Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Mag 2
di Fulvio Beltrami
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Gabon. I sindacati contro la Dinastia Bongo.
Le celebrazioni del 1° Maggio a Libreville, capitale del Gabon, sono state caratterizzate da una protesta contro il Presidente Ali Bongo Ondimba vincitore delle contestate e controverse elezioni del 27 agosto 2016. La coalizione sindacale Dynamique Unitaire che raggruppa diversi sindacati nei settori educazione, sanità e industria, ha boicottato la cerimonia organizzata dal governo sul Viale del Trionfo a Libreville, dove avrebbero partecipato 35.000 persone secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro. La scelta di Dynamique Unitaire di non partecipare alla manifestazione ufficiale è una logica conseguenza delle accuse che i sindacalisti hanno rivolto in questi ultimi mesi al Presidente Ali Bongo. “Non possiamo partecipare alla festa dei lavoratori organizzata dal governo per la semplice ragione che il governo utilizza la forza contro l’opposizione” ha dichiarato alla Agence France Presse il segretario generale della Dynamique Unitaire: Alain Pendi
Durante la manifestazione alternativa il Presidente della coalizione sindacale Jean-Rèmy Yama, ha usato parole dure nei confronti del governo gabonese. “Condanno senza esitazioni la sistematica violazione dei diritti umani attuata dal governo che si rivolge contro i sindacalisti, gli attivisti della società civile e cittadini gabonesi. Negli ultimi mesi ricordiamo il divieto imposto agli insegnanti di iscriversi ai sindacati e l’ondata di arresti arbitrari senza capi d’accusa e processi” denuncia Yama.
La manifestazione alternativa non ha potuto concludersi pacificamente. Le forze dell’ordine giunte in forze hanno interrotto il comizio e disperso i partecipanti con uso spropositato della forza sopratutto rivolto verso i duecento sindacalisti presenti alla manifestazione. Il comizio organizzato da Dynamique Unitaire è stato considerato dal governo come “manifestazione non autorizzata”. Il Ministro degli Interni aveva inoltrato alla coalizione sindacale il 28 aprile una lettera di diffida ad organizzare manifestazioni alternative, invitando Dynamique Unitaire a partecipare alla manifestazione indetta dal Ministero del Lavoro in spirito di unità e riconciliazione nazionale.
Dynamique Unitaire sostiene senza riserve il leader dell’opposizione Jean Ping che molto probabilmente sarebbe il vero vincitore delle presidenziali truccate dal Presidente uscente Ali Bongo per difendere gli interessi della Famiglia Bongo al potere dal... Jean Ping incarnava il tentativo di Parigi di liberarsi dalla scomoda alleanza con la Famiglia Bongo, ormai antitetica agli interessi francesi nel Paese francofono produttore di petrolio. Uno sforzo deragliato su binari morti dalla determinazione di Ali Bongo a rimanere al potere. Un cocktail di frodi elettorali e spietata repressione delle manifestazioni popolari ha imposto la continuità della dittatura Bongo in Gabon mentre la Francia, impotente, sta considerando di riallacciare le relazioni compromesse fin dal 2014.
Dynamique Unitaire aveva proclamato uno sciopero generale dei dipendenti pubblici lo scorso 7 gennaio ed è stato promotore di uno sciopero ad oltranza del settore pubblico, sospeso sei mesi fa. Il Governo Bongo organizzerà il prossimo 10 maggio un dialogo politico dove sono invitati i partiti di opposizione, la società civile e i sindacati per discutere sulle tensioni post elettorali e riforme istituzionali. Dynamique Unitaire ha inviato al boicottaggio allineandosi con l’oppositore Jean Ping che tenta ancora di farsi riconoscere come legittimo Presidente. L’appoggio offerto dalla potente organizzazione sindacale gabonese a Ping ha tutte le potenzialità di riaprire lo scontro sociale nel Paese a sfavore della Dinastia Bongo.
Sud Africa. Il Presidente Zuma costretto a fuggire dal corteo del Primo Maggio.
Il Primo Maggio in Sud Africa marca una nuova vittoria popolare contro l’odiato presidente Jacob Zuma accusato di aver tradito gli ideali socialisti del partito di Nelson Mandela: il African National Congress e di aver permesso alla Apartheid economica boera di continuare dopo la fine dell’Apartheid politica nel 1994. Il presidente Zuma è stato costretto a interrompere un comizio e a fuggire durante le manifestazioni del Primo Maggio indette nel parco della città di Bloemfontein nel centro del Paese, organizzato dal potente sindacato COSATU.
La festa del Primo Maggio è molto sentita in Sud Africa, unico Paese africano con una tradizione sindacale che risale a 100 anni fa e in prima linea contro l’Apartheid dei Boeri e ora contro le ingiustizie sociali e lo strapotere economico della minoranza bianca.
Il Presidente Zuma è stato interrotto dopo pochi minuti dall’inizio del suo discorso dai partecipanti che hanno iniziato a cantare slogan contro la sua Presidenza, accusandolo di rubare le ricchezze della Nazione e invitandolo a dimettersi. La protesta ha assunto subito toni aggressivi che hanno costretto al servizio di sicurezza presidenziale ad organizzare in tutta fretta la fuga del Capo di Stato. Fuga ripresa dalle televisioni nazionali. La protesta è stata spontanea ed originata dalla base del COSATU e del Partito Comunista. Una reazione inaspettata che ha fatto fallire i piani del presidente del COSATU: Sidumo Dlamini e del segretario del PC sudafricano: Blade Nzimande che avevano organizzato la presenza del Presidente nel chiaro tentativo di riabilitare Zuma tra le masse lavoratrici. Tentativo che doveva rafforzare le proposte propagandistiche della Black Econony lanciate un mese fa dal ANC nel tentativo di contrastare la popolarità del partito marxista Economic Freedoom Fighters – EFF (Combattenti per la Libertà Economica) guidato dall’ex segretario della Gioventù ANC: Julius Malema. A nulla sono serviti gli appelli alla calma lanciati da Dlamini e Nzimande. La base sindacale e quella del PC li hanno ignorati costringendo il Presidente alla fuga.
La protesta della base delle due organizzazioni operaie sudafricane dimostra che il malcontento popolare contro l’attuale dirigenza del ANC e contro il sistema semi-mafioso instaurato da Jacob Zuma si sta rapidamente orientando verso i vertici del sindacato e del Partito Comunista, alleati storici del ANC. La base del COSATU pretende che i vertici sindacali mantengano la pressione sulla Presidenza per far dimettere Zuma prima della fine del suo mandato nel 2019.
In questi giorni dovrebbe essere avviato il procedimento di Impeachement del Presidente Zuma. Il principale partito d’opposizione borghese: Alleanza Democratica spera di ottenere la maggioranza dei voti al Parlamento approfittando delle forti ed evidenti divisioni all’interno del African National Congress. Divisioni evidenziate dalle recenti rivelazioni del ex Tesoriere del African National Congress Matthews Phosa che chiariscono il potentato mafioso creato dalla Famiglia Zuma ai danni della popolazione sudafricana. Phosa ha accusato Zuma e la sua compagine di governo (Partito Comunista compreso) di essere dei “stupratori economici”, di divorare per lucro personale gran parte delle ricchezze del Paese. L’accusa è stata lanciata durante le celebrazioni del Freedom Day che commemorano la caduta della Apartheid e la nascita del Nuovo Sudafrica. Le rivelazioni di Phosa hanno recato molto danno alla già compromessa reputazione del Presidente creando maggior divisioni all’interno del African National Congress.
La pressione contro il Presidente Jacob Zuma si fa sempre più intensa dopo lo sciopero nazionale dello scorso 12 aprile che ha visto centinaia di migliaia di sudafricani manifestare nelle principali città del Paese a favore del Impeachment di Zuma, considerato dal 64% della popolazione un serio ostacolo per la pace e lo sviluppo economico della potenza continentale e unico membro africano dei BRICS.
Nonostante le notizie contorte diffuse dai media occidentali (che dipingevano il partito borghese Alleanza Democratica come leader delle manifestazioni popolari) la protesta nazionale è capeggiata dal partito marxista EFF di Malema. Secondo partito d’opposizione dopo AD, il Economic Freedom Fighters sta aumentando rapidamente i consensi popolari ponendosi come unico partito al fianco del proletariato e della masse nere sudafricane. Il partito borghese AD ha partecipato attivamente alla protesta nazionale del 12 aprile organizzando le masse nei comuni e province sotto il suo controllo amministrativo. Ora spera di ottenere il voto per il Impeachment di Zuma e la maggioranza dei voti nel Parlamento sul provvedimento, riuscendo così ad indire elezioni presidenziali ed amministrative anticipate.
A livello nazionale è Malema e il suo partito EFF a condurre la lotta, seguendo un piano politico ben preciso: dimissioni di Zuma, nuove elezioni e conquista del potere per attuare l’emendamento cardine del manifesto politico originario del ANC (Freedon Charter): la creazione di una società socialista in Sudafrica dove banche, industria e agricoltura sono sotto il controllo della classe operaia e contadina.
Per approfondimenti.
Gabon. Jean Ping chiede l’Intervento della Francia – 09 Settembre 2016 – L’Indro -
Gabon. Intrecci di famiglia e affari internazionali uniscono i due rivali – 16 settembre 2016 – Frammenti Africani – ReteLuna - http://italia.reteluna.it/it/gabon-intrecci-di-famiglia-e-affari-internazionali-uniscono-i-due-rivali-Pctj.html
Bongo rieletto in Gabon, opposizione accusa di brogli, dubbi degli osservatori stranieri – 27 settembre 2016 – Africa Express http://www.africa-express.info/2016/09/28/14798/
Sudafrica: Zuma deve cadere – 18 aprile 2017 – L’Indro
https://www.lindro.it/sudafrica-zuma-deve-cadere/
Sudafrica. Il 2017 sarà un anno rivoluzionario, promette il marxista Malema – 6 febbraio 2017 – Frammenti Africani – ReteLuna –
Sudaafrica. Il legame perverso tra Zuma e i Gupta - 01 giugno 2016 - L’Indro
http://archivio.lindro.it/sudafrica-il-legame-perverso-tra-zuma-e-i-gupta/
Former ANC Treasurer slams Zuma and his cronies as economics rapists (Ex Tesoriere del ANC accusa Zuma e i suoi cloni di essere dei stupratori economici) – 01 maggio 2017 - The Southafrican.com -
https://www.thesouthafrican.com/former-anc-treasurer-slams-zuma-and-his-cronies-as-economic-rapists/
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