Narrativa, saggistica e sport, giornalismo con articoli sul sociale, attualità, critica letteraria e recensioni di libri.
Vittorio Sartarelli
Trapanese, classe '37, Sartarelli è uno scrittore brillante appartenente alla tipica letteratura verista italiana. Formatosi al Liceo Classico di Trapani, ha proseguito gli studi universitari in Giurisprudenza all'Università di Palermo. È giornalista e bancario in pensione. Dal suo debutto come scrittore, avvenuto nel 2000, ad oggi è stato insignito di numerosi premi letterari e riconoscimenti.
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Dic 24
La lingua è lo strumento di comunicazione che rende possibile la mutua comprensione tra i membri di una stessa comunità E’ quindi un’Istituzione sociale che suppone da una parte l’attività del parlante che traduce in simboli fonici il concetto che vuole esprimere e dall’altra l’attività di chi ascolta che dalla percezione acustica ricrea il concetto trasmesso. Accingendoci a recensire questo interessante e quasi esaustivo saggio di Nino Barone sulla lingua siciliana, anzitutto siamo rimasti sorpresi, positivamente dalla quantità, qualità e puntualità della ricerca che questo autore, un eccellente poeta, dimostra di avere eseguito uno studio accurato e quasi completo sulla lingua siciliana. E questo non lo affermiamo solo noi perché è chiaramente espresso anche nella dotta e precisa prefazione firmata dall’emerito professore Federico Guastella. La lingua di un popolo è anche la storia di quel popolo. E la storia ricca e varia del popolo siciliano non poteva far altro che produrre un lessico altrettanto ricco e vario. La base lessicale del Siciliano è, molto probabilmente, derivata dal latino, tuttavia, in effetti, nel lessico della lingua siciliana è possibile trovare eredità o retaggi del greco, dell’arabo, del normanno, del catalano, del francese, dello spagnolo e, andando molto indietro nel tempo, del sancrito. Essi rappresentano le impronte della storia dell’Isola, fatta da invasioni, dominazioni e guerre, nonchè da innumerevoli contatti con le genti indo-europee e mediterranee in genere. Questi eventi, millenari, hanno determinato in quello che era l’idioma originario dei Siculi, una serie innumerevole e continua di contaminazioni, intrusioni e commistioni che tuttora, anche se in misura ridotta, continuano, con la lingua ufficiale Italiana e con termini stranieri, di uso comune che finiscono con l’essere assimilati dalla lingua nella quale penetrano, rimanendovi. E allora, ecco il greco-siculo, il latino siculo- l’arabo-siculo, il franco –siculo, l’ispano-siculo, l’italo-siculo. Ma, sostanzialmente, sempre una lingua, una sola: il Siciliano. Il siciliano che, dopo il disfacimento del Latino, divenne la prima lingua letteraria italiana (Dante, nel De Vulgari Eloquentia: tutto ciò che gli italiani poeticamente compongono si chiama siciliano; e il Devoto: la Sicilia a partire dal XII secolo, nel periodo delle due grandi monarchie, la normanna e la sveva, ha elaborato la prima lingua letteraria italiana). Studiando e facendo ricerche su una lingua non si può dimenticare che bisogna distinguere la lingua parlata da quella scritta che sono foneticamente e sintatticamente diverse e questo concetto appare come assolutamente precipuo nella lingua siciliana, infatti, nelle diverse zone della Sicilia o, addirittura, nella stessa provincia anche a distanza di pochi chilometri, certi termini e certe parole sono diverse nella loro espressione, parlata e scritta. La lingua di KOINE’ di Barone è un’autentica provocazione, il poeta diventa quasi un glottologo perché vorrebbe che si realizzasse un nuovo codice linguistico ufficiale, costituito da un corpus di regole grammaticali, morfologiche, sintattiche, ortografiche e fonologiche che trasformasse il vernacolo in lingua letteraria, cioè la lingua comune, pan siciliana, con cui scrivono i poeti che vogliono esprimersi in lingua siciliana. E questo intento Barone lo ha quasi del tutto raggiunto grazie appunto ai suoi studi e alla sua ricerca sulla lingua, infatti, le sue poesie non sono una espressione del vernacolo trapanese come potrebbe essere una poesia di un poeta catanese o messinese, ma una espressione in lingua siciliana. In definitiva, questa ricerca e questi studi sulla lingua siciliana che il poeta Nino Barone ha voluto fare non si può giustificare con una volontà di volere strafare e ben figurare nell’agone poetico e culturale, insomma non lo si può considerare una sorta di esibizionismo culturale, bensì è un amore per la sua terra e le sue tradizioni; il suo talento lirico è ormai noto ed affermato ormai da tempo. Barone per completare le sue conoscenze linguistiche pure essendo un rappresentante affermato della poesia in vernacolo siciliano, ha voluto dimostrare il suo talento lirico e artistico pubblicando un libro di sonetti in lingua italiana, con il quale ha riscosso un ampio e meritato successo. Egli ha dimostrato che la classe, la cultura e l’arte, non sono acqua ma espressione di sentimenti elevati, colmati da esperienze di vita vissuta nella comprensione dei valori umani e civili di una persona che ha messo in opera il suo dono naturale di poeta con una sobria capacità artistica e cultura.
Lug 18
di Vittorio Sartarelli
Lug 12
di Vittorio Sartarelli
L’Associazione Culturale “Le Stanze di Elicona” ha presentato:
Lug 10
di Vittorio Sartarelli
Presentazione del libro
Giu 20
di Vittorio Sartarelli
v
Giu 9
di Vittorio Sartarelli
L’11 e il 12 Giugno 2016 Il Club “F. Sartarelli” di Trapani organizza l’evento motoristico a carattere nazionale “ XIX Rievocazione Storica Trapani Monte Erice” Questo evento valevole come tappa della Serie Nazionale A S I, nato per rievocare la storica gara di velocità che nel 1954 e nel 1955 vedeva la partenza da Trapani per giungere fino ad Erice Vetta, oggi giunto alla XIX edizione, vede da diversi anni riunite a Trapani numerose vetture di notevole importanza storica provenienti da tutta Italia. I partecipanti avranno modo di guidare le loro amate vetture lungo le strade panoramiche della provincia di Trapani e visitare alcuni dei luoghi più suggestivi della zona. Le vetture ammesse dovranno essere state costruite dalle origini fino al 1976, potranno essere prese in considerazione ed ammesse anche le vetture costruite dopo questo periodo solo se di alto interesse storico e collezionistico. I veicoli saranno accettati ad insindacabile giudizio del comitato organizzatore. La formula scelta per le prove è quella della strumentazione classica che consiste nel superamento di prove di abilità a tempo con l’utilizzo esclusivo di cronometri meccanici. Da due anni l’evento è stato arricchito con l’organizzazione di una serata dedicata all’assegnazione di un premio di eleganza. Le stesse vetture che di giorno sono state impegnate lungo il percorso della manifestazione saranno le protagoniste di una sfilata al centro storico della città e concorreranno per l’assegnazione dei premi. Per l’occasione sarà prevista una Giuria di qualità che avrà il compito di valutare le vetture partecipanti per il loro valore storico o per il livello di restauro o conservazione. Un premio particolare verrà assegnato all’equipaggio che indosserà l’abbigliamento più consono all’ età della vettura. In un crescendo di spettacolo al quale parteciperanno moltissimi spettatori alla sfilata, mentre si ridarà alla manifestazione lo spirito retrò che più si addice al momento rievocativo del revival d’eccezione, si ricorderà anche la persona che ha dato il nome al Club organizzatore, quel Francesco Sartarelli pilota provetto e costruttore di eccellente meccanica che negli ormai lontani anni ’50 del secolo scorso si occupò con passione ed amore dello sport automobilistico trapanese dedicandovi molti anni della sua vita, entrando a buon diritto nella Storia della città di Trapani.
Dic 26
di Vittorio Sartarelli
Giunse l’anno del terzo liceo, che Marco e Sara avrebbero, sicuramente, ricordato più degli altri, perché sarebbe stato così denso di traguardi e d’avvenimenti e avrebbe costituito, quasi, una pietra miliare per la futura evoluzione dei loro rapporti di giovani innamorati, gettando le basi della loro futura vita a due. Cominciava la seconda metà del secolo che, a differenza della prima metà, caratterizzata da due terrificanti guerre mondiali che avevano arrecato lutti, distruzioni e miseria nel nostro Paese, si annunciava, ora, un’era piena di sconvolgimenti sociali, di progresso scientifico e industriale e di un netto miglioramento socio economico degli Italiani.
Dic 16
di Vittorio Sartarelli
Quando, terminata la Scuola Media avevo cominciato a frequentare il Ginnasio, correva in quel tempo il primo degli anni ’50 del secolo scorso, per noi studenti tutto era cambiato. Iniziava un nuovo periodo della nostra vita, con un percorso particolare dal punto di vista scolastico, come indirizzo culturale, diverso dalle altre Scuole.
Dic 12
di Vittorio Sartarelli
Abbiamo assistito, ieri 10 Dicembre 2015, a Trapani nell’Aula Magna del Palazzo Riccio di Morana, con una serie di conferenze rievocative, alla commemorazione del grande poeta, scrittore, commediografo e drammaturgo Tito Marrone, un letterato trapanese che è passato nel firmamento letterario siciliano, quasi in sordina per non dire sconosciuto al grande pubblico che si occupa di letteratura.
Lug 19
di Vittorio Sartarelli
Abbiamo letto con interesse, curiosità e passione quest’ultima fatica letteraria del Poeta trapanese, anche se avevamo avuto modo di apprezzarne il talento lirico ed espressivo nella sua seconda pubblicazione, del 2013 “Ciatu, musica e paroli”. La poesia di Barone si colloca a giusto titolo nel filone della nostra tradizione letteraria popolare che è appunto espresso in vernacolo. La Lingua di un Popolo, infatti, è anche la storia e le tradizioni di quel Popolo e la storia ricca e varia del popolo siciliano non poteva far altro che produrre un lessico altrettanto ricco e vario. Parlando, in fine, della capacità espressiva di un idioma e, ancora meglio, di un vernacolo, cosa c’è di meglio del suo dialetto che crea un linguaggio schietto, originale e verace che trova riscontro nell’uso quotidiano e popolare della comunicazione. Esso diventa, più diretto e verista e, quindi, più comprensibile e penetrante verso un ventaglio più ampio di strati sociali, ma essenzialmente rivolta al popolo. Lasciando adesso, il commento tecnico alla dotta, appassionata e ed esaustiva prefazione semantica del volume, effettuata magistralmente dal Professore Scalabrino, cercheremo di esprimere il nostro modesto commento artistico da semplici lettori appassionati della lingua siciliana. Barone ha sicuramente un’anima artistica ammirevole per i contenuti umani, sociali ed ecumenici della sua poesia, egli è un trapanese puro sangue, innamorato della sua Terra e dei suoi affetti più cari, l’amore coniugale per la sua compagna e quello genitoriale per i suoi figli. Il suo attaccamento alla sua città nelle cui pietre egli si riconosce, esse non hanno tempo, come la Storia e le Tradizioni, esso poggia sui suoi tratti somatici geografici e territoriali, con le sue caratteristiche etniche ed umane dei suoi concittadini e delle sue tradizioni millenarie. Egli è un figlio di questa Terra e del mare che la circonda che lui ama immensamente. All’inizio della sua attività artistica Barone era considerato dai più il poeta de “I Misteri” la nota manifestazione di carattere religioso che si tiene ogni anno a Trapani e dalla quale aveva attinto le prime ispirazioni poetiche. Adesso Barone ha dimostrato la sua maturità artistica e le sue molteplici ispirazioni che affondano le loro radici nella vita di ogni giorno e, quindi, il poeta adesso si occupa del problemi della vita quotidiana della nostra città e dei suoi concittadini. Il suo cruccio maggiore è costituito dall’indifferenza dei più alle attuali e pressanti problematiche sociali, politiche ed economiche del territorio siciliano che poi, sono quelle che affliggono da qualche anno l’intero territorio italiano. Egli vorrebbe cambiare lo stato delle cose e la sua lirica si fa portavoce di questa esigenza di cambiamento, ma purtroppo, le cose rimangono sempre allo stesso modo e il poeta si sente impotente, come San Giovanni Battista che predicava nel deserto. E la sua è una delusione accorata e drammatica, in questa vita tumultuosa e dinamica che tutti siamo costretti a condurre ed egli trova un po’ di pace soltanto durante la pausa notturna, confortato dalla vicinanza carnale e simbiotica della sua compagna e dal respiro dei suoi figli. E, per ultimo, non dimentica nemmeno il drammatico problema degli immigrati che, quotidianamente, giungono nell’Isola, alcuni di essi non hanno più nulla nulla perché nella zona di origine hanno perduto tutto e alcuni, hanno anche perduto la vita o dei parenti durante la traversata. Ebbene, Barone, giustamente, s’ indigna e si sente morire, perché non sono in molti a donare qualcosa a questi poveri disgraziati che non hanno un futuro. Il disagio morale è al culmine, tra cielo e terra, quindi, nessuno può fermare la catena del male che affligge gli esseri umani neppure Dio o i Santi e il destino della nostra vita sembra segnato. Quale sarà il futuro dei nostri figli e dell’intera umanità, questa è simile ad un gregge di pecore senza un pastore che le sappia guidare sulla giusta via, essa non sa quale strada prendere e poche appaiono le speranze di un futuro migliore. In conclusione, il pessimismo dell’autore è il protagonista della sua opera artistica: tutto rimane sempre lo stesso e, a consolare il poeta, ci sono soltanto i ricordi del bei tempi andati unitamente all’Amore, la storia, l’arte e le tradizioni che sono imperiture. Indubbiamente, la poesia in qualunque idioma espressa, è un ossigenante farmaco per il cuore dell’umanità, così come le altre discipline artistiche che vengono giustamente interpretate come saggezza di vita, ma a volte, può essere anche un invito, uno sprone a riscoprire le virtù antiche di generazioni sane ma ormai estinte, vissute in un tempo nel quale l’amore era amore, la famiglia era famiglia, l’onestà era onestà, l’onore era onore, la giustizia era giustizia e il rispetto per la vita e per il prossimo era sacro. Il fatto che ogni anno muoiano di fame, nel mondo, alcuni milioni di esseri umani tra i quali purtroppo moltissimi bambini, viene sì, sporadicamente attenzionato e dibattuto da organizzazioni umanitarie e spiriti nobili ma, poi, le Istituzioni delle varie Nazioni più ricche e progredite della Terra poco o niente fanno per porre fine a questo strazio umanitario. E così la tragedia continua, perpetuandosi nel tempo e gli uomini, che dovrebbero essere di buona volontà, spesso dimenticano, quando non si disinteressano, del dettame ecumenico che nostro Signore Gesù Cristo, morto sulla croce per salvarci, rivolse a tutti gli uomini del suo tempo, di amarsi sempre reciprocamente.
Lug 8
di Vittorio Sartarelli
Come abbiamo avuto modo di riportare in precedenza, l’Associazione Culturale trapanese “Le Stanze di Elicona” abilmente condotta dal suo Direttore Artistico Architetto Antonella Messina, muovendosi nel territorio per la diffusione e la conoscenza dell’arte nelle sue molteplici espressioni, ha organizzato a Marsala una Mostra Etnografica collettiva intitolata “Il Nostro Sud” intendendo ovviamente riferirsi all’habitat culturale e artistico della città di Trapani e della sua provincia. La mostra che è stata inaugurata alla presenza di un folto pubblico il 4 ultimo scorso presso la Galleria “ARTE al 32” della pittrice Jole Cascio a Marsala, rimarrà aperta fino al 14 luglio prossimo. La mostra collettiva di fotografia e pittura ha raccolto le opere più significative ed espressive di alcuni fra i maggiori esponenti dell’arte pittorica e fotografica del nostro territorio, tutti dotati di una forte personalità artistica che s’incarna nella dimostrazione partecipata con le loro opere all’appartenenza a questa nostra terra di Sicilia. Ci è piaciuto evidenziare nel titolo, a proposito, la caratteristica etnografica i questa bella mostra, l’Etnografia, infatti, dal Greco letteralmente significa “descrizione del popolo”. Fare etnografia significa entrare in simbiosi artistico culturale con l’arte e la cultura di un popolo e del suo territorio al fine di promuoverne la conoscenza e di suscitare la curiosità e l’interesse necessari ad instaurare con esso un legame che vada oltre la visione dei “luoghi” e delle “tradizioni” che li caratterizzano e che rimanga per sempre. Le foto, che hanno come protagonista principale parte della Sicilia occidentale, mirano ad esaltarne l’affascinante poliedricità di luoghi incantevoli e di persone uniche ed inimitabili, presentandone alcuni degli elementi naturali, artistici e culturali che li caratterizzano. In fondo, le diverse prospettive o visioni di pittori e fotografi, sembrano voler suggerire a chi le contempla un itinerario che, pur comprendendo le più note mete turistiche, miri a far sì che “nell’animo del viaggiatore rimanga un’idea tanto chiara, completa e pura della grande, bella, impareggiabile Sicilia”. Così si espresso il grande scrittore tedesco J.W.Goethe visitando la Sicilia nel suo libro “Viaggio in Italia” nel 1817 e ancora:”L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto”… “ La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possiederà per tutta la vita”.
Apr 3
di Vittorio Sartarelli
Come trapanese, mi sembrerebbe di tradire le mie origini, anche se esse affondano le radici oltre che in Sicilia, nelle Marche, se non parlassi di una consuetudine che, ormai da cinquecento anni, si perpetua tradizionalmente, ogni anno, nella mia città. Intendo riferirmi alla processione dei “Misteri” una tradizione religiosa popolare che è considerata, testimonianza e partecipazione viva dei Trapanesi alla fede Cristiana.
Feb 1
di Vittorio Sartarelli
L’associazione culturale “Le Stanze di Elicona”, ad opera di due suoi membri più rappresentativi, A. Messina e F. Tobia, con particolari capacità di tecnica fotografica, ha realizzato un video su di un quartiere molto caratteristico della città di Trapani, il quartiere della Giudecca, testimonianza monumentale e architettonica dell’insediamento ebraico a Trapani. Il video, di ottima fattura e coadiuvato da una perfetta regia, è stato proiettato in una sala del Museo Pepoli di Trapani, uno dei più importanti Musei della Sicilia. La bella e interessante iniziativa culturale è stata presentata nel corso di una conferenza illustrata dal Direttore del Museo e ha avuto come relatore il Professore Antonino Tobia Presidente della Libera Università “Tito Marrone” di Trapani. Il Professore si è soffermato sulla numerosa e attiva presenza israeliana il Sicilia, fino alla diaspora, un fenomeno sociologico che ripetutamente ha afflitto il popolo ebreo nel corso dei millenni. La Dottoressa D. Scandariato poi ha illustrato, nel corso della manifestazione, un pregevole reperto che si trova all’interno del Museo, un Presepe Artistico composto con materiali marini e rocciosi, opera di un valente artigiano trapanese del 1700. Si tratta di un’autentica opera d’arte miniaturizzata composta magistralmente con un equilibrio di piani e soggetti che si esprime con una qualità immaginifica eccezionale, sia nella composizione dei vari personaggi, sia negli animali presenti sulla scena. Per quanto riguarda il video oltre che una mostra retrospettiva di un antico rione cittadino, con la sua particolare architettura dei palazzi, dei negozi e della strada, ha focalizzato un revival antropologico commovente, riservato ad una persona residente nella zona e alla sua famiglia. Ne è scaturita una delicata intervista al Signor D’Antoni, titolare di un negozio per la vendita di bombole di gas e di attrezzatura varia per le cucine, in origine aperto dal padre che fu capace, dal nulla e senza disponibilità finanziarie, di portare avanti la piccola attività commerciale e di farla progredire, consentendo alla sua famiglia di vivere dignitosamente. Cosa che il signor D’antoni figlio, a 66 anni di età, ha saputo conservare e gestire egregiamente, consentendo ai suoi due figli di studiare e di avere un avvenire. Il tutto è stato sempre orientato con il fondamentale senso della unità familiare e degli affetti, con una costanza encomiabile. Un pregevole ritratto di vita cittadina rionale.
Gen 13
Forse potrà sembrare presuntuoso che un figlio descriva il profilo psicologico e fisico del proprio padre, tuttavia, penso che in fondo nessuno sia più adatto del proprio figlio a descrivere e commentare una figura così ieratica e autorevole come quella del “padre” anche se, in questo egli potrà essere, per affetto, probabilmente un po’ indulgente.
Dic 24
di Vittorio Sartarelli
All’interno dei locali del Museo di Antropologia e Preistoria di Paceco(TP) l’Associazione Culturale “Le Stanze di Elicona” di Trapani in collaborazione con l’Associazione “Lucy” gestore del Museo, ha inaugurato la mostra fotografica e pittorica dal titolo “Visioni di Natale” visitabile tutti i giorni dal 20 al 31 Dicembre. Questa mostra si propone di evidenziare l’interconnessione artistica e figurativa che esiste tra la pittura e la fotografia. L’iniziativa è venuta dall’architetto trapanese Antonella Messina Direttore Artistico, nell’ambito dell’Associazione “Le Stanze di Elicona”, della “Stanza della Fotografia”. Come del resto ha fatto con tante altre mostre già avvenute nel territorio di Trapani e di Erice che hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica. L’Associazione Culturale trapanese si è costituita e presentata alla cittadinanza il 7 Febbraio scorso con una gustosa inaugurazione nell’androne del Palazzo Cavarretta in Via Torre Arsa a Trapani, antico palazzo senatorio della città ed è nata con l’intento di sviluppare e promuovere l’arte in tutte le sue sfaccettature, questa bella e meritoria iniziativa culturale è una cosa importante per la città di Trapani che ha bisogno di queste iniziative per svegliare il torpore sulla Cultura che, da tempo, aleggia sulla nostra città. L’azione svolta dall’Associazione “Le Stanze di Elicona” si concretizza incentivando e divulgando l’arte in tutte le sue forme come la cultura e come mezzo di espressione artistica. Ciò viene attuato tramite l’organizzazione di corsi di fotografia(base ed avanzati), corsi di pittura(base ed avanzati), incontri letterari e filosofici, corsi di reportage, corsi di photostreet, escursioni fotografiche, mostre, concorsi, conferenze e quant’altro idoneo per una maggiore diffusione nel territorio trapanese della cultura, dell’arte pittorica e fotografica. Parlando di Cultura non è senza significato il nome di questa Associazione, in fatti, l’Elicona è un monte situato nella regione della Beozia, in Grecia e, poiché è universalmente riconosciuto che la Grecia Antica sia la fonte della Cultura e dell’Arte mondiale, L’Elicona è reso celebre dalla mitologia greca per via delle due sorgenti sacre alle Muse che vi si trovano. I fiumi Olmeios e Permessos che da esse discendevano erano reputati in grado di fornire l’ispirazione a coloro che vi si fossero dissetati. Sulle pendici del monte si trovava il villaggio di Ascra, che diede i natrali al poeta Esiodo(VII secolo a. C.) il quale racconta di avere incontrato le Muse mentre, giovanetto era intento a pascolare le greggi sulle pendici della montagna. Le Muse lo avrebbero dunque ispirato e, grazie a loro, egli iniziò a cantare le origini degli dei. Fu così che l’Elicona divenne simbolo dell’ispirazione poetica.
Dic 22
di Vittorio Sartarelli
Un tema, quello della Pace, che appare complesso nella sua implicazione storica, culturale, politica e, altrettanto, complesso nel contesto morale e psicosociale.
Dic 19
di Vittorio Sartarelli
Con questo termine, che ha poi diverse accezioni nella varietà della nostra lingua, usato con la T maiuscola, viene definito di solito l’orbe terracqueo, ossia, il pianeta sul quale viviamo che ha, a sua volta la veneranda età di 4,6 miliardi di anni. Questo è il risultato raggiunto da varie considerazioni cosmogoniche, confermate dal metodo di datazione dei minerali di piombo esteso alle meteoriti.