Congo. Casi di Ebola in Equatore

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Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Ago 26

Congo. Casi di Ebola in Equatore

Il ministro congolese della Sanità dichiara casi di Ebola in Equatore. In teoria solo due infetti fino ad ora registrati, non collegati con l'epidemia in atto in Africa Occidentale. Purtroppo regna confusione sul numero reale delle persone contaminate e mancanza di assistenza causa il budget ridotto per la sanità, mentre il presidente Kabila autorizza un 3% di aumento straordinario del budget destinato alla difesa per comprare nuove armi

di Fulvio Beltrami

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L’Istituto nazionale di ricerche biomedicale di Kinshasa attesta due casi di Ebola a Djera, distretto di Boende nella provincia dell’Equatore. Il ministro della Sanità Félix Kagange ha confermato il 24 agosto scorso la presenza dell’Ebola sul territorio congolese durante una riunione d’emergenza sanitaria. Secondo il ministro i casi di ebola registrati a Djera non hanno alcun collegamento con quelli registrati nell’Africa Occidentale. Affermazione credibile visto che Djera è una delle più remote località del paese. Il settore è stato messo in quarantena, è stato allestito un centro di analisi e cura mobile nel villaggio di Lokolia, epicentro dell’epidemia. Gli aeroporti dell’Equatore sono stati dotati di termometri laser per individuare sintomi sospetti di Ebola ed è stata interdetta la caccia nel distretto per paura di nuove infezioni tramite animali selvaggi. Essendo Djera un'area remota e priva di collegamenti stradali il cordone sanitario dovrebbe essere sufficiente per contenere l’epidemia.

Nessuna garanzia di adeguate cure è assicurata agli abitanti del distretto in quanto mancano le infrastrutture sanitarie di base e le autorità non hanno ancora deciso di installare adeguati centri di trattamento Ebola. La dotazione di termometri laser negli aeroporti è una misura non efficace in quanto il 96% delle migrazioni interne nell’Equatore avviene via strada e non per via aerea visti i costi e la totale insicurezza delle compagnie aeree private. Anche sul numero di infettati vi è confusione. Il ministro della Sanità dichiara due casi di Ebola accertati ma tredici persone morte tra cui cinque agenti sanitari. I tredici decessi sono stati imputati come casi di Ebola senza appropriate analisi, non inseriti nella dichiarazione ufficiale ma forniti come notizia ai media nazionali. Altre fonti parlano di 80 casi sospetti di Ebola di cui solo undici persone sono state messe in isolamento perdendo le tracce delle altre persone contaminate. Il governo è evidentemente non in grado di comprendere l’estensione del contagio per mancanza di mezzi di analisi e personale specializzato. La confusione sulla gravità del contagio e il numero degli infettati è dovuta alla totale assenza di un sistema di raccolta dati sanitari a livello nazionale.

Il Congo, assieme all’Uganda, ha originato uno dei ceppi del virus. Il primo caso fu registrato nel 1976 sempre nella provincia dell’Equatore località di Yambuku. Fino ad ora le varie epidemie di Ebola in Congo sono sempre state circoscritte non grazie al sistema sanitario nazionale ma grazie alla collocazione remota degli epicentri e alla mancanza di normali vie di comunicazione. Decedute le vittime l’epidemia si estingue da sola in quanto non vi sono nuovi corpi da infettare. Come la Liberia, Guinea e Sierra Leone anche il Congo è sprovvisto di un sistema sanitario nazionale funzionante ed efficace. L’epidemia conferma il suo stretto nesso con la condizione sociale delle vittime. Nel distretto di Boende la maggioranza della popolazione vive con meno di due euro al giorno, vittima di un tasso di disoccupazione del 92%, e nella assenza totale di sistemi fognari, elettricità, acqua corrente e potabile. I pochi centri sanitari esistenti sono pressoché abbandonati con personale sanitario assente in quanto non pagato da anni.

Gli abitanti sono costretti ad alimentarsi con la selvaggina in quanto non detengono le risorse necessarie per comprare gli alimenti di base al mercato. La selvaggina non è conservata in modo appropriato per mancanza di corrente elettrica e quindi di celle frigorifere ed è preparata in fretta causa l’elevato costo del carbone solitamente utilizzato per preparare da mangiare. La sanità in tutto il paese è quasi inesistente ma in compenso il presidente Joseph Kabila tre mesi fa ha destinato un 3% del PIL supplementare al budget della difesa per armare ulteriormente la Guardia presidenziale. L’epidemia di Ebola potrebbe esplodere anche nella provincia orientale causa le disastrose situazioni delle popolazioni che abitano la provincia. Nella località di Mongbwalu si segnala un’invasione di pipistrelli, uno dei vettori sospettati dell’Ebola. Le autorità hanno subito lanciato l’allarme ma si dichiarano incapaci di fermare l’invasione di pipistrelli causa mancanza di mezzi adeguati e risorse finanziarie.

Contemporaneamente ai primi casi di Ebola registrati in Congo arriva una smentita interna ai recenti allarmismi diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul rischio di un'epidemia mondiale di Ebola. La dottoressa Isabelle Nuttali, direttrice dell'OMS Dipartimento di Allerta e Risposta Mondiale alle Malattie Infettive dichiara: “Differentemente ad altre malattie contagiose quali l’influenza e la tubercolosi, l’Ebola non si trasmette per via aerea ma solo per diretto contatto con i fluidi corporali del paziente. Ci sono pochissime probabilità che l’Ebola possa diventare un’epidemia mondiale. Come vi sono pochissime possibilità che un individuo infetto dall’Ebola possa contagiare i passeggeri e l’equipaggio di un aereo se non avvengono diretti contatti con i fluidi corporali: saliva, sangue, feci, urina, sudore”.

Non è la prima volta che si notano serie contraddizioni tra i comunicati ufficiali dell'OMS dati ai media internazionali e i comunicati scientifici di dottori ed esperti dell'OMS. Da una parte l'OMS dichiara l’emergenza mondiale ed autorizza sperimentazioni non etiche e sicure di vaccini e cure su pazienti africani. Dall’altra esperti dell'OMS informano che l’epidemia di Ebola ha poche possibilità di espandersi a livello mondiale. Nel frattempo l’esercito liberiano mercoledì scorso ha sparato su una manifestazione popolare contro il disumano cordone militare imposto al quartiere di West Point in Monrovia, la capitale. L’eccidio provocato e l’epidemia dell’Ebola si inseriscono nella complessa situazione del paese assoggettato ad un regime anti democratico e corrotto instaurato dal Premio Nobel per la Pace e prima donna presidente in Africa: Ellen Johnson Sirleaf. Una protetta degli Stati Uniti citata come la principale responsabile dei 14 lunghi anni di guerra civile dal rapporto della Commissione Verità, Giustizia e Riconciliazione sottoposto alle Nazioni Unite nel 2005. La pubblicazione del rapporto è stata vietata dal presidente Sirleaf ma è disponibile in rete.

Dello stesso argomento.

Perché l’Ebola non può diventare un’epidemia mondiale

http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-esteri/2014-08-06/137180-perche-lebola-non-puo-diventare-unepidemia-mondiale

Emergenza Ebola. Gli africani trasformati in cavie dalle case farmaceutiche canadesi e americane.

http://italia.reteluna.it/it/emergenza-ebola-gli-africani-trasformati-in-cavie-dalle-case-farmaceutiche-canadesi-e-americane-PtZt.html

Ebola: Intervista a Saverio Bellizzi, Epidemiologo di Msf nelle zone calde dell'epidemia. 

http://africanvoicess.wordpress.com/2014/08/22/ebola-intervista-a-saverio-bellizzi-epidemiologo-di-Msf-nelle-zone-calde-dellepidemia/

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