Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Dic 18
di Fulvio Beltrami
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La crisi burundese sta prendendo una direzione genocidaria voluta cinicamente dal ex presidente Pierre Nkurunziza che dal agosto 2015 occupa illegalmente e contro la volontà popolare la carica di presidente della Repubblica. Difeso da dei miliziani estremisti denominati Imbonerakure e dai terroristi ruandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR) autrici del genocidio in Rwanda del 1994, Nkurunziza ha intrapreso la strada del genocidio etnico come arma politica per rimanere al potere. Agli inizi di novembre Nkurunziza, il presidente del Senato, il Ministro degli Interni e alti ufficiali della polizia hanno pubblicamente incitato la popolazione a “lavorare” per ripulire i nemici del paese. Il termine “lavorare” è stato usato in Rwanda nel 1994 per indicare lo sterminio della minoranza tutsi. Agli appelli genocidari è seguito un fallito tentativo di genocidio a cui le masse contadine hutu si sono rifiutate di aderire.
L’indirizzo genocidario è stato chiarito venerdì 11 dicembre 2015 quando, approfittando di un attacco della opposizione armata a tre caserme, il regime ha lanciato una vasta operazione di pulizia etnica nella capitale Bujumbura massacrando oltre 200 civili, tutti di etnia tutsi. L’atto genocidario è stato di proporzioni tali che i rapporti tra la comunità internazionale e il governo illegittimo di Nkurunziza si sono inaspriti. Vari paesi occidentali chiedono una inchiesta indipendente sul massacro e alcuni paesi, come il Belgio, hanno scelto l’opzione di abbattere il regime, fornendo fondi e armi alla ribellione democratica. Il regime dall’inizio della crisi ha sempre cercato di nascondere e negare i piani genocidari al mondo esterno e di promuoverli all’interno del paese.
Ogni regime dittatoriale ha un disperato bisogno di una propaganda da indirizzare alle masse per stimolare la loro immaginazione per creare incondizionato e fanatico consenso. La propaganda diventa vitale quando il regime intende realizzare un progetto genocidario come fu nel caso del Nazismo, del regime HutuPower del Rwanda 1994 e, purtroppo, del regime razial nazista CNDD-FDD in Burundi. Ogni regime affida a persone “speciali”, spesso intelligentissimi ed astuti psicopatici il coordinamento della propaganda. Nel nazismo il ruolo era stato affidato a Joseph Goebbels, nello stalinismo a.... nel regime di Pol Pot dei Kmer rossi a. Nel regime Hutu Power di Juvenal Habyrimana la propaganda era curata da. Questi uomini hanno avuto in comune un’abilità sovrumana di manipolare la verità e le masse, creare consenso e trasformare i più orrendi crimini in atti moralmente accettabili e giustificati.
In Burundi il lavoro sporco è stato affidato a Willy Nyamitwe detto: Bakame il più importante tra i Consiglieri della Presidenza. Un hutu con gravi ed evidenti complessi di inferiorità e deliri di potenza nato a Bujumbura alla fine degli anni Sessanta. Il Bakame Willy è la persona adatta a ricoprire questo ruolo, per la sua intelligenza criminale, per il suo passato di spia, per la sua capacità di adattarsi a tutte le circostanze. Il suo principale compito è quello di screditare l’opposizione democratica e la società civile che si oppongono alla dittatura del ex presidente Pierre Nkurunziza, mantenuta versando quotidianamente il sangue della popolazione. Il secondo compito è di permettere al regime e al suo alleato regionale, il gruppo terroristico ruandese FLDR autore del olocausto del 1994, di compiere un genocidio strisciante della minoranza tutsi e della opposizione hutu senza che questo genocidio venga realmente riconosciuto. Un compito che Bakame Willy svolge grazie ad un network di militanti CNDD-FDD della diaspora hutu estremista in Europa e ad un gruppo di intellettuali occidentali negazionisti tra cui si annoverano degli americani, dei francesi e, purtroppo, anche degli italiani.
La sua carriera politica militare inizia nel 1987 quando diventa membro del partito genocidario hutu Palipehutu. Nel 1991 partecipa agli attacchi ai campi militari dell’esercito regolare (all’epoca controllato dai tutsi). Catturato ed imprigionato viene rilasciato per buona condotta qualche anno più tardi. Successivamente fonda il giornale Intumwa divenuto il portavoce dei propositi genocidari del Palipehutu-Fronte Nazionale di Liberazione che sceglie la via lotta armata dopo il colpo di stato e la morte del presidente hutu Melchiorre Ndadaye. Un colpo di stato attuato dall’esercito tutsi per impedire il realizzarsi del piano genocidario, agenda segreta del presidente Ndadaye per instaurare in regime razziale HutuPower nel paese. Un piano drammaticamente rivelatosi realtà tramite il massacro di massa di tutsi avvenuto nel 1993 da parte dei fanatici seguaci di Ndadaye represso a sua volta nel sangue dall’esercito tutsi che mise al potere un altro presidente di etnia hutu Cyprien Ntaryamira morto nell’incidente aereo dell’aprile 1994 presso l'aeroporto di Kigali, Rwanda.
L’aereo presidenziale fu abbattuto da un missile terra aria lanciato da consiglieri militari francesi con l’intento di uccidere il presidente ruandese Juvenal Habyrimana e scatenare il genocidio dei tutsi. I consiglieri militari francesi furono gli esecutori fisici dell’attentato deciso dalla Francia e dagli irriducibili HutuPower ruandesi. L’assassinio di Habyrimana fu considerato necessario dalla sua stessa moglie Agathe Habyrimana per impedire gli accordi di pace e il governo di unità nazionale con la guerriglia tutsi del Fronte Patriottico Ruandese guidato da Paul Kagame e sostenuto dai presidenti ugandese Yoweri Museveni, americano Bill Clinton e dal Primo Ministro inglese Tony Blair.
Durante la guerra civile burundese (1993 – 2004) che vide contrapporsi il governo guidato dal presidente tutsi Pierre Buyoya alle due formazioni estremiste hutu: il Palipehutu-FNL e il CNDD-FDD (attuale partito al potere), Willy Nyamitwe detto Bakame passa dal FNL al CNDD-FDD da lui considerato (a ragione) il cavallo vincente tra le due formazioni genocidarie hutu. La prima azione militare di Willy il Bakame si registra nello Zaire (attuale Congo Kinshasa) nel 1996 quando partecipa ad un commandos di liberazione per liberare il Comandante Georges un ufficiale genocidario ruandese detenuto dai soldati congolesi tutsi Banyamulenge e dall’esercito regolare ruandese a Uvira, Sud Kivu in attesa di essere estradata al Tribunale Speciale del Rwanda ad Arusha, Tanzania.
L’operazione è coronata di successo e il Comandante Georges riesce a scappare in Canada dove ora vive sotto falsa identità e coordina i finanziamenti illegali destinati a comprare le armi per il gruppo terroristico ruandese FDLR. Il governo congolese ha emesso contro Willy Bakame un mandato di cattura e lo ha condannato a morte in contumacia. Sia il mandato che la condanna sono ahimè rivolte al Comandante Jean Jacques Kambale l’ufficiale dell’esercito congolese autore dell’attacco al campo militare di Uvira. Il comandante Kambale non è mai esistito. Era la falsa identità assunta da Willy Nyamitwe per infiltrarsi all’interno dell’esercito congolese come spia. La liberazione del criminale di guerra ruandese Georges corrisponde alla invasione dello Zaire (Congo) da parte della guerriglia congolese guidata da Laurent Desire Kabila e degli eserciti ugandese e ruandese. Invasione che mise fine alla dittatura del presidente Joseph Mobutu Sese Seko.
Dopo l’avventura militare in Congo, Willy Nyamitwe ritorna in Burundi senza subire conseguenze. Il governo del Generale Pierre Buyoya e i servizi segreti burundesi non erano assolutamente a conoscenza delle sue attività terroristiche in Congo ne della sua militanza militare presso la guerriglia hutu CNDD-FDD capeggiata da un insegnante di ginnastica del liceo: Pierre Nkurunziza. Giunto a Bujumbura riceve un consistente finanziamento dalla guerriglia CNDD-FDD per aprire una attività di copertura dei compiti di spionaggio a lui affidati dal signore delle guerra Nkurunziza. Willy aprì una ditta di decorazioni artistiche: Lion’s Willy Services.
La ditta, oltre a copertura per le attività di spionaggio, fungeva anche come riciclaggio di denaro delle attività illegali e mafiose del CNDD- FDD in Congo e come tramite finanziario per i finanziamenti esteri (Francia compresa) alla guerriglia genocidaria CNDD-FDD. Il gruppo terroristico fondato da Piere Nkurunziza aveva le sue basi nel est del Congo nella provincia del Sud Kivu. Oltre al supporto francese finanziava le sue attività militari grazie alla vendita illegale di oro estratto dalle miniere che controllava nelle zone da lui occupate in Congo. L’oro veniva fatto passare oltre frontiera in Burundi e comprato da dei commercianti indiani che lo inviavano a Dubai con la complicità anche di alcuni funzionari della dogana e della polizia aeroportuale burundese.
Durante il suo periodo di spionaggio rivolto contro il governo Buyoya, Willy il Bakame crea una fitta rete di amicizie tra i commercianti, gli espatriati, le Nazioni Unite, e i preti cattolici compresi alcuni rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio e di alcune Ong italiane ad essi collegati operanti in Burundi. Una rete di amicizie che si rivelerà utilissima per la scalata al potere di Willy avvenuta tra il 2008 e il 2014. Per portare a termine i compiti di spionaggio contro il regime di Buyoya, il Bakame diventa amico intimo di Joris Ndongozi lo sterminatore di hutu. Ndongozi, vero e proprio serial killer senza pietà ne rimorsi, era utilizzato dal presidente Buyoya per eliminare fisicamente tutti gli intellettuali e oppositori hutu.
Operò come killer di Stato tra il 1994 e il 2002. Fu l’amicizia con Ndongozi che permise a Willy di conoscere personalmente il presidente Buyoya. Il lavoro di quinta colonna all’interno del governo Buyoya rappresenta un periodo non chiaro sulla lealtà del Willy Bakame alla causa del HutuPower. Sospettato di fare il doppio gioco a favore del regime dittatoriale tutsi, Willy riesce a riabilitarsi dinnanzi al CNDD-FDD e ad Nkurunziza con l’organizzazione dell’assassinio del leader politico militare del Pelipehutu-FNL: Agathon Rwasa. L’assassinio (fallito) era frutto di un complotto che associava il ribelle hutu Nkurunziza e il presidente tutsi Buyoya. Entrambi i nemici giurati consideravano pericoloso per i propri interessi il leader del secondo gruppo guerrigliero hutu: il FNL.
Con l’applicazione degli accordi di pace di Arusha Willy riesce ad entrare nel governo provvisorio guidato dal presidente Domitien Ndayizeye divenendo un dei suoi consiglieri tra i più ascoltati. Posto carpito grazie alla “amicizia intima” con la moglie del presidente Aude Ndayizeye. Un’amicizia intima che Aude rimpiangerà per tutta la sua vita. Willy fu l’ideatore della ascesa al potere di Pierre Nkurunziza (2005) sostenuta a livello internazionale dalla Francia e dal Vaticano. Il 21 agosto 2006 Willy organizzò l’arresto del ex presidente Ndayizeye accusato di alto tradimento e tentativo di colpo di stato contro Pierre Nkurunziza. Accuse false che nascondevano la vendetta decisa da Nkurunziza contro Ndayizeye per il suo operato di riconciliazione tra hutu e tutsi e l’applicazione ferrea degli accordi di pace di Arusha (2000) che prevedevano un equilibrio etnico del potere.
L’operato di Ndayizeye fu considerato da parte di Nkurunziza un insulto alla causa HutuPower di supremazia razziale. Facendosi scudo degli accordi di Arusha e delle amicizie internazionali, dalla Francia alla Comunità di Sant’Egidio di Roma, Pierre Nkurunziza fin dal primo giorno dell’insediamento alla presidenza promosse il suo piano sotterraneo per instaurare il regime razial nazista uccidendo gli oppositori, reprimendo la società civile, la minoranza tutsi e gli oppositori hutu. L’attuale crisi in Burundi non è altro che l’apogeo di una politica di supremazia razziale e genocidaria attuata dal CNDD-FDD e da Nkurunziza di cui la Comunità Internazionale era a conoscenza ma preferiva ignorarla per non alterare i precari equilibri della regione dei Grandi Laghi. Nel 2005 le potenze occidentali consideravano il dittatore burundese Nkurunziza e il dittatore congolese Joseph Kabila come alleati affidabili per gli interessi delle multinazionali europee ed americane nella regione. L’appoggio ad entrambi i dittatori durò fino al 2014.
Durante i due mandati presidenziali di Nkurunziza Willy il Bakame occupa importanti ruoli di consigliere fino alla sua nomina ufficiale. Il periodo che intercorre prima della nomina a Consigliere della Presidenza viene impiegato per inserirsi nel tessuto politico, economico e religioso del Burundi. Willy apre una ditta di commercio generale che affida a sua moglie e una ditta informatica specializzata nella creazione di siti internet e di marketing in rete. Riesce ad inserirsi nel tessuto mafioso burundese entrando nel mercato illegale della droga, sopratutto cocaina venduta agli espatriati e ai Caschi Blu ONU e smerciata in famose discoteche e alberghi gestiti da occidentali belgi e italiani. Dal 2010 Willy diventa la persona di referenza per qualsiasi imprenditore straniero che voglia investire in Burundi.
Il Bakame assicura agli investitori la protezione di Nkurunziza in cambio di una percentuale dei profitti. Alcuni imprenditori europei affascinati dal potere si comprometteranno allacciando stretti ed intimi rapporti con la famiglia Nkurunziza, causa ora di viva preoccupazione. Se la dittatura sarà abbattuta questi imprenditori di cui uno ha nazionalità italiana, saranno costretti ad abbandonare il paese per le loro scelte politiche disprezzate dalla popolazione. Ovviamente trattasi di investitori senza scrupoli, spesso con un passato torbido nei loro paesi europei d’origine, finiti in Burundi come ultima spiaggia o per riciclare i soldi provenienti dalla criminalità organizzata europea normalmente ripuliti in attività e infrastrutture turistiche ed alberghiere.
Anche il settore religioso non viene trascurato. Willy diventa a fase alterne, Testimone di Geova, protestante, fervente cattolico. Per un brevissimo periodo si converte anche al Islam. Il suo politeismo gli permette di introdursi negli ambienti protestanti, battisti, pentecotisti, cattolici e mussulmani allacciando stretti rapporti con qualsiasi entità religiosa pronta a sostenere il regime razial nazista del CNDD-FDD. Dopo la presa di distanze della Chiesa Cattolica avvenuta a causa dell’assassinio di Stato delle tre suore italiane avvenuto nel settembre 2014 Willy cerca di sfruttare le sue conoscenze all’interno della Chiesa Cattolica per creare una frattura e convincere il più alto numero possibile di preti a sostenere il regime. Tentativo fallito causa le precise disposizioni pervenute dal Vaticano che costrinsero nel ottobre scorso la presa di distanza della Comunità di Sant’Egidio, una degli attori degli accordi di pace di Arusha e sponsor politico del regime di Nkurunziza.
Durante la sua carriera criminale Willy il Bakame si è più volte infiltrato nelle associazioni umanitarie internazionali per spiare, per sabotare, per influenzarle a favore delle ideologie di morte del HutuPower cercando di metterle contro la minoranza tutsi. Durante la seconda guerra pan africana in Congo si infiltrò nella Croce Rossa Internazionale sospettata di assistere i ruandesi. Entrò come portinaio e per stupidità di qualche espatriato occidentale divenne assistente contabile. Non trovando le prove di un ipotetico sostengo della Croce Rossa Internazionale ai tutsi le inventò. Fabbricò falsi documenti contabili da esibire come prova ai media internazionali. Il suo piano fu per fortuna smascherato e non poté nuocere più di tanto.
Durante il regime di Nkurunziza 2005 – 2015 si è infiltrato all’interno delle associazioni dei giovani e delle donne e anche nella società civile fingendosi, prima della nomina a Consigliere Presidenziale, un oppositore di Nkurunziza. All’interno del mondo associazionistico burundese ha raccolto nomi, indirizzi, numeri di telefono. Ha preso nota di tutti i giovani, di tutte le donne, di tutti i difensori dei diritti umani critici al regime. La lista da lui redatta è servita come base per il lavoro di sterminio delle Imbonerakure e dei terroristi FDLR.
Willy Nyamitwe fino a venerdì 11 novembre 2015, data della pulizia etnica a Bujumbura, rappresentava il volto pulito del regime e il personaggio meno scomodo con cui dialogare. La sua maschera e la sua “credibilità” è stata compromessa da lui stesso. Dopo il massacro di centinaia di innocenti civili, Willy si abbandona alla euforia festeggiando la “vittoria” in una festa indetta dal regime in una nota residenza privata di Bujumbura. Ritornato a casa, verso le 3 del mattino pubblica un Twitter sulla sua pagine che lo ha screditato dinanzi al mondo intero: “Vado a dormire con in testa una domanda. Cosa ci guadagna l’opposizione in Europa ad inviare i loro figli a crepare in Burundi?”.
Screditato e in difficoltà Willy il Bakame continua nella sua opera di propaganda razziale consapevole che si è troppo compromesso entrando a pieno titolo nella lista dei criminali di guerra che rischiano di essere giudicati alla caduta del regime o di passare la loro vita nascondendosi in paesi terzi ricercati da mandato di arresto internazionale. Nel prossimo articolo analizzeremo le tattiche di propaganda utilizzate da Willy Nyamitwe.
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