Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Ott 24
di Fulvio Beltrami
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La storia di Soamahamanima, un villaggio distante 70 km dalla capitale del Madagascar: Antananarivo, ha dell’incredibile. I suoi abitanti, per la maggioranza contadini semi analfabeti, hanno costretto il governo a recidere un contratto di partenariato stipulato con una multinazionale cinese per diversi milioni di dollari. Un contratto che riguarda lo sfruttamento di una miniera d’oro, situata in una zona di sepoltura degli antenati, luogo considerato sacro dagli abitanti della zona.
La multinazionale, al momento di installare il campo di estrazione e l’apparato logistico si è trovata davanti tutti gli abitanti del villaggio in ferma protesta. A nulla sono serviti i tentativi di negoziazione e le offerte in valuta pregiata. I contadini erano determinati ad impedire lo scempio del luogo sacro, oro o non oro. Dopo settimane di negoziazioni infruttifere si è passati alle vie legali. I contadini hanno denunciato il governo per aver siglato un accordo commerciale riguardante le terre sacre. In risposta sono stati inviati i gendarmi con i pennacchi e le armi. L’uso della forza non ha piegato i contadini. Al contrario ha rafforzato la loro determinazione. Il caso ha attirato l’attenzione dei media nazionali che hanno trasformato la lotta di questo villaggio in un simbolo nazionale di resistenza indigena contro lo strapotere delle multinazionali.
La determinata resistenza dei contadini di Soamahamanima è diventata un caso politico nazionale in un Paese che per quasi un secolo (dal colonialismo francese in poi) ha conosciuto storie di rapina delle risorse naturali e sfruttamento della mano d’opera locale. Le manifestazioni dei contadini, violentemente represse dalle forze dell’ordine, hanno creato un forte disappunto nell’opinione pubblica nazionale e segnali di nervosismo tra i lavoratori del settore minerario. Il rischio di un confronto socio economico era evidente. Un rischio che il Presidente Hery Rajaonarimampianina non poteva correre. Il Madagascar esce a stento da un periodo politico assai turbolento iniziato con la destituzione del presidente Marc Ravalomanana nel 2009 sostituito da un ex DJ, sindaco di Antananarivo Andry Rajoelina. Un periodo in cui l’economia è crollata e il Paese ha rischiato la guerra civile.
“Abbiamo preso la decisione di recidere il contratto stipulato per garantire l'interesse generale ed assicurare la stabilità nella zona soggetta al contenzioso”. Questa la giustificazione data dal Ministro malgascio delle Mine: Ying Vah Zafilahy. La notizia ha lasciato increduli gli abitanti del villaggio di Soamahamanima. La loro è una delle rare vittorie della popolazione contro gli interessi economici registrata nella storia del Madagascar. La multinazionale cinese ha informato il governo malgascio della sua intenzione di trascinarlo presso i tribunali commerciali internazionali se il contratto non verrà riattivato. Pechino ha espresso tutto il suo rammarico per la decisione presa che compromette le possibilità di sviluppo della regione generosamente offerte dal governo cinese. Un rammarico a cui seguiranno forti pressioni politica a favore della ripresa del partenariato per la mina d’oro.
Alcuni leader della protesta osservano con sospetto la decisione presa dal governo. Che sia una ritirata strategica? I motivi per dubitare sono reali. Giuridicamente la multinazionale cinese detiene ancora il diritto di sfruttamento della mina anche se il contratto di partnership è stato annullato. Gli attivisti imprigionati rimangono in prigione, in attesa di essere liberati. Nonostante i dubbi gli abitanti di Soamahamanima festeggiano la vittoria, fieri di essere divenuti icone nazionali. Se i bad gays ritorneranno di certo la lotta per difendere la memoria degli antenati divamperà nuovamente.
Per approfondimenti
Madagascar. La soluzione Putin. L’Indro
http://www.lindro.it/madagascar-la-soluzione-putin/
Magascar. Il settore minerario e il motore dell’economia. L’Indro
http://www.lindro.it/madagascar-il-settore-minerario-e-il-motore-delleconomia/
Land grabbing in Madagascar: Echoes and testimonies from the field (Il furto delle terre in Madagascar. Echi e testimonianze sul terreno) Pambakuza
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