Il blog intende mettere in evidenza i risvolti filosofici delle tecnologie attuali più rivoluzionarie e mostrare come molte di queste tecnologie siano state anticipate dal pensiero dei filosofi antichi, in modo da riavvicinare il “classico” allo “scientifico”, il “tecnico” all’“umanistico”, termini che la cultura contemporanea considera radicalmente opposti, ma che parecchi secoli fa costituivano le due metà di una stessa mela.
Mario Abbati
Mario Abbati è nato a Roma nel 1966. Laureato in Ingegneria Elettronica e poi in Filosofia, ha trovato nella scrittura una dimensione parallela a quella di professionista nelle tecnologie dell’informazione.
Ha pubblicato i saggi “Ipercosmo, la rivoluzione interattiva, dai multimedia alla realtà virtuale” e “Manifesto del movimento reticolare”; la raccolta di racconti “La donna che ballava il tango in senso orario”; il romanzo, “Il paradiso delle bambole”.
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Giu 18
di Mario Abbati
Alla fine del diciannovesimo secolo, sulla spinta dell’Illuminismo prima e del Positivismo poi, la fiducia sui risultati della scienza raggiunge apici mai toccati in precedenza. È in questo periodo che un logico-matematico tedesco, Gottlob Frege, inventa il concetto di sistema formale. Un sistema formale è la miscela di più ingredienti: prima di tutto un alfabeto, ossia un insieme di simboli su cui agisce una grammatica che specifica come i simboli si possono combinare fra loro e dar luogo a formule; quindi gli assiomi, cioè formule speciali ritenute assolutamente vere che costituiscono i punti di partenza dei procedimenti dimostrativi; infine i teoremi, ossia le formule conclusive delle dimostrazioni che si ottengono dagli assiomi applicando una o più volte le cosiddette regole d’inferenza.