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Vittorio Sartarelli
Trapanese, classe '37, Sartarelli è uno scrittore brillante appartenente alla tipica letteratura verista italiana. Formatosi al Liceo Classico di Trapani, ha proseguito gli studi universitari in Giurisprudenza all'Università di Palermo. È giornalista e bancario in pensione. Dal suo debutto come scrittore, avvenuto nel 2000, ad oggi è stato insignito di numerosi premi letterari e riconoscimenti.
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Gen 24
di Vittorio Sartarelli
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Per non dimenticare!
Il 27 Gennaio di ogni anno viene commemorata la “Giornata della Memoria” perché si ricorda l’Olocausto, con questo termine a parte le sue origini bibliche, oggi si intende lo sterminio degli ebrei perpetrato dalla Germania Nazista tra il 1938 e il 1945 e comunemente connotato come la “Shoah” del popolo ebreo.
I responsabili di più di 20 nazioni europee hanno stabilito che in questa giornata venga commemorato l’anniversario della “Giornata della Memoria” che coincide con la data della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau da parte delle truppe alleate alla fine della II Guerra Mondiale.
Inoltre, Le Nazioni Unite hanno istituito il 27 Gennaio come Giorno Internazionale della Memoria della Shoah per commemorare le vittime dell’Olocausto. Anche l’Italia nel 2000, aderendo alla proposta internazionale, ha istituito per legge il “Giorno della memoria” al fine di ricordare lo sterminio del popolo ebreo, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Quando parliamo di Auschwitz intendiamo un centro di tortura, di terrore inconcepibile, l’essenza dell’inferno e dell’orrore. Auschwitz fu un gigantesco complesso di morte costruito da esseri umani per uccidere altri esseri umani nella maniera più crudele possibile. Questo campo è oggi il simbolo della Shoah perché gli ebrei vi furono raccolti da ogni parte d’Europa, per poi essere selezionati e sistematicamente uccisi nelle camere a gas. Vi sono stati numerosi sopravvissuti che con la loro testimonianza raccontano il loro vissuto e quello di coloro che non sono più ritornati e ci aiutano a capire quanta crudeltà e odio possa albergare nel cuore e nella mente di alcuni esseri umani.
Se si pensa che ad Auschwitz furono uccise circa 1.300.000 / 1.500.000 di persone il 90% delle quali erano ebrei e che, negli altri luoghi di concentramento e di eliminazione che esistevano in Germania, furono soppresse in vari modi circa 4.500.000 di persone si può avere l’entità complessiva di questo immane genocidio che pesa e peserà per sempre sull’etnia germanica.
Ma, quello che stupisce è che ancor oggi esista il “Negazionismo” e, a parte il significato filosofico del termine, entrando nel dettaglio c’è un tipo di negazionismo (quello più citato) dell’Olocausto che pone dubbi circa l’esistenza reale di questo genocidio, quando esistono testimonianze e documenti fotografici e cinematografici che attestato la cruda realtà, ma questa, forse, è la prova più lampante anche se inconcepibile, vergognosa ed orrenda, della persistenza in alcuni uomini della crudeltà e dell’odio verso altri uomini e questo proprio quando l’umanità, giunta alle soglie del terzo millennio, si vanta di avere raggiunto un grado di civiltà e di progresso sociale altissimo.
Commemorando, quindi, la “Giornata della memoria” non si tratta di fare un’operazione di antiquariato, ma di una scelta politica, morale, culturale di grande umanità e di piena attualità. Sono trascorsi quasi 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che sono seguiti alla sconfitta del nazismo, ma i campi di concentramento, le guerre contro i civili, i genocidi non sono scomparsi, ma hanno colpito ancora centinaia di migliaia se non milioni di persone.
L’impegno delle organizzazioni internazionali, degli stati, dei singoli cittadini, degli uomini di buona volontà, contro questi crimini è ancor oggi necessario ed urgente. Ma questo impegno non può nascere solo da una spinta morale politica e sociale puramente astratta, deve invece trovare radici nella propria storia, nelle vicende del proprio popolo, nella conoscenza storica verace e incontrovertibile della realtà e nella riflessione sul proprio passato. E questo mirabile intervento sociale ed umano sarà spinto e facilitato dalla memoria del passato, ecco perché non bisogna mai dimenticare!
Vittorio Sartarelli
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