Behind The News

Dagli anni Novanta i media italiani hanno subito un'involuzione sulla qualità delle notizie estere a causa delle esigenze finanziarie di tagliare i costi per i corrispondenti ed inviati nel principali Paesi e nei principali teatri di guerra.
La mancanza delle grandi firme dei Reporter Italiani ha costretto i media italiani ad affidarsi a notizie delle principali agenzie stampa internazionali che monopolizzano l'informazione standardizzandola.
Questo sistema riduce i costi ma priva il lettore di un'informazione pluralista e di analisi approfondite sui principali temi di politica ed economia mondiale.
Behind the News (dietro la notizia) intende ripristinare questo essenziale servizio destinato al lettore proponendo informazioni ed analisi inedite sui principali avvenimenti mondiali andando oltre la semplice notizia per capire le ragioni celate dietro il sipario.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Lug 3

Afganistan. La Russia paga i Talebani per uccidere i soldati americani

Rapporti esplosivi sull’esistenza del programma di ricompensa russa ai terroristi islamici Talebani per uccidere più soldati americani possibile sono stati rivelati dal New York Times e dal sito specializzato Defence One che deplora l’incapacità dell’Amministrazione Trump di rispondere pubblicamente nei mesi successivi alla scoperta del programma

di Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami 03 luglio 2020

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Giu 2

États Unis. Donald Trump exige une réponse militaire aux manifestations populaires

Si le meurtre de l'Afro-américain George Floyd a déclenché une protestation nationale qui n'est pas exclusive à la communauté noire, le président Donald Trump, demandant une intervention militaire, risque d'aller au-delà du point de non-retour en coulant le pays dans le chaos

di Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami 02 Juin 2020

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Giu 2

Stati Uniti. Donald Trump esige una risposta militare alle proteste popolari

Se l’omicidio del Afro Americano George Floyd ha fatto scattare una protesta nazionale che non è di esclusiva della comunità Black, il Presidente Donald Trump, chiedendo l’intervento dell’esercito, rischia di oltrepassare il punto di non ritorno facendo sprofondare il Paese nel Caos

di Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami 02 giugno 2020

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Mag 2

Crisi Coreana. Il direttore della CIA in visita segreta a Seul

Mike Pompeo, il direttore della CIA nominato dal Presidente Donald Trump ha effettuato una visita segreta a Seul, Corea del Nord per parlare della crisi nella Penisola Coreana. Pochi i dettagli disponibili dei colloqui con l’alleato coreano. Probabile che Pompeo stesse organizzando l’incontro diretto tra Donald Trump e il leader comunista del nord Kim Jong Un. Visita fallita causa le ultime provocazioni di Pyongyang

di Fulvio Beltrami

In una data imprecisata della scorsa settimana il direttore della CIA nominato dal Presidente Donald Trump: Mike Pompeo ha effettuato una visita segreta a Seul per discutere della escalation delle tensioni nella penisola coreana. A rivelarlo è il giornalista Ian Allen sul sito specializzato in Intelligence e contro spionaggio: IntelNews. Org. La visita non era stata programmata e le autorità di Seul sono state avvisate all’ultimo momento.

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Apr 14

Pentagono. 6,5 trilioni di dollari spariti mentre i media tacciano

Il giornalista investigativo David Lindorff rivela 6.5 trilioni di dollari sono spariti dai conti del Pentagono. L’inchiesta ha fatto nel luglio 2016 i controlli amministrativi federali ma il Presidene Donal #Trump potrebbe ignorare il problema per proteggere l'industria militare americana e il Pentagono mentre i grandi media americani cercano di minimizzare o di ignorare questo scandalo dalle dimensioni colossali

di Fulvio Beltrami

Il rapporto del luglio 2016 redatto dal Dipartimento Generale di Ispezione della Difesa sui conti relativi agli acquisti d’armi effettuati dal Pentagono negli ultimi vent’anni parlano chiaro: 6,5 trilioni di dollari non sono rendicontabili. A rendere noto gli auditi è stato il famoso giornalista investigativo americano: David Lindorff che recentemente ha dichiarato ai media americani: “Il Dipartimento della Difesa non riesce a rintracciare fatture o audit riguardanti il denaro dei contribuenti americani allocato dal Congresso per l’acquisto di armi. Parliamo di 6,5 trilioni di dollari che sono spariti dai conti”.

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Nov 19

Elezioni Americane 2016. Una rifugiata somala contro Donald Trump

Ilhan Omar, rifugiata somala orgogliosa della sua religione e di portare il velo è stata eletta nella Casa dei Rappresentanti del Minnesota. Promette di difendere tutte le minoranze sociali e di promuovere la cultura Afro Islamica in America. Una sfida aperta contro il Presidente Donald Trump

di Fulvio Beltrami

Ilhan Omar, 34 anni è stata eletta nella Casa dei Rappresentanti del Minnesota, divenendo la prima donna afro mussulmana ad assumere l’importante carica di legislatore. La sua elezione è un forte segnale rivolto al neo presidente Donald Trump che nella campagna elettorale nel Minnesota ha accusato gli immigrati somali di diffondere l’estremismo islamico. Un’accusa priva di fondamenta che rischia di mettere in pericolo la comunità somala nello Stato della Federazione Americana. Una comunità di 50.000 persone, la più importante degli Stati Uniti.

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Apr 3

Texas. Tentativo d’assalto ad una moschea causa Donald Trump

Il clima di odio razziale e di islamophobia creato da Donald Trump, candidato alla nomination presidenziale dei Repubblicani sta spingendo dei gruppi di estrema destra a passare dalle minacce ai fatti. Sabato 02 aprile uno di questi gruppi ha tentato di assaltare con armi alla mano una moschea in South Dallas. Assalto fallito dalla resistenza armata passiva dei afro mussulmani e dal pronto intervento delle forze dell’ordine

di Fulvio Beltrami

Lo scorso dicembre il candidato alla nomination presidenziale dei Repubblicani Donald Trump durante un comizio aveva promesso di estradare dagli Stati Uniti tutti gli immigrati mussulmani in caso diventasse Presidente. Il suo discorso aveva trovato la disapprovazione della maggioranza dei media nazionali ma l’entusiasmo di molti suoi supporter che dimostrarono la loro approvazione con una valanga di messaggi islamofobici sui social media. L’incitamento all’odio religioso contro i mussulmani di Trump è continuato divenendo una costante nella sua campagna per convincere l’elettorato repubblicano a nominarlo candidato alla Presidenziali. Una campagna di estrema gravità visto le tensioni a livello mondiale che sta creando un’ondata di odio negli Stati Uniti senza precedenti che rischia di minare la sicurezza della Nazione e accendere la miccia degli scontri razziali.

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