Benvenuti nel mio nuovo blog dedicato a tutti coloro che come me hanno tante passioni e curiosità. La mia nasce dai viaggi, dal desiderio di raccontare le mie esperienze e condividere tutto ciò che incontro durante il mio cammino. Per viaggio intendo non solo itinerari in Italia e nel mondo, non solo alberghi e ristoranti, centri benessere ma anche eventi sportivi, culturali, festival e manifestazioni. Nelle mie pagine troverete idee, curiosità, novità; farò recensioni e vi darò suggerimenti, in sostanza dei “consigli in pillole”. La pillola per la felicità è desiderare ciò che si vuole ascoltando se stessi. A volte basta veramente poco: un buon libro, un bel film, un bicchiere di vino. Ognuno potrà curiosare e cercare la sua pillola per prevenire o curare a seconda delle proprie necessità. E poi dal mondo dello spettacolo, della moda, del cinema, dello sport e del gossip interviste a uomini e donne Vip e molto altro ancora per farci sorridere e vivere con un po’ di leggerezza.
Manuela Muttini
Sono diplomata in Lingue e laureata in Scienze politiche con indirizzo sociologico. Fin da bambina ho praticato sport a livello agonistico fino a raggiungere la serie B in ambito tennistico. Nel 2010 ho presentato al salone internazionale del libro di Torino il mio primo manoscritto dal titolo “Il principe imperfetto”, dove interpreto il variegato mondo femminile ed indago su emozioni e sentimenti. Oltre ad essere iscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti e a collaborare con diverse testate, nel corso degli anni ho maturato un’esperienza significativa come consulente d’immagine e comunicazione di vari personaggi Vip del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, moda, sport, arte). Ho organizzato eventi e festival, convention, incentive e campagne pubblicitarie sia a livello nazionale che internazionale, occupandomi in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni sia della progettazione che della loro supervisione.
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Mag 21
di Manuela Muttini
Immaginate di trovarvi in un posto disperso nelle campagne piacentine, un luogo isolato immerso nella natura, un ambiente ideale dove rifugiarsi. Cosa fareste? Incomincereste a rilassarvi, a pensare e riflettere e non solo, a seguire stili di vita sani, ad acquisire benessere e magari anche a volerlo trasmettere.
Ott 26
di Manuela Muttini
Mancano pochi giorni alla chiusura e la gente sembra come impazzita. Code non solo all’ingresso ma code insostenibili anche ai padiglioni; talmente impossibili che dopo la presentazione della prima causa risarcitoria per danni da file eccessive ad Expo, il Codacons ha deciso di presentare, dato le numerose richieste dei cittadini che vogliono avviare analoghe azioni di risarcimento contro Expo, una istanza alla Procura della Repubblica di Milano, affinche' si proceda al sequestro cautelativo degli incassi realizzati, per poter tutelare i diritti dei consumatori per non essere riusciti a visitare i padiglioni a causa delle code e del numero eccessivo di visitatori fatti accedere all'esposizione. Fin dal principio Expo 2015 è stato sia l’evento più atteso ma anche il più discusso per vari motivi. Primo le corse sui lavori lastminute effettuati, secondo le polemiche relative all’affluenza dei visitatori nei primi mesi: sembrerebbe che i dati ufficiali comunicati da Expo non corrispondessero a quelli reali. A questi dati si è aggiunto la denominazione Expo-flop per la poca centralità dei contenuti e soprattutto del tema della nutrizione. La corsa ai ripari con la strategia di ingressi serali ridotti a 5 euro o addirittura omaggi se utilizzi i parcheggi auto expo, che fino a fine giugno sono rimasti vuoti al 90%, provocando dei netti conti in rosso, e quelli diurni a metà prezzo sembrerebbero aver provocato un effetto boomerang. Da un lato Expo è diventata si un’alternativa alla movida milanese, generando dall’altro anche grande rabbia da parte dei ristoratori e dei gestori dei locali in città. Inoltre i numerosi visitatori serali ovviamente faranno bene alla contabilità finale degli ingressi ai tornelli ma non ai padiglioni, che a quell’ora sono quasi tutti chiusi, e né tanto meno ai bilanci. Dunque a pochi giorni dalla chiusura ci troviamo di fronte a decine di metri di code, equivalenti a ore di attesa, a meno che non si faccia parte delle categorie disabili, over 70/80, donne incinte, accompagnatori con bambino su passeggino(l’età massima dovrebbe essere 2/3 anni, ma si vedono famiglie con passeggini e bambini al seguito anche di 4/6 anni che cercano di entrare nella corsia preferenziale), VIP e giornalisti. Ma le file non si esauriscono solo ai padiglioni dei paesi ma anche ai Cluster o a quelli puramente commerciali, senza considerare il momento in cui si voglia fare una piccola pausa pranzo, che anche se si possono avere opzioni per tutte le tasche, bisogna considerare almeno 30 minuti per un semplice street food! A questo punto molti di voi ora si aspetterebbero se non di visitarli, i padiglioni, almeno di farseli raccontare. E allora vi consiglio, prendendo spunto dai miei suggerimenti di andare a curiosare cio’ che più vi interessa ma direttamente sul web, partendo dal Padiglione Zero, progettato da Michele De Lucchi, che funziona proprio come sito introduttivo alla visita di Expo 2015, un padiglione importante sia per adulti che per bambini per capire il senso di questo grande evento legato allo straordinario percorso evolutivo dell’uomo. Subito dopo la passeggiata lungo il Decumano, dove man mano incontriamo alcuni padiglioni da segnalare. Il primo interessante che incontriamo è quello del Belgio, che abbina la grande arte del cioccolato con le soluzioni innovative per l’agricoltura: le coltivazioni acquaponiche e propone gli insetti come soluzione alimentare per il futuro. Quasi di fronte incontriamo il padiglione del Brasile, molto divertente, con la grande rete sospesa sopra le grandi piante tipiche che simboleggiano le varietà di tradizioni, paesaggi culture e cibi del paese. A seguire quello della Corea del Sud, uno dei più centrati dal mio punto di vista grazie alla grande capacità di far riflettere sulle abitudini alimentari, il problema dell’obesità, dell’eccessivo consumo di cibo in scatola e la proposta di soluzione allo spreco del cibo: il kimchi, un alimento a base di verdure fermentate. All’interno del padiglione installazioni all’avanguardia, all’altezza di un museo d’arte contemporanea, che guidano il visitatore verso spiegazioni sia analitiche che sintetiche ma sempre verso un unico concetto, quello del valore del nutrirsi in maniera equilibrata, grazie alla tecnica della fermentazione e conservazione.
Un po’ più avanti passiamo a quello della Thailandia, che grazie alla loro gentilezza ed ospitalità intrattiene il pubblico in coda con spettacoli in attesa di presentare con una serie di video la loro cultura e concezione del mondo.
A seguire troviamo la Colombia con i suoi video spettacolari realizzati in base alle fasce climatiche, con spiegazioni su flora, fauna e potenzialità turistiche.
Poco più avanti l’ Arzebaijan uno dei padiglioni più interessanti a livello architettonico. Al suo interno offre esperienze sensoriali sonore, visive, tattili ed olfattive complete e gli Emirati Arabi Uniti, che sorprendono dal punto di vista architettonico con pareti alte 12 m, dove sono proiettate le dune in 3d, realizzate dall’architetto britannico Norman Forster. All’interno un filmato in 3d che spiega come le esperienze delle generazioni passate siano molto importanti anche nel presente.
Poi incontriamo la Francia con i suoi video molto chiari ed efficaci che offrono soluzioni semplici su come cambiare il pianeta per nutrirlo meglio. Dopo di che Israele, altro stato che con video semplici trasmette messaggi molto chiari. Arriviamo poi al nido bianco dell’Italia che punta sulle bellezze del nostro paese: il bianchissimo Palazzo Italia, spettacolare esternamente, l’orgoglio Italia, peccato che il percorso all’interno, a mio parere, non abbia una sua logicità. Immagini stupende delle nostre bellezze naturali ed architettoniche ma senza una presentazione geografica definita e una correlazione con il cibo che avrebbe per lo meno guidato il visitatore soprattutto straniero in modo chiaro e non confusionale. Ok Vivaio Italia idee, proposte, soluzioni che valorizzano alcuni aspetti della nostra cultura e società ma è come se ogni stanza avesse la sua storia distaccata dal resto, a compartimenti stagni senza collegamenti l’una con l’altra, senza un percorso che ti porti ad un obbiettivo preciso. Troppa libertà individuale di interpretazione. Un gran peccato rispetto a quanto avremmo potuto potenzialmente fare e trasmettere, nonostante ci siano elementi tipo le sale specchi che sono obbiettivamente spettacolari ma che rimangono circoscritti, oppure il concetto della sostenibilità (malta proveniente da aggregati di marmo di Carrara riciclati) ed innovazione tecnologica (vetro fotovoltaico e proprietà fotocatalitiche) legati strettamente alla struttura esterna. Da non perdere il grande spettacolo serale dell’Albero della Vita, simbolo del Padiglione Italia e che sintetizza il suo percorso concettuale: affonda le radici nelle eccellenze del paese (spazi espositivi), le raccoglie (Cardo) e le offre con un gesto simbolico (Albero della Vita)