Il blog intende mettere in evidenza i risvolti filosofici delle tecnologie attuali più rivoluzionarie e mostrare come molte di queste tecnologie siano state anticipate dal pensiero dei filosofi antichi, in modo da riavvicinare il “classico” allo “scientifico”, il “tecnico” all’“umanistico”, termini che la cultura contemporanea considera radicalmente opposti, ma che parecchi secoli fa costituivano le due metà di una stessa mela.
Mario Abbati
Mario Abbati è nato a Roma nel 1966. Laureato in Ingegneria Elettronica e poi in Filosofia, ha trovato nella scrittura una dimensione parallela a quella di professionista nelle tecnologie dell’informazione.
Ha pubblicato i saggi “Ipercosmo, la rivoluzione interattiva, dai multimedia alla realtà virtuale” e “Manifesto del movimento reticolare”; la raccolta di racconti “La donna che ballava il tango in senso orario”; il romanzo, “Il paradiso delle bambole”.
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Apr 22
di Mario Abbati
Ho un amico – di cui non posso rivelare il nome per motivi di privacy – che compone poesie. Fin qui nulla di scandaloso. Questo amico ha deciso di partecipare a un premio letterario – di cui non posso rivelare il nome perché il mio amico passerebbe dei guai – ha impacchettato le poesie in una silloge e si è iscritto. Fatti di ordinaria normalità. Dopo un paio di mesi, al termine della fase di valutazione, la giuria ha comunicato al mio amico che il vincitore del premio era lui. Capita, non tanto spesso, ma nemmeno così raramente da suscitare una reazione di sorpresa smodata.