Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
TAGS
BLOGROLL
Set 15
di Fulvio Beltrami
Ufficialmente la crisi che attanaglia il piccolo Paese nel cuore dell’Africa è iniziata nell’aprile 2015 quando scoppiarono proteste popolari di massa. La causa dei motti popolari fu la decisione del Presidente Pierre Nkurunziza di presentarsi ad un terzo mandato. La Costituzione ne prevedeva solo due mentre gli accordi di pace di Arusha (Tanzania) del 2000 sancivano un equilibrio di potere tra le due etnie, hutu e tutsi, e un’alternanza alla Presidenza. Gli accordi di pace firmati nel 2000 grazie alla mediazione di Stati Uniti, di Nelson Mandela e della Comunità di Sant’Egidio, mettevano fine a una guerra etnica che durava dall’ottobre 1993 quando il presidente Hutu Melchior Ndadaye fu ucciso da tre ufficiali dell’esercito sotto il controllo tutsi.
Set 15
di Fulvio Beltrami
Officiellement, la crise qui frappe le petit pays au cœur de l'Afrique a débuté en avril 2015 lorsque des manifestations populaires de masse ont éclaté. La cause de les manifestations populaires était la décision du président Pierre Nkurunziza de se présenter pour un troisième mandat. La Constitution n'en prévoyait que deux tandis et les accords de paix d'Arusha (Tanzanie) de 2000 consacraient un rapport de forces entre les deux groupes ethniques, les Hutus et les Tutsis, ainsi qu'une alternance dans la présidence. Les accords de paix signés en 2000 grâce à la médiation des États-Unis, Nelson Mandela et la Communauté de Sant'Egidio, ont mis fin à une guerre ethnique qui durait depuis octobre 1993, date à laquelle le président Hutu Melchior Ndadaye avait été tué par trois officiers du armée sous contrôle tutsi.
Feb 19
di Fulvio Beltrami
La cantante di musica pop burundese Khadja Nin, residente in Belgio ha deciso di esporsi ed esporre i suoi cari rimasti in Burundi dinnanzi alle atrocità attuate dal regime FDLR-CNDD. Lo ha fatto tramite una toccante lettera aperta rivolta ai giovani africani. Partendo dalla denuncia dell’inganno sui mandati presidenziali nascosto tra le righe degli accordi di pace di Arusha (2000) di cui anche noi italiano portiamo responsabilità a causa dell’operato della Comunità di Sant’Egidio, Khadja lancia un grido d’allarme per le violenze che si succedono quotidianamente sotto gli occhi indifferenti del mondo. Lancia però anche una speranza che risiede nella gioventù burundese, in prima linea nella lotta contro la tirannia e la gioventù africana in generale che rifiuta di tradire e odiare.
Giu 8
di Fulvio Beltrami
Il 26 maggio è passata una nuova legge sull’immigrazione proposta dal ministro degli Affari interni Malusi Gigaba che rischia di riportare il nuovo Sud Africa multiculturale ai tempi dell’apartheid. La seconda economia del Continente rischia di diventare un incubo per gli immigrati africani che spesso la scelgono in alternativa all’Europa o alle Americhe. La recente legge rivela una volontà di limitare l’immigrazione e restringere diritti e libertà degli immigrati. Si è reso più difficile ottenere un visto di soggiorno che ora deve essere richiesto presso le ambasciate sudafricane dei propri paesi di origine. Stessa regola per il visto di ricongiungimento familiare. Persino le pratiche per ottenere un visto di lavoro e il permesso di iniziare una attività produttiva sono state irrigidite. Diverse organizzazioni in difesa dei diritti degli stranieri e associazioni di avvocati hanno denunciato l'inadeguatezza di questa legge che rischia di aumentare il numero di immigrati clandestini e scoraggiare gli investitori stranieri.