- 5 alla chiusura di Expo

Consigli in pillole

Benvenuti nel mio nuovo blog dedicato a tutti coloro che come me hanno tante passioni e curiosità. La mia nasce dai viaggi, dal desiderio di raccontare le mie esperienze e condividere tutto ciò che incontro durante il mio cammino. Per viaggio intendo non solo itinerari in Italia e nel mondo, non solo alberghi e ristoranti, centri benessere ma anche eventi sportivi, culturali, festival e manifestazioni. Nelle mie pagine troverete idee, curiosità, novità; farò recensioni e vi darò suggerimenti, in sostanza dei “consigli in pillole”. La pillola per la felicità è desiderare ciò che si vuole ascoltando se stessi. A volte basta veramente poco: un buon libro, un bel film, un bicchiere di vino. Ognuno potrà curiosare e cercare la sua pillola per prevenire o curare a seconda delle proprie necessità. E poi dal mondo dello spettacolo, della moda, del cinema, dello sport e del gossip interviste a uomini e donne Vip e molto altro ancora per farci sorridere e vivere con un po’ di leggerezza.

Manuela Muttini

Manuela Muttini
Sono diplomata in Lingue e laureata in Scienze politiche con indirizzo sociologico. Fin da bambina ho praticato sport a livello agonistico fino a raggiungere la serie B in ambito tennistico. Nel 2010 ho presentato al salone internazionale del libro di Torino il mio primo manoscritto dal titolo “Il principe imperfetto”, dove interpreto il variegato mondo femminile ed indago su emozioni e sentimenti. Oltre ad essere iscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti e a collaborare con diverse testate, nel corso degli anni ho maturato un’esperienza significativa come consulente d’immagine e comunicazione di vari personaggi Vip del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, moda, sport, arte). Ho organizzato eventi e festival, convention, incentive e campagne pubblicitarie sia a livello nazionale che internazionale, occupandomi in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni sia della progettazione che della loro supervisione.

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Consigli in pillole

Ott 26

- 5 alla chiusura di Expo

La grande esposizione universale del 2015 chiude il 31 ottobre

di Manuela Muttini

expo 2015

Mancano pochi giorni alla chiusura e la gente sembra come impazzita. Code non solo all’ingresso ma code insostenibili anche ai padiglioni; talmente impossibili che dopo la presentazione della prima causa risarcitoria per danni da file eccessive ad Expo, il Codacons ha deciso di presentare, dato le numerose richieste dei cittadini che vogliono avviare analoghe azioni di risarcimento contro Expo, una istanza alla Procura della Repubblica di Milano, affinche' si proceda al sequestro cautelativo degli incassi realizzati, per poter tutelare i diritti dei consumatori per non essere riusciti a visitare i padiglioni a causa delle code e del numero eccessivo di visitatori fatti accedere all'esposizione. Fin dal principio Expo 2015 è stato sia l’evento più atteso ma anche il più discusso per vari motivi. Primo le corse sui lavori lastminute effettuati, secondo le polemiche relative all’affluenza dei visitatori nei primi mesi: sembrerebbe che i dati ufficiali comunicati da Expo non corrispondessero a quelli reali. A questi dati si è aggiunto la denominazione Expo-flop per la poca centralità dei contenuti e soprattutto del tema della nutrizione. La corsa ai ripari con la strategia di ingressi serali ridotti a 5 euro o addirittura omaggi se utilizzi i parcheggi auto expo, che fino a fine giugno sono rimasti vuoti al 90%, provocando dei netti conti in rosso, e quelli diurni a metà prezzo sembrerebbero aver provocato un effetto boomerang. Da un lato Expo è diventata si un’alternativa alla movida milanese, generando dall’altro anche grande rabbia da parte dei ristoratori e dei gestori dei locali in città. Inoltre i numerosi visitatori serali ovviamente faranno bene alla contabilità finale degli ingressi ai tornelli ma non ai padiglioni, che a quell’ora sono quasi tutti chiusi, e né tanto meno ai bilanci. Dunque a pochi giorni dalla chiusura ci troviamo di fronte a decine di metri di code, equivalenti a ore di attesa, a meno che non si faccia parte delle categorie disabili, over 70/80, donne incinte, accompagnatori con bambino su passeggino(l’età massima dovrebbe essere 2/3 anni, ma si vedono famiglie con passeggini e bambini al seguito anche di 4/6 anni che cercano di entrare nella corsia preferenziale), VIP e giornalisti. Ma le file non si esauriscono solo ai padiglioni dei paesi ma anche ai Cluster o a quelli puramente commerciali, senza considerare il momento in cui si voglia fare una piccola pausa pranzo, che anche se si possono avere opzioni per tutte le tasche, bisogna considerare almeno 30 minuti per un semplice street food! A questo punto molti di voi ora si aspetterebbero se non di visitarli, i padiglioni, almeno di farseli raccontare. E allora vi consiglio, prendendo spunto dai miei suggerimenti di andare a curiosare cio’ che più vi interessa ma direttamente sul web, partendo dal Padiglione Zero, progettato da Michele De Lucchi, che funziona proprio come sito introduttivo alla visita di Expo 2015, un padiglione importante sia per adulti che per bambini per capire il senso di questo grande evento legato allo straordinario percorso evolutivo dell’uomo. Subito dopo la passeggiata lungo il Decumano, dove man mano incontriamo alcuni padiglioni da segnalare. Il primo interessante che incontriamo è quello del Belgio, che abbina la grande arte del cioccolato con le soluzioni innovative per l’agricoltura: le coltivazioni acquaponiche e propone gli insetti come soluzione alimentare per il futuro. Quasi di fronte incontriamo il padiglione del Brasile, molto divertente, con la grande rete sospesa sopra le grandi piante tipiche che simboleggiano le varietà di tradizioni, paesaggi culture e cibi del paese. A seguire quello della Corea del Sud, uno dei più centrati dal mio punto di vista grazie alla grande capacità di far riflettere sulle abitudini alimentari, il problema dell’obesità, dell’eccessivo consumo di cibo in scatola e la proposta di soluzione allo spreco del cibo: il kimchi, un alimento a base di verdure fermentate. All’interno del padiglione installazioni all’avanguardia, all’altezza di un museo d’arte contemporanea, che guidano il visitatore verso spiegazioni sia analitiche che sintetiche ma sempre verso un unico concetto, quello del valore del nutrirsi in maniera equilibrata, grazie alla tecnica della fermentazione e conservazione.
Un po’ più avanti passiamo a quello della Thailandia, che grazie alla loro gentilezza ed ospitalità intrattiene il pubblico in coda con spettacoli in attesa di presentare con una serie di video la loro cultura e concezione del mondo.
A seguire troviamo la Colombia con i suoi video spettacolari realizzati in base alle fasce climatiche, con spiegazioni su flora, fauna e potenzialità turistiche.
Poco più avanti l’ Arzebaijan uno dei padiglioni più interessanti a livello architettonico. Al suo interno offre esperienze sensoriali sonore, visive, tattili ed olfattive complete e gli Emirati Arabi Uniti, che sorprendono dal punto di vista architettonico con pareti alte 12 m, dove sono proiettate le dune in 3d, realizzate dall’architetto britannico Norman Forster. All’interno un filmato in 3d che spiega come le esperienze delle generazioni passate siano molto importanti anche nel presente.
Poi incontriamo la Francia con i suoi video molto chiari ed efficaci che offrono soluzioni semplici su come cambiare il pianeta per nutrirlo meglio. Dopo di che  Israele, altro stato che con video semplici trasmette messaggi molto chiari. Arriviamo poi al nido bianco dell’Italia che punta sulle bellezze del nostro paese: il bianchissimo Palazzo Italia, spettacolare esternamente, l’orgoglio Italia, peccato che il percorso all’interno, a mio parere, non abbia una sua logicità. Immagini stupende delle nostre bellezze naturali ed architettoniche ma senza una presentazione geografica definita e una correlazione con il cibo che avrebbe per lo meno guidato il visitatore soprattutto straniero in modo chiaro e non confusionale. Ok Vivaio Italia idee, proposte, soluzioni che valorizzano alcuni aspetti della nostra cultura e società ma è come se ogni stanza avesse la sua storia distaccata dal resto, a compartimenti stagni senza collegamenti l’una con l’altra, senza un percorso che ti porti ad un obbiettivo preciso. Troppa libertà individuale di interpretazione. Un gran peccato rispetto a quanto avremmo potuto potenzialmente fare e trasmettere, nonostante ci siano elementi tipo le sale specchi che sono obbiettivamente spettacolari ma che rimangono circoscritti, oppure il concetto della sostenibilità (malta proveniente da aggregati di marmo di Carrara riciclati) ed innovazione tecnologica (vetro fotovoltaico e proprietà fotocatalitiche) legati strettamente alla struttura esterna. Da non perdere il grande spettacolo serale dell’Albero della Vita, simbolo del Padiglione Italia e che sintetizza il suo percorso concettuale: affonda le radici nelle eccellenze del paese (spazi espositivi), le raccoglie (Cardo) e le offre con un gesto simbolico (Albero della Vita)

Il padiglione della Svizzera invece è quello che ha maggior significato simbolico perché al meglio focalizza l’attenzione del visitatore sul messaggio della responsabilità e lo fa riflettere sulla scarsità delle risorse alimentari. Nel 2050 saremo 9 miliardi ce ne sarà per tutti? E’ questo lo slogan che porta avanti il padiglione Svizzera, che consiste in un grande magazzino dove ci sono i beni essenziali come sale, acqua, mele e caffè. Chiunque puo’ prelevare gratuitamente quantità illimitate di cibo ma deve rendersi conto che prima o poi le risorse possono terminare, quindi cerchiamo di pensare anche agli altri limitando i nostri consumi. E’ anche l’unico padiglione che ha permesso di fare prenotazioni online per la visita. Precisione Svizzera? O soluzione che sarebbe stata intelligente anche per gli altri padiglioni? ! Il Padiglione della Germania è quello che insieme a quello della Svizzera è il più legato al tema Expo “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il loro motto è state attivi “Be active” ed è così che il percorso interno al padiglione permette ai visitatori di essere sempre attivi ed avere un comportamento attento verso la natura. Un padiglione molto educativo, attento all’alimentazione sostenibile. In alcune postazioni le persone grazie ai “seeboard” ( tipo bloc-notes dove vengono proiettati testi, immagini e filmati: ci sono dei marker, dei sensori, intorno al foglio bianco contenuto all’interno del dispositivo che permettono la lettura delle informazioni nella propria lingua ) possono leggere informazioni, forse un po’ troppo tecniche, su ricerche e soluzioni proposte dai tedeschi riguardo temi quali l’acqua, il suolo, il clima, la biodiversità. La struttura, disegnata dallo studio di architettura Schmidhuber  è un insieme di tecnologie avanzate, materiali tradizionali ed ecosostenibili ed è basata sull’impiego economico di risorse e spazio.
Dopodichè incontriamo il padiglione del Kuwait , che nasce da un’idea tutta italiana grazie al progetto dall’architetto e designer Italo Rota, che propone un racconto suggestivo legato alla sostenibilità, acqua potabile, sfida dell’agricoltura e dell’energia. Poesia e pragmatismo contornate dalle famose vele del dhow, famosa imbarcazione in uso nel golfo arabico.
Poco dopo gli Stati Uniti che presentano un padiglione dinamico, incentrato sul tema “American Food 2.0: United to Feed the Planet”. Nutrire il pianeta non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche nei molti altri aspetti della cultura, della scienza e del business, rafforzando la collaborazione e il dialogo con gli altri paesi al fine di affrontare insieme le sfide del sistema alimentare. Uno degli elementi più originali del Padiglione USA è l’orto verticale motorizzato – il più grande ad oggi mai costruito - che si estende su una superficie di circa 2000 metri quadrati. Realizzato grazie alla tecnologia ZipGrow Tower sviluppata da Bright Agrotech, start up americana, consente di ottenere coltivazioni agricole su superfici verticali, avvalendosi di un’esclusiva soluzione automatizzata che favorisce l’esposizione della parete verde al sole facendo ricevere la maggior quantità possibile di luce, favorendo la crescita delle piante. Il padiglione Usa è quello forse che offrendo un fittissimo calendario di eventi sia di intrattenimento che formativi ha presentato al meglio progetti utili e globali ma che sono stati purtroppo poco recepiti dal grande pubblico..
Poi segnaliamo il Padiglione del Giappone record di 7 ore di coda; 17 mila pezzi di legno incastrati l’uno all’altro, progettato dall’architetto Atsushi Kitagawara, che affronta il tema “Diversità Armoniosa” attraverso esposizioni d’arte contemporanea. Centrale l’argomento alimentazione giapponese proposto come modello globale per il futuro e le coinvolgenti esperienze sensoriali che creano una sorta di armonia e poesia insieme alla tecnologia: è’ solo l’armonia che puo’ portare ad un futuro migliore. Altre code infinite al padiglione del Kazakistan ricco di aspetti giocosi quali i video interattivi, l’artista che con la sabbia crea la storia del paese e il video promozionale finale dove si vola tra i monti della capitale Astana. Infine i padiglioni minori che sono pero’ da segnalare: l’Ecuador  che ha un approccio olfattivo, il Marocco, ricco di profumi e il Messico di colori. E poi i paesi arabi quali l’Oman che parla dell’importanza del paese arabo del miele, del monsone estivo che lascia gocce d’acqua preziose per l’agricoltura, delle palme di cui si utilizza tutto e delle serre idroponiche che utilizzano acqua di mare per raffreddare e il Qatar con il tema “Seminare sostenibilità: soluzioni innovative per la sicurezza alimentare”. Il visitatore compie un viaggio interattivo realizzato con le tecnologie più innovative: sono presenti progetti relativi ad istruzione, salute, cultura, sport. Per chi andasse con i bambini segnaliamo il Children Park, per avvicinare i bimbi alle problematiche alimentari, l’area Kinder sport, un ‘area sportiva dedicata interamente a loro e il parco giochi Grom. Interessante anche per vivere intense esperienze di volo virtuale il simulatore di volo nell’area Alitalia Ethiad. Da non tralasciare i padiglioni Cluster e quello ben fatto dello Slow Food , differenti da quelli che hanno il solo scopo commerciale.
Ma alla fine che cos’è Expo? Non è altro che un grande evento popolare, un grande parco tematico gestito dai paesi partecipanti che danno la loro interpretazione sul tema Expo 2015 e che ti aiutano a conoscere e ad aver voglia di visitare il loro paese ma con forse un vero e unico utile obbiettivo quello di cooperare al fine di donare le proprie conoscenze e affrontare le sfide del sistema alimentare su ogni aspetto: sostenibilità, biodiversità, responsabilità . Tra poco invece tireremo le somme e vedremo se i 20 milioni di visitatori attesi saranno reali, differenziando pero’ quelli diurni da quelli serali.

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