Siria. L’effetto Boomerang

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Behind the News (dietro la notizia) intende ripristinare questo essenziale servizio destinato al lettore proponendo informazioni ed analisi inedite sui principali avvenimenti mondiali andando oltre la semplice notizia per capire le ragioni celate dietro il sipario.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Feb 21

Siria. L’effetto Boomerang

I servizi segreti europei ed americani hanno lanciato l’allarme di futuri possibili attentati in Occidente commessi da propri cittadini rientrati dai combattimenti in Siria. Un pericolo serio creato da quello che le associazioni per i diritti umani definiscono: effetto boomerang. I cittadini occidentali reclutati da Al-Qaeda sono formati ed armati dalle principali potenze occidentali che reclutano anche presso i campi profughi con la complicità di Unhcr

di Fulvio Beltrami

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Trecento terroristi inglesi ingaggiati nella guerra civile in Siria starebbero per rientrare in Gran Bretagna rappresentando un serio problema di sicurezza per il paese, secondo quanto affermato da un alto ufficiale dei servizi segreti di Sua Maestà al The Sunday Times, assicurando che si sta monitorando ogni cittadino che si è recato recentemente nel Medio Oriente. Nella lista dei Paesi sospettati sono stati inseriti Afghanistan e Pakistan. Lo scorso gennaio l’ufficiale di polizia Peter Fahy informò l’opinione pubblica Britannica della possibilità di arresti di massa di tutti i cittadini sospettati di ritornare dalla Siria.

Secondo informazioni pubblicate da Strategic Culture Foundation, una piattaforma di analisi politiche, militari e economiche curata da esperti americani, Canadesi, Indiani, Russi ed europei, i timori dei servizi segreti britannici vengono confermati dalla Intelligence dell’Unione Europea. Altri Paesi a rischio sono: Francia, Germania e Spagna.

Identico allarme viene lanciato da alti funzionari americani dei servizi segreti e dell’antiterrorismo citati dal New York Times. Circa 70 americani sarebbero rientrati negli Stati Uniti dopo un periodo di “servizio jaidista” in Siria che varia da uno a due anni. Il monitoraggio dei cittadini rientrati dalla Siria è diventato una delle priorità dell’antiterrorismo, afferma il direttore dell'Fbi James B. Comey.

Il metodo di reclutamento preferito passa attraverso i social media: da Facebook a Twitter. , spiega Shiraz Maher, analista del Centro Internazionali di Studi sul Estremismo.

Questi social media, essendo piattaforme istantanee per scambiarsi informazioni, svolgono un ruolo fondamentale nel reclutamento dei giovani europei come anche nel mantenere relazioni tra i Jihadisti occidentali e loro famiglie in patria” spiega spiega la redazione di Analisi Difesa, il primo magazine on-line italiano specializzato in Difesa, Industria e tematiche militari, fondato nel 2000 da Gianandrea Gaiani, attuale Direttore. Twitter viene utilizzato anche per annunciare la morte dei martiri.

Il pericolo sembra serio. Solo in Europa si valutano circa 2.000 giovani reclutati mentre negli Stati Uniti oltrepasserebbero i 3.000. Non tutti appartengono a classi disagiate o a minoranze di origine araba. Tra essi vi sarebbero anche dei giovani “bianchi” di buona famiglia.

Secondo le polizie europee il maggior problema è rintracciare con esattezza questi estremisti che ritornano nei loro rispettivi paesi di origine. I Jaidisti potrebbero ritornare in Europa da paesi terzi divenendo difficili da rintracciare.

Affermazione contraddetta da un'inchiesta del Daily Telegraph. La Nato conoscerebbe l'identità precisa di ogni cittadino europeo reclutato da Al-Qaeda in quanto dirige le operazioni del loro addestramento in base sicure nella Turchia, prima di inviarli sul fronte Siriano.

I terroristi islamici dal 2011 avrebbero istallato campi militari nella Turchia meridionale con la collaborazione del governo di Ankara, usa queste basi per penetrare la Siria e come rifugi in caso di sconfitte militari.

L’inchiesta, smentita dall'autorità americane ed europee, rivela che l’addestramento assicurato dalla Nato è svolto in collaborazione con la Cia.

Gli istruttori sarebbero membri delle squadre speciali americani, inglesi e francesi, che non si farebbero scrupoli a reclutare anche presso i campi profughi in Turchia con la complicità dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Unhcr.

Un’affermazione che non sorprende. Storicamente i campi profughi gestiti da questa Agenzia Umanitaria Onu, servono anche per il reclutamento di giovani, una delle cause principali del prolungamento delle guerre civili.

Campi profughi in Pakistan durante l’occupazione sovietica dell'Afghanistan negli anni Ottanta; campi profughi in Honduras dove venivano reclutati i guerriglieri Contras contro il governo Sandinista e le milizie Guatemalteche per opporle al Fronte di Liberazione Nazionale Farabundo Martì (FMLN); campi profughi in Thailandia durante le guerre in Vietnam e Cambogia. Tutti esempi di un’ottima collaborazione tra Cia e Unhcr ampiamente illustrati da Fiona Terry, Direttrice delle Ricerche a Parigi di Medici Senza Frontiere, nel suo libro: “Condannati a Ripetere? Il paradosso dell’intervento umanitario”, edizioni Cornell University Press 2002.

Il caso più eclatante avvenne nei campi profughi dello Zaire tra il 1994 e il 1996 dove Unhcr e le altre Agenzie Umanitarie Onu: unicef, PAM, non solo accettarono la presenza di istruttori militari francesi che reclutavano ed addestravano i profughi rwandesi fuggiti dal Genocidio per conto delle milizie genocidarie e del governo Ruandese razziale Hutu Power in esilio, ma accettarono la nomina dei quadri genocidari a rappresentanti della popolazione rifugiata ruandese permettendo loro di gestire milioni di dollari provenienti dagli aiuti umanitari.

Per due anni i campi profughi ruandesi gestiti da Unhcr furono le basi militari per le forze genocidarie che lanciavano continui attacchi al nuovo governo del Rwanda controllato dal Fronte Patriottico Ruandese di Paul Kagame, attuale presidente del paese africano.

Quando nel settembre 1996 le truppe ruandesi invasero lo Zaire investendo i campi profughi per debellare i terroristi Unhcr ebbe addirittura il coraggio di denunciare le operazioni militari attuate dal governo di Kigali.

La criminale complicità di Unhcr che permette il reclutamento e l’addestramento nei campi profughi sembra ormai una consuetudine, gli ultimi esempi si hanno nelle recenti crisi africani del Centroafrica e Sud Sudan.

Le Nazioni Unite non hanno mai aperto un’inchiesta e nessun dirigente di Unhcr è mai stato incolpato. Ogni accusa è violentemente negata da questa Agenzia “Umanitaria” nonostante le evidenze.

Secondo uno studio della IHS, ditta di consulenza del ministero della Difesa Britannica, nel settembre 2013 in Siria vi sarebbero stati circa 100.000 militanti stranieri, frammentati in 1.000 gruppi.

Una delle ragioni che spingono il governo di Damasco a definire il conflitto in corso come una guerra di invasione straniera piuttosto che una guerra civile.

Nonostante le smentite ufficiali è ormai un segreto di Pulcinella l’appoggio finanziario e militare degli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna ai ribelli che si oppongono al governo del presidente Bashar al-Assad, che secondo i diktat di queste tre potenze occidentali dovrebbe capitolare e dimettersi.

Nel dicembre 2013 Stati Uniti e Gran Bretagna hanno solennemente dichiarato di aver sospeso il supporto “non letale” al Free Syrian Army – FSA (Esercito della Siria Libera) a causa della creazione di un Fronte Islamico formato da sette gruppi estremisti: Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam, Suqour al-Sham, Liwa al-Tawhid, Liwa al-Haqq, Ansar al-Sham e il Kurdish Islamic Front, che ragruppando circa 45.000 miliziani tra cui sono arruolati i volontari occidentali. Solo gli aiuti umanitari sarebbero stati mantenuti.

Per supporto “non letale” si intende l'approvvigionamento di medicine, veicoli militari e equipaggiamento di comunicazione. Un supporto costato fino ad ora agli Stati Uniti 250 milioni di dollari e alla Gran Bretagna 20 milioni di sterline.

Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno escluso ogni aiuto diretto in armi e munizioni preoccupati del rischio che possano finire nelle mani dei Jaidisti di Al-Qaeda.

Di diverso parere è l’associazione Britannica: Syrian Obervatory for Human Rights (SOHR), considerata la fonte più credibile ed imparziale sulle informazioni del conflitto siriano.

Secondo SOHR le armi occidentali verrebbero stoccate in magazzini ubicati presso la località di Bab-Al-Hawa, Provincia di Idlib, nord ovest della Turchia. La Gran Bretagna nel 2013 avrebbe fornito ai ribelli alcune dozzine di missili anti aerei e anti carri armati.

I rapporti di SOHR vengono confermati dal New York Times e dal Los Angeles Times.

““Il ponte aereo per armare i ribelli in Siria si espande, con l’aiuto della Cia che ha contribuito all’aumento del supporto militare dei governi arabi e turco ai combattenti dell’opposizione in Siria, negli ultimi mesi, espandendo il ponte aereo segreto per armare e attrezzare la rivolta contro il presidente Bashar al-Assad”, informa il NY Times in suo articolo del marzo 2013.

 “Gli Usa hanno addestrato e armato segretamente i ribelli in Siria fin dal 2012. Agenti della Cia e truppe speciali degli Usa hanno segretamente addestrato i ribelli siriani sulle armi anticarro e antiaeree dalla fine dell’anno scorso, secondo funzionari statunitensi e comandanti ribelli.” Informa il LA Times in un suo articolo del giugno 2013

I campi di addestramento segreti sono ubicati presso basi militari in Giordania e in Turchia.

I miliziani islamici costituiscono la maggioranza della ribellione armata contro il governo Siriano.

Paradossalmente Al-Qaeda sta attuando un doppio gioco.

Mentre accetta di essere uno dei strumenti dell’Occidente per combattere il regime “dittatoriale” Siriano, recluta giovani americani ed europei, addestrati e armati dai reparti speciali occidentali, , Turchia, Giordania e Arabia Saudita.

Dopo uno o due anni di combattimenti in Siria, se sopravvivono, ricevono l’ordine di rientrare in patria, ben addestrati e capaci di attuare attentati in Occidente. È quello che il Syrian Observatory for Human Rights definisce: l’effetto boomerang siriano.

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