Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Gen 19
di Fulvio Beltrami
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Nel pomeriggio di giovedì 19 gennaio reparti d'élite senegalesi hanno oltrepassato la frontiera con il Gambia. Una corazzata nigeriana, la NNS Unity, è entrata nelle acque territoriali gambiane con il compito di assicurare il fuoco d’artiglieria necessario per supportare le truppe della ECOWAS (la Comunità Economica dell’Africa Occidentale). Al momento non si hanno notizie di scontri. Le truppe senegalesi si sono attestate a 60 km dalla capitale Banjul in attesa che il contingente nigeriano oltrepassi la frontiera per congiungere le forze. Probabilmente l’ex presidente Yaya Jammeh (da 24 ore trincerato in un bunker) tenterà di organizzare la resistenza nella capitale.
L’intervento militare, minacciato dalla ECOWAS fin dal 23 dicembre scorso, ha come obiettivo restaurare la democrazia e assicurare al nuovo presidente eletto: Adama Barrow di poter governare il Paese. Barrow è stato eletto presidente presso l’Ambasciata del Gambia a Dakar, Senegal dove si è rifugiato. Nonostante le circostanze Barrow è stato immediatamente riconosciuto dalla comunità internazionale come il legittimo presidente.
L’invasione è divenuta un atto obbligatorio quando un giorno prima della fine del suo mandato Jammeh ha proclamato lo stato di emergenza, impedito l’investitura di Barrow a Banjul prevista per il 19 gennaio e ha obbligato il Parlamento ad acconsentire al dittatore di restare in carica per altri tre mesi in attesa del famoso verdetto della Alta Corte sugli esisti elettorali. L’invazione è stata autorizzata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU a voto unanime. Jammeh nel tempo ha perso ogni sostegno internazionale. Russia e Cina, ex alleati, sono stati i primi a votare favorevolmente.
La situazione all’interno dell’esercito non è chiara. Mentre il Generale Ousman Bajie, capo dello Stato Maggiore si schiera con il nuovo presidente, il Generale Saul Bajie, Comandante della Guardia Repubblicana, organizza la difesa e le truppe mercenarie. Il Capo dello Stato Maggiore ha dichiarato ai media nazionali che sarà garantita la sicurezza per Barrow qualora decidesse di rientrare nel Paese. Il Generale Ousman Bajie ha fatto intendere che non organizzerà le sue forze per combattere le truppe ECOWAS. Nel invitare Barrow a rientrare in Gambia, il Generale lo riconosce come presidente.
Il Comandante della Guardia Repubblicana, braccio destro del dittatore, ha organizzato un esercito di mercenari giunto la scorsa settimana. Trattasi di miliziani della Liberia, Sierra Leone e Mali. Qualche media nazionale riporta la notizia che sarebbero stati reclutati anche dei miliziani della Casamance che combattono contro il governo di Dakar per ottenere l’indipendenza della regione senegalese. Notizia non confermata. I mercenari (circa 2000) hanno ricevuto uniformi dell’esercito e sono stati dislocati in varie località del Paese con quartiere generale presso la caserma della Polizia di Pronto Intervento a Kanifing. Il loro compito è di mantenere al potere Jammeh e fermare l’invasione delle truppe ECOWAS.
Nigeria e Senegal sperano in una guerra lampo. Due, tre giorni di combattimenti prima di liberare il Paese e arrestare il dittatore. Speranze sono nutrire anche in una resa spontanea di Jammeh dinnanzi a forze militarmente superiori. Di diverso parere un ufficiale della sicurezza gambiana che ha disertato, contattato dal quotidiano Freedom. “Jammeh non abbandonerà la presidenza senza un bagno di sangue. Tutti gli indicatori suggeriscono che è pronto per la guerra. Ha assoldato un esercito di mercenari. La fine del regno Jammeh non sarà pacifica. Un sanguinoso scontro armato nella capitale è lo scenario più plausibile.” Afferma il disertore. Le possibilità che Jammeh si arrenda sembrano minime.
Per apporfondimenti.
Gambia. L’esercito nigeriano pronto a rimuovere il dittatore – L’Indro
http://www.lindro.it/gambia-lesercito-nigeriano-pronto-a-rimuovere-il-dittatore/
In Gambia rischio guerra civile: il Parlamento prolunga per tre mesi il mandato di Jammeh – African Express
Gambia. L’ultimatum di Donald Trump a Jammeh – L’Indro
http://www.lindro.it/gambia-ultimatum-di-donald-trump-a-jammeh/
Gambia, il dittatore ci ripensa e vuole rimanere al potere – L’Indro
http://www.lindro.it/gambia-il-dittatore-ci-ripensa-e-vuole-rimanere-al-potere/
Gambia. Il dittatore accetta la sconfitta elettorale. – L’Indro
http://www.lindro.it/gambia-il-dittatore-accetta-la-sconfitta-elettorale/
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