Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Giu 2
di Fulvio Beltrami
Immigrazione incontrollata, terrorismo islamico e sicurezza nazionale sono i temi in voga nell’Occidente che si sta avviando a costruire muri su muri per bloccare l’invasione dei “barbari”. Nella babele di teorie e fobie promosse dai media e governi occidentali raramente l’opinione pubblica ha la possibilità di sentire la voce di quelli che abitano dalla parte “sbagliata” del nostro pianeta. Il giornalista egiziano Salah Nasrawi sul settimanale arabo Al-Ahram Weekly ci offre questa opportunità facendoci scoprire un mondo di disprezzo e odio razziale promosso dall’Occidente ad ogni livello.
Mag 28
di Fulvio Beltrami
Ogni santo giorno i media occidentali iniettano nella società la xenofobia dello straniero tentando di convincerci che un’orda di barbari provenienti dal Terzo Mondo sta per invadere l’Europa distruggendo i suoi antichi valori. L’immigrazione (fenomeno assai ridimensionato rispetto alla propaganda trasmessa) è tramutato in una minaccia sociale. Un esercito di “discutibili” esperti ci spiegano dei pericoli mortali collegati a politiche permissive rispetto ai flussi migratori elogiando le politiche di contenimento. Politiche che paradossalmente violano i principi di dignità umana difesi da tutte le Costituzioni Europee.
Gen 15
di Fulvio Beltrami
L'espressione tratta degli schiavi africani si riferisce al commercio di schiavi di origine africana attraverso l'Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo. La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe, talvolta con la collaborazione di mercanti locali, fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centroamerica e poi anche del Nordamerica. Lo schiavismo permise la rivoluzione industriale in Inghilterra e lo sviluppo della maggioranza dei paesi europei. Si stima che il 15% degli africani morivano in mare di malattia. Un altro 30% veniva ucciso. Con l’abolizione della schiavitù da parte della Corona Britannica un mercantile trasportante schiavi su 10 era costretto a gettare in mare tutto il suo carico se veniva intercettato dalle navi di guerra inglesi. Obiettivo eliminare le prove della tratta di schiavi ed evitare l’arresto. Gli schiavi venivano legati tra di loro con lunghe catene e gettati in mare.
Lug 17
di Fulvio Beltrami
Preso dall’attualità del Continente, ogni tanto getto l’occhio sulle notizie italiane, patria che mi diede i natali e quindi amata. Guardando in giro ho visto questo manifesto propagandistico di “Stopclandestini” dove si informava che un poliziotto aveva contratto la tubercolosi da un immigrato e si accusava il governo di non pagargli le cure. Sono in Africa dal 1993 e non mi è ancora capitato di venir accusato di essere portatore di malattie. Eppure sono anche io un immigrato. Il problema non risiede nel manifesto, evidentemente grottesco e demodé, ma in tutti i nostri connazionali che approveranno il messaggio, anzi lo condivideranno. Un mio amico ugandese ha commentato: “Sono ancora li a difendere la loro razza quando l’Europa sprofonda nei debiti e nel caos. Quando si sveglieranno e cercheranno di immigrare qui in Africa per cercar lavoro (come già in tanti fanno) saremo noi ad accusarli di averci trasmesso la tubercolosi e di riservagli identico trattamento ospitandoli in case d’accoglienza speciali”.
Giu 19
di Fulvio Beltrami
Periferia di Parigi. Una sera come tante altre tra amici che decidono di divertirsi un po’ organizzando un “Nigger Party”. Cinque cittadini francesi si travestono da Africani dipingendosi la faccia di nero con il lustro da scarpe. Fin qui nulla di male. Una bravata come tante per spezzare la monotonia. Il problema nasce quando le foto del party vengono pubblicate sulle loro pagine Facebook. Le foto, che sono una parodia dei luoghi comuni occidentali del “buon selvaggio africano”, ottengono un'ottima audience, i “Like” crescono a dismisura così come i commenti di amici e conoscenti. Le foto diventano rapidamente famose e attirano l’attenzione di Claudy Siar, un responsabile dell’uguaglianza delle razze e attivista antirazzista francese che le replica sulla sua pagina Facebook denunciando il lato razzista dell’iniziativa e rivela l'identità dei goliardici amici: un gruppo di ufficiali della polizia francese.
Giu 8
di Fulvio Beltrami
Il 26 maggio è passata una nuova legge sull’immigrazione proposta dal ministro degli Affari interni Malusi Gigaba che rischia di riportare il nuovo Sud Africa multiculturale ai tempi dell’apartheid. La seconda economia del Continente rischia di diventare un incubo per gli immigrati africani che spesso la scelgono in alternativa all’Europa o alle Americhe. La recente legge rivela una volontà di limitare l’immigrazione e restringere diritti e libertà degli immigrati. Si è reso più difficile ottenere un visto di soggiorno che ora deve essere richiesto presso le ambasciate sudafricane dei propri paesi di origine. Stessa regola per il visto di ricongiungimento familiare. Persino le pratiche per ottenere un visto di lavoro e il permesso di iniziare una attività produttiva sono state irrigidite. Diverse organizzazioni in difesa dei diritti degli stranieri e associazioni di avvocati hanno denunciato l'inadeguatezza di questa legge che rischia di aumentare il numero di immigrati clandestini e scoraggiare gli investitori stranieri.
Mag 29
di Fulvio Beltrami
L’ex ministro dell’Integrazione Cécile Kashetu Kyenge ce l’ha fatta a diventare parlamentare europeo. Parte del mondo dell’associazionismo, quello particolarmente vicino all’immigrazione, parte del mondo cattolico e della sinistra italiana si sono rallegrati. Non sono mancati i messaggi di congratulazione pubblicati su Facebook e Twitter da alcuni connazionali dell'ex ministro che come lei sono regolarmente in Italia ed affermano di essere impegnati socialmente sia a favore degli immigrati che del loro paese natio, ricevendo titoli di Ambasciatori di pace.
Feb 7
di Fulvio Beltrami
2033. L’Europa è devastata da ormai trentanni di crisi economica e sociale e da un inquinamento totale dell’aria e delle falde idriche. La disoccupazione ha raggiunto livelli allarmanti, condannando milioni di persone alla povertà assoluta. L’Unione Europea si è disintegrata e sono ritornati i nazionalismi. Nel disperato tentativo di contenere le rivolte vari paesi hanno instaurato dittature fasciste che si concentrano sulla repressione interna non avendo le risorse finanziarie necessarie per attuare guerre imperialiste. L’unica salvezza e speranza di vita è l’Africa, divenuta un continente industrializzato dominato da tre potentissimi blocchi economici che controllano, assieme all’Asia, l’economia mondiale.
Gen 9
di Fulvio Beltrami
Dal 2006 circa 60.000 immigrati africani sono arrivati in Israele attraversando il deserto del Sinai per fuggire da povertà, persecuzioni, pulizie etniche e genocidio. La maggioranza di essi è originaria del Sudan e della Eritrea, due tra i più brutali regimi ancora esistenti in Africa.
Gen 8
di Fulvio Beltrami
Trentamila sui cinquantacinquemila immigrati africani presenti nel paese hanno protestato organizzando una manifestazione nella capitale israeliana. La maggioranza di essi proviene dall’Eritrea e dal Sudan, due paesi governati da regimi tra i più dittatoriali e brutali dell’Africa. Molti di essi vivono e lavorano in Israele da anni ma la loro posizione non è mai stata regolarizzata dalle autorità. Una manifestazione di minore entità si è svolta anche presso la città di Eilat dove gli immigrati si sono radunati all’esterno del ministero degli Interni.