogare con dei ribelli che hanno partecipato nella destabilizzazione delle istituzioni democraticamente elette. La decisione si basa sulla risoluzione numero 2248 redatta il 12 novembre 20155 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che specifica che i politici che hanno promosso la violenza terroristica non saranno invitati al dialogo. Le rivelazioni che saranno rese pubbliche ai media internazionali rappresentano sufficienti prove che i terroristi non hanno abbandonato i loro intenti criminali ne il Governo si è sbagliato sulla loro identità.

Dal 2005 fino al fallito golpe del 13 maggio 2015, tentato nuovamente il 11 dicembre 2015, il partito CNDD-FDD non ha smesso di denunciare all’opinione pubblica e alla comunità internazionale le vere ragioni dell’insurrezione genocidaria che non sono basate sull’opposizione al mandato presidenziale. Al momento della vittoria democratica del CNDD-FDD riportata nelle elezioni del 2005, le forze negative si sono rifugiate in Rwanda per ricevere addestramento militare e prendere il potere con le armi. In quel periodo non vi era in ballo il mandato elettorale. Più tardi, nel 2010, le stesse forze politiche negative si sono ritirate dal processo elettorale nel tentativo di far fallire le elezioni. Non si trattava di discutere del mandato presidenziale ma di dare continuità al piano eversivo e genocidario. Infine sono giunte le proteste del 2015 e il terzo mandato è stato preso come alibi. Tutti gli elementi del mosaico si stanno configurando: il complotto, gli esecutori, i padrini internazionali, la logistica utilizzata, etc. Il partito CNDD-FDD non si è sbagliato sulle intenzioni dei Bagumyabanga e del loro complotto internazionale. (Bagumyabanga termine dispregiativo per indicare la minoranza tutsi burundese. Ndt).

Le ONG nazionali e internazionali sono implicate in questa insurrezione e agiscono come agenti organizzatori della destabilizzazione del Paese. Tutta la comunità internazionale si è allineata per difendere i loro atti eversivi mettendo in moto la macchina di demonizzazione del partito CNDD-FDD e del suo governo. Il vero laboratorio del genocidio è in Rwanda dove Kagame lo ha già sperimentato sugli hutu e ora lo vuole esportare in Burundi per giocare il ruolo del piccolo imperialista. In certi ambienti europei controllati dal ex Primo Ministro belga Louis Michel forniscono armi e fondi a Paul Kagame utilizzati per reclutare e addestrare i giovani burundesi nei campi rifugiati per rimandarli nel loro paese a commettere il genocidio degli hutu. Nei loro quartieri operativi nella capitale: Nyakabiga, Mutakura, Jabe, Cibitoke, Musaga e Ngagara i ribelli hanno scavato fosse comuni per gettare i corpi delle loro vittime incolpando poi il Governo, come fece Paul Kagame nel 1994 durante l’attacco a Kigali.

I giornalisti e media stranieri in missione nel Burundi per assistere alla caduta del potere vengono messi in guardia. Il partito CNDD-FDD si è reso conto che non hanno nulla di professionale e il loro intento è di propagare confusione e menzogne a favore dei insorti golpisti. Le forze democratiche sono nel pieno diritto di richiedere che questi giornalisti rispondano della loro corresponsabilità e complicità con gli insorti nell’inventare falsità quali l’esistenza di fosse comuni ritrovate nei quartieri di Mutakura e Cibitoke. Esse sono state scavate dai ribelli davanti alle telecamere altrimenti non si spiegherebbe come questi giornalisti possano diffondere false immagini di individui gettati in queste fosse comuni. Questi giornalisti hanno poi accusato il partito CNDD-FDD, il suo governo, il movimento integrato Imbonerakure e le forze dell’ordine di commettere dei massacri contro i civili. Le fosse comuni sono state scoperte nei quartieri contestatari in quanto sono i ribelli che le hanno usate. Sappiamo chi ha trucidato le suore italiane a Kamenge come conosciamo l’identità dei mandanti dell’incendio del supermercato T2000 e quella degli autori degli stupri per dare la colpa alle forze dell’ordine, attraverso le testimonianze di ribelli che si sono arresi. Il partito CNDD-FDD attende che questi giornalisti stranieri implicati nella complicità con i terroristi siano tradotti davanti alla giustizia nazionale o internazionale al fine di interrompere l’impunità di chi fino ad ora hanno goduto.

Ong e partiti democratici sono insorti contro le dichiarazioni dei responsabili della Chiesa Cattolica in Burundi che mirano a destabilizzare le istituzioni democraticamente elette. Come evidenzia Hamza Burikukiye, presidente della associazione CAPES+ la Chiesa Cattolica è responsabile di tutte le crisi vissute dal Paese fin dai tempi dei primi missionari, che erano i precursori della colonizzazione europea. Burikukiye spiega l’alleanza politica religiosa che ha caratterizzato il periodo che precede l’assassinio del Principe Louis Rwaagasore e sottolinea che la Chiesa fu implicata da vicino e da lontano in ogni colpo di stato avvenuto in Burundi fino ai nostri giorni. A titolo di esempio nel 1972 (anno in cui decine di migliaia di hutu furono sterminati dal esercito tutsi in risposta ad un tentativo di genocidio scatenato da bande HutuPower. NdT) Padre Michel Kayoya fu assassinato con la benedizione di certi responsabili della Chiesa Cattolica che non furono mai indagati. Il partito CNDD-FDD appoggia l’analisi fatta da CAPES+ in quanto certi membri della Chiesa Cattolica hanno contribuito a creare una storia di orrori in Burundi.

L’atteggiamento della Chiesa Cattolica dal 2010 e specialmente dopo il 26 aprile 2015, i gesti e parole di certi prelati di questa religione hanno urtato i burundesi democratici in particolare e tutto il popolo burundese in generale. La Chiesa Cattolica è stata vittima di un attivismo inconsiderato di certi responsabili cattolici che si tradotto nella espressa volontà di impedire le elezioni, sabotare la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente e bloccare il processo della Commissione Verità e Riconciliazione. Tutto accompagnato da comunicati incendiari pronunciati durante le omelie. Tutto questo fa pensare che la Chiesa Cattolica ha abbandonato il suo ruolo spirituale per abbracciare unicamente la politica. La volontà espressa di dividere i cristiani è stata manifestata apertamente da certi responsabili della Chiesa Cattolica, cosi’ come il tentativo di influenzare certi membri del partito CNDD-FDD di fede cristiana. È naturale che sorgano domande sui reali obiettivi del clero cattolico burundese. Occorre un cambiamento positivo in quanto i responsabili della Chiesa si devono attenere alla loro missione: predicare la buona novella.

Per quanto riguarda le fosse comuni recentemente scoperte nei quartieri contestatari dai giovani insorti terroristi l’episodio mette a nudo il ruolo di Paul Kagame nella destabilizzazione del Burundi domando formazione militare e armi ai giovani insorti e ai giornalisti implicati. Come precedentemente scritto, si ribadisce che il partito CNDD-FDD considera il presidente ruandese Paul Kagame e l’ex Primo Ministro belga Louis Michel responsabili di tutte le perdite di vite umane, danni materiali, fosse comuni, terrorismo, sparizione di tutsi, demonizzazione delle istituzioni del paese fino ad accusarle di pianificazione ed esecuzione del genocidio in Burundi. Il ruolo dei due personaggi internazionali è ben precisato nelle rivelazioni ottenute.

 Il partito CNDD-FDD ha costantemente informato la comunità nazionale ed internazionale sugli intenti dei mandanti di tutte le atrocità commesse in Burundi dall’indipendenza sottolineando il ruolo giocato da paesi stranieri e organizzazioni internazionali nel complotto contro le istituzioni elette dall’indipendenza ai giorni nostri. Abbiamo menzionato l’esistenza di piccoli gruppi di persone utilizzate per distruggere il potere. Ogni volta le analisi dei burundesi democratici sono state trasformate e derise da delle forze internazionali che controllano i media e le finanze. Ma il gioco dal 26 Aprile 2015 è stato scoperto e capita l’architettura della maledizione pianificata contro il Burundi. Quelli che sono implicati iniziano a mostrare segni di stress e a formulare argomenti infantili per discolparsi cercando di giocare il ruolo di vittime.

 A proposito del dialogo inter burundese il partito CNDD-FDD, dopo le mille rivelazioni di insorti che si sono arresi, ribadisce la sua determinazione a non dialogare con i terroristi golpisti per una semplice ragione: i terroristi devono essere perseguiti ovunque si trovino per i crimini commessi. Fosse comuni, inutili omicidi, distruzione delle proprietà, genocidio e assassinio di membri delle forze dell’ordine e dell’esercito come il Colonnello Darius Ikurakure, il Maggiore Didier Muhimpundu e il rapimento del poliziotto Dieudonnè Nsengiyumva. Il popolo burundese è cosciente che questi crimini hanno una valenza politica e i mandanti vogliono continuare nel loro sporco lavoro di dividere le forze armate e mettere a rischio la sicurezza del Paese. (La necessità di citare tra le vittime illustre un semplice poliziotto si spiega con il ruolo giocato nella repressione da Dieudonnè Nsengiyumva. Un ruolo di coordinamento tra le milizie Imbonerakure e i terroristi ruandesi FDLR nella sanguinaria repressione dei quartieri contestatari della capitale. Nsengiyumva sottostava al comando del Colonnello Darius Ikurakure. NdT)

Ogni volta che si sono tenute delle elezioni ci sono stati dei morti e dei massacri. Quello che è stupefacente è che i pianificatori di queste violenze sono sempre gli stessi come i loro metodi. Quello che era segreto ora non lo è più. Sappiamo cosa è successo nel 1961, 1965, 1972-1973, 1988 e nel 1993. Le pianificazioni di questi criminali sono diventate come un film ripetuto. Non vi è nessuna necessità di discutere con queste persone.

Il partito CNDD-FDD termina questo suo comunicato domandando ai fautori delle violenze di arrendersi e di domandare perdono diventando uomini. Un uomo è colui che sa assumere le sue responsabilità per non essere visto come un vigliacco dai vivi e dai morti. Il partito CNDD-FDD invita tutti coloro che non rientrano nella categoria dei terroristi enunciata nella risoluzione ONU n. 2248, di partecipare al dialogo inter burundese con lo spirito sereno di chi non ha nulla da nascondere. Questo permetterà un dialogo inclusivo e di marcare una tappa storica in materia di buon governo.

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