Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Ott 24
di Fulvio Beltrami
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Fulvio Beltrami 24 ottobre 2019 "La verita' e' rivoluzionaria"
Martedì 22 ottobre Christine Kamikazi, Agnes Ndirubusa, Egide Harerimana, Terence Mpozenzi, giornalisti del settimanale burundese Iwacu e Adolphe Masabarakiza, autista sono stati arrestati dalla Polizia Nazionale mentre seguivano i combattimenti avvenuti nel distretto di Bubanza tra l’esercito e i ribelli del RED Tabara.
I giornalisti sono stati arrestati nonostante che avessero informato la polizia della loro presenza sul teatro delle operazioni. Questa palese violazione del diritto d’informazione è stata attuata come misura obbligatoria per impedire che la versione ufficiale degli avvenimenti venisse smentita da autorevoli testimoni oculari. La versione ufficiale, fornita dal portavoce della Polizia Nazionale Moise Nkurunziza, parla di uno gruppo di banditi intercettati dalla polizia. Dopo una breve scaramuccia le forze dell’ordine avrebbero sbaragliato i banditi, uccidendone 14.
I quattro giornalisti sono ora custoditi e sottoposti ad interrogatori. “I giornalisti giocano un ruolo vitale nel riportare le cronache di pubblico interesse e devono essere legittimati a fare il loro lavoro senza intimidazioni o interferenze. Le autorità burundesi devono rilasciare immediatamente i quattro giornalisti di Iwacu e il loro autista, oltre a interrompere l’attuale repressione dei Media e della libertà di libera informazione” ha dichiarato Lewis Mudge, direttore per il Centrafrica della associazione americana in difesa dei diritti umani Human Rights Watch.
La repressione della libera stampa fa parte della strategia del dittatore Pierre Nkurunziza per controllare il Paese ed evitare tutte le notizie delle continue e orribili violazioni dei diritti umani commesse sulla popolazione inerme. Tra il 2015 e il 2016 ogni sede di media indipendenti è stata bruciata e molti giornalisti uccisi sommariamente. Lo scorso luglio 2018 è stata ritirata la licenza ad operare in Burundi alla BBC e chiuso il suo ufficio a Bujumbura. Stessa sorte è toccata per Voice Of America.
Lo scorso luglio la Radio Televisione Nazionale Burundese è stata messa sotto il controllo delle milizie Imbonerakure e dei terroristi ruandesi, FDRL, tramite la nomina a direttore generale di Eric Nshimirimana, noto leader Imbonerakure. Lo scorso 19 ottobre il governo ha imposto un restrittivo codice di condotta per i giornalisti nel quale si proibisce di pubblicare anche su internet risultati provvisori o definitivi riguardanti le prossime elezioni del 2020 che siano contraddittori a quelli che verranno ufficialmente annunciati dalla Commissione Elettorale Nazionale “Indipendente” – CENI, controllata dal regime.
Il settimanale Iwacu è stato oggetto di infinite persecuzioni da parte del regime compresa la sparizione del famoso giornalista Jean Bigirimana avvenuta il 22 luglio 2016. Bigirimana è letteralmente scomparso. Probabilmente vittima di una esecuzione extra giudiziaria. Per ragioni politiche il regime non ha bruciato la sede di Iwacu e interdetto la pubblicazione anche online del settimanale. Al contrario lo ha mantenuto aperto sottoponendolo a stretta sorveglianza e censura. L’insolita decisione è stata presa per offrire alla comunità internazionale una parvenza di pluralità di informazione nel Burundi.
In realtà la redazione e i giornalisti di Iwacu sono sotto stretta sorveglianza e i pezzi verificati dal Consiglio Nazionale della Communicazione – CNC prima della loro pubblicazione cartacea o online. Nel paese è vietata qualsiasi traduzione o diffusione di articoli pubblicati da quotidiani o siti di informazione stranieri. A questo proposito è stata redatta una lista dei siti proibiti tra cui compare anche L’Indro. La scorsa settimana il CNC ha sospeso la possibilità di postare commenti sotto gli articoli del sito Iwacu online.
Nel frattempo i combattimenti tra la colonna dei ribelli RED Tabara e le forze di difesa burundesi stanno continuando. Secondo le informazioni ricevute i combattimenti dal distretto di Bubanza si sono spostati all’interno del parco nazionale della foresta di Kibira che confina con il Ruanda. Nonostante l’arresto dei giornalisti di Iwacu il regime non riesce a controllare le notizie dei combattimenti con i guerriglieri RED Tabara.
L’associazione SOS Medias Burundi (fuorilegge nel Paese) ci offre notizie inedite confermando le notizie che parlavano già ieri di un pesante bilancio di vite umane tra le forze di difesa burundesi. “Ho visto sei corpi di militari, 9 di poliziotti e due corpi di miliziani Imbonerakure.” Testimoniano abitanti della zona a SOS Medias Burundi. La popolazione di vari villaggi è stata costretta ad evacuare le loro abitazioni. Si pensa che a costringerli siano stati i guerriglieri del RED Tabara per evitare la perdita di vite innocenti. Il governatore della provincia di Bubanza, Térence Nobus Butoyi è giunto nei villaggi sfollati chiedendo alla popolazione di rivenire nelle loro case.
Giungono notizie che un colonello dell’esercito che dirigeva le operazioni contro i RED Tabara sia stato arrestato e accusato di Alto Tradimento per fuga di notizie e mancato spirito combattivo. Questa notizia, se sarà confermata, sottolinea la demoralizzazione e la mancata collaborazione verso la difesa del territorio nazionale da parte dell’esercito. Dopo i primi combattimenti i soldati burundesi si sarebbero ritirati e sostituiti da unità della polizia, terroristi FDLR e miliziani Imbonerakure. Notare che all’interno della polizia almeno il 30% degli effettivi sono composti da terroristi FDLR infiltratesi nel corpo d’armata. Anche gli attuali combattimenti all’interno della foresta della Kibira sarebbero sostenuti per la maggior parte da poliziotti, FDLR e Imbonerakure.
BREAKING NEWS
Le informazioni giunte in redazione qualche istante fa, affermano che una collonna di guerriglieri del FOREBU e' intervenuta combattendo al fianco dei RED Tabara nella foresta di Kibira.
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