Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Mag 19
di Fulvio Beltrami
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DI FULVIO BELTRAMI 19 MAGGIO 2020 18: 30
Le elezioni del 20 maggio 2020 hanno uno scenario già prestabilito. La vittoria del Generale Evariste Ndayishimiye in evidente contrapposizione alla realtà delle urne. Vari osservatori e i pochi stranieri (africani e occidentali) rimasti in Burundi confermano che la maggioranza della popolazione voterà per il candidato dell’opposizione Agathon Rwasa, leader del CNL-Congresso Nazionale di Liberazione. Rwasa ha un passato oscuro di Signore della Guerra Hutupower. Nell’ultimi 6 anni sembra aver abbandonato l’ideologia di supremazia razziale per orientarsi su un programma politico democratico e interetnico. Infatti il CNL (a differenza del CNDD-FDD di Nkurunziza) non può essere considerato un partito hutu ma un partito nazionale.
Come il dittatore Pierre Nkurunziza, anche Agathon Rwasa ha acquisito una amnistia di fatto per i crimini commessi durante la guerra civile (1993 – 2004) quando comandava la seconda guerriglia Hutupower contro il governo di Pierre Buyoya, le Forze Nazionali di Liberazione-FNL. Nonostante il suo passato, Rwasa al momento attuale è l’unica figura politica credibile per poter superare la crisi politica burundese. Per questo viene appoggiato da diverse potenze regionali, Stati Uniti, Francia e Unione Europea.
Il comizio di chiusura della campagna elettorale del CNDD-FDD svoltosi a Bujumbura, oltre a presentare una parvenza di unità di partito (con la presenza di Nkurunziza e del Generale Ndayishimiye), è stato ideato e condotto come una vera e propria dimostrazione di forza necessaria per lanciare il messaggio all’opinione nazionale e internazionale di una vittoria certa e frutto della volontà popolare. La realtà è ben lontana dalla propaganda del regime. Negli ultimi sette giorni, si calcola che il CNDD-FDD abbia perduto un ulteriore 10% dei consensi. La sua popolarità è ai minimi storici e la lotta per il potere tra Nkurunziza e il ‘Petit Evariste’ sta lacerando il partito dal suo interno.
Le elezioni che si terranno domani rappresentano una data storica per il Paese. Qualcuno le paragona alle elezioni del 1993 quando per la prima volta fu eletto democraticamente un Presidente hutu Melchiorre Ndadaye, leader del partito hutu FRODEBU (Fronte per la Democrazia in Burundi), ucciso durante un colpo di Stato tre mesi dopo aver assunto le funzioni presidenziali. Il colpo di Stato fu organizzato dall’esercito per evitare il piano di Genocidio del Presidente Ndadaye contro i tutsi.
Il paragone tra le due elezioni non calza in quanto quelle del 1993 erano un chiaro scontro politico e sociale tra la maggioranza hutu e la minoranza tutsi che fin dall’indipendenza controllava la Presidenza e il potere, mentre le attuali rappresentano lo scontro di due visioni diverse di potere proposte da due leader hutu.
Per il CNDD-FDD una sconfitta elettorale è inaccettabile. Oltre a perdere il controllo del Paese, la sconfitta aprirebbe le porte alla magistratura burundese e alla Corte Penale Internazionale e a i processi per giudicare i crimini contro l’umanità commessi in 15 anni. Crimini che si sono quadruplicati durante la crisi iniziata nel 2015. Anche per il CNL la sconfitta elettorale è inaccettabile in quanto assicurata se le elezioni fossero trasparenti e prive di qualsiasi manipolazione dei risultati.
Lo scontro elettorale tra Evariste e Agathon va oltre alle contrapposte visioni della gestione del potere per rientrare nella mentalità culturale della società burundese delle faide e vendette che la legano costantemente al passato. Durante tutta la guerra civile, Rwasa e Nkurunziza erano acerrimi nemici nonostante entrambi promuovessero l’imposizione della supremazia razziale hutu con la forza delle baionette (meglio dire: dei machete). Per Agathon Rwasa le elezioni di domani rappresentano anche un’ottima occasione di regolare conti trasformando la prova elettorale nell’ultimo atto della guerra civile che fu risolta da una pace a metà con le conseguenze di caos e violenze che il paese assiste ai giorni nostri.
La polarizzazione politica, il malcontento popolare per 15 anni di potere ‘mafioso’ e di violenze, la determinazione da parte del CNDD-FDD di continuare a comandare anche su un cumolo di cadaveri e una Nazione distrutta economicamente e i conti del passato da saldare, stanno creando in Burundi una situazione di sicurezza esplosiva che si associa alla imminente e probabile tragedia sanitaria causata dai contagi di massa da coronavirus garantiti durante la campagna elettorale.
Nostre fonti informano che l’esercito burundese sta procedendo ad una massiccia distribuzione di armi da fuoco alle milizie Imbonerakure e agli ex guerriglieri FDD richiamati da Nkurunziza per seminare morte e terrore. La distribuzione delle armi è iniziata il 5 maggio, concludendosi il 18. A coordinarla è stato il Generale di Brigata ‘Ignace’ incaricato della logistica e del Capitano ‘Aron’ comandante del campo militare 212Bn di Rukoko. I nomei di Ignace e Aron sarebbero nomi di battaglia di due noti ufficiali hutupower dell’esercito burundese.
La notizia è stata ritenuta veritiera dalle intelligence regionali e dalle diplomazie occidentali che hanno tentato di convocare una riunione di emergenza presso il Consiglio di Sicurezza ONU. Riunione mai avvenuta a causa del veto di Russia e Cina, gli alleati del regime. Alla distribuzione di armi sono seguiti gli addestramenti militari, anche se sommari e improvvisati. Nella follia che ormai lo caratterizza, il regime sta addirittura cercando di formare i bambini delle zone rurali tra i 9 e 14 anni, tentando di creare un’organizzazione indottrinata sul modello della ‘gioventù hitleriana’.
La distribuzione di armi e l’addestramento dei miliziani ricalca il copione del Rwanda 1993, prima dell’inizio dell’Olocausto africano. All’epoca la Guardia Presidenziale e l’esercito ruandese distribuirono armi automatiche e machete alle milizie Intereahamwe (quelli che attaccano insieme) controllate dal MRND (Movimento Repubblicano per lo sviluppo e la Democrazia – partito hutupower al potere da 30 anni) e alle milizie Impuzamugambi (quelli che hanno lo stesso obiettivo) controllate dal CDR (Coalizione per la Difesa della Repubblica), l’ala estremista all’interno del MRND guidata dalla moglie del Presidente, Agathe Habyarimana.
Il CDR prese il potere e attivò la soluzione finale (1 milione di morti) il 6 aprile 1994 dopo che Agathe fece assassinare suo marito accusato di aver firmato la pace con la guerriglia tutsi di Paul Kagame (attuale presidente del Rwanda).
Le milizie del regime burundese, ora armate e sommariamente addestrate, riscontreranno serie difficoltà nell’adempiere con zelo il compito assegnatole: il massacro di ogni cittadino burundese che si opporrà ai falsi risultati elettorali necessario per eleggere Presidente il Generale Evariste ed assicurare la continuità del potere del CNDD-FDD.
Le stesse fonti informano che anche i giovani del partito di Rwasa, il CNL, stanno ricevendo armi e addestramenti sommari. Le armi provengono dai depositi segreti dell’arsenale della guerriglia FNL. Nel 2009 il FNL firmò la pace con il governo Nkurunziza ma non consegnò mai le armi, nascondendole. Gli addestramenti sono assicurati dagli ex guerriglieri del FNL che Rwasa ha richiamato in servizio. Di fatto si sta configurando uno scontro militare tra i due partiti: quello hutu del CNDD-FDD e quello nazionale del CNL.
Le prime avvisaglie dell’imminente guerra civile scatenata dai due partiti sono gli scontri avvenuti ieri a Rumonge (sud di Bujumbura) e a Ngozi, nelle vicinanze dalla casa di Agathon Rwasa.
A Ngozi lo scontro tra Imbonerakure e giovani del CNL è stato di lieve entità. Al contrario a Rumonge si è assistito ad una vera e propria battaglia con la sconfitta dei miliziani del regime che hanno subito numerose perdite. Tutte le sedi del CNDD dell’area di Rumonge sono state date alle fiamme. Nessun intervento di esercito e polizia.
La situazione si complica maggiormente in quanto entra in gioco anche il regolamento di conti tra il Dittatore Supremo, Nkurunziza, e il futuro Presidente, Evariste. Secondo le informazioni raccolte dalla organizzazione belga per la prevenzione dei conflitti, Crisis Group, dopo le elezioni il conflitto politico tra i due leader del CNDD-FDD potrebbe trasformarsi in uno scontro armato.
Le fonti diplomatiche che hanno contattato Crisis Group dubitano che Nkurunziza abbia accettato di rinunciare al potere presidenziale. Se da una parte Evariste ha l’appoggio dei Generali dello Stato Maggiore dell’esercito, Nkurunziza gode dell’appoggio dei terroristi ruandesi FDLR e controlla le Imbonerakure e gran parte della polizia nazionale. Un gruppo di 800 mercenari congolesi appartenenti a milizie Mai Maialleate alle FDLR è entrato in Burundi attraversando la frontiera con la Tanzania: sono stati ingaggiati da Nkurunziza sia per supportare le milizie nella repressione delle proteste popolari sia per sconfiggere militarmente i sostenitori del suo rivale interno Evariste.
Per quanto riguarda la situazione di contagio da Covid-19 alcune fonti sanitarie informano che la situazione è catastrofica. Secondo i loro calcoli ci potrebbero essere già oltre 4000 contagi.
I decessi ‘sospetti’ registrati presso gli ospedali pubblici e privati sarebbero oltre 150. Nessun dato è disponibile in quanto il regime fino ad ora ha letteralmente eliminato chi osava fornire qualsiasi informazione sul contagio. I medici offrono informazioni protetti da anonimato e sono molto preoccupati soprattutto dopo l’espulsione degli esperti del OMS.
Dopo aver negato da due mesi la pandemia (definita una bufala dei bianchi) ora il Ministero della Sanità sta aumentando i casi di contagio. Da 17 di tre giorni fa a 42 di ieri. Per arrivare a giustificare il lockdown totale previsto per giovedì 21 al solo scopo di impedire le proteste popolari, il Ministero della Sanità dovrebbe dichiarare almeno 1500 di casi. Un aumento fatto in 48 ore che farà comprendere l’uso politico della pandemia.
Giunge notizia che gli alti funzionari di partito e i Generali dello Stato Maggiore dell’esercito stanno facendo evacuare le loro famiglie. Due aerei privati sono atterrati presso l’aereoporto di Bujumbura nonostante che lo spazio aereo nazionale sia chiuso da un mese come forma preventiva contro il contagio Cornavirus. Le famiglie del Capo dello Stato Maggiore dell’esercito Prime Niyongabo, del Generale Nyabenda e di alti ufficiali e funzionari di partito sono state messe in salvo a Dar Es Salam, la capitale economica della Tanzania. Anche la famiglia del Dittatore Pierre Nkurunziza era su quei due aerei…
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