Quando gli africani portarono la civiltà in America prima di Colombo

Frammenti Africani

Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Ott 25

Quando gli africani portarono la civiltà in America prima di Colombo

La storia occidentale celebra l’esploratore italiano Cristoforo Colombo attribuendogli la scoperta delle Americhe. In suo onore viene celebrato negli Stati Uniti il Columbus Day. Una versione tutta occidentale della storia. Le Americhe furono “scoperte” da altri popoli secoli prima della spedizione spagnola. Tra essi ricordiamo i Vichinghi, i Cinesi e gli esploratori africani. È proprio l’Africa ad assumere il ruolo di civilizzazione tra gli indigeni americani. Un paradosso visto le successive tragedie dello schiavismo e dell’apartheid istituzionalizzata dagli occidentali nelle Americhe

di Fulvio Beltrami

Africa, America Latina, America Centrale, Egitto, Mali, Garikai Chengu, Maya, Atzeki, Inca, Olmechi, Ramses III,

Nel 2014 un ricercatore presso l’Università di Harvard: Garikai Chengu pubblicò una interessante ricerca sul ruolo svolto da diverse popolazioni africane nello sviluppo sociale, economico e scientifico delle popolazioni indigene delle Americhe, secoli prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. Chengu per quattro anni ha raccolto prove archeologiche e riferimenti di antichi testi che rivelano frequenti viaggi oceanici di commercianti africani che avvenivano periodicamente prima della nascita di Cristo. L’Impero egiziano aveva sviluppato stretti legami culturali ed economici con varie popolazioni dell’America Centrale, importando la necessaria tecnologia per realizzare le piramidi Inca, Maya e Azteche.

Secondo Chengu l’Antico Regno dell’Egitto influenzò le popolazioni dell’America Centrale anche sotto gli aspetti religiosi e politici. Difficile ignorare le similitudini tra il culto egiziano e quelli dell’America Centrale, di cui fattori comuni sono l’adorazione del sole e la creazione del Dio Re delle antiche civiltà precolombiane che sarebbe stata copiata direttamente dal sistema politico egiziano ruotante attorno alla figura divina del Faraone. Gli egiziani avrebbero dato anche un grande impulso allo sviluppo della matematica e dell’osservazione dell’universo, contribuendo alla realizzazione del calendario Maya.

Il Faraone più attivo nel promuovere gli scambi sociali, economici e politici con l’America Centrale fu Ramses III durante la Diciannovesima dinastia (1292 A. C.). Ampia documentazione sui contatti tra egiziani e civiltà precolombiane è riscontrabile nei documenti egiziani e greci sopravvissuti al tempo tra i quali le cronache dello storico greco Herodotus del 445 A.C.Recenti studi di archeologi sud americani (ignorati dal mondo accademico eurocentrico) hanno scoperto vari oggetti di artigianato egiziano nelle coste est degli Stati Uniti e nel Grand Canyon. Scoperte che dimostrano che i contatti tra l’Egitto non erano limitati alla sola America Centrale.

Le ricerche condotte Garikai Chengu dimostrano che gli egiziani non furono l’unica civiltà africana a contribuire all’evoluzione delle società americane. Il Re dell’Impero del Mali: Abubakari II (1311 A. C.) finanziò una spedizione di 200 navi commerciali piene di prodotti agricoli, animali e artigianato africano che raggiunse diverse località sparse tra gli attuali Stati Uniti e il Messico. L’Impero del Mali era per organizzazione socio politica ed importanza economica militare paragonabile al coetaneo Impero Romano anche se al momento non vi sono prove di contatti tra le due civiltà.

L’Africa avrebbe contribuito anche alla nascita di grandi civiltà americane come quella degli Olmechi (1200 A. C.), civiltà scoperta nei primi anni Quaranta da archeologi americani ed europei. I recenti studi dimostrano che gli Olmechi hanno dirette origini africane. La civiltà Olmeca sarebbe sorta grazie ad una delle prime migrazioni di massa dall’Africa. Il Professore Van Sertima, esperto delle antiche civiltà africane, spiega come gli Olmechi fossero africani immigrati nel Nuovo Mondo che fondarono varie città in Messico. Gli studi condotti da Sertima tendono a dimostrare che la scrittura, la lingua, l’astronomia, l’arte e la matematica Olmeca sarebbero identiche a quelle praticate nel Grande Impero del Mali.

Lo storico Michael Coe concorda con il suo collega Sertima sulla origine africana degli Olmechi ma ipotizza che l’immigrazione di massa che fondò questa misteriosa civiltà dell’America Centrale provenne dall’Egitto e non dal Mali. Secondo Coe nel 1200 il Regno dell’Antico Egitto decise di favorire l’immigrazione di egiziani negroidi abitanti del basso Egitto e delle regioni nord dell’attuale Sudan, per risolvere delicate tematiche sociali che potevano sfociare in seri problemi di sicurezza nazionale. Il progetto sarebbe stato facilitato dall’esistenza di scambi marittimi e commerciali tra i due Continenti e continuato dal Faraone Ramses III, considerato da Coe il fondatore della civiltà Olmeca.

I frequenti scambi commerciali tra Egitto e le Americhe vengono documentati dalle scoperte fatte in Egitto gtazie all’esperto tedesco in narcotici Svetla Balabanova. Egli ha rinvenuto tracce di cocaina e nicotina in varie mummie africane custodite nelle piramidi o nelle semplici tombe monumentali destinate ai nobili e al clero. Queste sostanze non esistevano all’epoca in Africa ma solo nelle Americhe. Studi di laboratorio condotti da Balabanova rivelano che i residui di cocaina e nicotina rinvenuti sulle mummie egiziane corrispondo alle varietà autoctone americane della specie di pianta da coca denominata Erythroxylon e della pianta di tabacco denominata Nicotiana. Due varietà uniche al mondo originarie dell’America Centrale.

I culti religiosi dei Maya, Inca e Aztechi offrono interessanti indizi sulla contaminazione culturale tra i due Continenti. Le tre civiltà precolombiane adoravano diverse divinità, tutte identiche a quelle del variopinto universo religioso egiziano e dell’Africa Occidentale. Quetzalcoatl il Messia – Dio a forma di serpente, Ek-auha, il Dio della Guerra dalla pelle nera e altre divinità sono identiche a quelle riscontrate negli imperi dell’Egitto e del Mali. La prova inconfutabile si trova in una caverna dello Juxtlahuaca dove è raffigurato un sacerdote egiziano che apre la bocca per formulare le preghiere rituali. Una illustrazione troppo fedele alla realtà delle istituzioni religiose dell’Impero egiziano per trattarsi di una mera coincidenza.

Le nuove scoperte internazionali sconfessano i precedenti studi che negavano la possibilità di viaggi marittimi di lunga distanza effettuati da popolazioni africane. Fino all'inizio del Ventunesimo secolo la comunità scientifica internazionale era convinta che la maggioranza delle civiltà africane costiere non fosse in possesso di adeguate conoscenze e tecnologie per affrontare viaggi inter continentali. Le tecnologie marittime più sviluppate (Egiziana e Cartaginese) sarebbero state appena in grado di navigare il Mediterraneo. Le recenti scoperte indicano tecnologie ben superiori a quelle ipotizzate, capaci di affrontare una complessa, imprevedibile e difficilissima attraversata oltre oceanica. Gli studi di Chengu, Sertima, Coe, Balabanova non solo dimostrano che le civiltà costiere africane disponevano della tecnologia navale necessaria ma che i viaggi oceanici verso le Americhe erano una routine mentre le civiltà Greca e Romana non osavano oltrepassare le famose Colonne d’Ercole. I primi viaggi oltre oceano furono fatti dagli Europei sono a partire del Quattordicesimo secolo dopo Cristo.

Gli scambi tra le civiltà africane e le Americhe sono di diversa natura rispetto alle esplorazioni di Vichinghi e dei Cinesi. I primi approdarono nell’America del Nord quasi per caso grazie alla loro insaziabile sete di nuove terre. La natura guerriera e distruttrice dei Vichinghi si scontrò immediatamente con le popolazioni indigene dell’America del Nord. Le esplorazioni vichinghe negli Stati Uniti e Canada, furono limitate a qualche spedizione militare condotta da Signori della Guerra in cerca di nuove terre, gloria e oro. Spedizioni che finirono nell’annientamento degli invasori generando solo scontri tra civiltà contrapposte.

Gli esploratori cinesi conoscevano bene le coste dell’America del Nord e dell’America Centrale ma non si registrano tentativi di insediamenti ne di apertura di canali marittimi commerciali tra le Americhe e la Cina. Identica sorte per le esplorazioni cinesi in Africa avvenute quattro secoli prima dell’arrivo degli Europei. La spiegazione risiede nella mentalità cinese (tutt’ora imperante) di considerare l’espansione del potere come un fattore interno al proprio Paese. La recente politica imperialista della Repubblica Popolare della Cina è ancorata a questa mentalità che risiede nelle prime dinastie Ming. La conquista territoriale non è un aspetto preso in considerazione dal etablishment cinese del potere, più interessato a dominare fisicamente la Cina che il resto del Mondo. Gli odierni rapporti internazionali sono Cina – centrici. Tutti indirizzati ad aumentare il potere economico e politico all’interno dei confini cinesi.

Al contrario le civiltà egiziana e maliana hanno contribuito in misura determinante al progresso umano nelle Americhe e al nascere di grandi civiltà. La conquista africana delle Americhe vide scambi commerciali, migrazioni di massa, contaminazioni culturali, scientifiche e religiose. Le civiltà africane, venendo in contatto con gli indigeni americani, apportarono un indiscusso valore aggiunto. Secoli più tardi le civiltà Maya, Azteca ed Inca furono vittime di genocidi programmati dalle cattoliche e civili potenze europee. Tutt'altro tipo di approccio rispetto a quello africano...

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