Coronavirus: il Ghana revoca il lockdown

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Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Apr 24

Coronavirus: il Ghana revoca il lockdown

Malgrado il parere contrario dell’OMS, e in contestazione con l’Organizzazione, il Presidente ha deciso di riaprire il Paese, nel timore di sommosse della fascia più debole della società che vive di economia informale

di Fulvio Beltrami

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DI FULVIO BELTRAMI SU 24/04/2020

In Africa l’opzione lockdwon per contenere il contagio da coronavirus Covid–19 non è possibile per la maggioranza dei Paesi. Ciò a causa della miseria diffusa e dell’alta percentuale di lavoratori precari che vive di entrate quotidiane. Nove Nazioni soltanto hanno adottato il lockdwonAlgeriaNigeriaEtiopiaGhanaMaroccoTunisiaRwandaSudafrica e Uganda.

Le ultime due sembrano rischiare disordini se non serie sommosse popolari, considerato che le tensioni sociali precedenti alla pandemia vengono aggravate dal confinamento in casa, una misura vissuta da gran parte della popolazione come una forma di ‘arresti domiciliari’. Anche in Nigeria il rischio di rivolte sociali è tangibile, così come il rischio di una ripresa degli atti terroristici di Boko Haram, ultimamente molto attivo in Ciad.

Il Ghana è il primo a revocare il lockdownnonostante il parere contrariodell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMSe 1.154 casi conclamati, tra cui 9 morti. A deciderlo è stato il Presidente, Nana Akufo-Addo, martedì 21 aprile.
La decisione si basa su due considerazioni.

La prima. La bassa percentuale di contagiati(0,0038% sul totale della popolazione) e decessi registrata fino ad ora viene considerata non sufficiente per giustificare il blocco di un intero Paese.
La seconda. I consigli del OMS devono rimanere taliper quanto presi in seria considerazione, ma spetta ai Ministeri della Sanità del singolo Paese a decidere le politiche più idonee per contenere la pandemia. Politiche che devono essere attuate con determinazione, ma nel pieno rispetto del binomio: sanità–economia.

Se per porre al riparo la popolazione dal rischio del contagio si distrugge l’economia nazionale la stessa popolazione morirà di fame una volta passata l’epidemia, mentre il Governo sarà costretto a indebitarsi e a correre il rischio di sommosse popolari.

Queste considerazioni -sulla linea, sembra, della politica di Donald Trump piuttosto che di Jair Bolsonaro– sono state alla base delle scelte sanitarie di molti Paesi africani, che -più o meno causa la situazione interna- hanno scelto o sono stati costretti scegliere politiche alternative al lockdown.

Il Ghana ha ben presente i rischi economici che diventano effetti secondari della pandemia e che sono destinati a influenzare il futuro del Paese. In Marocco gli effetti del lockdown sulla produzione sono catastrofici quanto l’epidemia stessa. 142.000 imprese marocchine (equivalente al 57delle imprese nazionalihanno interrotto definitivamente o temporaneamente le attività, secondo una inchiesta ufficiale pubblicata mercoledì 22 aprile. Questa drammatica situazione ha avuto una immediata ricaduta sull’occupazione. Dall’inizio del lockdown il Governo ha registrato 726.000 domande di assistenza finanziaria presso la Sicurezza Sociale, corrispondenti ai posti di lavoro persi.
 

Più drammatica la situazione nel settore informaleche in Marocco (come in altri Paesi africani) rappresenta l’80% della forza lavoro nazionale. Il Governo non possiede dati sull’impatto del lockdown sul settore informale, ma ipotizza che tre quarti di essi siano impossibilitati ad esercitare lavori occasionali o commercio ambulante e siano senza entrate. Situazione non sostenibile in quanto questi lavoratori dell’informale non beneficiano di alcuna copertura sociale. Il rischio di una Primavera Araba in Marocco nel post Coronavirus è altissimo, secondo alcuni osservatori e informazioni che al momento non è stato possibile verificare.

Il Ghana ha deciso di non voler trovarsi a fronteggiare una situazione simile, con il rischio di rivolte popolari estese che comprometterebbero la stabilità e la pace sociale che dura dall’indipendenza. Esisterebbero frizioni tra il Governo di Accra e l’OMSaccusata di voler in un qualche modo imporre politiche sanitarie non contestabili. In pratica, il Ghana ha scelto di dissociarsi dagli esperti OMS, accusati di aver assunto un ‘ruolo decisionista’ che non compete all’organizzazione.

Il Governo considera che siano aumentate nel Paese le capacità di tracciare e individuare le persone che sono state a contatto con i ‘positivi’. Maggior test diagnostici e tracciabilità, abbinati all’apertura di centri di trattamento del virus sul modello dei centri di trattamento di Ebola o di altre malattie infettive, ha permesso alla popolazione di ritornare alla vita normale. Al momento il lockdown è stato revocato sia nella capitale (Accra) che a Kumasi, la seconda città del Paese. La prossima settimana verrà revocato su tutto il territorio nazionale. Le frontiere rimarranno al momento chiuse, così come tutte le scuole.

Il Governo ha inoltre investito sull’uso dei droni per accelerare la consegna dei campioni dei test rapidi per ottenere in minor tempo possibile i risultati. Ha inoltre aumentato la produzione locale di mascherine e introdotto una app di tracciamento. «Si chiama GH COVID-19 Tracker App. Una app in più lingue che sarà disponibile sulle piattaforme IOS e Android ma (pare) non accessibile per gli iPhone.

Aiuterà, attraverso i numeri di telefono e il sistema GPS, la tracciatura delle persone che sono arrivate di recente nel paese o che hanno recentemente viaggiato all’estero in modo da sapere anche con chi sono entrate in contatto. Quindi, l’app aiuterà nello screeming e nell’suo dei test», spiega la giornalista Antonella Sinopoli nel suo blog Ghanaway (e altre storie d’Africa). Il Ghana è tra i Paesi africani che hanno effettuato il maggior numero di test Covid19: 68.000 sul totale di 30 milioni di abitanti.

Questa politica sanitaria ha sollevato critiche da parte di alcune fasce di popolazione, c’è il timore che il contagio cresca, malgrado le misure igieniche di prevenzione –uso obbligatorio in pubblico delle mascherine e rispetto della distanza sociale– rimangano punti cardini della strategia anti–coronavirus del Ministero ghanese della Sanità. Si teme che la decisione del Presidente vanifichi tutti gli sforzi di contenimento del virus condotti sino ad ora e che si favorisca una seconda ondata di contagi, ben maggiore della prima.
 

Le critiche e i timori provengono dalla classe medio-alta della società ghanesedagli studenti universitari (per la maggior parte figli di questa stessa classe sociale), e da una percentuale non trascurabile di medici e infermieri. La maggioranza della popolazione, quella che vive del lavoro informale in primis, al contrario approva in pieno la decisione del Presidente, pur rispettando scrupolosamente le misure igieniche di prevenzione, rese obbligatorie dal Governo.

I partiti di opposizione si sono opposti alla decisione del Presidente, affermando che la revoca del confinamento in questo momento cruciale dell’epidemia è un azzardo politico che potrebbe mettere la Nazione in pericolo. Tra gli oppositori più duri c’è John Mahama, Presidente del NDC (National Democratic Congress), il principale partito di opposizione.

«La nostra decisione è dettata da una migliore comprensione della natura del virus, dal successo nel contenere la diffusione, da un programma di test potenziato e dall’espansione dei centri di isolamento e trattamento. Il nostro Governo ha l’opportunità di provare a contenere la diffusione del virus, ampliare efficacemente la ricerca di persone che erano venute a contatto con persone infette, testarle e mantenere in quarantena solo coloro che risultano positive. Eliminare alcune restrizioni non significa che stiamo abbassando la guardia». Questo il comunicato stampa del Presidente, volto a tranquillizzare la popolazione.

La decisione di Nana Akufo-Addo sarà monitorata con estrema attenzione da tutti i Paesi africaniSe nelle prossime settimane non si registreranno picchi di contagioil Presidente delPaese tra i più democratici e rispettosi delle libertà civilidel continente, avrà avuto ragione a revocare il lockdownconfermando la scelta di altri Paesi africani di attuarlo parzialmente (coprifuoco serale) o di non applicarlo affatto. Altresì sarebbe una parziale prima smentita delle catastrofiche previsioni dell’OMS, ma non solo, anche di realtàquali la Bill & Melinda Gates Foundation, che parlano di ‘olocausto africano da coronavirus’.

Ma se quello del Presidente davvero si rivelasse un azzardo?

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