di Silvia Tozzi
ROMA | Certo è che la Tasi sulla casa così com’è non va bene. Il ministro Fabrizio Saccomanni pensa a un ritorno alle detrazioni, i tecnici provano a ridisegnare l’imposta alleggerendola per chi ha redditi più modesti.
LE DETRAZIONI | Cancellando la detrazione fissa di 200 euro più i 50 per ciascun figlio a carico, la nuova imposta colpisce maggiormente chi vive nelle abitazioni più modeste, che spesso l’Imu non la pagava. Servirebbero detrazioni legate al reddito Isee, l’indicatore che quantifica la reale ricchezza di una famiglia. L’ipotesi è quella di calibrare lo sgravio su quattro fasce di reddito Isee. Fino a 5mila euro (un pensionato con 9mila euro di reddito e casa di proprietà per capirsi) si avrebbe una detrazione di 100 euro, che poi scenderebbe a 75 euro per chi arriva a 7.500 di reddito (reddito Irpef di 25mila e casa con mutuo), per poi calare ancora a 50 euro fino a 10 mila (reddito imponibile di 20 mila e casa di proprietà) e a 25 euro per chi ha 15 mila euro di reddito Isee (40 mila euro di reddito imponibile e casa con mutuo). Chi pagherà la differenza? Come sempre, i comuni.
IL TETTO | Prende forza anche l'ipotesi di valutare un innalzamento, o la cancellazione, del tetto del 2,5 per mille fissato come aliquota massima per i comuni.
Opzione possibile anche nel caso di detrazione standard.
I COSTI | Il Servizio politiche territoriali della Uil reputa che i costi non sarebbero comunque esosi: 380 milioni che permetterebbero di esentare completamente dalla tassa sulla prima casa il 34,2% dei contribuenti, che ne trarrebbero in media vantaggi dai 25 ai 100 euro. Con una detrazione di 100 euro e un’aliquota base dell’1 per mille, chi ha 5mila euro di reddito Isee non pagherebbe più la Tasi se proprietario di un appartamento di 80 metri quadrati classificato nella classe A2 residenziale o A3 economica. Il risparmio sarebbe comunque di 100 euro anche con la tassa spinta al massimo dell’aliquota al 2,5. Con 7.500 euro di reddito rimarrebbero esenti invece solo le abitazioni economiche, sempre nel caso di aliquota standard, mentre le abitazioni residenziali risparmierebbero 75 euro. Di 50 euro sarebbe il risparmio per entrambe le tipologie di abitazioni con lo sgravio appunto di 50 euro per i redditi Isee di 10 mila euro, sempre calcolando l’aliquota all’1 per mille, poiché aumentando questa cresce chiaramente anche il vantaggio fiscale. La detrazione di 25 euro produce infine analogo risparmio per i redditi fino a 15 mila euro, oltre i quali la Tasi continuerebbe ad incidere così come l’ha disegnata la legge di stabilità varata dal governo.
Mercoledì 30 ottobre 2013
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