Rwanda nel mirino del terrorismo salafista

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Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Ago 20

Rwanda nel mirino del terrorismo salafista

Per la seconda volta nel 2016 le forze di sicurezza riescono a distruggere cellule terroristiche in Rwanda. Lo scorso gennaio una del DAESH e ora una del gruppo terroristico somalo Al-Shabaab. Il Paese è sempre stato risparmiato dal terrorismo internazionale. Quali allora le ragioni e, sopratutto chi i mandanti?

di Fulvio Beltrami

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Governo e forze di sicurezza ruandesi si trovano costrette ad affrontare una nuova minaccia nazionale. Il terrorismo salafista di origini saudite. Dopo aver distrutto sul nascere una cellula di ISIL DAESH in gennaio le forze dell’ordine giovedì 18 agosto un terrorista ha ingaggiato un violento scontro a fuoco con la polizia nel distretto di Gasabo, presso la capitale Kigali durato tre ore prima di essere ucciso. Venerdì 19 agosto le forze di sicurezza hanno intercettato e distrutto una cellula del gruppo salafista somalo AL-Shabaab. La cellula era composta da tre terroristi somali uccisi a Bugarama, nel sud ovest del Paese. I primi rapporti internazionali sono stati pubblicati sulla BBC e da Ludovica Iaccino su Ibitimes Uk. Il governo ha calato una coltre di silenzio per non compromettere le indagini in corso senza però ostacolare troppo i media nazionali.  Si conosce solo l’identità del quarto terrorista abbattuto dalla polizia a Kigali. Trattasi di Channy Mbonigaba, cittadino ruandese risiedente nel distretto di Rubavu, provincia Orientale. Nessuna informazione riguardo l’identità dei tre terroristi somali uccisi a Bugarama.

La notizia apre seri interrogativi. Quali sono gli obiettivi e chi i mandanti? In Rwanda si sono verificate tensioni etniche che portarono al genocidio del 1994 ma il Paese è sempre stato esente dalla minaccia del terrorismo. Il Rwanda conta 235.600 mussulmani, pari al 2% della popolazione. La comunità mussulmana ruandese non ha dato mai segni di estremismo. Al contrario giocò un importante ruolo nel salvare centinaia di vite umane durante l’Olocausto ricevendo riconoscimenti e onori nazionali. Il Rwanda non partecipa alla missione militare africana della AMISOM in Somalia quindi non dovrebbe essere un target per i terroristi Al-Shabaab. Il gruppo terrorista si trova attualmente in grosse difficoltà, incalzato dalle truppe AMISOM e con forti divisioni interne tra seguaci di Al Qaeda e seguaci del DAESH. In risposta alle pesanti sconfitte riportate sul fronte somalo, Al-Shabaab risponde con una ondata di terrore presso la capitale Mogadiscio e attentati nei Paesi che partecipano alla missione AMISOM. Attaccano normalmente l’anello più debole della coalizione militare africana: il Kenya. Nell’Uganda (di cui esercito è alla guida della AMISOM) dopo l’attentato del 2010 il gruppo terroristico non è riuscito a farne altri. L’Etiopia rimane un Paese impenetrabile per le cellule terroristiche.

Il Rwanda è fuori dalle strategie di Al-Shabaab e non rappresenta nessuna minaccia immediata per il gruppo terroristico. Alla luce di questi dati la presenza di una sua cellula in Rwanda rimane al momento inspiegabile. Dinnanzi alla minaccia terroristica il governo reagisce con una linea ferma. In ambe due le operazioni contro le cellule terroristiche di gennaio e agosto la polizia ha ucciso i terroristi. Un comportamento deleterio in quanto impedisce gli interrogatori e le indagini per comprendere radici e motivazioni di questa nuova minaccia nazionale. Si ha l’impressione che il governo si affidi ai potenti servizi segreti addestrati da Israele per intercettare e annientare la minaccia sul nascere, prima che i terroristi siano in grado di fare un attentato. I servizi segreti sospettano che alcuni ruandesi siano stati reclutati dal DAESH e stiano combattendo sul fronte siriano. Rwanda Muslim, la principale associazione islamica del Paese dallo scorso gennaio sta sensibilizzando i fedeli contro i rischi della radicalizzazione. Si ha l’impressione che qualche potenza straniera stia giocando la carta di destabilizzazione del Paese. Dal luglio 2016 a Kigali si registra una forte presenza degli agenti israeliani del MOSSAD impegnati in non chiarite operazioni di cooperazione militare. Alcuni sostengono che gli israeliani stiano gestendo l’offensiva militare lanciata dall’opposizione armata in Burundi, ma potrebbero esserci anche altri motivi che spiegano la presenza degli israeliani in Rwanda.

Per approfondimenti.

Fears Al-Shabaab presence in Rwanda. Three terror suspects killed. Ludovica Iaccino Ibitimes UK.

http://www.ibtimes.co.uk/fears-al-shabaab-presence-rwanda-three-terror-suspects-killed-1577035

ISIL DAESH arriva in Rwanda. Fulvio Beltrami L’Indro.

http://www.lindro.it/isil-daesh-arriva-in-rwanda/

Burundi. La parola alle armi. Fulvio Beltrami L’Indro.

http://www.lindro.it/burundi-la-parola-alle-armi/

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