Benvenuti nel mio nuovo blog dedicato a tutti coloro che come me hanno tante passioni e curiosità. La mia nasce dai viaggi, dal desiderio di raccontare le mie esperienze e condividere tutto ciò che incontro durante il mio cammino. Per viaggio intendo non solo itinerari in Italia e nel mondo, non solo alberghi e ristoranti, centri benessere ma anche eventi sportivi, culturali, festival e manifestazioni. Nelle mie pagine troverete idee, curiosità, novità; farò recensioni e vi darò suggerimenti, in sostanza dei “consigli in pillole”. La pillola per la felicità è desiderare ciò che si vuole ascoltando se stessi. A volte basta veramente poco: un buon libro, un bel film, un bicchiere di vino. Ognuno potrà curiosare e cercare la sua pillola per prevenire o curare a seconda delle proprie necessità. E poi dal mondo dello spettacolo, della moda, del cinema, dello sport e del gossip interviste a uomini e donne Vip e molto altro ancora per farci sorridere e vivere con un po’ di leggerezza.
Manuela Muttini
Sono diplomata in Lingue e laureata in Scienze politiche con indirizzo sociologico. Fin da bambina ho praticato sport a livello agonistico fino a raggiungere la serie B in ambito tennistico. Nel 2010 ho presentato al salone internazionale del libro di Torino il mio primo manoscritto dal titolo “Il principe imperfetto”, dove interpreto il variegato mondo femminile ed indago su emozioni e sentimenti. Oltre ad essere iscritta all’Ordine nazionale dei giornalisti e a collaborare con diverse testate, nel corso degli anni ho maturato un’esperienza significativa come consulente d’immagine e comunicazione di vari personaggi Vip del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, moda, sport, arte). Ho organizzato eventi e festival, convention, incentive e campagne pubblicitarie sia a livello nazionale che internazionale, occupandomi in qualità di responsabile delle pubbliche relazioni sia della progettazione che della loro supervisione.
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Gen 29
di Manuela Muttini
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Il 26 gennaio 2016, si è inaugurato al Club 20 Hours Cairoli, il primo di una serie di vernissage che vedranno protagonisti sia giovani artisti, che artisti affermati. Andrea Moretto, Claudio De Padua e Giada De Paolis, proprietari di questo importante Club nato a Milano un anno fa’, credono nella "contaminazione" e nella possibilità di far coesistere interessi diversi negli stessi spazi. Per questo motivo in questi mesi nel loro centro ospiteranno opere di importanti pittori, fotografi ed artisti contemporanei. Questa iniziativa è nata grazie alla volontà di rendere il centro multifunzionale con l’obiettivo di far coesistere interessi diversi nei medesimi spazi, non occupandosi solo di fitness e wellness, ma anche di arte e cultura.
Il Maestro SHUHEI MATSUYAMA con la mostra SHIN- ON ha inaugurato il primo evento che ha riscosso un grande successo, grazie alla sua disponibilità nell’esprimere non solo la sua arte ma anche la sua filosofia di vita che abbiamo avuto il piacere di ammirare e comprendere con le sue opere esposte accompagnate dalle note di violino di Massimo Gallini.
E’ ripercorrendo la sua vita artistica che ho trovato interessante porre qualche domanda per meglio comprendere le sue opere. Innanzitutto Shuhei Matsuyama nasce a Tokyo nel 1955. Nel 1976, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Tokyo, si trasferisce in Italia per approfondire i suoi studi di arte pittorica presso l’Accademia delle Belle Arti di Perugia. Nel 1979 sempre a Perugia, presso l’antico Palazzo dei Priori, espone la sua prima mostra personale. Da quel momento in poi Matsuyama presenterà le proprie opere in oltre 100 mostre personali in Europa, Giappone e Stati Uniti d’America. All’inizio degli anni novanta, il maestro si trasferisce con la sua famiglia a Milano, dove attualmente vive e lavora sia come artista che come maestro di karate da ben 40 anni.
1) Come mai Maestro ha deciso di trasferirsi proprio in Italia?
Qui ho appreso molte cose nuove che hanno giovato al mio spirito, ma devo al Giappone l’esperienza e lo stimolo che mi consentono di esprimermi con gioia nella vita, che altro non è se non arte. Proprio la gioia credo sia la cosa più importante nella vita e la si può ottenere solo con la temperanza. In questo caso si condurrà una vita semplice, quindi creativa, dove fra il prendere e il dare esiste un perfetto equilibrio, perché, se così non fosse, il dislivello porterebbe l’uomo all’infelicità.
2) Ho trovato strette similitudini tra la sua professione come artista e come maestro di karate soprattutto per quanto riguarda l’approccio verso se stessi e il mondo che ci circonda. Io so che ha iniziato a praticare karate nel 1976 a Perugia, sotto la guida del Maestro Ogawa ed è proprio attraverso lui che ha conosciuto il Maestro Shirai è corretto? Cosa le ha dato questa pratica? Ce lo vuole esporre?
Il maestro Shirai è l’esempio più grande che abbiamo davanti: un atteggiamento mentale sempre libero dagli schemi acquisiti ed aperto alle nuove ed infinite possibilità applicative del karate do; andare “oltre la forma ” e creare qualcosa di nuovo. Ed è proprio così che ho imparato ad esprimermi attraverso l’arte con lo stesso principio. Grazie al Maestro Shirai e ai suoi insegnamenti, il karate è diventato per me anche “arte della vita”. Il mio scopo più grande è “vivere ogni istante con gioia”: una filosofia di vita ed è questa filosofia che mi ha permesso di esprimerti artisticamente. Una filosofia di vita, un atteggiamento mentale che dipende da noi e dalla qualità dei nostri pensieri. Vivere sempre in equilibrio tra il dare e il ricevere. “Pensare agli altri” è qualcosa di fondamentale per la nostra stessa felicità.
3) Ma veniamo ora alle sue opere. Partendo dalla premessa che per l’ artista giapponese è tutto Shin-on, suono, e la sua pittura diventa la materializzazione visibile di quest’idea, la tematica dello Shin-on stabilisce quel sottile rapporto tra il visivo e il sonoro in cui l’uno rimanda e suggerisce inevitabilmente l’altro. Ci spiega in breve il significato di “Shin – On”?
E’ una sorta di grido del cuore, un’espressione in sintonia con il sé”. “On” significa “suono” mentre “Shin” rappresenta le diverse qualità del suono. Il termine “Shin – On” in giapponese racchiude sedici significati diversi. Attraverso lo “Shin – On” dipingo il suono delle cose, quella musica che le origina e le esprime. Il colore diventa così un “suono interiore” e, attraverso la pittura, posso esprimere quello che veramente sento in ogni singolo momento. In questo modo, quando rivedrò le mie opere anche in futuro, potrò riprovare le stesse sensazioni che hanno vibrato dentro di me mentre dipingevo. Lo “Shin – On” è un opera di forma circolare: il disco base, di diametro di diciotto centimetri, vorrei diventasse il primo punto del luogo di una circonferenza che abbia un diametro pari a quello terrestre. Con un primo disco ci si può avvicinare al pensiero che mi ha coinvolto in “Shin – On”. “Wa” in giapponese significa cerchio, amicizia e armonia.
Ed è così che il lavoro di Matsuyama si ispira alle teorie di Kandisky come “il colore è un suono interiore”. Tutte le opere realizzate da Matsuyama raggruppate sotto il nome dell’idiogramma giapponese Shin-On rappresentano il tentativo, paradossale a un primo approccio, di sintetizzare due esperienze in seno alla sua arte: quella della pittura e quella del suono. Per l’artista Shin-On sarebbe la pittura come orizzonte visivo della sonorità; si tratta, dunque, di una sfida di sintesi e d’equilibrio di due universi, incompatibili a priori, che egli tenta di far emergere in ogni opera: il silenzio intrinseco della tela e le sue possibili aperture verso la dimensione del suono; il suono – e non lo si può concepire che nel suo scopo più alto, quello di una musica trascendente, spirituale – e la sua rappresentazione visiva.
La nostra intervista con il Maestro si conclude con il suo ruolo di sostenitore della Public Art verso la familiarizzazione con l’arte, il coinvolgimento e la partecipazione di chi ne fruisce per l’annullamento dei confini fra l’artista ed il pubblico. Perché questa è la sua visione primaria: l’arte al servizio dell’uomo, che ne trae un miglioramento della cultura, della sensibilità, della serenità e, in senso più ampio della stessa vita. Molto significativa in questo senso l’opera muraria di Vimercate del 2011 dove l’artista giapponese veste di colore e segno il luogo del cordoglio con un’opera che vede l’incontro tra Oriente ed Occidente. Nell’opera di Vimercate il Maestro dà vita ad un limbo dai colori puri, che, però, non aspirano mai alla monocromia declinandosi in un arcobaleno di gamme accoglienti e rassicuranti. Ambiente e dipinto si amalgamano unendo due mondi agli antipodi: il cielo e la terra. La via della pittura e quella dello spirito percorrono la stessa superficie divenendo una partitura da leggere e un messaggio di conforto; la parete concava e quella convessa accolgono lo sguardo dello spettatore in un abbraccio cromatico denso di pace e tranquillità, mentre i colori ispirati al cielo creano una sensibile connessione tra realtàterrena e ultraterrena. Ritorna anche in questo affresco il concetto di Shin-on, linea guida dell’arte di Matsuyama, ovvero il tentativo di sintetizzare due esperienze, quella pittorica e quella del suono, in un’unica rappresentazione visiva. Il silenzio dell’affresco e la sua materia si aprono così verso il suono e, ancora una volta il senso di precisione del gesto legato alla liricità della mano si coniuga con una gioiosa libertà della forma. Il luogo del cordoglio suggerisce alla mente di chi lo osserva i paesaggi astratti e le vibranti atmosfere del lontano oriente rimandando alla sonorità interiore e individuale.
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