Emergenza Ebola. Gli africani trasformati in cavie dalle case farmaceutiche canadesi e americane

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Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Ago 19

Emergenza Ebola. Gli africani trasformati in cavie dalle case farmaceutiche canadesi e americane

Multinazionali farmaceutiche americane e canadesi inizieranno a sperimentare vaccino e cura contro l’Ebola sui pazienti africani con l’avvallo della Organizzazione Mondiale della Sanità, infrangendo tutte le regole etiche e legali previste nella materia. Ai pazienti africani non resterà la scelta che morire o sottoporsi a sperimentazioni prive di ogni diritto internazionale con la speranza che i nuovi farmaci possano funzionare. L’ironia della sorte è che vaccino e cura sono destinati ai mercati dei paesi industrializzati e non ai paesi africani considerati insolventi

di Fulvio Beltrami

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L’agenzia canadese della sanità pubblica, in collaborazione con la ditta farmaceutica americana BioProtection System, una succursale della multinazionale Newlink Genetics, ha scoperto un vaccino contro l’Ebola, dichiara John Eldridge, responsabile scientifico di Profectus BioSiences la ditta farmaceutica canadese coinvolta nelle ricerche. La joint-venture americana canadese ha reso possibile la scoperta del vaccino un anno fa e ora sarebbe quasi pronto per la sua commercializzazione negli Stati Uniti e in Canada. L’unico ostacolo risiede nella totale assenza di test sugli umani, tappa obbligatoria prevista dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per fornire l’autorizzazione alla vendita di qualsiasi nuovo vaccino o farmaco.

Il problema sembra essere stato risolto con una “donazione umanitaria” che permetterà di sperimentare il vaccino contro l’Ebola su cavie umane. I primi “volontari” saranno africani grazie alla donazione di 1.000 dosi sperimentali che il governo canadese ha fatto alla OMS per iniziare una sperimentazione in vasta scala sugli umani nei paesi africani colpiti dall’epidemia. La sperimentazione sarà monitorata dal Dipartimento della Difesa americano che ha recentemente firmato un contratto di collaborazione con il governo canadese. La commercializzazione mondiale del nuovo vaccino anti Ebola dipenderà dai risultati delle sperimentazioni sulle cavie africane affermano il ministro canadese della sanità Rona Ambrose e il direttore generale della OMS Dr. Margaret Chan.

Il vaccino canadese contro l’Ebola è stato sperimentato sulle scimmie con ottimi risultati. Purtroppo ci manca la sperimentazione sugli umani resa difficile dalle rigide legislazioni in vigore in molti paesi. Dobbiamo ammettere che al momento non conosciamo se il vaccino funzionerà e i suoi effetti collaterali. Ma in circostanze straordinarie come l’epidemia scoppiata in Africa noi tentiamo tutto il possibile per impedire il contagio mondiale dell’Ebola” dichiara alla Reuters Africa il responsabile scientifico John Eldridge. Se i risultati saranno positivi si necessiterà dai quatto ai sei mesi per la produzione su larga scala del vaccino che è una ricerca separata da una cura del virus sperimentale denominata ZMapp. Questa cura sperimentale è condotta dalle case farmaceutiche Tekmira Pharmaceuticals Corporation (Canada) e Mapp Biopharmaceutical (Stati Uniti) e i primi esperimenti sugli umani sono stati condotti sui due operatori umanitari infettati dal virus e rimpatriati in America.

Anche la cura Zmapp sarà sperimentata su volontari africani, annuncia il dottor Greg Taylor, Vice Capo delle ricerche dell'Agenzia canadese della Sanità pubblica. Il governo della Liberia si è subito dichiarato disponibile ad autorizzare le sperimentazioni del vaccino e della cura sui propri cittadini vittime dell’Ebola. La Liberia è uno dei paesi più colpiti dell’Africa Occidentale. Una settimana fa l’esercito liberiano ha eretto dei posti di blocco per impedire i movimenti tra la provincia di Grand Cape Mount (una delle aree più colpite del paese) e la capitale Monrovia. Simili cordoni sanitari dell’esercito sono stati eretti in Sierra Leone dove 800 soldati sorvegliano gli ospedali dove si stanno curando i pazienti affetti dal virus con l’obiettivo di assicurare il contenimento dell’epidemia. In Nigeria sono stati registrati casi sporadici di infezione mentre in DR Congo e Uganda (altri due roccaforti dell’epidemia del continente) non si registrano casi di Ebola. Nell’Africa Occidentale sta emergendo il fenomeno di ritiro dei pazienti infetti dagli ospedali deciso dai loro familiari causa la mancata fiducia nei sistemi sanitari nazionali. Questa potrebbe essere una delle ragioni che hanno spinto i governi di Liberia e Sierra Leone ad affidare ai rispettivi eserciti la creazione di cordoni sanitari. Secondo i dati forniti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità mercoledì 14 agosto 2014 l’attuale epidemia di Ebola nell’Africa Occidentale avrebbe causato la morte di 1.004 persone. Circa 2.000 persone sarebbero state infettate dall’inizio dell’epidemia in Guinea registrato all'inizio dell’anno.

Le donazioni umanitarie di vaccini permetteranno di risolvere i permessi alla sperimentazione umana che sono estremamente difficili da ottenere nei paesi industrializzati e proteggerà le multinazionali canadesi e americane da eventuali problematiche legali inerenti a fallimenti e alla morte dei pazienti. Le rigide regole sanitarie previste dal governo americano potranno perdere il loro potere di regolare la sperimentazioni di nuovi farmaci sugli umani grazie a queste donazioni umanitarie che permettono di provare i farmaci su pazienti africani già infettati dall’Ebola. Questo raggiro legale sembra confermare il sospetto di vari scienziati e attivisti dei diritti umani che i Media occidentali abbiano volutamente creato una falsa emergenza mondiale dell’Ebola per permettere sperimentazioni sugli umani fino ad ora considerate illegali.

Nel caso di risultati positivi il vaccino e la cura possono essere commercializzati nei paesi industrializzati costretti a comprare ingenti quantità di medicinali per combattere il rischio di un'epidemia mondiale di Ebola che molto probabilmente non si verificherà a meno che il virus subisca un'improvvisa mutazione genetica diventando infettivo per via aerea. L’Africa, dove si registrano i maggior casi di Ebola, potrà aver accesso a vaccino e cura solo se i governi africani, le agenzie umanitarie Onu e l'OMS saranno disposti a prendere in carico le spese necessarie per la distribuzione alla popolazione. Questo nonostante che è l’Africa è il primo continente disponibile alla sperimentazione sugli umani delle scoperte fatte dalla case farmaceutiche americane e canadesi.

Le problematiche etiche e legali collegate alla sperimentazione di nuovi farmaci sugli umani sono stati risolte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha dichiarato etiche e legali le sperimentazioni sui malati africani infettati dall’Ebola, secondo quanto riporta Reuters Africa. Questa decisione aprirà la porte a facili e non regolamentate sperimentazioni di altri farmaci in Africa, come già avviene per le ricerche su HIV/AIDS e altre malattie. Questa conveniente ed inusuale procedura può contenere il rischio che le procedure standard internazionali sulla sperimentazione umana non vengano rispettate. Le procedure standard obbligano le case farmaceutiche a testare i farmaci sperimentali su un limitato numero di volontari per evitare decessi di massa in caso di fallimento. In questo caso sono già disponibili circa 2.000 pazienti, un numero che infrange il principio di sperimentazione limitata.

Le donazioni umanitarie di vaccino e cura infrangono l’obbligo giuridico internazionalmente riconosciuto di sottoporre agli esperimenti solo volontari che devono ricevere esaurienti informazioni sui rischi sulla salute in caso di fallimento. Nell’Africa Occidentale i pazienti africani sono già ammalati e non hanno molte scelte. Morire o diventare cavie di laboratorio per le multinazionali farmaceutiche canadesi e americane con la speranza che vaccino e cura possano funzionare. In queste disperate condizioni il principio di utilizzare esclusivamente volontari non sarà rispettato fin dall’inizio. Molto probabilmente anche il diritto di ricevere una completa informazione sui rischi sanitari legati alla sperimentazione non sarà garantito a pazienti, disperati, ammalati e semi analfabeti che stanno disperatamente lottando per sopravvivere. Le multinazionali farmaceutiche inoltre eviteranno conseguenze legali e l’obbligo di offrire assistenza sanitaria ai pazienti in caso di fallimento delle sperimentazioni.

Per fermare questi esperimenti farmaceutici non etici e semi illegali, i paesi africani devono trovare il coraggio per opporsi alla case farmaceutiche e all'OMS impedendo di trasformare i loro cittadini ammalati in cavie di laboratorio prive di diritti. Al momento solo i paesi africani emergenti (Angola, Ghana, Kenya, Etiopia, Nigeria, Mozambico, Rwanda, Sud Africa, Tanzania e Uganda) hanno il peso politico di opporsi a queste ciniche proposte. Gli altri paesi che possiedono meno peso contrattuale e una limitata sovranità non potranno opporsi agli esperimenti per l’Ebola e altre malattie. I paesi dell’Africa Occidentale colpiti dall’epidemia sono costretti ad accettare questo immenso rischio. Al limite una profumata bustarella elargita dalle multinazionali farmaceutiche risolverà ogni residuo di dubbio morale nutrito da qualche ministro della Sanità africano.

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