Il blog intende mettere in evidenza i risvolti filosofici delle tecnologie attuali più rivoluzionarie e mostrare come molte di queste tecnologie siano state anticipate dal pensiero dei filosofi antichi, in modo da riavvicinare il “classico” allo “scientifico”, il “tecnico” all’“umanistico”, termini che la cultura contemporanea considera radicalmente opposti, ma che parecchi secoli fa costituivano le due metà di una stessa mela.
Mario Abbati
Mario Abbati è nato a Roma nel 1966. Laureato in Ingegneria Elettronica e poi in Filosofia, ha trovato nella scrittura una dimensione parallela a quella di professionista nelle tecnologie dell’informazione.
Ha pubblicato i saggi “Ipercosmo, la rivoluzione interattiva, dai multimedia alla realtà virtuale” e “Manifesto del movimento reticolare”; la raccolta di racconti “La donna che ballava il tango in senso orario”; il romanzo, “Il paradiso delle bambole”.
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Mag 27
di Mario Abbati
In quanto cittadini legalmente iscritti all’era digitale, ognuno di noi possiede un computer, un telefono cellulare più altri accessori che le impietose leggi di mercato da una parte e i bombardamenti pubblicitari dall’altra rendono sempre più irrinunciabili se non vogliamo essere esclusi dal sistema. Nonostante la varietà di hardware e software disponibili in commercio, il funzionamento di questi dispositivi, a livello più basso, si basa su segnali elettrici i cui valori rimbalzano fra due stati esclusivi, indicati con le cifre 0 e 1, e che per tale motivo si chiamano segnali binari o bit: che sia un messaggio che ci scambiamo attraverso il cellulare, un filmato che scarichiamo da internet o un videogioco che visualizziamo sullo schermo del televisore, nei circuiti elettrici di questi apparecchi viaggeranno inevitabilmente segnali elettrici che possono essere schematizzati con sequenze di 0 e 1.