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Vittorio Sartarelli
Trapanese, classe '37, Sartarelli è uno scrittore brillante appartenente alla tipica letteratura verista italiana. Formatosi al Liceo Classico di Trapani, ha proseguito gli studi universitari in Giurisprudenza all'Università di Palermo. È giornalista e bancario in pensione. Dal suo debutto come scrittore, avvenuto nel 2000, ad oggi è stato insignito di numerosi premi letterari e riconoscimenti.
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Dic 19
di Vittorio Sartarelli
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Con questo termine, che ha poi diverse accezioni nella varietà della nostra lingua, usato con la T maiuscola, viene definito di solito l’orbe terracqueo, ossia, il pianeta sul quale viviamo che ha, a sua volta la veneranda età di 4,6 miliardi di anni. Questo è il risultato raggiunto da varie considerazioni cosmogoniche, confermate dal metodo di datazione dei minerali di piombo esteso alle meteoriti.
E, ritornando alle varie accezioni del termine, con terra viene considerata anche la nostra terra, quella che ci ha dato i natali, quella dei nostri padri e dei nostri progenitori, in definitiva il suolo patrio, la nostra Nazione. Da quando è comparsa sulla Terra la specie umana, essa si è progressivamente evoluta e trasformata ed ha raggiunto un livello di vita ed una tecnologia avanzata che le permette di vivere bene, ciò nonostante, su tutta la Terra esistono delle diversità di situazioni etniche, ambientali e politico sociali che non permettono a tutti gli esseri umani che popolano questo nostro mondo di avere lo stesso benessere, lo stesso progresso scientifico e lo stesso diritto di vivere con dignità, libertà ed autodeterminazione, cose invece che possiedono già i popoli più progrediti e più ricchi del pianeta.
Questi ultimi, culturalmente e scientificamente più attrezzati hanno sfruttato al massimo le risorse delle loro terre, sia con l’agricoltura ormai trasformata dal progresso tecnico e chimico in coltivazioni intensive per ogni specie di piante che fanno aumentare enormemente la produzione e i raccolti. Il progresso, per questi popoli non è stato soltanto agricolo e alimentare ma, ha interessato tutti i settori dello scibile umano, per cui la scienza ha fatto progressi ovunque, nel campo delle estrazioni, della meccanica, dell’industria, delle costruzioni, della medicina, delle comunicazioni e della socialità.
Questa continua e incessante ricerca del progresso, in ogni campo, ha determinato lo sfruttamento massivo delle risorse minerarie ed estrattive del territorio e, poiché per avanzare nel progresso e nel benessere c’è bisogno di energia, le fonti energetiche convenzionali sono continuamente sollecitate e quello che rendono non basta mai a colmare la richiesta. Per cui il carbone ed il petrolio, che attualmente sono le fonti di energia più sfruttate, a parte il loro costo che tende sempre a salire, non sono più sufficienti alle necessità. Allora, l’uomo ha rivolto la sua ricerca scientifica verso lo sfruttamento dell’atomo con le centrali nucleari.
Da un lato, quindi, si assiste nello scenario planetario complessivo, ad una parte della Terra dove gli stati e gli abitanti sono più ricchi e più dotati di mezzi ed attrezzature che consentono loro un continuo progresso in tutti campi e dall’altro, un complesso eterogeneo di nazioni e popoli più poveri, meno progrediti e, per alcuni di essi, addirittura si rischia la morte per la fame e l’indigenza.
Questo squilibrio economico e socio politico sfocia spesso in guerre civili intestine e sanguinarie per accaparrarsi la priorità del potere e delle possibilità economiche e finanziarie. Ci sono poi altre guerre fatte da altri Stati più ricchi e più potenti nei confronti di nazioni che, magari, sono meno progredite dal punto di vista scientifico e politico sociale ma, hanno un territorio che racchiude molte risorse estrattive, come il carbone e il petrolio. E questi interventi armati sono giustificati dal regime dei paesi aggrediti, nei quali vige la dittatura più esacerbata, e, a salvaguardia dei loro interessi, hanno il secondo fine, occulto, di appropriarsi delle risorse di quel territorio e vengono abilmente camuffati dal motivo umanitario di proteggere le popolazioni afflitte dal regime dittatoriale.
In definitiva questa “Terra” è costantemente travagliata ed afflitta da calamità naturali, carestie e malattie, disordini sociali e guerre che non finiscono mai, se a questi fatti negativi si aggiungono l’inquinamento dell’aria, del suolo, delle falde acquifere e del mare, a causa dei rifiuti industriali, della CO2, degli scarichi dei mezzi di trasporto e, peggio, degli incidenti imprevisti ed imprevedibili delle centrali nucleari, si ha la sensazione che l’uomo per la sua sete di potere, ricchezza e benessere, continuando di questo passo finirà con distruggere la terra che l’ha generato, ospitato e nutrito per secoli e poi, anche se stesso.
Certo il Mondo sarebbe migliore se non vi fossero più guerre; di là di quello che potrebbe sembrare solo una bella invocazione ecumenica, c’è il desiderio intimo e sicuramente universale che si metta fine per sempre a questo scempio perpetrato a danno dell’Umanità. La guerra si scatena, il più delle volte, per la sete di potere e di egemonia sui più deboli e, molte altre volte per interessi economici. Purtroppo, bisognerebbe che il culto dell’amore e del rispetto reciproco nonché la consapevolezza di non nuocere agli altri, fossero principi universali ben radicati nelle coscienze di tutti gli uomini anche se, spesso, questo non coincide con i loro interessi.
Vale la pena per un popolo, affannarsi continuamente per crescere e migliorare sempre, sotto tutti gli aspetti a costi spesso proibitivi, quando questa smania di progresso, di potere e di ricchezza, usata in modo irrazionale e irrispettosa per l’ambiente, in questo modo favorisce una catastrofe planetaria?
Non sarebbe meglio, limitare la sfrenata corsa al progresso, alla ricchezza e ai beni materiali, alcuni dei quali superflui, e vivere in pace con tutti gli uomini di buona volontà? Evitare le spese folli per gli armamenti e destinare una parte del PIL di ogni nazione a quei popoli meno fortunati che rischiano l’estinzione per fame, malattie e povertà?
Invece di spendere miliardi per la conquista dello Spazio e per il potenziamento militare degli Stati, scegliere e realizzare, in campo internazionale, una nuova confederazione di stati, con la finalità di aiutarsi gli uni con gli altri, per consentire a tutti i popoli di vivere dignitosamente ed in pace?
E per quanto riguarda le fonti di energia, accantoniamo i progetti di nuove centrali nucleari di ultima generazione, in attesa di altri studi sui progressi scientifici che ci possano consentire di utilizzare il nucleare senza rischi. L’Italia è il paese del Sole, del Mare e del Vento, le energie rinnovabili come l’eolico, i pannelli solari, il fotovoltaico, considerata la nostra posizione geografica ed il nostro clima, ci possono garantire energia pulita a costi ridotti ed evitare l’inquinamento e le scorie da eliminare.
La Germania ha già fatto alcune di queste scelte e altre fondate sull’elettricità e sull’energia fornita dall’Idrogeno per le vetture e i trasporti. Il tedesco è uno dei popoli più laboriosi e scientificamente più capaci al mondo, basti constatare come la Germania sia risorta più forte e più ricca di prima, dalle rovine della seconda Guerra Mondiale.
Noi che tendenzialmente siamo portati ad ammirare ed enfatizzare le doti e le capacità degli stranieri, pur essendo tra i popoli più dotati di inventiva e di genialità, cerchiamo di fare tesoro delle esperienze positive degli altri, ogni tanto un po’ di umiltà e di buon senso è utile ed è produttivo, se vogliamo continuare a credere e conservare gelosamente questa nostra Terra e ad affermare che il nostro è un grande Paese.
Vittorio Sartarelli
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