Dio ama gli omosessuali? La posizione della Chiesa anglicana

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Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Feb 2

Dio ama gli omosessuali? La posizione della Chiesa anglicana

Il tema della omosessualità sta creando una profonda frattura tra le varie Chiese anglicane in Africa e nel mondo, maggiore che il dibattito sul sacerdozio femminile. L'omosessualità sta diventando uno dei principali argomenti tra i 80 milioni di anglicani sparsi nel mondo

di Fulvio Beltrami

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Gli arcivescovi della Chiesa anglicana di York, Gran Bretagna, Justin Welby e John Setamu, (quest’ultimo di origine ugandese) hanno dichiarato che “vittimizzare o diminuire la dignità umana è un anatema. La Chiesa d’Inghilterra è impegnata nel supporto pastorale e morale degli omosessuali”.

La dichiarazione è contenuta in una lettera indirizzata alle Comunità anglicane di Nigeria e Uganda e ai presidenti dei rispettivi paesi africani: Jonathan Goodluck e Yoweri Museveni. Una presa di posizione giustificata dall’impegno di una significativa parte della Chiesa d’Inghilterra contro le leggi che penalizzano l'omosessualità.

In Nigeria il presidente Jonathan Goodluck ha firmato la legge contro l'omosessualità e i matrimoni gay introducendo severe misure penali.

In Uganda, la famosa legge “Kill the Gay Bill”, proposta a più riprese dal 2009, è stata illegalmente approvata dal Parlamento il 20 dicembre 2013. Il presidente Yoweri Museveni ha rifiutato di firmare la legge affinché entri in vigore definendola dannosa all’immagine internazionale del paese. Nel testo di legge sarebbe stata mantenuta la pena di morte secondo fonti attendibili. I promotori della legge, tra i quali il presidente del Parlamento Rebecca Kadaga, affermano il contrario: la pena capitale sarebbe stata sostituita con l’ergastolo. Difficile comprendere dove risiede la verità essendo il testo di legge un documento non divulgato all’opinione pubblica.

La lettera inviata non ha al momento suscitato reazioni pubbliche dai due presidenti e dalla Comunità anglicana nigeriana. Al contrario il Capo della Chiesa anglicana in Uganda ha duramente accusato la posizione assunta dai due arcivescovi inglesi affermando che “l'omosessualità rimane una pratica incompatibile con le sacre scritture.

Speriamo sinceramente che la Chiesa d’Inghilterra riveda la sua posizione allineandola con quella della Chiesa dell’Uganda per mantener l'unità nella Madre Chiesa”, recita il comunicato stampa redatto.

La dura reazione della Chiesa anglicana è dovuta da un attacco diretto dell'arcivescovo John Setamu che la accusa di aver istigato il Parlamento ad approvare una legge contraria alla dignità umana e agli insegnamenti divini.

La minaccia fatta di scissione dalla Chiesa d’Inghilterra va presa seriamente. Nel 1998 la Chiesa dell’Uganda è entrata in aperto dissidio con la Chiesa degli Stati Uniti e quella del Canada proprio sul tema dell'omosessualità. Il dissidio ha provocato la fine della comunione con queste due Chiese.

La religione anglicana, nata nel diciassettesimo secolo con la fondazione della Chiesa di Inghilterra, si fonda sulle tradizioni delle scritture apostoliche e della prima Chiesa Cristiana.

La Chiesa di Inghilterra e quella dell’Irlanda (nate quasi contemporaneamente) hanno diffuso la dottrina religiosa prima nelle colonie americane e successivamente in tutte le colonie della Corona Britannica. Al posto di adottare la gerarchia tipica della Chiesa Cattolica, la Chiesa d'Inghilterra ha scelto di donare la piena autonomia alle altre Chiese anglicane sparse nel mondo formando un'associazione episcopale denominata “Comunione delle Chiese”.

La lettera degli arcivescovi di York ha provocato un terremoto interno alla Chiesa d’Inghilterra costringendo i vescovi ad indire una riunione a porte chiuse per discutere il delicato tema. Dopo una “discussione serena e sincera” la maggioranza dei vescovi anglicani ribadisce il suo rifiuto all'omosessualità.

Il tema della omosessualità sta creando una profonda frattura tra le varie Chiese anglicane, maggiore che il dibattito del sacerdozio femminile che sta diventando uno dei principali argomenti dei 80 milioni di anglicani sparsi nel mondo.

Le origini della diatriba risalgono alla tredicesima Conferenza anglicana denominata Lambeth Conference dove si decise che l'omosessualità è incompatibile con le sacre scritture.

Nel 2002 la Diocesi del New Wstiminster della Chiesa anglicana del Canada permise di celebrare il matrimonio di coppie gay.

Nel 2003 due pastori omosessuali dichiarati si candidarono al vescovato nelle Chiese di Inghilterra e Stati Uniti. Mentre in Gran Bretagna Jeffrey John fu costretto a ritirare la candidatura, negli Stati Uniti Gene Robinson fu eletto al vescovo del New Hampshire, divenendo il primo vescovo gay nella Comunione anglicana.

La nomina creò un'ondata di indignazione che ebbe come esito il boicottaggio di varie Chiese anglicane alla Conferenza di Lambeth nel 2008, partecipando ad una Conferenza alternativa in Gerusalemme denominata: Global anglican Futures Conference.

La conferenza di Gerusalemme creò due distinte fazioni pro e contro l'omosessualità delineate su idee progressiste o conservatrici. La Chiesa dell’Uganda ha sempre sostenuto la fazione conservatrice condannando come eresia ogni apertura teologica.

Nel 2004 l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams scrisse una lettera aperta a tutte le Chiese anglicane condannando i vescovi che incitavano la violenza contro i gay e le lesbiche, primi tra tutti quelli Ugandesi, caratterizzati da un virulento ed compulsivo odio verso le minoranze sessuali nel paese.

La situazione si aggravò nel Dicembre 2009 quando una donna lesbica: Mary Douglas Glasspool fu eletta a vescovo nella Diocesi di Los Angeles, Stati Uniti.

Il caso provocò scalpore presso la fazione conservatrice poiché violava due tabù: l'elezione di una donna a vescovo e l’accettazione della omosessualità.

Nell'aprile 2010 i leader di 20 Chiese anglicane si incontrarono a Singapore dove condannarono duramente la nomina al vescovato di Mary Douglas Glasspool.

Mentre nelle Chiese di Inghilterra e di Irlanda vi sono varie opinioni a favore o contro l'omosessualità, le Chiese di Scozia, Stati Uniti, Brasile e Canada hanno adottato una politica chiaramente pro omosessuale.

La Chiesa Episcopale anglicana del Brasile detiene la posizione teologica più progressiva riguardo l'omosessualità Dopo la Conferenza di Lambeth del 1998 la Chieda del Brasile ha promosso a Rio De Janeiro due forum nazionali sulla Sessualità Umana. Il documento finale scaturito dai forum stabilisce che la sessualità è un dono di Dio qualunque sia la sua orientazione. Di conseguenza la Chiesa deve rispettare la privacy e le scelte personali del suo clero e dei suoi fedeli.

Nettamente contro l'omosessualità si sono schierate la Chiesa della Provincia del Sud Est Asia, la Chiesa anglicana di Hong Kong, la Chiesa anglicana dell’Australia, la Chiesa della Provincia delle Indie Occidentali.

Una situazione ibrida e contraddittoria si registra presso la Chiesa anglicana di Aotearoa, Nuova Zelanda e Polinesia. Mentre la gerarchia non supporta l'omosessualità, il clero di base concorda con il concetto di dono divino espresso dalla Chiesa del Brasile. Le Diocesi di Dunedin e Auckland accettano il clero omosessuale e celebrano matrimonio dello stesso sesso.

Per quanto riguarda il continente africano la Chiesa della Provincia dell’Africa Centrale è succube delle idee omofobiche dell'arcivescovo Malango che ha definito l'omosessualità “La Tenebre dell'Umanità”.

L'arcivescovo Nzimbi della Chiesa anglicana del Kenya si affianca alla posizione della Chiesa della Nigeria, definendo le pratiche gay “una perversione contro la dignità umana”. La Chiesa della Nigeria ha giocato un ruolo fondamentale per la recente approvazione delle legge anti-gay.

La Chiesa Episcopale del Sudan  e la Chiesa anglicana della Tanzania dichiarano senza mezzi termini che “l'omosessualità è contraria all'insegnamento della Parola Divina”.

La Chiesa dell’Uganda è tra le Chiese anglicane africane più estremista, ha attuato una scissione con le Chiese degli Stati Uniti, Canada e Brasile ed è una fervente sostenitrice della pena di morte per gli omosessuali. Dinnanzi al rifiuto di Museveni di firmare la legge Kill The Gay Bill, il Capo della Chiesa dell’Uganda ha minacciato il presidente di scomunica.

Nonostante questa accesa battaglia che dura da 16 anni senza che una delle due fazioni possa prevalere sull’altra, la Chiesa anglicana detiene un'interessante pluralità di opinioni che la contraddistingue dal pensiero monolitico e dogmatico della Chiesa Cattolica sul tema della omosessualità.

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