Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Feb 6
di Fulvio Beltrami
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Lunedì 23 gennaio in una conferenza stampa, Julius Malema leader del partito marxista Economic Freedom Fighters – EFF (i Combattenti per la Libertà Economica) ha rivelato la sua strategia politica per il 2017 in previsioni delle elezioni del 2019. L’attacco al Capitale boero e al African National Congress -ANC è stato duro e difficile da controbattere essendo le accuse basate su evidenze. Malema ha definito il Sudafrica un Paese collassato, senza leadership, su pilota automatico. “Il African National Congress sta collassando su se stesso portando il Paese alla rovina. L’unica istituzione che rimane ancora in piedi, ispirando fiducia è la Magistratura.”
Durante la conferenza stampa Malema ha riportato alla luce vecchi scheletri custoditi negli armadi e recenti scandali per sottolineare il tradimento del ANC verso il popolo sudafricano. Ha ricordato l’accordo segreto siglato negli ultimi giorni della apartheid tra Mandela e Botha dove le ricchezze dei leader del regime razial nazista e dei capitalisti bianchi ad essi collegati furono salvate tramite una operazione senza precedenti nella storia di fuga di capitali all’estero organizzata e resa possibile dalla Banca Centrale del Sudafrica con la complicità dei dirigenti del ANC. Ha ricordato l’immunità che godono le famiglie Rupert e Gupta. La prima rappresentante dei capitalisti boeri, la seconda dei nuovi capitalisti – squalo legati al Presidente Jacob Zuma.
Ha denunciato il tentativo del ANC di creare un falso sindacato dei minatori (Workers Association Union) per distruggere il sindacato marxista indipendente Association of Mineworkers and Construction Union - AMCU autore delle più grandi lotte sindacali e vittorie operaie ottenute negli ultimi quattro anni a favore di minatori e lavoratori edili. Nel elenco delle nefandezze del ANC redatto da Malema non poteva mancare lo sandalo del Dipartimento Nazionale delle Acque Pubbliche, oggetto di una indagine per corruzione sugli acquisti con procedura di gara pubblica.
Per il leader del EFF, descrivere la situazione di degrado morale, sociale ed economico del Sudafrica, il razzismo boero, la corruzione del ANC, il rischio di una guerra civile, è stato un gioco da ragazzi in quanto tutte realtà troppo evidenti che iniziano ad essere ricordate anche dalla stampa borghese moderata e Liberal. Essendo il ANC al servizio del Grande Capitale Bianco e il partito d’opposizione Alleanza Democratica – AD la sua diretta emanazione politica, Malema intende presentare il EFF alle masse sudafricane come l’unico partito in grado di salvare la Nazione in quanto ancorato a ideali che si ispirano alla Black Fight, alla giustizia e all’equità economica. Il primo passo concreto è il rilancio della radicale riforma agraria dove è previsto l’esproprio senza indennizzo dei latifondi detenuti illegalmente ai coloni bianchi. Le terre furono rubate agli africani durante il periodo coloniale a suon di baionette di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra.
Il 2017 sarà dedicato a combattere ogni forma di corruzione che la dirigenza del ANC ha creato nelle istituzioni pubbliche, generando un cancro che divora centinaia di milioni di Rand ogni anno. “La mia, la vostra, la nostra battaglia è una battaglia per liberare il Sudafrica da questa sporca banda di cleptomani. È una battaglia rivoluzionaria per ritornare ai principi della Freedom Chart. Per ritornare allo spirito rivoluzionario che contaminerà l’Africa e il mondo intero. Non voglio nessun ringraziamento. Mi ringrazierete dopo la mia morte” afferma Malema dinnanzi a giornalisti allibiti e ad una folla entusiasta e in tranche.
Sul piano istituzionale il EFF intende influenzare dall’esterno e con la forza delle piazze i governi municipali e regionali non entrando però in nessuna coalizione alternativa al ANC. La prima mossa compiuta da Malema dopo le elezioni amministrative del agosto 2016 (la Caporetto del Presidente Zuma) è stata di estraniarsi dalle coalizioni politiche alternative al ANC per governare municipi e province. La seconda quella di danneggiare il ANC a favore del partito borghese Alleanza Democratica. Una tattica che ha fatto perdere al ANC il controllo di Johannesburg e Tshwane. “Alleanza Democratica non rappresenta un pericolo. Ha raggiunto il massimo dei consensi che poteva ottenere. Non crescerà oltre. La partita è tra noi e il ANC. Dobbiamo paralizzarlo impedendogli di mettere le mani sui soldi di ricche regioni e prosperosi comuni. Senza potere su di essi la leadership del ANC avrà grosse difficoltà a foraggiare il network mafioso e clientelare che la mantiene in vita” dichiara Malema.
Il EFF individua come nemico numero uno il ANC. Abbandonate dal 2010 le tattiche Trotzkiste di riconquistare il partito storico delle masse nere lottando al suo interno, Malema (ex segretario dell’ala giovanile del ANC espulso per le sue idee giudicate estremiste) ha come obiettivo distruggere il ANC ponendo il suo partito come l’unica rappresentanza politica del proletariato sudafricano. Il 2017 sarà dedicato ad una attenta, puntuale e costante condanna degli abusi, casi di corruzione, scandali e malefatte varie della dirigenza del African National Congress, prendendo di mira sia Jacob Zuma che la sua moglie Nkosazana Dlamini-Zuma leader uscente della Unione Africana e candidata favorita alla Presidenza del ANC e della Nazione. Il 2017 sarà dedicato anche alla meticolosa costruzione delle cellule di partito su tutto il territorio nazionale. Cellule di partito che devono sottostare alle ferree ma garantistiche regole di democrazia interna prese in prestito dalla organizzazione politica Trotzkista.
Il EFF vuole inglobare i milioni di elettori e le centinaia di migliaia di militanti del ANC disgustati dalla attuale leadership e giunti alla amara verità che la degenerazione del partito storico della masse nere che lottò contro l’Apartheid per oltre 50 anni è irreversibile. Il ANC non è riformabile secondo la maggioranza della opinione pubblica sudafricana. Come le recenti elezioni amministrative dimostrano il declino del ANC va a tutto vantaggio del partito marxista EFF che cresce in termini di voti e militanti. Il primo bersaglio di Malema è proprio l’ala giovanile: la ANC Youth League dove si respira da mesi aria di ribellione.
L’obiettivo è di presentarsi alle elezioni del 2019 come l’unico Black Party difensore delle masse popolari. Un partito che, se dovesse ottenere la vittoria presidenziale, sarebbe l’incubo del Grande Capitale non solo sudafricano. Un pericolo ben maggiore di quello all’epoca rappresentato da Hugo Chavez in Venezuela. Questa è la principale ragione che spinge i media occidentali sorretti dal Capitale a ignorare questo astuto e pericoloso politico sudafricano. Una tattica che potrebbe risultare a corto respiro. “Nonostante il boicottaggio informativo Malema è un leader destinato a far palar di se nel bene e nel male. La sua ascesa al potere coincide con la volontà dei Blacks di riprendersi il loro Paese per cui hanno lottato per mezzo secolo. Malema, se non sarà assassinato, ha tutte le carte in regola per sconvolgere il Sudafrica e l’intero Continente”. Questo il pensiero comune dei commentatori politici sudafricani.
Il pericolo Malema oltreconfine è concreto. Durante la conferenza stampa il leader del EFF ha richiesto al presidente Robert Mugabe di dimettersi per il bene dello Zimbabwe. “Il Presidente Robert Mugabe deve partire. Siamo fieri di quello che ha fatto ma è restato al potere per troppo tempo. Non è così che si rende servizio alla Rivoluzione. Sta distruggendo tutte le conquiste e la sua eredità politica. È tempo che Robert Mugabe dia ad altri l’opportunità di preservare la rivoluzione contro il sistema oppressivo dei bianchi” ha dichiarato Malema.
La dirigenza del ANC risulta impotente dinnanzi all’uragano Malema in quanto terrorizzata dalle verità pronunciate dal leader marxista e dalla popolarità che sta acquisendo ogni giorno che passa. Al posto di un chiaro confronto politico la vecchia guardia ANC sceglie diffamazione e calunnie, diffuse da partiti satelliti con il Pan Africanist Congress of Azania – PAC che sabato 28 gennaio ha definito Julius Malema un agente dell’Occidente che ha ricevuto il compito di distruggere la rivoluzione africana e gli ideali di Nelson Mandela. “Gli attacchi di Malema sono semplici, di cattivo gusto, immaturi e disperati. Malema è un traditore al soldo dell’Occidente per destabilizzate l’indipendenza dei Paesi africani” afferma Kenneth Mokgatlhe, portavoce del PAC.
“Julius Malema è in grado di guidare il Sudafrica?” si interroga News24 in un editoriale pubblicato il 27 gennaio. “Molti sudafricani nutrono la speranza che Julius Malema possa divenire Presidente. Il sogno potrebbe svanire e il Economic Freedon Fighters divenire un altro partito di opposizione. Nessuno ha compreso le vere ragioni del viaggio a Londra di Malema. La domanda di fondo è: dinnanzi al crollo del ANC, ci si può fidare di Julius Malema? Che tipo di presidente sarà se vincerà le elezioni del 2019? I cittadini sudafricani saranno salvi sotto la presidenza di Malema? Come sarà la politica estera del EFF?”. Evidentemente l’uragano Malema tormenta i sonni di potenti d’oltre mare...
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