Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Ott 29
di Fulvio Beltrami
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Se l’Ambasciatore francese Georges Martres ha impedito alla comunità internazionale di venir a conoscenza della natura genocidaria del regime e contribuito ad un maggior impegno militare francese a favore di Habyarimana negli anni che precedettero l’Olocausto, il suo successore : Jean-Michel Marlaud assume un ruolo di primo piano negli ultimi preparativi e nell’attuazione del genocidio, limitando addirittura le azioni del Generale Canadese Dallaire, capo dei caschi blu ONU, intenzionato a fermare sul nascere ogni tentativo genocidario.
Il 12 gennaio 1994 l’incaricato d’affari della Ambasciata di Francia a Kigali invia sotto ordine dell’Ambasciatore Marlaud un telegramma a Parigi dove si informa del imminente genocidio e si prega di studiare le misure più idonee per impedire la presa del potere al Fronte Patriottico Ruandese. Il giorno dopo l'inizio del genocidio l’Ambasciatore Marlaud partecipa ad una riunione tenutasi presso l’Ambasciata di Francia con il governo ad interim creato dagli estremisti del CDR con la presenza di Agathe Habyrimana, dello Stato Maggiore dell’esercito ruandese e il leader delle milizie genocidarie Interahwame.
Alla riunione non fu invitata il Primo Ministro Agathe Uwilingiyimana, odiata dal Comitato di Difesa del Rwanda che l’accusava di alto tradimento. Uwilingiyimana, di origine sociale hutu, era famosa per le sue idee democratiche favorevoli al governo di unità nazionale con il FPR. Fu assassinata due giorni dopo nella sua residenza che distava 600 metri dall’Ambasciata francese. Non vi sono rapporti ufficiali della riunione che viene solo menzionata in un telegramma diplomatico del 8 aprile 1994. Secondo testimonianze di presenti alla riunione, l’ordine del giorno era : impedire la presa del potere del FPR e sterminare tutti i tutsi ruandesi. L’Ambasciatore Marlaud avrebbe dato ampie assicurazioni al governo ad interim di Agathe Habyarimana del sostegno politico e militare della Francia.
Una serie di telegrammi diplomatici inviati a Parigi tra il 7 e il 14 aprile 1994 (in pieno genocidio) rivelano il pieno appoggio dell’Ambasciatore Marlaud alle milizie genocidarie Interahwame. Marlaud licenzia in tronco e priva di ogni protezione tutto il personale tutsi dell’Ambasciata che fu sterminato fuori dal muro di cinta dell’Ambasciata francese. Ordina il licenziamento anche di tutto il personale tutsi della Cooperazione Francese. Circa il 80% dei dipendenti tutsi della Cooperazione Francese fu sterminato entro il 20 aprile grazie ad una lista di nomi ed indirizzi che sarebbe stata data dall’Ambasciata francese alle milizie genocidarie secondo la testimonianza di un dipendente sopravvissuto.
L’Ambasciatore Marlaud impartì l’ordine ai soldati francesi presenti in Rwanda di non proteggere gli orfani tutsi presso l’orfanotrofio di Kigali. Questi orfani furono trucidati dal comandante delle milizie genocidarie Paul Kanyamihigo davanti ai soldati francesi. Marlaud rifiutò di salvare persino i bambini tutsi già adottati da famiglie francesi che attendevano le pratiche burocratiche per andare in Francia. Il massacro del orfanotrofio di Kigali fu fatto passare da Marlaud come un deprecabile ma imprevedibile atto di violenza, per non scatenare l’indignazione dell’opinione pubblica francese e rivalse giuridiche delle famiglie adottive. Marlaud, nell’organizzare l’evacuazione dei cittadini francesi presenti in Rwanda diede espliciti ordini di non evacuare cittadini ruandesi. L’ordine conteneva una precisazione verbale : cittadini ruandesi di origine tutsi. Durante l’evacuazione attuata dall’esercito francese vari familiari dei più alti responsabili Hutu furono imbarcati sugli aerei e messi al sicuro in Francia.
Durante i 100 giorni del genocidio vari telegrammi diplomatici a firma di Marlaud accreditarono la tesi del governo ad interim che giustificava il genocidio incolpando il Fronte Patriottico Ruandese. Tra le varie tesi vi fu quella dell’abbattimento dell’aereo presidenziale attuato dai ribelli tutsi e dai soldati belgi. Questa tesi messa in giro immediatamente dopo la morte di Habyarimana dai media genocidari provocò il massacro dei soldati belgi a Kigali. Marlaud si spinge ad affermare che i gurriglieri del FPR stessero uccidendo migliaia di hutu provocando così una furia incontrollabile delle masse hutu e il genocidio dei tutsi per rivalsa. Nel telegramma Marlaud assicura che il governo ad interim (autore del genocidio) sta tentando di fermare le violenze contro i civili e di respingere l’offensiva militare dei ribelli.
L’Ambasciatore Marlaud organizzerà i preparativi della missione militare Turchese inviata per salvare il regime razial nazista ormai sconfitto dalle forze di liberazione del Fronte Patriottico Ruandese. Creerà una stretta collaborazione con il Generale Jean-Claude Lafourcade, responsabile dei battaglioni francesi della Operazione Turchese nelle province ovest del Rwanda al confine con il Congo (all’epoca Zaire), assistendo l’esercito e le milizie genocidarie tramite fornitura di armi e munizioni. Marlaud insabbiò gli avvenimenti del massacro avvenuto nelle colline di Biserero ( giugno 1994 oltre 65.000 tutsi uccisi) dove si sospetta la partecipazione attiva dei soldati francesi. Il massacro avvenne nei territori ancora in mano delle forze genocidarie. L’avanzata del Fronte Patriottico Ruandese su Biserero, dopo la conquista della capitale : Kigali, fu ostacolata dall’esercito francese che si impegnò direttamente in vari scontri. Dinnanzi alla nutrita resistenza militare dei francesi il Fronte Patriottico Ruandese giunse a Biserero tre settimane dopo il massacro. I corpi dei 65.000 tutsi giacevano ancora nelle colline. Le forze genocidarie non erano riusciti a bruciarli, intente alla fuga verso l’estreme regioni occidentali al confine con lo Zaire: Giangugu e Giseni.
L’Ambasciatore Marlaud, dinnanzi alle sconfitte militari inflitte ai soldati francesi dai guerriglieri del FPR, divenne il più accanito sostenitore della necessità di bombardamenti aerei sulle posizioni dei ribelli, inviando vari telegrammi diplomatici a Parigi sull’argomento. Secondo Marlaud era ancora possibile ribaltare le sorti del conflitto e ristabilire il governo « democratico » ruandese grazie a massicci bombardamenti aerei sulle colonne e postazioni dei ribelli, utilizzando i caccia bombardieri di stanza presso le basi militari francesi della Repubblica Centrafricana e Ciad. Lo Stato Maggiore francese autorizzò l’uso della forza aerea, decisione bloccata direttamente da Washington, alleato e finanziatore del Fronte Patriottico Ruandese. La Casa Bianca avvertì l’Eliseo delle gravi conseguenze della Francia in Africa se fossero stati attuati bombardamenti arerei contro le forze di liberazione ruandesi. Una minaccia sufficiente per costringere Parigi a non attuare i bombardamenti aerei suggeriti dall’Ambasciatore Marlaud e dal Generale Lafourcade.
I telegrammi diplomatici in possesso del Rwanda dimostrano senza equivoci che i due Ambasciatori francesi in Rwanda dal 1990 al 1994 erano al corrente dell’esistenza di un piano di sterminio contro un milione di persone. Hanno deliberatamente occultato l’informazione e incoraggiato Parigi ad aumentare la sua cooperazione militare con il regime genocidario. Marlaud gestì la fase del genocidio favorendo il regime e l'operazione di salvataggio delle forze genocidarie nel vicino Zaire.
La riapertura della inchiesta sull’assassinio di Habyrimana condotta dalla magistratura francese si basa su testimonianze di persone implicate nel genocidio e sposa le false informazioni divulgate dal regime subito dopo l’assassinio che incolpavano i guerriglieri tutsi e i soldati belgi. Al contrario i telegrammi diplomatici sono prove inconfutabili a cui Parigi preferisce non rispondere. Prove che chiariscono la strategia di mantenimento del potere coloniale francese in Africa a tutti i costi. Una strategia che ha portato alla distruzione del Mali, al genocidio della minoranza mussulmana nella Repubblica Centrafricana e al fallito colpo di stato in Burkina Faso. Una strategia ora evolutasi grazie all’appoggio francese a diversi gruppi terroristici alleati di Al-Qaeda e ISIL DAESH operativi in Nigeria e Africa Occidentale. Appoggio che è giunto fino a fornire armi ai terroristi nigeriani di Boko Haram.
Oltre alla coltre di propaganda sull’impegno francese contro il terrorismo internazionale, Parigi utilizza le forze jiadiste presenti nel Continente per rafforzare il dominio sulle sue ex colonie africane. Una scelta politica militare identica al sostegno francese delle forze terroristiche che formano la principale forza dell’opposizione armata siriana contro il Presidente Assad. Identiche dinamiche di supporto a ideologie genocidarie sono state attuate durante la crisi del Burundi, iniziata nel aprile 2015. Fino a pochi mesi fa Parigi sosteneva il regime del ex presidente Pierre Nkurunziza pur consapevole dei preparativi di genocidio contro la minoranza tutsi burundese. Una grande quantità di armi, anche sofisticate, sono state vendute dalla Francia rafforzando la capacità militare del regime genocidario di Nkurunziza.
Georges Martres, 87 anni, si sta godendo la pensione tra Parigi e Narbonne. Jean-Michel Marlaud dopo il Rwanda ha ricoperto la carica di Ambasciatore in Bolivia, Nuova Zelanda e Colombia. Ha ricoperto anche la carica di direttore delle risorse umane presso il Ministero degli Affari Esteri. Dal maggio 2013 è Ambasciatore a Kabul, Afganistan. Ha ricevuto questa delicata carica diplomatica dal Presidente Francois Hollande in quanto considerato uno dei più brillanti diplomatici francesi. I suoi detrattori affermano che la sua prestigiosa carriera sia dovuta dall’amicizia con l'eminenza grigia della politica estera francese: Laurent Fabious. Nel dicembre 2014 è sopravvissuto ad un attentato kamikaze attuato presso il centro culturale francese di Kabul. La magistratura francese non ha aperto alcuna inchiesta sul operato svolto da questi due Ambasciatori in Rwanda tra il 1990 e il 1994. Una scelta politica definita oltraggiosa dai sopravvissuti ruandesi all’Olocausto.
In risposta alla provocazione della magistratura francese, il Segretario di Stato Americano, John Kerry venerdì ha fatto scalo a Kigali prima di recarsi a Losanna per un incontro sulla Siria con alti funzionari diplomatici dell’Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Iran e Russia. Durante la breve visita Kerry ha reso omaggio alle vittime dell’Olocausto Africano e visitato una mostra fotografica sulla storia coloniale del Paese e l’origine della artificiale divizione di un unico popolo in due etnie inventate: tutsi e hutu.
John Kerry ha espresso rammarico per il mancato intervento militare americano nell’aprile 1994 e la mancata occasione di fermare un genocidio che spazzò via la vita di un milione di persone in soli 100 giorni. Kerry ha ricordato che anche oggi vi sono atti genocidari che vanno fermati, riferendosi alla Siria. In realtà gli Stati Uniti erano coinvolti nel conflitto ruandese (1990 – 1994) quanto la Francia. L’Amministrazione Clinto appoggiava il Fronte Patriottico Ruandese. Al culmine del conflitto febbraio – luglio 1994 oltre alla presenza di truppe d’èlite ugandesi si è sempre sospettata la presenza di marines afro americani come supporto logistico e consiglieri militari della guerriglia FPR, organizzata come un moderno esercito. Il Presidente Bill Clinton mise a disposizione dei guerriglieri tutsi anche il sistema di comunicazione satellitare criptato e le immagini satellitari delle postazioni nemiche. Ma questa è un’altra storia tutta da raccontare...
Per approfondire l’argomento.
Sul massacro di Biserero:
“Rwanda. Des militaires blancs impliques dans le genocide” Quotidiano Lyon Capitale
Operation Turquoise. Le massacre de tutsi à Biserero. Wikipedia
https://fr.wikipedia.org/wiki/Op%C3%A9ration_Turquoise#Massacre_de_tutsis_.C3.A0_Bisesero
Burkina Faso. Il Secondo golpe firmato Francia. L’Indro
http://www.lindro.it/burkina-faso-il-secondo-golpe-firmato-francia/
Terrorismo in Africa. La presunzione della Francia. L’Indro
http://www.lindro.it/terrorismo-in-africa-la-presunzione-della-francia/
La Francia fornisce armi a Boko Haram. L’Indro
http://www.lindro.it/la-francia-fornisce-armi-a-boko-haram/
Burundi. Chi finanzia il regime genocidario. Frammenti Africani. Reteluna.it
http://italia.reteluna.it/it/burundi-chi-finanzia-il-regime-genocidario-PQKt.html
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