Dagli anni Novanta i media italiani hanno subito un'involuzione sulla qualità delle notizie estere a causa delle esigenze finanziarie di tagliare i costi per i corrispondenti ed inviati nel principali Paesi e nei principali teatri di guerra.
La mancanza delle grandi firme dei Reporter Italiani ha costretto i media italiani ad affidarsi a notizie delle principali agenzie stampa internazionali che monopolizzano l'informazione standardizzandola.
Questo sistema riduce i costi ma priva il lettore di un'informazione pluralista e di analisi approfondite sui principali temi di politica ed economia mondiale.
Behind the News (dietro la notizia) intende ripristinare questo essenziale servizio destinato al lettore proponendo informazioni ed analisi inedite sui principali avvenimenti mondiali andando oltre la semplice notizia per capire le ragioni celate dietro il sipario.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
TAGS
BLOGROLL
Apr 3
di Fulvio Beltrami
Tweet | Condividi... |
Lo scorso dicembre il candidato alla nomination presidenziale dei Repubblicani Donald Trump durante un comizio aveva promesso di estradare dagli Stati Uniti tutti gli immigrati mussulmani in caso diventasse Presidente. Il suo discorso aveva trovato la disapprovazione della maggioranza dei media nazionali ma l’entusiasmo di molti suoi supporter che dimostrarono la loro approvazione con una valanga di messaggi islamofobici sui social media. L’incitamento all’odio religioso contro i mussulmani di Trump è continuato divenendo una costante nella sua campagna per convincere l’elettorato repubblicano a nominarlo candidato alla Presidenziali. Una campagna di estrema gravità visto le tensioni a livello mondiale che sta creando un’ondata di odio negli Stati Uniti senza precedenti che rischia di minare la sicurezza della Nazione e accendere la miccia degli scontri razziali.
L’incitamento all’odio sta provocando serie conseguenze negli Stati Uniti dove si registra un aumento esponenziale di intimidazioni e aggressioni alla comunità mussulmana. Particolarmente attivo è il gruppo di estrema destra anti Islam Bureau of American Islamic Relations BAIR che ha tentato sabato 02 aprile di assaltare una moschea nel South Dallas, Texas. L’assalto è fallito in quanto i miliziani di estrema destra, armati con armi da guerra hanno trovato la moschea difesa da militanti del Nation of Islam e del New Black Panther Party armati con fucili a pompa e automatici. La moschea presa di mira è frequentata dalla comunità afro mussulmana della città. L’intervento tempestivo e in forze della polizia ha evitato per un soffio una carneficina.
Il Dipartimento di Polizia di Dallas ha dato ordine ai suoi agenti di posizionarsi tra i due gruppi invitandoli a gettare le armi. Invito accolto dagli afro islamici che ha forzato la polizia a rivolgere la loro attenzione al gruppo di estrema destra. Considerato il volume di fuoco che le forze di polizia inviate potevano generare i miliziani del BAIR hanno desistito e si sono ritirati. “Il Dipartimento di Polizia è preoccupato per questa protesta violenta sintomo di una situazione estremamente volatile di guerra razziale” cita il comunicato redatto dalla polizia di Dallas, informando che i miliziani di estrema destra sono stati filmati e si proseguirà nella individuazione dei responsabili.
Non è stata aperta una inchiesta giudiziaria contro i militanti afro americani in difesa della moschea in ragione del Secondo Emendamento che dona il diritto ai cittadini americani di difendere le loro proprietà e le loro vite con le armi e permette la creazione di milizie private in difesa della Nazione. “Non permetteremo che dei fanatici vengano in Sud Dallas armati per intimidire i cittadini” afferma alla rete televisiva FOX4 il leader della milizia di auto difesa popolare afro americana: Yafeuh Balogun. Il BAIR ha già compiuto varie intimidazioni contro cittadini americani di fede mussulmana. Nel novembre 2015 hanno attaccato una comunità mussulmana nella città di Irving. Nel dicembre 2015 hanno tentato di assaltare la sede della Associazione Islamica del Nord Texas.
Le tensioni religiose razziali in Texas provocate dai discorsi incendiari di Donald Trump si inseriscono in un contesto sociale militarizzato. Nel Texas 1 milioni di cittadini possiede il porto d’armi secondo quanto dichiarato dal Dipartimento della Sicurezza Pubblica. Il Central Texas Gun Works (associazione di monitoraggio della diffusione della armi da fuoco) informa che dopo l’attacco terroristico a San Berardino le vendite di armi sono aumentate del 28%. Nel Texas è legale la vendita di armi automatiche da guerra comprese le mitragliatrici pesanti e i Bazooka. Negli Stati Uniti 13 milioni di persone (il 5% della popolazione adulta) ha possiede un porto d’armi secondo il rapporto redatto nel luglio 2015 dal Social Science Research Network. La diffusione illegale di armi (anche da guerra) è ancora più vasta. Si calcola che 8 milioni di persone (tra cui 600.000 adolescenti) sono sospettate di possedere armi non registrate alla polizia. La disoccupazione, la povertà e le diseguaglianze sociali in aumento associate a forti tensioni razziali e religiose possono trasformare gli Stati Uniti in un teatro di guerra peggiore della Liberia o del Rwanda degli anni Novanta se la situazione politica ed economica degenerasse al punto che le autorità federali non fossero più in grado di controllare la situazione, secondo vari analisti politici indipendenti.
Il fallito attacco alla moschea nel Sud Dallas precede di un solo giorno i messaggi razziali discriminatori e intimidazioni contro la minoranza mussulmana comparsi all’interno del campus della Università del Michigan a seguito dei discorsi “Stop Islam” e “Build the Wall” che stanno diventando il cavallo di battaglia di Trump. Il candidato repubblicano promette una guerra santa contro i mussulmani in America (che siano immigrati o cittadini poco importa) e di costruire un muro lungo il confine con il Messico per impedire l’immigrazione clandestina dal Sud America. La rete televisiva iraniana PressTV ha recentemente mandato in onda un documentario di un registra americano indipendente sugli “Snipers” (cecchini) del Texas che pattugliano il confine con il Messico uccidendo chi tenta di attraversare illegalmente la frontiera.
L’associazione degli studenti arabi americani ha contattato il Dipartimento di Stato American-Arab Anti Discrimintion Committee richiedendo una seria indagine sugli incitamenti islamofobici e alle scritte di minacce comparse nel campus universitario. “Ci attendiamo che le autorità universitarie e dalla polizia misure adeguate per garantire la sicurezza degli studenti mussulmani e di reprimere i pericolosi sentimenti i Islamofobia prima del verificarsi di gravi episodi di violenza” recita un comunicato stampa di Fatima Abdrabboh leader dell’associazione studenti arabi americani.
“Le discriminazioni razziali, etniche o religiose non trovano posto presso l’Università del Michigan. Prendere di mira delle minoranze è deplorevole e serve solo a creare un clima di terrore tra la comunità universitaria. Voglio che chi ha diffuso gli orrendi messaggi di odio comparsi ieri conosca che mi impegno personalmente contro ogni minaccia e intimidazione per difendere l’ambiente di accoglienza e di civiltà che è alla base dei principi della nostra Università.” Ha dichiarato Mark Schlissel Presidente della Università del Michigan.
Le pericolose scritte contro la comunità mussulmana in America sono comparse anche presso la Emory University nella città di Ann Arbor, Georgia, famosa per la sua cultura liberal e democratica. In entrambe le università gli autori di questa barbarie incitavano a votare Donald Trump.
Per Approfondimenti
Donald Trump Muslim ban immigration CNN 07 dicembre 2015
http://www.cnn.com/2015/12/07/politics/donald-trump-muslim-ban-immigration/
University of Michigan president: “No Place” for anti-Muslim chalk messages. The Guardian US Edition
01 aprile 2016
Pagine Facebook del gruppo di estrema destra BLAIR
https://www.facebook.com/BAIR-909810615766870/ https://www.facebook.com/bureauofamericanislamicrelations/
More than 1 million Texans licence guns carries Washinton Examiner 25 marzo 2016
http://www.washingtonexaminer.com/more-than-1-million-texans-locked-and-loaded/article/2586883
Concealed Carry Permit Holders Across the United States Social Science Research Network 13 luglio 2015
http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2629704
Second Amendment - U.S.Constitution
© Riproduzione riservata
2549 visualizzazioni