Marocco. Emancipazione femminile nella… criminalità

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Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Mar 6

Marocco. Emancipazione femminile nella… criminalità

Negli ultimi anni in Marocco, la condizione della donna è migliorata notevolmente. La parità dei sessi è ancora lontana, ma l’universo femminile ha comunque consolidato la sua forza. In un settore insolito le donne sembrano prevalere sugli uomini: la criminalità. Lo rivela una inchiesta del quotidiano marocchino Assabah che ha destato un forte dibattito nel Paese

di Fulvio Beltrami

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In Marocco dagli anni Sessanta a oggi si è registrato un miglioramento della condizione femminile. Le donne si sposano in media a ventisette e non a diciassette anni, come avveniva nel 1960, hanno interrotto la schiavitù riproduttiva (il tasso di fertilità è sceso da 7,2 a 2,19 con uno o due figli per nucleo familiare), l’accesso all’educazione è nettamente aumentato: il 60% delle donne hanno un diploma di scuola superiore e il 52% la laurea. Anche nel mondo del lavoro la presenza femminile è ora significativa anche se esiste la discriminazione salariale. Il 20% dei Magistrati sono donne.

“La parità dei sessi è ancora lontana, ma l’universo femminile ha comunque consolidato la sua forza. La principale conseguenza di tale evoluzione è il fatto che la tradizionale dicotomia tra pubblico e privato che caratterizzava la società marocchina si è trasformata più che altro in una sovrapposizione di sfere, e lo stesso è accaduto per quanto riguarda la divisione dei ruoli tra uomini e donne.

In virtù di tali cambiamenti Emmanuel Todd è arrivato ad affermare che il Marocco sta attraversando “una fase transitoria di destabilizzazione dell’ideologia e delle pratiche patrilineari”. La transizione in atto porta alla luce una serie di contraddizioni tra la cultura storica e tradizionale ancora predominante nei proclami e nel discorso pubblico, da un lato, e la varietà di comportamenti che si sta diffondendo nella società, dall’altro. Il conflitto tra individualismo moderno e sistema della famiglia e della società tradizionali appare così, sempre più spesso, “schizofrenico.”, spiega Nouzha Guessous, ricercatrice e professoressa onoraria presso l'Università Hassan II di Casablanca e consulente per i diritti umani in un suo intervento su Reset. Italia del 22 aprile 2013.

La giornalista Sara Creta, concorda sull’analisi. “Negli ultimi anni in Marocco, la condizione della donna è migliorata notevolmente.”, avvertendo però che: “all’interno della categoria femminile esiste un divario enorme. Donne dei ceti urbani, donne dei villaggi, donne berbere, giovani ragazze madri o indipendenti donne in carriera. Il Marocco rivela infatti che esistono grandi differenze se per esempio si osserva il tasso d’alfabetizzazione, sia in termini di sesso che di zona; nelle zone rurali, può arrivare solo al 10%”.

Lo scorso anno il Marocco è stato il teatro della lotta del movimento femminile per la revisione del articolo 475 del codice penale, relativo ai casi di stupro che implica un giudizio morale prima di tutto sulla donna vittima delle violenza sessuale, nonostante che la legge venga raramente rispettata.

Al di là di questa legge esiste una impunità dei stupratori e un malfunzionamento della giustizia a combattere la violenza sociale che porta prima di tutto il movimento femminile marocchino a scontrarsi con una forma di controllo sociale strettamente patriarcale.

Paradossalmente il settore dove le donne marocchine sembrano aver superato gli uomini è quello criminale.

Secondo un rapporto del quotidiano Assabah pubblicato martedì 4 marzo la criminalità organizzata marocchina è sempre più controllata dalle donne sia a livello di mano d’opera che a livello di dirigenza.

Prostitute che attirano in imboscate ignari automobilisti – clienti, donne di servizio che fungono da complici interni per rapine presso le famiglie ricche, truffe finanziarie e ricatti a scopo di estorsione.

Nella maggioranza dei furti, truffe finanziare e aggressioni, la donna è spesso il vero cervello della operazione criminale”, afferma il quotidiano.

Il primato riguarda anche i casi di omicidio. Secondo la magistratura di Casablanca i casi di omicidi commessi da donne sono più difficili da risolvere in quanto esse pianificano maggiormente il crimine e spesso fanno sparire il cadavere, dissolvendolo nel acido. Difficile anche che lascino tracce, impronte o indizi che possano collegarle al omicidio.

L’inchiesta del quotidiano Assabah ha attirato l’indignazione del movimento femminile marocchino che lo accusa di prestare il fianco agli ambienti conservatori del sistema patriarcale marocchino, ricordando che la maggioranza delle donne sono vittime e non esecutrici delle violenze.

Secondo altri il quotidiano ha avuto il pregio di sollevare il velo sul argomento tabù dei fenomeni criminali femminili che stanno attuando una vera e propria evoluzione dei ruoli nel “settore”.

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