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Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.
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Ott 26
di Fulvio Beltrami
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Papa Francesco lo scorso maggio ha ventilato la possibilità di modificare l’attuale dottrina della Santa Chiesa che impone il celibato al suo clero permettendo ai preti che lo desiderano di contrarre il matrimonio. La notizia confermata dai siti cattolici di informazione NRConline, The Week e The Tablet è stata preceduta da un'udienza privata tra il Santo Padre e il vescovo della diocesi brasiliana Erwin Krautler (di origini austriache) avvenuta nel Vaticano il 4 aprile 2014. Durante l’incontro il vescovo Krautler si è fatto portavoce delle preoccupazioni dei vescovi brasiliani sulla cronica crisi di vocazione nel paese, individuando come primo ostacolo l’obbligo di castità per i sacerdoti. La risposta ricevuta da Papa Francesco sembra tesa a rivoluzionare un dogma che dura da secoli. Francesco ha invitato vescovi e cardinali brasiliani a sottoporre i loro suggerimenti per una riforma all’interno della Chiesa Cattolica.
In totale sintonia che le affermazioni pubbliche del Cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, il Papa ha dichiarato di essere disponibile a riconsiderare l’obbligo del celibato in quanto rientra nella legge del Diritto Canonico e non nella dottrina della Chiesa Cattolica, quindi può essere cambiato. La dottrina della Chiesa romana si basa sul dogma che è un articolo di fede rivelato da Dio quindi incontestabile. Spesso questi dogmi durante la controversa e assai turbolenta storia del Vaticano sono stati creati dai Papi ed imposti nei vari Concili ecumenici per rafforzare il loro potere temporale affermando di aver ricevuto la rivelazione e l’annuncio da Dio. Recentemente il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin ha sostenuto l’approccio del Santo Padre affermando che il celibato non appartiene ai dogma ma alla tradizione della Chiesa. Un sostegno giunto anche dal Padre gesuita Thomas Reese una delle più importanti figure del National Catholic Reporter (la pubblicazione anglofona degli orientamenti di fede del Vaticano).
A seguito di queste dichiarazioni si deve quindi supporre che all’interno del vero o mediatico spirito riformatore di Papa Francesco vi sia spazio per la revoca del dogma emanato dal concilio di Nicea (325 d. C.) che stabilisce che un prete dopo l’ordinazione non possa sposarsi, e del dogma del primo concilio Lateranense (1123 d. C.) che decreta che i matrimoni dei religiosi non sono validi. Un'operazione che necessita di complicate acrobazie in quanto, teoricamente, un dogma non può essere modificato in quanto volontà divina. Acrobazie già iniziate con l’ingannevole affermazione che il celibato imposto al clero rientra nella tradizione e non nei dogmi. Quali sono le motivazioni recondite che spinsero secoli addietro ad imporre il celibato?
In nessun testo evangelico, anche se quelli considerati ufficiali e accettati dalla Chiesa risalgono a molti decenni dopo la morte del Gesù di Nazareth, si fa accenno al celibato del clero cattolico. L’apostolo San Pietro, considerato il fondatore della Chiesa Romana, era sposato come del resto tutti gli altri apostoli. San Felice III (483-492) ha avuto due figli legittimi. Sant’Ormisda (514-523) un figlio legittimo come pure San Silvestro (536-537) e Papa Adriano II (867-872). La tradizione di contrarre matrimonio presso il clero continuò anche dopo la proclamazione del dogma del concilio Lateranense I. Papa Clemente IV (1265-1268) era sposato con due figlie così come Papa Felice V (1439-1449) considerato antipapa. Si definiva antipapa colui che rivendicava il soglio con un numero sufficiente di cardinali che lo sostenevano, oppure se si creava confusione su chi fosse il papa legittimo. Fra i XIV e il XV secolo vi furono addirittura momenti che la Chiesa Cattolica aveva quattro Pontefici contemporaneamente.
Solo i Papi appartenenti alle fazioni più potenti che emersero vittoriose dalle diatribe sono stati considerati dalla storiografia ufficiale della Chiesa romana come veri Pontefici. Gli altri come antipapa. Le diatribe furono sempre risolte tramite l’uso della forza e di eserciti mercenari con pulizie etniche e massacri delle popolazioni che sostenevano la parte avversa. Questa situazione caotica e sanguinaria fu causata dall’invenzione stessa del papato. Nei primi due secoli dopo Cristo non vi è traccia di pontefici ufficiali. La parola “papa” ha cominciato a venire impiegata solo nel 255 d.C.quando Cipriano fu chiamato “vescovo dei vescovi” e “papa benedetto”. Lui si offese e derise l’idea di una carica che rappresentasse la successione a Pietro. Dal III secolo l’appellativo di Papa era applicato a tutti i vescovi e non era riservato solo a quello di Roma. È solo nel 1073 con il concilio tenutosi nell’Urbe, che si proibì a chiunque altro di usare questo appellativo, assegnandolo ufficialmente al vescovo romano, formalizzando la figura di Papa che conosciamo ai giorni nostri.
Seppur non sposati ufficialmente sei Pontefici hanno avuto figli illegittimi dopo il 1139: Innocenzo VII, Alessandro VI, Giulio II, Paolo III, Pio IV, Gregorio XIII. Il fenomeno del matrimonio era talmente diffuso anche tra il clero di umile rango (composto da frati e preti) che molti Pontefici furono costretti ad emulare la decisione di Papa Pelagio II (580) che adottò una politica tollerante nei confronti dei sacerdoti, cardinali e vescovi sposati, purché non lasciassero in eredità i beni ecclesiali alle moglie e ai figli.
Questo è il fulcro del problema che originò l’obbligo del celibato all’interno della Chiesa romana. “Il vero motivo per cui la Chiesa impose il celibato risiedeva nella necessità di tutelare i beni e i soldi del vasto impero temporale creato sulle rovine dell’Impero Romano, evitando che essi finissero in eredità a vedove e figli dopo la morte dei sacerdoti e dell’alta gerarchia ecclesiastica”, spiegano gli storici Tim C. Leedom e Maryjane Churchville autori del contestato saggio: “Il libro che nessun Papa ti farebbe mai leggere” (edizioni Newton Compton, 2011). Era l’epoca buia del papato caratterizzato da una maniacale ossessione di amministrare la legge temporale facendo ricorso alla forza e ai crimini contro l'umanità (come il genocidio dei Catari e lo sterminio dei Templari) per estendere lo Stato della Chiesa.
“Molti papi erano uomini che condussero una vita dissoluta. Alcuni erano maghi e occultisti, altri sono passati alla storia per guerre, genocidi, costumi libertini, avarizia e simonia. Altri ancora non erano neppure membri della Chiesa, ma vili criminali, nemici della devozione. Taluni erano veri figli del demonio, o bastardi, talvolta nemmeno sacerdoti. Certuni sostenevano le eresie.” Questa è la descrizione data dal vescovo Frotheringham nella sua opera “The Cradle of Christ” del 1877 e dall'Enciclopedia Cattolica (pagine 700-703). Durante questo turbolento ed insano periodo della storia pontificia (un periodo che occupa due terzi dell’esistenza della Chiesa Romana) si inserisce la lotta di potere tra gli esponenti del clero di sesso femminile e di sesso maschile, originata dall'usurpazione del vero erede della Chiesa: Maddalena da parte dell’Apostolo Pietro, secondo alcuni storici e secondo quanto scritto nei manoscritti del Mar Morto gli unici documenti cristiani contemporanei alla vita di Gesù che contraddicono i Vangeli ufficiali raccontando di un diverso maestro di rettitudine più importante di Gesù: suo fratello Giacomo oltre a rivelarci il matrimonio di Gesù con... Maddalena. Manoscritti proibiti dal Vaticano che li conserva negli archivi a Roma proibendone la pubblica consultazione.
Nel buio Medioevo una donna diventò Papa. Trattasi di Giovanna di estrazione germanica, nata a Magonza che regnò sulla Chiesa per alcuni anni sotto il nome di Papa Giovanni VII attorno all'Anno Dominus 1099 fin quando fu scoperta e assassinata. Una vicenda trasformata dal Vaticano in una leggenda da abiurare ma che impose il rito della sedes stercoraria, un sedile in pietra con un buco nel centro. Tale sedile venne impiegato nell'elezione di Pasquale II subito dopo la morte della Papessa in poi fino al Rinascimento per verificare il sesso maschile del Papa appena nominato che aveva l’obbligo di sedersi sul sedile di pietra affinché i vescovi potessero toccare i suoi attributi ed accertarsi che non fosse una donna.
La lotta tra i due sessi continuò a fasi alterne e quello femminile ottenne una seconda possibilità di imporsi sulla Chiesa Romana, questa volta in forma indiretta tra il 886 e il 950: il periodo denominato “lo scellerato governo delle prostitute”. Dinnanzi all'impossibilità di accedere direttamente al Pontificio, la controparte femminile, approfittando della dissolutezza e della morbosità sessuale che contraddistingueva la maggioranza dei Papi dell’epoca, regnò indirettamente sulla Chiesa grazie a due enigmatiche figure femminili: Teodora e sua figlia Marozia che fecero eleggere o spodestarono vari pontefici tra cui Papa Giovanni X (914-928) e Papa Giovanni XI (910-936). Teodora e Marozia regnarono sul cristianesimo per 64 anni da Castel Sant'Angelo, vicino a San Pietro, occupandosi di ogni questione religiosa, eccezione fatta per quelle di routine.
Marozia non era ovviamente riconosciuta come la guida della Chiesa ma non vi erano dubbi che lo era di fatto come ogni storico serio è a conoscenza. Sensuale, aggressiva, profondamente ignorante e del tutto priva di scrupoli, Marozia nominò vescovi e schiacciò gli oppositori fino alla sua eliminazione fisica. Era stata ribattezzata dal popolino “la puttana dei Papi”. È in questo contesto che la Chiesa impose con forza il celibato e relegò al sesso femminile un ruolo totalmente subalterno (quello delle suore spesso sfruttate sessualmente) vietando alle donne di accedere al sacerdozio.
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