Afganistan. La Russia paga i Talebani per uccidere i soldati americani

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Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Lug 3

Afganistan. La Russia paga i Talebani per uccidere i soldati americani

Rapporti esplosivi sull’esistenza del programma di ricompensa russa ai terroristi islamici Talebani per uccidere più soldati americani possibile sono stati rivelati dal New York Times e dal sito specializzato Defence One che deplora l’incapacità dell’Amministrazione Trump di rispondere pubblicamente nei mesi successivi alla scoperta del programma

di Fulvio Beltrami

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Fulvio Beltrami 03 luglio 2020

Siamo nel 2017. Il comandante delle truppe americane in Afghanistan, il generale John "Mick" Nicholson, afferma in una conferenza stampa che il suo comando "ha continuato a ottenere notizie sull'assistenza russa ai talebani, comprese le armi”. La dichiarazione e' confermata da Johnson Campbell, che all’epoca era il principale funzionario politico del Dipartimento della Difesa in Afghanistan. "È diventato noto che la Russia sta fornendo un certo livello di supporto ai talebani", dichiarò Campbell.

I rapporti inviati dal Generale Nicholson al Pentagono e alla Casa Bianca, confermati da Campbell, sarebbero stati ignorati dall’Amministrazione Donald Trump fino a quando l’illustre quotidiano New York Times ha deciso lo scorso 28 giugno di svelare lo scandalo all’opinione pubblica americana tramite un articolo al vetriolo che rappresenta una accusa senza appello alla cecità sul delicato argomento dimostrata dal Presidente Trump. Una cecità che apre molti ed inquietanti dubbi.

Le reazioni (difensive) della Intelligence americana e dei Repubblicani, non potendo negare i rapporti, tendono a minimizzarli. Alcuni funzionari dell'intelligence affermano che il presunto programma deve essere propriamente visto come una moderata escalation inserita in una operazione a lungo sospettata di aiuti russi clandestini al gruppo militante islamico. “Abbiamo sempre detto: crediamo che la Russia stia sostenendo i talebani. È stato molto difficile da dimostrare. Ma nonostante tutto questo supporto non lo definirei come un’enorme escaltion. Lo definirei piuttosto la conferma di qualcosa che sospettavamo da tempo”, ha dichiarato un ex funzionario dell'intelligence senior che ha recentemente prestato servizio in Afganistan.

I Repubblicani hanno cercato di presentare la notizia di veri e propri compensi monetari elargiti dai russi ai Talebani per far fuori il più alto numero possibile di soldati americani, come una notizia non ancora definitivamente confermata. Il rappresentante dei Repubblicani dello Stato dell’Indiana, Jim Banks, l'ha definita una "indagine in corso". Il rappresentante repubblicano dello Stato dello Uthan Chris Stewart, in una breve intervista telefonica al New York Post ha dichiarato che le informazioni "non sono state esaminate nei dettagli, non sono state ancora determinate per essere autorevoli".

Un alto funzionario della CIA ha definito il programma segreto di Mosca come un atto provocatorio che solleva alcune preoccupazioni diplomatiche e geopolitiche, ma non necessariamente tattiche. "I talebani non è che avessero bisogno della motivazione finanziaria dei russi per colpire le truppe statunitensi. Dubito che il presunto aiuto russo abbia fatta una differenza significativa sul numero di americani uccisi in Afghanistan. In altre parole, la Russia probabilmente sta dando ai Talebani qualche soldo, ma questo probabilmente non ha aumentato la minaccia per i nostri soldati". Ha affermato il funzionario.

A leggere l’indagine dell’autorevole quotidiano americano e i rapporti di intelligence si comprende che i russi negli ultimi 4 anni hanno deciso un radicale e robusto rafforzamento dell’assistenza ai Talebani nel totale silenzio, dietro le quinte.

Tra le personalità che non concordano con la manovra di minimizzare la questione promossa dai Repubblicani vi è Campbell. “È possibile che la generosità russa abbia potuto indurre i militanti talebani a dare la priorità agli attacchi agli americani: un nemico più forte con una potenza di fuoco e sostegno logistico molto maggiori, piuttosto che l’esercito afgano piu' debole”.

Il Washington Post, approfondendo l’indagine ha scoperto che diversi soldati americani sarebbero stati uccisi a seguito del programma russo di “taglie sugli Yankees”. Purtroppo l'impatto preciso dei finanziamenti russi sui combattenti statunitensi sul campo rimane ancora sconosciuto. Tra le vittime anche numerosi agenti segreti. Nel 2019, 22 membri dei servizi statunitensi sono stati uccisi in Afghanistan, inclusi alcuni che sono stati uccisi in attacchi "verde su blu" da parte di infiltrati talebani nelle forze di sicurezza afghane.

Il New York Times nella sua indagine lancia la bomba. Vari funzionari dell’intelligence dal 2017 avrebbero posseduto le prove del programma russo ma avrebbero interrotto l’indagine aperta sul caso rendendola impossibile per obbedire a “ordini superiori”.

I critici di Trump hanno concentrato le loro attenzioni sulla sua incapacità di rispondere tempestivamente alla scoperta del programma di Mosca a favore dei Talebani. la Casa Bianca nega che il presidente sia stato informato sulla questione, sollevando ancora più domande sul perché le informazioni non gli fossero state fornite. Il segretario stampa Kayleigh McEnany ha affermato che ciò è dovuto al fatto che la comunità dell'intelligence aveva espresso dissenso sull'affidabilità delle informazioni.

Più preoccupante per alcuni critici è che durante i mesi in cui l'amministrazione sarebbe venuta a conoscenza dei rapporti sul programma di ricompensa russo contro i soldati americani in Afganistan, Trump attuava pesanti pressioni per far riammettere la Russia al G7, il gruppo di sette delle più grandi economie del mondo che hanno espulso la Russia dopo la sua annessione della Crimea nel 2014.

Il programma delle “Taglie sugli Yankees” in Afganistan riaccende le accuse mosse fin dai primi giorni del mandato presidenziale di connivenze tra l’imprenditore miliardario Donald Trump e la Russia. Un altro duro colpo a Trump a breve distanza dalle Presidenziali dopo le proteste civili contro l’omicidio razziale di George Floyd, il tentativo del Presidente di utilizzare l’esercito contro i protestanti disarmati e pacifici e la scandalosa gestione della pandemia da Covid19 che ad oggi ha contagiato 2.616.949 cittadini americani provocando 127.133 decessi. Inutile dire che la maggioranza dei contagi e morti si registrano tra le classi più povere, tra gli afro americani e ispanici, esclusi finanziariamente all’accesso di adeguate cure a causa del concetto di Sanità Privata tanto caro ai Repubblicani.

Per approfondimenti:

Spies and Commandos Warned Months Ago of Russian Bounties on U.S.Troops – New York Times - https://www.nytimes.com/2020/06/28/us/politics/russian-bounties-warnings-trump.html

Russia Bounties US troops in Afghanistan – The Washington Post

https://www.washingtonpost.com/politics/2020/06/29/timeline-russia-bounties-us-troops-afghanistan-trump-response/

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