Dagli anni Novanta i media italiani hanno subito un'involuzione sulla qualità delle notizie estere a causa delle esigenze finanziarie di tagliare i costi per i corrispondenti ed inviati nel principali Paesi e nei principali teatri di guerra.
La mancanza delle grandi firme dei Reporter Italiani ha costretto i media italiani ad affidarsi a notizie delle principali agenzie stampa internazionali che monopolizzano l'informazione standardizzandola.
Questo sistema riduce i costi ma priva il lettore di un'informazione pluralista e di analisi approfondite sui principali temi di politica ed economia mondiale.
Behind the News (dietro la notizia) intende ripristinare questo essenziale servizio destinato al lettore proponendo informazioni ed analisi inedite sui principali avvenimenti mondiali andando oltre la semplice notizia per capire le ragioni celate dietro il sipario.
Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
TAGS
BLOGROLL
Apr 14
di Fulvio Beltrami
Tweet | Condividi... |
Il rapporto del luglio 2016 redatto dal Dipartimento Generale di Ispezione della Difesa sui conti relativi agli acquisti d’armi effettuati dal Pentagono negli ultimi vent’anni parlano chiaro: 6,5 trilioni di dollari non sono rendicontabili. A rendere noto gli auditi è stato il famoso giornalista investigativo americano: David Lindorff che recentemente ha dichiarato ai media americani: “Il Dipartimento della Difesa non riesce a rintracciare fatture o audit riguardanti il denaro dei contribuenti americani allocato dal Congresso per l’acquisto di armi. Parliamo di 6,5 trilioni di dollari che sono spariti dai conti”.
6,5 trilioni di dollari non sono certo una somma che può passare ingiustificata. La loro mancata tracciabilità finanziaria può dare adito a sospetti di corruzione, finanziamenti segreti a regimi dittatoriali “amici” e a enormi sprechi all’interno delle forze armate americane.
I milioni di dollari non giustificabili sono un fenomeno che inizia nel 1991 sotto l’Amministrazione di George H.W.Bush e continua fino ai giorni nostri. Le Amministrazioni successive (Bill Clinton, George W. Bush, Barak Obama) non hanno posto rimedio né seriamente indagato sulla sparizioni di questi trilioni di dollari. Il sistema “democratico” americano è complesso e ben lontano dalle idee preconcette che nutriamo di un Paese governato da una classe imprenditoriale monolitica e onnipotente. Al suo interno vi sono ampi spazi democratici che si ispirano alla Costituzione nata dalla guerra di indipendenza contro l’esercito coloniale britannico (una tra le più avanzate dell’epoca e tutt’ora tra le migliori esistenti). Questo porta ad eterni conflitti tra le forze (anche istituzionali) fedeli alla Costituzione e alle esigenze (predatorie) delle grandi Corporation.
Nel caso dei trilioni ingiustificati non sono stati i presidenti a denunciare l’ammanco finanziario ma enti statali fedeli alla costituzione tra questi il Dipartimento Generale di Ispezione della Difesa, ente predisposto a controllare i conti del Pentagono. Al suo interno il monitoraggio è stato fortemente boicottato. La lobby pro Pentagono è stata messa in minoranza nel luglio 2016 grazie all’intervento del Ufficio Ispettorato Generale che ha ordinato una serie di audit finanziari sulle spese effettuate dal Pentagono dal 1991 al 2015. Compito affidato all’Ufficio Trasparenza Finanziaria del Governo per decisione del Congresso.
Contemporaneamente il Congresso ha votato una legge dove si chiede a tutte le agenzie federali (CIA e FBI comprese) di adeguarsi agli standard di trasparenza e di sottoporsi ad accurati audit annuali. Questa nuova legge del 2016 ha come obiettivo rinforzare il Government Accountability Act del 1996 che non è mai stato applicato.
Nonostante queste misure il Pentagono rimane l’unico ente federale che riesce a scappare dal controllo democratico grazie a chiare complicità della Casa Bianca. Complicità che sono traversali: dai Democratici ai Repubblicani. Durante l’ultima compagna elettorale Clinton e Trump non hanno mai toccato l’argomento nonostante che 6,5 trilioni di dollari non sono certo una somma trascurabile. Eppure i segnali di allarme non mancano. “L’amministrazione contabile e finanziaria del Dipartimento della Difesa è un vero disastro ma nessuno vuole affrontare il problema in quanto molti Congressmen sono convinti che aumentare le spese militari rafforzi l’economia americana” afferma Mandi Smith Berger direttore del Strauss Military Reform Project.
Anche i mainstream dell’informazione americana sembrano partecipare al cover-up dello scandalo finanziario del Pentagono. La maggioranza dei media americani nel 2016 hanno riportato la notizia di “irregolarità” nella tenuta amministrativa del Ministero della Difesa senza riportare esattamente la cifra mancante e da quanto tempo dura questa situazione irregolare sull’utilizzo dei soldi provenienti dai contribuenti americani. The Huffington Post e la CNN hanno riportato la notizia una sola volta. La CNN si è spinta a pubblicare informazioni ingannevoli tra le quali quella che il Pentagono è seriamente intenzionato a comprendere le cause di questi errori finanziari e porre rimedio. Al contrario il Pentagono sta seriamente ostacolando gli audit finanziari sui suoi conti.
Il Dipartimento Generale di Ispezione della Difesa ha fissato come deadline per completare l’audit finanziario presso il Pentagono il settembre 2017. A seguito dei risultati il Congresso prenderà decisioni adeguate per tutelare i contribuenti americani e punire eventuali responsabili. Molti giornalisti indipendenti americani dubitano che il Pentagono abbia la seria intenzione di rispettare questa scadenza e sospettano che i WardDog della difesa americana stiano attuando un pressante lavoro di lobby sull’Amministrazione Trump affinché si comporti come le precedenti amministrazioni mettendo a tacere lo scandalo e permettendo Business as usually (i soliti affari).
Dal 20 anni gli Stati Uniti detengono il record delle spese militari: 425 miliardi di dollari all’anno. Le due potenze mondiali considerate dalla Casa Bianca minacce alla stabilità internazionale: Cina e Russia spendono rispettivamente meno di 100 miliardi di dollari all’anno.
Fonti.
Dave Lindorff, “The Pentagon Money Pit: $6.5 Trillion in Unaccountable Army Spending, and No DOD Audit for the Past Two Decades,” This Can’t Be Happening, August 17, 2016,
http://thiscantbehappening.net/node/3262
William Hartung, “The Pentagon War on Accountability,” The Huffington Post. May 24, 2016,
http://www.huffingtonpost.com/william-hartung/the-pentagons-war-on-accountability_b_10116176.html
David Lindorff Wikipedia
© Riproduzione riservata
1314 visualizzazioni