Costa d'Avorio. Gli ex miliziani si ribellano a Ouattara

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Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Gen 7

Costa d'Avorio. Gli ex miliziani si ribellano a Ouattara

Una ribellione scoppiata nella città di Bouake la notte tra giovedì 5 e venerdì 6 gennaio si è estesa in poche ore a varie regioni del Paese. Autori della rivolta gli ex ribelli delle FRCI che misero al potere nel 2011 l’attuale presidente Alassane. I miliziani ora controllano 4 città. Il governo sceglie la negoziazione allo scontro militare mentre la Francia sta studiando la situazione per comprendere come difendere i propri interessi nel Paese africano

di Fulvio Beltrami

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Tra la notte di giovedì 5 e venerdì 6 gennaio ex ribelli de-mobilizzati delle Forze Repubblicane della Costa d’Avorio (FRCI), hanno attaccato due caserme di polizia della città di Bouake, l’ex capitale della ribellione capitanata dal attuale presidente Alassane Ouattara durante la guerra civile. Dopo aver depredato le armerie delle caserme i miliziani hanno preso controllo dell’intero centro urbano. L’attacco è stato lanciato alle 02: 00 di mattina ore locali. La notizia è stata confermata dalla Reuters e dal quotidiano francese Le Monde. Venerdì la circolazione urbana è timidamente ripresa tra i posti di blocco eretti dai miliziani. Non si registrano violenze sui civili. Le scuole sono rimaste chiuse come misura di sicurezza a protezione di alunni e insegnanti.

Bouake non è la sola città caduta in mano ai ribelli. La rivolta armata si è estesa nel nord, nel centro e nel est della Costa d’Avorio. Le città di Korhogo, Daloa e Daoukro sono sotto il controllo dei ribelli. Al momento non si registrano scontri tra l’esercito e le milizie. Secondo fonti protette il presidente Ouattara ha aperto un canale non ufficiale per negoziare la resa dei ex ribelli che lo hanno portato al potere nel 2011. La richiesta a loro sottoposta sarebbe il ritiro dai centri urbani conquistati senza spargimento di sangue in cambio della immunità.

Nel pomeriggio di venerdì tale notizia è stata ufficializzata dal Ministero della Difesa. “Sono state aperte delle trattative con le forze ribelli mentre l’esercito è stato mobilitato e rafforzata la sorveglianza dei punti strategici del Paese” afferma il portaparola della Difesa. Il governo ha invitato tutti i soldati e i poliziotti a restare fedeli alla Repubblica e attendere gli ordini dei superiori. Chiaro sintomo che si teme all’interno delle forze armate diserzioni e sostegno alla ribellione. Alcuni reparti sospettati di nutrire simpatie con la rivolta e reparti formati da ex ribelli di Ouattara sono stati disarmati e i soldati confinati nelle caserme.

Tutte le fonti interne ed esterne del Paese confermano che la ribellione al momento non ha l’obiettivo di abbattere il governo. L’origine della rivolta sarebbe economica. Gli ex ribelli reclamano un premio per il loro sostegno al presidente durante la guerra civile e lo scontro militare contro il dittatore Laurent Gbagbo subito dopo le elezioni tenutesi nel novembre 2010. Gli scontri per la presidenza tra i due leader politici iniziarono subito dopo la contestazione dei risultati che donavano la vittoria a Gbagbo. Il premio rivendicato si aggira tra i 5 e i 10 milioni di Franchi CFA per ogni miliziano. Dai 7.600 ai 15.200 euro.

La ribellione dei ex miliziani di Ouattara è il diretto frutto di promesse mancate. Almeno 8000 ribelli sono stati ringraziati dopo aver posto alla presidenza il loro leader con il supporto dell’esercito francese. Nel novembre 2014 si era verificato una ribellione armata di alcune migliaia di ex ribelli de-mobilizzati. Ribellione rientrata grazie alle promesse del presidente di concedere un premio per lo sforzo bellico durante la guerra di “liberazione”. Premio mai versato.

La nuova ribellione nasce in un clima socio politico assai agitato. I principali sindacati stanno organizzando un’ondata di scioperi generali per bloccare la politica economica ultra liberale promossa dal governo a favore degli imprenditori francesi che controllano il Paese. I sindacati reclamano anche il pagamento dei salari non versati da quattro mesi a 14.000 dipendenti pubblici. Il principale alleato del governo Ouattara, la Francia esita al momento di fare affermazioni pubbliche riguardo a questa improvvisa crisi preferendo di comprendere meglio la situazione prima di agire nella difesa dei cittadini e interessi economici francesi in Costa d’Avorio. 

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