Est del Congo. Migliaia di congolesi privati del diritto di voto

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Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Feb 15

Est del Congo. Migliaia di congolesi privati del diritto di voto

La registrazione dei cittadini aventi diritto al voto al est del Congo è dominata da gravi irregolarità compresa quella di offrire carte elettorali a stranieri e rifugiati. Il fenomeno è stato riscontrato dalla società civile nel Sud Kivu ma è il Nord Kivu la provincia più colpita. Se le irregolarità e il collegato clima di violenze sui civili continueranno il 42% dei cittadini corrono il rischio di essere esclusi dalle elezioni. Un dato che mette in discussione trasparenza e credibilità delle future elezioni presidenziali previste per il 2018. Secondo un recente sondaggio il presidente Kabila potrebbe contare solo sul 3,6% dei voti al est del Congo

di Fulvio Beltrami

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La registrazione su tutto il territorio nazionale dei cittadini alle future elezioni presidenziali, amministrative e provinciali è stata individuata dal regime di Kinshasa come una tra le principali scuse per annullare le elezioni previste per il novembre 2016, riportate al 2018. Una strategia che ha permesso al presidente Joseph Kabila (con mandato presidenziale scaduto il 19 dicembre 2016) di mantener il potere. Le operazioni di iscrizione degli elettori, sotto diretta responsabilità della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente - CENI, sono iniziate il 13 dicembre 2016 e dovrebbero finire verso il 20 marzo 2017. Nelle province est (nord e sud Kivu) la registrazione degli aventi diritto al voto si sta svolgendo in un clima di insicurezza e violenze contro i civili: dalle pulizie etniche contro la tribù Nande al ritorno del gruppo armato Banyarwanda M23.

A distanza di due mesi dall’inizio della registrazione degli elettori la società civile denuncia l’esistenza di un piano premeditato per impedire a migliaia di cittadini di ottenere la carta d’identificazione elettorale. Difficoltà a registrarsi vengono segnalate da cittadini delle principali città della provincia del Sud Kivu: Bukavu e Uvira ma il fenomeno è più marcato nella città del Nord Kivu: Beni, Bunia, Butembo, Goma, Lubero.

La società civile e giornalisti congolesi di tutto rispetto (tra i quali Jean-Claude Saasiita) dallo scorso gennaio hanno denunciato vari ostacoli che compromettono la registrazione al voto: insufficiente numero di carte di identificazione degli elettori, difficoltà organizzative, boicottaggi attuati da funzionari pubblici, interferenze di gruppi armati, registrazioni di stranieri. Migliaia di cittadini congolesi del Nord Kivu rischiano di essere esclusi dal prossimo esercizio elettorale. Il 80% dei centri di registrazione al voto della città di Butembo registrano continue rotture degli stock di carte elettorali inviate da sede nazionale della CENI a Kinshasa. Stessa situazione si registra nel capoluogo del Nord Kivu: Goma. Se queste irregolarità non verranno risolte si calcola che il 42% dei cittadini della provincia corrono il rischio di essere esclusi dalle elezioni.

Ad aggravare la situazione sono le continue interferenze di vari gruppi armati nel processo di registrazione degli elettori. Questi gruppi armati si spingono a sostituire i funzionari pubblici, appropriandosi della carte elettorali destinate ai cittadini congolesi. Vari casi sono stati registrati nelle località di Katanga-Vuyinga, Vukununu, Nziapanda, Musienene. I gruppi armati autori di queste interferenze sono: Nduma Defence du Congo, Mai Mai Tcheka, Mai Mai Mazembe e i terroristi ruandesi delle FDLR. In queste località i centri di registrazione sono stati inspiegabilmente privati della protezione della polizia ed esercito. In altre località si registrano degli attacchi ai centri di registrazione attuati da bande armate che distruggono la documentazione cartacea ed elettronica del processo di identificazione degli elettori. È quanto è successo a Nyamilima il 9 febbraio scorso dove il centro di registrazione è stato attaccato da un gruppo di uomini armati che hanno distrutto tutta la documentazione e le attrezzature informatiche presenti nel centro.

A seguito di indagini condotte da giornalisti congolesi indipendenti e da attivisti della società civile migliaia di carte elettorali sarebbero state distribuite a stranieri con la complicità degli ispettori CENI e autorità locali. Sospetti di traffici di carte elettorali sono stati segnalati nelle località di Bunagana, Jomba, Ranguba alla frontiera con Uganda e Rwanda. Altre segnalazioni giungono dai distretti di Rutshuru e Nyiragongo e dalla città di Goma. A beneficiare di questo traffico di carte elettorali sarebbero i rifugiati hutu ruandesi, quelli che giunsero in Congo (all’epoca Zaire) dopo il genocidio in Rwanda del 1994. Secondo testimonianze locali questi rifugiati ruandesi disporrebbero anche di forti somme di denaro utilizzate per corrompere gli ufficiali della CENI addetti alla registrazione degli aventi diritto al voto. Durante il mese di febbraio vari centri di registrazione di Goma sono stati teatri di violenti proteste dei cittadini congolesi per fermare la distribuzione di carte agli stranieri.

Gran parte dei funzionari della CENI sarebbero complici di queste irregolarità. Un importante lotto di carte elettorali destinate a Butembo, Beni e Lubero sono state inviate nei territori del Masisi e Rutshuru per permettere la registrazione illegale di rifugiati hutu ruandesi. Non essendoci un appropriato sistema di riconoscimento dei cittadini (carte di identità, anagrafe) la carta di voto funge da documento di identità. La distribuzione di queste carte ai rifugiati hutu implica indirettamente una “naturalizzazione” di questi rifugiati senza passare attraverso le procedure previste per acquisire la cittadinanza.

VI sono sufficienti elementi a disposizione per affermare che la confusione della registrazione degli elettori nel Nord Kivu è una azione deliberata del governo centrale per sostituire cittadini congolesi sospettati di non votare per Kabila con dei profughi ruandesi che acquisiscono la nazionalità illegalmente in cambio di un loro voto al Rais. Questa esclusione colpisce particolarmente i cittadini di origine Nande, già soggetti a violenze etniche dal 2015. Il governo di Kinshasa incoraggia queste irregolarità con l’obiettivo di aumentare i voti a favore di Kabila e diminuire la rappresentanza politica dei Nande a livello provinciale e nazionale. Il disastroso processo di registrazione sta compromettendo la trasparenza e la credibilità delle future elezioni presidenziali”, denuncia il giornalista Jean-Claude Saasiita, che collabora con la piattaforma di informazione congolese BeniLubero. online. Secondo un recente sondaggio indipendente se le elezioni venissero indette ora il presidente Kabila otterrebbe solo il 7,4% dei voti. Percentuale che scende drasticamente al 3,6% al est del Paese.

Per approfondimenti

Ritorna l’M23, nel mirino Congo e Burundi

http://www.lindro.it/ritorna-lm23-nel-mirino-congo-e-burundi/

BeniLubero. online piattaforma di informazione Nord Kivu, Congo.

http://benilubero.com/ 

Congo. Una petizione per fermare le pulizie etniche nel Nord Kivu.

La petizione è rivolta alla Corte Penale Internazionale e al Alto Comissariato ONU per i Diritti Umani al fine di aprire una inchiesta internazionale sui massacri che dal 2015 si registrano a Bunia, Beni, Butembo e Lubero, Nord Kivu.

https://secure.avaaz.org/fr/petition/Procureur_de_la_CPI_et_HautCommissariat_de_lONU_aux_droits_de_lhomme_Une_enquete_internationale_sur_les_massacres_de_Ben/?cOnTqjb

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