Nigeria. Il governo intende negoziare con Boko Haram

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Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Giu 5

Nigeria. Il governo intende negoziare con Boko Haram

Il governo federale starebbe preferendo aprire i negoziati con Boko Haram per il rilascio delle oltre 200 studentesse rimanendo assai reticente all’uso della forza e alla collaborazione con le potenze occidentali per paura di perdere la sovranità economica e politica

di Fulvio Beltrami

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I media nigeriani hanno pubblicato la notizia relativa all’intenzione del governo federale di negoziare con il gruppo terroristico Boko Haram per il rilascio delle 276 studentesse rapita a Chibok. L’ex presidente Olesung Mathew Obasanjo sarebbe entrato in contatto con degli esponenti di Boko Haram. I negoziati verterebbero sulla possibilità di accettare la proposta del gruppo terroristico di liberare le ragazze in cambio del rilascio di vari suoi militanti e le loro famiglie detenute senza capi d’accusa. La notizia è stata indirettamente confermata dal Capo di Stato Maggiore, il Maresciallo Alex Badeh, che ha escluso la liberazione delle ragazze tramite blitz militare. Anche il portavoce presidenziale Ruben Abati e dal New York Times sembrano confermare la notizia. La decisione di aprire i negoziati è dettata dalla necessità del governo di ottenere dei risultati per diminuire la pressione nazionale ed internazionale in previsione delle elezioni previste per il 2015.

Un altro motivo sarebbe quello di cercare una soluzione alla crisi indipendente dalle interferenze occidentali su cui gravano sospetti di utilizzare l’emergenza terroristica e la guerra civile al nord come una forma di pressione rivolta al governo federale per accedere alla produzione petrolifera. La Nigeria sta progressivamente dirottando l’esportazione di petrolio verso nuovi partner commerciali come Cina e Russia. Le esportazioni di greggio verso gli Stati Uniti sono diminuite del 50%. Il Maresciallo Badeh ha informato che l’esercito conosce dove sono tenute prigioniere le ragazze confermando che questo risultato è stato ottenuto senza la collaborazione dei paesi occidentali. L’ex presidente Obasanjo ha affermato ai media nazionali che il presidente Jonathan Goodluck è favorevole ad accogliere l’aiuto occidentale nella lotta contro il terrorismo a condizione che venga rispettata la sovranità economica e politica della Nigeria.

Il signore della guerra Abubakar Shekau, figura politica emergente nell’universo dei gruppi terroristici che si riuniscono sotto la sigla Boko Haram, al momento avrebbe rifiutato la proposta ricevuta dal governo federale che ora sta ternando di individuare nuovi interlocutori all’interno di Boko Haram.

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