Benvenuti nel mio nuovo blog dedicato a tutti coloro che come me hanno tante passioni e curiosità. La mia nasce dai viaggi, dal desiderio di raccontare le mie esperienze e condividere tutto ciò che incontro durante il mio cammino. Per viaggio intendo non solo itinerari in Italia e nel mondo, non solo alberghi e ristoranti, centri benessere ma anche eventi sportivi, culturali, festival e manifestazioni. Nelle mie pagine troverete idee, curiosità, novità; farò recensioni e vi darò suggerimenti, in sostanza dei “consigli in pillole”. La pillola per la felicità è desiderare ciò che si vuole ascoltando se stessi. A volte basta veramente poco: un buon libro, un bel film, un bicchiere di vino. Ognuno potrà curiosare e cercare la sua pillola per prevenire o curare a seconda delle proprie necessità. E poi dal mondo dello spettacolo, della moda, del cinema, dello sport e del gossip interviste a uomini e donne Vip e molto altro ancora per farci sorridere e vivere con un po’ di leggerezza.
Manuela Muttini
Sono diplomata in Lingue e laureata in Scienze politiche con indirizzo sociologico. Fin da bambina ho praticato sport a livello agonistico fino a raggiungere la serie B in ambito tennistico. Nel 2010 ho presentato al salone internazionale del libro di Torino il mio primo manoscritto dal titolo “Il principe imperfetto”, dove interpreto il variegato mondo femminile ed indago su emozioni e sentimenti. Oltre ad essere iscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti e a collaborare con diverse testate, nel corso degli anni ho maturato un’esperienza significativa come consulente d’immagine e comunicazione di vari personaggi Vip del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, moda, sport, arte). Ho organizzato eventi e festival, convention, incentive e campagne pubblicitarie sia a livello nazionale che internazionale, occupandomi in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni sia della progettazione che della loro supervisione.
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Set 10
di Manuela Muttini
Martedi 17 settembre a Milano riapre la seconda edizione del Festival del Cinema Russo – Premio Felix.
Nov 15
di Manuela Muttini
Giunta in Italia per la prima edizione del Festival del Cinema Russo – Premio Felix (www.premiofelix.it) che ha come obbiettivo la diffusione della cultura russa in Italia, Alice Lobonova ha presenziato al Festival che si è tenuto martedi 13 e mercoledi 14 novembre a Milano presso Anteo Spazio Cinema e che rientra nel programma statale russo “Le Stagioni Russe”, un progetto organizzato dal Governo della Federazione Russa e dal Ministero della Cultura.
Set 6
di Manuela Muttini
Oggi intervistiamo l’attore Pietro Delle Piane, attualmente sul set di “Boris Giuliano”, il il tv movie diretto da Ricky Tognazzi e realizzato da Sergio Giussani, dedicato al capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso nel 1979 dalla mafia. I mafiosi Leoluca Bagarella, Pietro Marchese e Pino Greco sono rispettivamente Francesco Benigno, Pietro Delle Piane e Alfredo Libassi. Nel cast anche Nicole Grimaudo, moglie di Boris, Ettore Bassi nel ruolo di De Luca, ex questore di Trento. Sempre più spesso si passa dai fatti di cronaca al racconto cinematografico, sicuramente storie avvincenti che hanno toccato la nostra storia, ma anche difficili da raccontare in quanto non è mai facile analizzare il rapporto esistente tra rappresentazione cinematografica e realtà della criminalità organizzata. Tu cosa ne pensi in merito?
Ott 26
di Manuela Muttini
L’attore romano, Andrea De Rosa, che abbiamo conosciuto al cinema grazie al successo boom di “Notte prima degli esami”, al sequel “Notte prima degli esami – oggi” di Fausto Brizzi per poi proseguire con “Ultimi della classe” di Luca Biglione e “Amore, bugie e calcetto” di Luca Lucini e in tv accanto a Boldi nel primo telepanettone “Natale a quattro zampe”, torna in tv in prima serata nella fiction che andrà in onda da lunedi 27 ottobre 2014 “Una pallottola nel cuore”, al fianco di Gigi Proietti . Una miniserie tv di quattro puntate (La maga di Piazza Navona, La ragazza del Parco, Il Passato che ritorna e Il Vero e il falso) sui cosidetti cold case casi irrisolti, riaperti e risolti grazie alla curiosità e alla ricerca della verità del giornalista di cronaca nera Bruno Palmieri, interpretato da Gigi Proietti, una serie che racconta come il tempo ci porta sempre di fronte alla verità, a patto che ciascuno voglia affrontarla. Andrea De Rosa interpreta Aldo, un ragazzo romano, tifosissimo della Roma, che dovrà sposare Evelina (Giulia Greco) e verrà avvicinato da Bruno Palmieri, il quale cercherà di corromperlo per riconquistare Paola (Licia Maglietta), un suo vecchio amore. E proprio negli ultimi giorni prima del fatidico "sì", Aldo, dopo aver ascoltato un discorso di Bruno sul matrimonio avrà dei dubbi a riguardo... Fanno parte del cast anche Marco Marzocca, il fotografo che ha percorso tanti km dietro al cronista e Francesca Inaudi, nel ruolo di Maddalena, aspirante giornalista che complicherà la vita a Palmieri risvegliandone il passato.
Inoltre Andrea, dopo averlo visto nel 2013 sul grande schermo nel suo primo ruolo drammatico coprotagonista accanto al comico Franco Neri in “Aspromonte” di Hedy Krissane, tornerà di nuovo al cinema il 6 novembre 2014 con "Non escludo il ritorno", la biografia di Franco Califano per la regia di Stefano Calvagna dove interpreta Massimo, suo grande fan. Una sera Massimo ha la fortuna di conoscerlo...il Maestro lo invita insieme alla sua compagna (Rossella Infanti) a sedersi nel privè del locale dove si è appena esibito... e da quel momento diventa per lui come un figlio. Insieme all'amico di sempre Riccardo (Danilo Brugia) accompagneranno il Califfo in tutte le sue serate, intrattenendolo e cercando di imparare "la vita" dal suo idolo, standogli vicino anche nei momenti più bui fino alla fine... , un lungo e particolare viaggio che ci fa conoscere un Franco Califano inedito negli ultimi anni della sua vita, i lati meno conosciuti del suo animo, del quale solo pochi amici intimi che lo frequentavano ne conoscevano le sfumature. Tra gli altri attori ricordiamo Franco Oppini, Michael Madsen, Gianfranco Butinar, Enzo Salvi e Nadia Rinaldi.
Set 22
di Manuela Muttini
Il film esperimento a livello mondiale "Kisses&guns" www.kissesandguns-movie.com, nato dall'idea originale di Luigi Forlai, produttore, filmaker, scrittore, sceneggiatore, editor e producer di varie serie Tv sia per Rai che per Mediaset, è il primo vero “social movie”, che permette di mettere a confronto le qualità di registi e attori di tutto il mondo che saranno votati sia dal pubblico che da una giuria di qualità. Il progetto sta avendo un grande riscontro a livello mediatico, in quanto appoggiato con entusiasmo da diversi festival, scuole di cinema, produzioni, attori, registi nonché giornalisti. Domenica 28 settembre nell’ambito del Roma Web Fest www.romawebfest.it avremo ospiti sostenitori le gemelle Laura e Silvia Squizzato, gli attori Andrea De Rosa e Pietro Delle Piane e l’attrice Valeria Nardilli. Il format è un programma collettivo, in quanto coinvolge pubblico e social network: la partecipazione al primo festival, l'italiano ufficiale incentrato sulle web series costituisce la vetrina ideale in quanto promotore di un nuovo modello di raccordo tra mercato cinematografico tradizionale da un lato, nuovi autori e giovani produzioni che utilizzano il web come canale produttivo e distributivo dall’altro.
Set 6
di Manuela Muttini
La 71 edizione della Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa con la cerimonia di premiazione presentata dall’attrice italiana e madrina del festival Luisa Ranieri. Il Leone d’oro per il miglior film è stato assegnato dalla giuria presieduta da Alexandre Desplat e composta da Joan Chen, Philip Gröning, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Sandy Powell, Tim Roth, Elia Suleiman e Carlo Verdone al film “En duva satt på en gren och funderade på tillvaron” (“Un piccione si posò su un ramo per riflettere sull’esistenza”) del regista svedese Roy Andersson, con Holger Andersson e Nisse Vestblom. Il Leone d’argento per la migliore regia è andato ad Andrej Koncalovskij per il film “Belye nochi pochtalona Alekseya Tryapitsyna” (“The Postman’s White Nights”) mentre il Gran Premio della Giuria è stato vinto dal documentario “The Look of Silence” di Joshua Oppenheimer. La Coppa Volpi sia per la miglior interpretazione maschile che per quella femminile sono andati ad Adam Driver e all’italiana Alba Rohrwacher, entrambi protagonisti di “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, uno dei tre film italiani in concorso. Il Premio Marcello Mastroianni, dedicato a un giovane attore o attrice emergente, è andato a Romain Paul per l’interpretazione nel film “Le Dernier Coup de Marteau” di Alix Delaporte. Il premio per la migliore sceneggiatura invece a Rakhshan Banietemad e Farid Mostafavi per il film iraniano “Ghessea”, di Rakhshan Banietemad, mentre il premio speciale della Giuria è andato al film “Sivas” di Kaan Müjdeci.
Mag 25
di Manuela Muttini
Premiato con la Palma d’oro “Winter Sleep”, il film più lungo nella storia del festival 3 ore e 16 minuti, del cineasta turco Nuri Bilge Ceylan. Il premio Grand Prix, il secondo in ordine di importanza, viene consegnato con una standin ovation di 12 minuti e il ricordo di Marcello Mastroianni. da Sophia Loren alla “nostra” regista 32enne Alice Rohrwacher per “Le Meraviglie”, la prima donna regista italiana a vincere un premio al Festival. Per l’Italia è il secondo riconoscimento internazionale più prestigioso che potesse portare a casa. Il Premio della Giuria è vinto in ex aequo dal più giovane concorrente, il canadese Xavier Dolan per Mommy, e dal più vecchio, l’83enne Jean-Luc Godard per Adieu au langage. Il premio come miglior regista viene attribuito all’americano Bennett Miller con il film “Foxcatcher”, pellicola drammatica basata su fatti realmente accaduti. I premi come miglior attrice e miglior attore vengono vinti rispettivamente dall’americana Julianne Moore con “Maps to the Stars” di David Cronenberg, non presente a Cannes, e dal britannico Timothy Spall con “Mr Turner” di Mike Leigh. Miglior sceneggiatura, infine, è stata giudicata quella di “Leviathan” di Andrey Zvyagintsev. Tra gli altri premi vince la Camera d'Or per la miglior opera prima “Party Girl” di Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis e la Palma d'Oro per il miglior cortometraggio “Leidi” di Simón Mesa Soto.
Mag 18
di Manuela Muttini
Grande successo riscosso ieri all'Italian Pavilion del Villaggio Internazionale a Cannes per la presentazione del nuovo progetto “Kisses & Guns" www. kissesandguns-movie. com, nato da l’idea originale di Luigi Forlai, produttore, filmaker, scrittore, sceneggiatore, editor e producer di varie serie Tv sia per Rai che per Mediaset (“Don Matteo 1”, “Lui & Lei”, “La Squadra 2”, “3 Rose di Eva 1&2”). Il progetto è unico ed originale nel suo genere: un vero e proprio film, in realtà è il primo vero “social movie” a livello mondiale, che permette di mettere a confronto le qualità dei registi e degli attori di tutto il mondo. L’esperimento, pur partendo dall’Italia, è in inglese ed ha come centro gravitazionale Los Angeles, in quanto la “Los Angeles Film School” riveste un ruolo primario in questa iniziativa. Rimane un programma collettivo, in quanto coinvolge pubblico e social network ma nello stesso tempo è anche molto di più: un format per un talent show globale in cui registi ed attori di tutto il mondo possono mostrare il loro talento e farsi votare sia dal pubblico che da una giuria di qualità. Il punto di partenza, oltre ad essere il punto di forza, è la storia, il copione: una gangster/love story, un mix tra "Romeo e Giulietta" e "Carlito's way”. Ogni regista ha la possibilità di scaricare gratuitamente dal sito www. kissesandguns-movie. com un pacchetto di produzione, composto da sceneggiatura, ripartita in 16 segmenti, ognuno con il proprio titolo, e 23 brani musicali. Il pacchetto di produzione a disposizione può essere montato, mixato, sincronizzato ma non cambiato. Personaggi, azioni ed eventi sono predeterminati, è necessario rispettare la trama ed essere totalmente fedeli alla sceneggiatura. Ogni segmento potrà essere girato da registi diversi, ognuno con il proprio stile. Si può decidere di realizzare il segmento in un genere diverso: commedia, thriller, dramma, fumetto, animazione 3D, motion stop, rotoshop, o qualsiasi altro formato si ritenga più adatto alle proprie visioni personali. Sono i personaggi che fanno il film: gli attori possono cambiare da segmento a segmento, ma lo sguardo, l’età, il colore dei capelli, devono rimanere gli stessi. Se si sceglie di girare in qualsiasi altra lingua, che non sia l’inglese, il dialogo deve essere accompagnato da sottotitoli in inglese. Quello che è necessario è adattare il proprio stile alla storia, non la storia al proprio stile. è la creatività ad essere a disposizione della storia. Per avere un’idea di come apparirebbe il film potete visionare il maestro reel in homepage al sito.
Mar 30
di Manuela Muttini
Sabato 29 marzo 2014 al cinema sociale di Busto Arsizio si è registrato il tutto esaurito per l’arrivo di Ferzan Opzeteck, uno dei registi più importanti del panorama cinematorgrafico italiano e la proiezione del suo ultimo film “Allacciate le cinture”. Il regista ha ricevuto il premio Platinum “Dino Cecuzzi” all’eccellenza cinematografica. Il nuovo direttore del Festival Steve Della Casa ha conversato, dopo i saluti del sindaco Gigi Farioli, con Ozpetek e con la madrina del festival Claudia Potenza. Il B.A. Film Festival nasce 12 anni fa’ in una città che ha un grande interesse per il cinema, un interesse che si manifesta con la presenza di un notevole numero di cineforum e rassegne cinematografiche (www.sguardidessai.com) che hanno formato un pubblico attento, cosciente, curioso, pronto al dibattito e all’approfondimento; un notevole numero di iniziative che il Festival ha saputo negli anni valorizzare e promuovere con un reciproco scambio di esperienze. Da un lato l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni (www.istitutoantonioni.it), scuola di eccellenza per il cinema nota in tutta Italia, dall’altro l’attività della BAFC Film Commission della provincia di Varese e Alto Milanese (www.bafc.it), che ha come scopo attrarre produzioni cinematografiche e televisive sul territorio. Attività importanti che hanno una loro continuità e radicamento e per le quali il festival è il momento di maggior visibilità sul palcoscenico nazionale. In questo senso assumono un preciso significato le presenze importanti che hanno caratterizzato le passate edizioni: gli ospiti stranieri illustri come Peter Fonda, ma anche il gran numero di presenze del cinema italiano, prima tra tutte quella di Carlo Lizzani, il compianto regista che ha creduto fin dal primo momento a questa manifestazione e nella quale ha profuso energie, intelligenza, iniziative. Tutto questo è stato realizzato in questi anni grazie al gruppo di lavoro che è stato coordinato dal direttore uscente Vittorio Giacci. Il futuro è in costruzione, e l’edizione 2014 del B. A. Film Festival è di fatto il numero zero di un nuovo inizio per la manifestazione. L’imminenza dell’Expo 2015, evento che potrà essere decisivo per un nuovo corso dell’economia italiana, troverà nel BAFF un’attenzione strategica. Lo slogan “non di solo pane” che caratterizza l’edizione 2014 vuole essere un preciso contributo declinato in molti modi, attraverso proiezioni, incontri e convegni. “Non di solo pane”, quindi, perché la cultura è una componente importante del Made in Italy, un valore aggiunto per tutto il sistema di imprese italiane. Ma il restyling del festival ha anche altri punti di forza: è una festa aperta a tutti e non solo agli addetti ai lavori, un momento che coniuga approfondimento e piacere del film, divertimento e cultura e che è vissuto dal pubblico come una manifestazione amica, piacevole e accogliente. Particolare attenzione è data ai programmi per le università, grazie alla posizione strategica di Busto così vicina a tanti atenei italiani. E’ un festival che vuole abbattere le barriere, e su una di queste abbiamo deciso di compiere un passo decisivo: la rassegna Made in Italy, asse portante della selezione di novità, presenterà insieme film per il cinema, fiction televisive, documentari, animazione e videoarte. In questo modo, il BAFF vuole dichiarare apertamente che ritiene superate le divisioni tra questi diversi modi di raccontare. Un festival quindi attento al passato di cui è orgoglioso ma anche proiettato decisamente verso il futuro. Un festival che vuole essere un’agile mangusta che, come scrive Kipling, sa muoversi con velocità precedendo strutture più dotate economicamente ma proprio per questo a volte più elefantiache e lente nel percepire una realtà, quella del cinema, che è in continua evoluzione.
Mar 3
di Manuela Muttini
Alla 86ma edizione degli Oscar splendida vittoria dell’Italia. Dopo ben 15 anni dall’ultima conquista dell’ambita statuetta con “La vita è bella” di Roberto Benigni , “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino conquista l’Oscar. Previsioni quindi confermate per “La grande bellezza”, che dopo aver vinto Golden Globes, Efa e Bafta, viene proclamato come miglior film straniero. Paolo Sorrentino che, insieme a Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano, è stato chiamato sul palco da Ewan McGregor e Viola Dacis a ricevere il premio ha dichiarato, visibilmente emozionato, che quest’opera è stata il frutto dell’ispirazione di quattro grandi artisti: Fellini, Scorsese, i Talking Heads e Maradona, che gli hanno insegnato , ognuno a suo modo, cosa significhi fare grande spettacolo. Un film che ha come protagonista da una parte la bellezza, il fascino, l’incanto di Roma, dall’altra lo squallore e la tristezza di vita dei parvenu, politici, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti. Sembra quasi che quel mix di musica sacra e profana, quell’ alternanza tra musica classica e disco-dance metta in risalto questi due antipodi. Ed è in questo contesto che Jep Gambardella, il giornalista e scrittore dandy sessantacinquenne, interpretato da Toni Servillo è una sorta di guida cinica ed ironica: “Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire"; e ancora su questo mondo: "E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, l'emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile". Oltre a Servillo, alcuni piccoli ruoli interpretati da grandi attori come ad esempio Carlo Verdone nel ruolo dell'uomo di spettacolo fallito, ambizioso e fragile o Sabrina Ferilli nel ruolo della spogliarellista agè, hanno contribuito alla grande bellezza di questo film. Nella lunga notte degli Oscar il premio di miglior film va a "12 Anni Schiavo" di Steve McQueen, 45enne regista britannico che dedica questo premio a tutti coloro che hanno sopportato la schiavitù e alle 21 milioni di persone che ancora ne soffrono e che ottiene per il suo film altre due statuette quella di Lupita Nyong’o come migliore attrice non protagonista e quella per la migliore sceneggiatura. L’Oscar come migliore attore protagonista viene portato a casa da Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club", dove interpreta il ruolo di un cowboy omofobo che si ammala di Aids e poi fa della sua malattia una ragione, prima di business, e poi di vita, premio soffiato a Leonardo D i Caprio che concorreva per “ The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese. Sempre in "Dallas Buyers Club" vince la statuetta come attore non protagonista Jared Leto.La miglior interpretazione femminile va invece a Cate Blanchett, per il film di Woody Allen “Blue Jasmine” che interpreta il ruolo di una donna nevrotica dell’ upper class di New York caduta in disgrazia dopo la bancarotta del marito. La Blanchett è l’unica tra gli attori ad avere già vinto l’Oscar nel 2004 come attrice non protagonista in “The Aviator”. Vince la miglior regia Alfonso Cuaron per "Gravity", che si aggiudica le statuette anche per effetti speciali, colonna sonora, sound editing, sound mixing, montaggio e fotografia. “Frozen” ha vinto per il miglior cartone animato e per la migliore canzone “Let It Go”, che ha battuto la favorita “Ordinary Love”, creata dagli U2 per il film Mandela: ”Long Walk to Freedom”. Migliori costumi e production design al “Grande Gatsby”. Il grande sconfitto della serata oltre a Leonardo di Caprio è "American Hustle"di David O. Russell nonostante le 10 nomination come "Gravity”.