Frammenti Africani

Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Apr 25

Uganda. Coronavirus. Food emergency and Museveni's failed promises

Despite the fact that the containment measures taken by the President have prevented the spread of the Covid19 infection, the lockdown is creating serious food security problems for the most vulnerable population. Museveni risks a popular uprising if it will prolong confinement beyond May 05, 2020

di Fulvio Beltrami

Patrik Kanyunga 25/04/2020

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Gen 13

Le dégel entre l'Ouganda et le Rwanda va-t-il débloquer la crise au Burundi?

La reprise du dialogue entre Kampala et Kigali a des répercussions directes sur le Burundi. Si le dégel se poursuit, Pierre Nkurunziza serait privé d'un allié fondamental. L'offensive finale de la rébellion burundaise pour faire tomber le sanglant régime de Nkurunziza ne peut pas être activée avant que les relations entre Kampala et Kigali ne se soient définitivement stabilisées

di Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami 13 Janvier 2020

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Gen 13

Il disgelo tra Uganda e Rwanda sbloccherà la crisi in Burundi?

La ripresa del dialogo tra Kampala e Kigali ha dirette ripercussioni sul Burundi. Se il disgelo dovesse continuare, Pierre Nkurunziza sarebbe privato di un fondamentale alleato. L’offensiva finale per abbattere il sanguinario regime di Nkurunziza non può essere attivata prima che le relazioni tra Kampala e Kigali si siano definitivamente stabilizzate

di Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami 13 Gennaio 2020

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Set 16

Sud Sudan. Una pace ancora lontana

Ad un anno di distanza dagli accordi di pace le varie fazioni in lotta stentano a concretizzare la creazione di un governo di unità nazionale e garantire la necessaria stabilità per il ritorno dei rifugiati, la ricostruzione del Paese e la ripresa economica

di Fulvio Beltrami

di Fulvio Beltrami 16 settembre 2019

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Giu 4

Uganda. Martyrs Day 2017. Il simbolo dell’alleanza tra Anglicani e Cattolici in Africa

Il Giorno dei Martiri, festa nazionale per commemorare il massacro degli ugandesi di fede cristiana ordinato nel 1885 dal Re dei Buganda: Kabaka Mwanga II, rappresenta quest’anno il segno più mediatico del nuovo corso intrapreso dalle chiese Anglicana e Cattolica alleatesi per promuovere una unità di intenti e politiche cristiane capaci di garantire la pace e lo sviluppo in Africa nel pieno rispetto della dignità umana. Una politica che rompe con l’oscuro passato delle due Chiese durante il periodo della Guerra Fredda che portarono anglicani e cattolici ad appoggiare feroci dittature africane filo occidentali

di Fulvio Beltrami

Sabato 3 giugno l’Uganda ha celebrato il Martyrs Day, festa nazionale di pari importanza al Independence Day istituita per commemorare il massacro dei Buganda convertiti al Cristianesimo ordinato dal loro Re: Kabaka Mwanga II nel 1885. Le celebrazioni sono state affidate alla Diocesi di Hoima che sta assumendo una importanza strategica all’interno della Chiesa Cattolica ugandese in quanto diocesi del distretto dove sorgerà la raffineria per trattare il greggio ugandese, sudanese e parte del greggio dell’est del Congo. Il Dr. Kiiza Aliba, Segretario Esecutivo del Dipartimento Pace e Giustizia della Conferenza Episcopale dell’Uganda è stato eletto per l’occasione a Direttore del comitato organizzativo del Martyrs Day. Verso la seconda metà di maggio sono stati resi disponibili i fondi necessari per l’organizzazione della festa religiosa nazionale per un totale di 597 milioni di scellini ugandesi corrispondenti a: 166.064 dollari americani.

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Mag 18

Malawi. Esportatori senza scrupolo aumentano l’insicurezza alimentare

Dal febbraio 2016 il Malawi sta affrontando una difficile situazione di insicurezza alimentare. Le inondazioni registratesi nell’ultimo semestre 2015 hanno creato un calo di produttività del mais pari al 32% e il conseguente aumento dei prezzi sul mercato della farina. A peggiorare la situazione le speculazioni degli imprenditori locali che preferiscono esportare la farina nei vicini Paesi aumentando l’insicurezza alimentare in Malawi. Il governo ha deciso dure misure per fermare queste speculazioni

di Fulvio Beltrami

Dal febbraio 2016 il Malawi sta affrontando una difficile situazione di insicurezza alimentare. Le inondazioni registratesi nell’ultimo semestre 2015 hanno creato un calo di produttività del mais pari al 32% e il conseguente aumento dei prezzi sul mercato della farina. Tenendo presente che il mais è l’alimento base nella dieta delle popolazioni dell’Africa Orientale e Africa del Sud, la carenza sul mercato nel Malawi ha messo a serio rischio di insicurezza alimentare 6,7 milioni di cittadini che equivale al 38,20% della popolazione che conta 17 milioni di persone. La drammatica situazione ha costretto il Programma Alimentare Mondiale e le ONG internazionali a cercare fondi supplementari per far fronte a questa estesa insufficienza alimentare che colpisce maggiormente donne e bambini.

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Mar 3

Uganda. Come Museveni è riuscito a vincere e domare l’opposizione

Forti dubbi sulla trasparenza del processo elettorale non impediscono il presidente Museveni ad accedere al quinto mandato mentre l’opposizione sembra neutralizzata e i sogni rivoluzionari rimandati. Reali le accuse delle frodi elettorali a favore di Museveni come reali sono i tentativi eversivi del suo rivale: Besigye. Cosa è realmente successo durante e dopo le elezioni? Retroscena inediti e rivelazioni su come il Grande Burattinaio è riuscito a domare l’opposizione impedendo un scenario burundese e a circuire ancora una volta il popolo ugandese

di Fulvio Beltrami

I risultati definitivi delle elezioni presidenziali svoltesi il 18 febbraio scorso sono stati comunicati dalla Commissione Elettorale nei tempi previsti: sabato 20 febbraio 2015. Yoweri Kaguta Museveni al potere da 29 anni e il suo partito National Revolutionary Army - NRA ottengono una netta vittoria dominando la presidenza e il parlamento in cui il NRA riconferma la maggioranza assoluta. Museveni ottiene il 60,75% mentre il suo storico rivale, l’ex Colonnello Kizza Besigye, leader del Forum per il Cambiamento Democratico – FDC si attesta al 35,61% I risultati finali sembrano sconfessare il previsioni elettorali fornite dal istituto IPSOS tre giorni prima del voto all’infuori della misera performance del ex Primo Ministro Amama Mbabazi che ottiene il 1,39% delle preferenze. I risultati del sondaggio effettuato da IPSOS prevedevano il 53% dei voti a Museveni con un margine di errore del +/- 2%. Una percentuale a rischio di secondo turno. Il sondaggio evidenziava un drammatico calo di popolarità del presidente in carica dovuto a diversi scandali del passato in cui era emerso il coinvolgimento di Museveni durante la campagna elettorale. Al contrario i risultati finali attestano al presidente una netta vittoria sinonimo di una grande popolarità.

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Set 7

Uganda. Una diversa gestione degli immigrati

Una ragionata politica di porte aperte verso gli immigrati è giusta a livello umanitario ma irrealizzabile sul piano pratico. Eppure un paese in via di sviluppo dimostra il contrario: l’Uganda

di Fulvio Beltrami

In questi ultimi mesi è di drammatica attualità la crisi migratoria in Europa. Iniziata dalle rotte classiche del Mediterraneo (Italia e Spagna) ora si sta sviluppando su nuove rotte come quella dei Balcani incontrando resistenza e repressione da governi di paesi indeboliti dalla crisi economica e avvelenati dal nazionalismo che sono terrorizzati dell’instabilità sociale che l’immigrazione potrebbe loro portare. Un calvario che riguarda anche l’Africa ma soprattutto profughi provenienti da una guerra civile di cui l’occidente ha forti responsabilità: quella combattuta in Siria.

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Gen 7

Uganda. Nasce il primo mensile gay

Si chiama Bombastic la nuova testata che raccoglie le opinioni di omosessuali e lesbiche ugandesi

di Fulvio Beltrami

La recente storia della comunità omosessuale ugandese è marcata da due date storiche: il 20 dicembre 2013 corrispondente all’approvazione della legge omofobica conosciuta anche come “Kill the gay bill” (La legge ammazza gay) e il 22 dicembre 2014 corrispondente all’uscita su territorio nazionale di Bombastic il primo mensile gay dell’Africa Orientale. Bombastic è un mensile ove sono pubblicate le storie quotidiane, le testimonianze e le opinioni di omosessuali e lesbiche ugandesi. “Attraverso il mensile Bombastic condividiamo storie della vita quotidiana di gay, lesbiche, eterosessuali e travestiti. Storie che toccano vari argomenti dal sesso alla vita religiosa, dalla cultura al diritto familiare delle copie omosessuali, dalla politica alla promozione della pace e della tolleranza delle varie scelte sessuali che ogni cittadino ugandese ha il diritto di compiere. Bombastic vuole far comprendere a tutti i nostri connazionali che essere gay non significa essere meno ugandesi.

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Ago 12

Cry for help. Un film contro le violenze sessuali in Uganda

Un giovane regista ugandese decide di rompere il muro del silenzio che grava sulle violenze sessuali ai minori attraverso un film – denuncia che ha riportato all’attenzione della pubblica opinione il triste fenomeno spesso coperto dalla omertà delle comunità locali e collegato alla prostituzione con complicità indirette di imprenditori stranieri, anche italiani, dell’industria del divertimento

di Fulvio Beltrami

Cry for help è il film d’esordio del giovanissimo regista ugandese Daniel Komakech originario di Gulu, la città più importante del nord Uganda, regione che fu il teatro di una lunga, dolorosa e sanguinaria guerra civile dal 1987 al 2004. Appena giunto al potere il guerrigliero marxista Yoweri Museveni dovette affrontare due ribellioni etniche della tribù Acholi. La prima creata dal gruppo armato Holy Spirit (Spirito Santo) e la seconda dal tristemente famoso Lord Resistence Army (Esercito di Resistenza del Signore) guidato da Joseph Kony. L'opposizione armata degli Acholi (etnia maggioritaria nel nord del paese) al nuovo governo scaturì dalla perdita dell’influenza fino allora esercitata dalla tribù sulla nazione. Per la maggior parte dei primi 25 anni dopo l’indipendenza gli Acholi avevano guidato l’Uganda dando i natali al primo presidente Milton Obote e ad altri presidenti di minor calibro come Tito Okello.

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Ago 8

L’Uganda sulla lista nera europea per i minerali di guerra

L’Unione europea ha posto l’Uganda nella lista nera dei paesi che contrabbandono minerali di guerra. Il governo di Kampala sta studiando le mosse più opportune per raggirare il blocco europeo grazie a complicità di Stati Uniti e Dubai

di Fulvio Beltrami

L’Unione europea, in collaborazione con l’Organizzazione della Cooperazione Economica e Sviluppo (OECD) ha posto l’Uganda nella lista dei paesi che trafficano illegalmente minerali preziosi e rari causa di falsi certificati d’origine dei minerali esportati e provenienti dal Congo.

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Lug 28

Uganda. Quando la calunnia diventa informazione

Un articolo comparso su La Repubblica riguardante i bambini di strada in Uganda pone l’accento e spunti di riflessione sull’informazione sommaria e non verificata che si trasforma nel suo contrario e si presta a strumentalizzazioni politiche. Un disservizio di cui, stranamente, la prima vittima è sempre il continente africano...

di Fulvio Beltrami

Sul quotidiano italiano La Repubblica del 19 luglio 2014 è comparso sulla pagina “diritti umani” un articolo sulla condizione dei bambini di strada in Uganda, basato su un rapporto della Ong americana in difesa dei diritti umani: Human Rights Watch. L’articolo (Uganda, l'inferno dei bambini di strada: picchiati e abusati da adulti e polizia) descrive uno scenario da film dell’orrore dove sadici e perversi poliziotti torturano i bambini di strada con la complicità delle autorità. Secondo il giornalista autore dell’articolo i bambini di strada sono spesso vittime di retate organizzate da polizia e funzionari governativi, tra cui quelli del Kampala Authority Capital City (KCCA). Prelevati dalla strada i minori verrebbero torturati, derubati e detenuti nelle celle dove subirebbero ulteriori pestaggi e verrebbero trattati come schiavi. I bambini di strada sarebbero anche vittime di violenze di massa e stupri perpetuati dai cittadini ugandesi con la complicità della polizia che non punisce i colpevoli delle violenze.

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Giu 26

Uganda. Un uomo risuscita a cinque mesi dalla morte

Una disputa su terreni agricoli come tante in Uganda finisce in tragedia con l’omicidio di uno dei contendenti. Dopo cinque mesi dalla morte il colpo discena. La vittima è risuscitata. La popolazione invoca riti vudu e afferma che si tratti di un evidente caso di Zombie. Tra credenze popolari e verità

di Fulvio Beltrami

Simon Gimungunyi, un contadino del villaggio di Zeugula, sotto contea di Kapchorwa, è deceduto il 22 gennaio 2014. Il suo corpo semi carbonizzato fu ritrovato dalla polizia. Simon era coinvolto in una disputa relativa alla compravendita di un terreno. I venditori lo avevano accusato di non aver pagato il saldo del montante convenuto. L'identità del corpo ritrovato fu attribuita a Simon per via di alcuni oggetti personali ritrovati sul cadavere. Immediatamente dopo la scoperta del corpo e l’annuncio dell’assassinio di Simon, una folla inferocita aveva attaccato il responsabile del distretto di Kabeywa: Wilson Walenda, con l’intenzione di ucciderlo. Salvato in extremis dalla polizia, Walenda è stato arrestato assieme ad altre tre persone con l’accusa di omicidio. Walenda e soci erano i venditori della terra e parte in causa del litigio con Simon, quindi primi sospettati. La prima udienza del loro processo è stata fissata per il 4 luglio 2014.

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Mag 26

Il difficile cammino dei media in Uganda. Tra repressione e immaturità giornalistica

Tra tentativi di repressione e controllo da parte del governo e immaturità professionale di vari media la libertà di informazione in Uganda rimane ancora allo stadio primordiale. Come segnale incoraggiante si sta assistendo l'emergere di quotidiani e giornalisti di elevato livello anche se rappresentano ancora una minoranza

di Fulvio Beltrami

Il 10 febbraio 2014 il ministro dell’Informazione, Rose Namayanaja, ha firmato l’entrata in vigore di una legge sui media nazionali denominata: “Press and Journalists Regulation 2014” (regolamento delle tariffe per la stampa e i giornalisti 2014). La legge prevede l’obbligo per ogni giornalista di registrarsi in un specifico albo professionale, il National Institue of Jounalists in Uganda – NIJU (Istituto Nazionale dei giornalisti in Uganda) ottenendo una licenza professionale su base annuale e rinnovabile. Il NIJU è stato equiparato agli altri albi professionali esistenti in Uganda a cui i dottori, architetti, avvocati, notai e insegnati sono registrati. L’obiettivo è di regolamentare la professione del giornalista che deve seguire precisi codici etici di condotta. Fin qui nulla di strano.

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Mag 9

Uganda. Strani allarmi terroristici e frizioni con gli Stati Uniti

Un'allerta di pericolo terroristico diramata ai propri cittadini dall’Ambasciata americana in Uganda immediatamente finita sulla prima pagina del Daily Monitor e tensioni sempre più evidenti tra Washington e Kampala. C'è chi afferma che i due avvenimenti siano strettamente collegati. Teoria del complotto o accurata analisi politica?

di Fulvio Beltrami

Il 7 maggio 2014, l’ambasciata degli Stati Uniti in Uganda ha lanciato un allarme terroristico ai suoi cittadini presenti nel paese africano a seguito dell'ondata di attacchi terroristici attuati dal gruppo islamico somalo Al-Shabaab affiliato ad Al-Qaeda, che ha recentemente colpito il vicino Kenya. Durante il weekend di morte (sabato 3 e domenica 4 maggio 2014) gli attentati di Mombasa e Nairobi hanno provocato 7 morti e circa 80 feriti, secondo il bilancio provvisorio fornito dalle autorità keniote.

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Feb 18

Il Baratto Ugandese: Presidenza, Petrolio e Omosessualità

Il Presidente Yoweri Museveni ha accettato di firmare la legge anti gay durante un meeting del partito presso Kyankwanzi. La decisione é frutto di uno scambio politico: legge anti omosessualità in cambio del supporto alla Presidenza per permettere a Museveni di gestire la delicata fase di avvio della produzione petrolifera. Ipocrite ed inefficaci le reazioni della Chiesa Cattolica e del Presidente Barak Obama

di Fulvio Beltrami

Durante il meeting del National Revolutionary Army (NRM), svoltoso la scorsa settimana presso la località Kyankwanzi, Domenica 16 febbraio 2014 il Presidente Yoweri Museveni ha promesso ai quadri del suo partito di firmare la controversa legge anti-gay approvata dal Parlamento il 20 dicembre 2014.

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Feb 7

Usoni. L’Africa come unica speranza di vita

Un serial fiction keniota descrive un mondo alla rovescia dove milioni di disperati fuggono da un’Europa in rovina per tentare di rifarsi una vita in una Africa sviluppata e ricca. La fiction è ambientata nel 2063. Il fenomeno sembra già iniziato ai nostri giorni e coinvolge anche molti nostri connazionali spesso in situazioni illegali e precarie presso vari paesi africani tra cui l’Uganda

di Fulvio Beltrami

2033. L’Europa è devastata da ormai trentanni di crisi economica e sociale e da un inquinamento totale dell’aria e delle falde idriche. La disoccupazione ha raggiunto livelli allarmanti, condannando milioni di persone alla povertà assoluta. L’Unione Europea si è disintegrata e sono ritornati i nazionalismi. Nel disperato tentativo di contenere le rivolte vari paesi hanno instaurato dittature fasciste che si concentrano sulla repressione interna non avendo le risorse finanziarie necessarie per attuare guerre imperialiste. L’unica salvezza e speranza di vita è l’Africa, divenuta un continente industrializzato dominato da tre potentissimi blocchi economici che controllano, assieme all’Asia, l’economia mondiale.

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Feb 2

Dio ama gli omosessuali? La posizione della Chiesa anglicana

Il tema della omosessualità sta creando una profonda frattura tra le varie Chiese anglicane in Africa e nel mondo, maggiore che il dibattito sul sacerdozio femminile. L'omosessualità sta diventando uno dei principali argomenti tra i 80 milioni di anglicani sparsi nel mondo

di Fulvio Beltrami

Gli arcivescovi della Chiesa anglicana di York, Gran Bretagna, Justin Welby e John Setamu, (quest’ultimo di origine ugandese) hanno dichiarato che “vittimizzare o diminuire la dignità umana è un anatema. La Chiesa d’Inghilterra è impegnata nel supporto pastorale e morale degli omosessuali”.

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Gen 23

Uganda. Il caso di Bernard Randal

L’incredibile storia di un cittadino britannico in Uganda vittima della rivincita del fronte anti gay alla decisione del Presidente Yoweri Museveni di non approvare la legge anti omossessuali

di Fulvio Beltrami

Dal Novembre 2013 Bernard Randal, 65 anni, ex esperto di informatica del Kent, é stato all’attenzione dei media ugandesi e britannici a causa del suo arresto e del processo subito.

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Gen 22

Sud Sudan. Il gioco d’azzardo di Museveni

La decisione presa dal Presidente ugandese Yoweri Museveni di intervenire nel conflitto del Sud Sudan era stata appoggiata da Nazioni Unite e Washington. Si pensava ad un breve conflitto per ristabilire l’autoritá del Governo di Juba minacciato dalla ribellione del ex Vice Presidente Riek Machar. La realtá sul terreno indica un conflitto a lunga durata. Dubbi all’interno della lobby interventista e problemi finanziari per sostenere la guerra. Il Presidente Museveni si sta giocando tutto nel Sud Sudan

di Fulvio Beltrami

Il 22 dicembre 2013 il Presidente ugandese Yoweri Museveni ordina l’invio della Guardia Presidenziale a Juba con l’obiettivo di assistere alle operazioni di evacuazione dei stranieri intrappolati nel Sud Sudan dalla guerra civile scoppiata il 15 dicembre 2013. L’ordine é stato preceduto da una richiesta ufficiale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con avvallo di Washington, contemporanea alla richiesta del Presidente sud sudanese Salva Kiir.

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