Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Gen 18
di Fulvio Beltrami
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Per quasi sessanta anni l’informazione sugli avvenimenti africani in Italia è stata monopolizzata dal mondo cattolico. Riviste come Mondo Missionario, Nigrizia e l’Agenzia Stampa MISNA erano le uniche fonti disponibili per tentare di capire il Continente. Un network informativo legato alle logiche della politica estera del Vaticano che portava ad un filtraggio delle notizie, nascondendosi dietro a una presunta imparzialita'. Il mondo delle ONG italiane aveva tentato di porsi come alternativa ma con scarso successo. L’informazione era troppo incentrata sulle tematiche della assistenza umanitaria. Rari i giornalisti “laici” interessati alle realtà africane. Agli inizi del Duemila crollano i tradizionali cliché sul Continente: fame, carestie, povertà, sottosviluppo, colonialismo, dittature e guerre tribali. La fase storica della destabilizzazione occidentale post indipendenza si avviava al suo termine, sostituita dalla fase di Rinascita Africana e dal Black Dignity (dignità nera).
La Rinascita Africana ha offerto ampie possibilità e argomenti a una nuova generazione di giornalisti italiani laici che vivono nel Continente o che lo frequentano periodicamente. Giornalisti spesso coinvolti a pieno regime dalla Rinascita e fautori della riscoperta dignità del Continente. Anche lo stile della informazione subisce un netto cambiamento. Da informazione pilotata si passa all’informazione libera e filo Panafricana. Un classico esempio ce lo offrono le opere dei colleghi Andrea Spinelli Barrile e Marco Napoli. Penne italiane di tutto rispetto hanno trovato la possibilità di diffondere la corretta informazione sull’Africa nei media internazionali, per esempio Ludovica Iaccino corrispondente per il IBTime U. K.
La fame di informazioni dal futuro Quarto Polo economico mondiale e le impensabili rivoluzioni socio politiche avvenute nel Continente (basta pensare a Burkina Faso, Ghana, Sierra Leone, Kenya, Rwanda, Tanzania) hanno spinto migliaia di lettori comuni e centinaia di operatori economici ad esigere una informazione professionale e costante. La moderna informazione italiana sull’Africa è basata su una approfondita conoscenza dei Paesi e da una continuità informativa dei diversi argomenti trattati. Finiti gli improvvisi scoop riguardanti colpi di stato e carestie seguiti da un assurdo oblio informativo.
Sono stati sostituiti da una informazione costante e approfondita che si avvale di fonti dirette e tesa a far parlare gli africani. Le fonti autorevoli (Farnesina, ONU, ONG occidentali, Vaticano) sono state emarginate per dar spazio alle fonti africane: dai Presidenti alla gente comune sulla base di un principio giornalistico di base. Non esistono esperti bianchi che possono spiegarci l’Africa. Esistono giornalisti bianchi che si fanno spiegare l’Africa dagli africani. La nuova generazione dei giornalisti italiani specializzati sull’Africa spesso vive nel Continente e racconta gli avvenimenti da un punto di vista Pan Africano e non più eurocentrico.
La rivoluzione dell’informazione dall’Africa ha spinto vari quotidiani italiani online a specializzarsi su questo specifico settore. Tra le redazioni pionieri della nuova informazione vanno ricordate: Rete Luna, L’Indro, African Express, Il Fatto Quotidiano, Radio Radicale, Sankara Blog, VadoinAfrica. Oltre all’informazione generale ogni testata ha tentato di specializzarsi. L’Indro come unica costante fonte di informazione sulla tragedia in Burundi. African Express sulla coraggiosa denuncia del barbaro regime dittatoriale vigente in Eritrea. Sankara Blog come opinionista incarnando il ruolo del mercante veneziano alla scoperta di altre culture. Altri propongono inchieste speciali.
All’interno di questa stimolante nuova informazione strettamente collegata alla Rinascita Africana sei anni fa prende corpo una curiosa ma geniale iniziativa editoriale: African Voices a cura di Marco Pugliese. Nata per soddisfare un personale e morboso amore per il Continente, African Voices diventa rapidamente un hub internazionale di informazioni africane (l’Addis Abeba dell’informazione) grazie a scelte editoriali mirate e vincenti. Il portale di AV (prima su blog ora presente su Facebook e sui principali social network) non propone notizie occidentali sull’Africa. Propone notizie africane.
Il responsabile editoriale Marco Pugliese quotidianamente opera una ampia scelta di notizie che giungono direttamente dall’Africa coprendo vari settori: politico, sociale, culturale, economico, musicale, artistico. AV rende un importante servizio: una vetrina informativa genuina e africana. Una soddisfazione anche personale per un redattore che vive con la nostalgia nel cuore e l'incertezza se un giorno riuscirà a ricongiungersi con la così tanta sublimata amante: l’Africa.
La collaborazione con giornalisti italiani è spesso limitata a scoop e campagne di informazioni scomode. Uno stile tipico della natura beffarda e provocatrice del Pugliese. Queste collaborazioni vengono utilizzate da AV per diffondere tutte quelle notizie che i poteri forti (italiani o europei) non desiderano che vengano divulgate. Una scelta editoriale che ha creato varie problematiche al Pugliese in quanto la libertà di espressione non è ancora un diritto acquisito nemmeno tra le cosiddette “democrazie” occidentali. Ogni governo si basa sul concetto che certe notizie non devono raggiungere il grande pubblico.
Un concetto diametralmente opposto da quello di African Voices. Con l’evolversi di questo interessante esperimento editoriale sempre più giornalisti, bloggers, musicisti, artisti, attivisti dei diritti umani e gente comune che vive nel Continente trovano ampi spazi di espressione. Non è un caso che l’attuale e vasto pubblico di AV sia composto per la maggioranza da africani. African Voices è l’unico portale italiano sull’Africa che propone informazione in diverse lingue internazionali.
La “Informazione attiva sull’Africa” del Pugliese si avvale anche di collaboratori fissi tra i quali l’attivista in difesa dei diritti umani Huno Djibouti per Djibouti e Corno d’Africa, Henry Mworia per il Kenya, Adrian Arena per gli Afro Messicani, Cornelia Toelgyes (nota giornalista e amministratrice del gruppo Per la Liberazione dei Prigionieri del Sinai per l’Africa sub sahariana, immigrazione e diritti umani. Anche la Regione dei Grandi Laghi è coperta da collaboratori anche se questo settore geografico ha dato nel passato non poche problematiche ad African Voices causa il complicato e spesso non pulito intreccio tra dinamiche razziali, conflitti regionali e avidi interessi economici-politici occidentali.
African Voice non è solo un portale per l’informazione dall’Africa. Progressivamente si sta trasformando in un strumento socio economico a disposizione degli africani con l’obiettivo di collegare in modo concreto interessi economici e iniziative sociali africane e occidentali. Uno dei principali obiettivi di AV per il 2017 è quello di aiutare le piccole e medie ONLUS africane. Quelle che spesso non accedono agli aiuti internazionali. Un enorme handicap finanziario che non impedisce a queste ONLUS di attuare interventi socio economici di grande impatto. Per ottenere i fondi necessari per assicurare il sostegno AV da alcuni mesi ha iniziato a collaborare con una multinazionale leader nel sistema del Cashback: la Lyoness presente in 48 Paesi nel mondo con sede a Graz, Austria.
L’accordo raggiunto tra Lyoness e African Voices si basa sul principale motore del capitalismo: il consumismo. Le centinaia di migliaia di consumatori europei associati a Lyoness, guadagnano una percentuale media quando fanno shopping presso le aziende del circuito commerciale Lyoness. Guadagno direttamente versato sul loro conto corrente. African Voices, a seguito dell’accordo stipulato, guadagna il 0,5% su ogni acquisto del circuito europeo Lyoness. Percentuale che devolve alla ONLUS africane. Una iniziativa che tende ad associare al servizio informativo il ruolo di ente finanziatore privo però delle logiche politiche strettamente collegate ai finanziatori istituzionali o quelle economiche di filantropi privati.
Il secondo obiettivo di AV è quello di creare un network di opportunità di impiego per gli africani nei loro Paesi. L’idea è quella di rivolgersi al settore privato africano in cerca di lavoratori offrendo di pubblicare gli annunci sui vari portali gestiti da AV: Twitter, Linkedin, Tumblr, You Tube, Facebook che hanno una utenza media internazionale di 150.000 visitatori quotidiani. Utenza in costante aumento. Un obiettivo che corre parallelo a quello di E4Impact Foundation della Università Cattolica di Milano che promuove formazione imprenditoriale nel Continente. L’impegno di E4mpact Foundation è concretizzato grazie a dei Master promossi in partenariato con prestigiose università africane in Kenya, Ghana, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Senegal e Uganda.
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