Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
TAGS
BLOGROLL
Apr 23
di Fulvio Beltrami
Tweet | Condividi... |
DI FULVIO BELTRAMI 23/04/2020
L’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres di interrompere i conflitti in corso a causa della pandemia da coronavirus Covid19 è rimasto inascoltato. I vari conflitti in atto, dalla Siria alla Libia, continuano, mentre in altre parti del pianeta conflitti latenti o dimenticati stanno aumentando di intensità, approfittando che l’opinione pubblica mondiale è concentrata sulla pandemia del secolo.
È il caso della guerra non dichiarata nella regione dei Grandi Laghi che vede il Congo e Rwanda contrapposti al gruppo terroristico ruandese FDLR, milizie congolesi Banyamulengee al Burundi. Le scorse settimane hanno visto come teatro di questa guerra non dichiarata le province est del Congo del Nord e Sud Kivu. Un’offensiva congiunta degli eserciti congolese e ruandese ha inflitto pesanti perdite alle FDLR nella località di Tongo (Nord Kivu), bloccando un piano di invasione del Rwanda ideato da questo gruppo terroristico e il regime HutuPower burundese ancora controllato dal dittatore Pierre Nkurunziza.
Ora si segnalano intensi combattimenti nella piana della Ruzizi e sul altopiano ‘Hauts Palteaux’ in prossimità della città di Uvira, recentemente investita da un’alluvione che ha creato una vera e propria emergenza umanitaria. Reparti dell’Esercito burundese lealista al regime CNDD-FDD, unità di terroristi FDLR e milizie burundesi Imbonerakure hanno lanciato un’offensiva militare contro il movimento di liberazione burundese RED Tabara. I combattimenti si stanno svolgendo tra la piana della Ruzizi e la catena montagnosa di Mitumba nel ‘Hauts Plateaux’.
Alle forze di invasione si sono aggregati due milizie congolesi locali: i Mai Mai di Bavira e il gruppo armato di autodifesa Banyamulenge guidato dal generale Gumino.
I Banyamulenge sono una etnia tutsi congolese che dopo decenni di alleanza con il Rwanda ora combattono al fianco del regime burundese e dei terroristi FDLR. L’Esercito regolare del Congo, FARDC (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo) non sono in grado di supportare il movimento di liberazione RED Tabara in quanto impegnate nella necessaria assistenza alla popolazione civile della città di Uvira.
Le altre divisioni FARDC disponibili all’est sono impegnate a contrastare i terroristi FDLR nel Nord Kivu e a combattere la CODECO nell’Ituri. Intensi combattimenti si stanno consumando tra l’Esercito congolese e i guerriglieri della CODECO (Cooperative pour le Development du Congo) presso le città di Dyaro, Dala, Lipri e Cheibi.
Dopo i combattimento del 14 aprile l’Esercito ruandese sembra aver preso una pausa non partecipando a alcuna operazione all’est del Congo. Al momento i RED Tabara rimangono soli ad affrontare l’offensiva burundese nel Sud Kivu.
I combattimenti in corso nel Sud Kivu rappresentano una grave violazione dell’integrità territoriale del Congo commessi dal regime di Gitega a cui, però, non è seguita nessuna protesta diplomatica da parte del Governo di Kinshasa. La ragione è facile da intuire. Anche se di fatto le forze burundesi hanno invaso (temporaneamente) il Congo, questo atto di belligeranza non può essere oggetto di denuncia alla East African Comunity, Unione Africana o Nazioni Unite in quanto inserito in un contesto ben più esteso di guerra non dichiarata tra i tre Paesi regionali, iniziata nel marzo 2019 con l’avvio dell’Operazione Corridoio Est.
L’offensiva dei reparti lealisti dell’Esercito burundese, appoggiati dai terroristi FDLR e dai miliziani Imbonerakure, non riguarda solo i territori congolesi della provincia del Sud Kivu. In contemporanea è scattata un’offensiva governativa contro le unità dell’Esercito di liberazione composto da RED Tabara eFOREBU, stazionato dal 2019 nella foresta della Kibira (nord del Burundi), in prossimità del confine ruandese, dove hanno lanciato già diversi attacchi alle postazioni governative.
Le unità ribelli stazionate a Kibira sono, giustamente, considerate dal regime come una pericolosa testa di ponte. Secondo i servizi segreti del regime HutuPower questi ribelli (rafforzati da unità dell’esercito ruandese) aprirebbero un secondo fronte di invasione al nord del Burundi qualora le forze dei RED Tabara stazionate in Congo entrassero marciando su Bujumbura.
Da sabato 18 aprile nei pressi della foresta di Kibira e nella adiacente provincia di Cibitoke si registrano pesanti scontri tra le forze contrapposte, con largo uso di artiglieria pesanteda parte dei governativi. I combattimenti si starebbero concentrando presso le colline di Gafumbegeti, Rutorero, Gasebeyi e presso le località di Butahana e Ruhororo.
Secondo informazioni ricevute da fonti accreditate,l’offensiva Kibira – Cibitoke si starebbe svolgendo a sfavore delle truppe governative. Le unità dei RED Tabara impegnate negli scontri avrebbero ricevuti rinforzi dal Rwanda capaci di fermare l’offensiva e infliggere pesanti perdite. Il successo militare riscontrato sarebbe anche dovuto a tradimenti e fughe di notizia a favore dell’Esercito di liberazione da parte di autorità locali e di miliziani Imbonerakure.
Non si è in grado di confermare le notizie ricevute seppur provenienti da fonti credibili. Un riscontro parziale ci viene dagli arresti attuati dal Commissario provinciale di polizia di Cibitoke di tre membri del partito al potere CNDD-FDD e due miliziani Imbonerakure con l’accusa di complicità con il nemico. Non avrebbero segnalato i movimenti dei RED Tabara tesi ad accerchiare le forze governative.
Nessuna conferma dei combattimenti in corso sia nel Sud Kivu che nel nord del Burundi è stata data dalle rispettive autorità congolesi,burundesi e ruandesi, fedeli alla necessità di mantenere questa guerra segreta ed invisibile. Una strategia del tutto nuova che non trova precedenti nella recente storia della regione dei Grandi Laghi.
Le due offensive simultanee lanciate dal regime burundese sarebbero state decise dopo che ‘traditori’ hanno informato il Governo di Gitega di una imminente offensiva delle forze di liberazione prevista per lunedì 27 aprile.
Il dittatore Nkurunziza, esperto Signore della Guerra, con le due offensive avrebbe avuto l’obiettivo di spostare il teatro di guerra in Congo e di indebolire le unità di RED Tabara e FOREBU presenti al nord del Paese. Anche se l’esito di questi scontri sarà a sfavore del regime, con questa mossa Nkurunziza obbligherà le forze di liberazione burundesi a rinviare l’attacco finale per potersi riorganizzare.
Vari osservatori regionali concordano nel prognosticare un aumento esponenziale dei combattimenti in Sud Kivu e Burundi con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Le Presidenziali in Burundi sono previste per il 20 maggio, nonostante che imperversi l’epidemia di Coronavirus, negata dalle autorità burundesi.
La società civile di Beni, impegnata da qualche settimana in una campagna di disinformazione militare e sanitaria (opponendosi anche al contenimento dei nuovi casi di Ebola comparsi proprio a Beni e accusando il Rwanda di guerra batteriologica tramite diffusione del Covid19), è stata costretta a rivedere la sua strategia di comunicazione, in quanto le troppe fake news diffuse rischiavano di compromettere la sua credibilità.
Per quanto riguarda la presenza nell’est del Congo di militari ruandesi, la società civile di Beni ha cambiato versione. Fino a due giorni fa, tale presenza era considerata come una invasione del Congo da parte del Rwanda. Ieri, i militanti della società civile congolese, hanno ammesso che non vi è in atto alcuna invasione. La presenza dell’Esercito ruandese nelle province del Kivu è regolata dagli accordi siglati con il Governo di Kinshasa nel marzo 2019.
Informano, però, che le operazioni militari in corso contro le FDLR, esercito burundese e Imbonerakure sarebbero portate avanti dall’Esercito ruandese senza l’accordo del Governo congolese e senza informare il Presidente Felix Tshisekedi. Il Capo di Stato congolese ha preferito ignorare queste ennesime accuse che sembrano ideate per rafforzare la campagna di fake news e odio razziale in atto, nonostante le obbligate rettifiche delle precedenti (dis) informazioni.
Le offensive militari intentate dal regime aumentano il caos in Burundi, dove la situazione economica è definitivamente collassata. Sul fronte sanitario ufficialmente si registrano 11 casi di contagio e 1 decesso. Visto la decisione governativa di non attuare nessuna seria misura di prevenzione i casi potrebbero essere molto superiori alle cifre ufficiali. Purtroppo non vi è modo di saperlo. Le direzioni degli ospedali hanno l’ordine di non divulgare il numero di casi di contagio da Covid19 mentre i positivi vengono immediatamente arrestati dalla polizia politica.
È stata revocata la decisione di far continuare il campionato di calcio, dopo che il regime si è accorto della negativa pubblicità a livello internazionale, ma continua l’assenza di ogni collaborazione con il’OMS. Il regime è irremovibile nella sua strategia di politica sanitaria decisa a mettere a rischio la salute di milioni dei suoi cittadini pur di andare alle elezioni presidenziali del 20 maggio, dove l’esito è già stato stabilito con largo anticipo.
© Riproduzione riservata
653 visualizzazioni