di Erre Bi
RITORNA FI, CARICHE AZZERATE | É stato votato all’unanimità, dall’ufficio di presidenza del Pdl, il documento che segna il ritorno a Forza Italia. Su 24 persone convocate hanno partecipato in 19. Sandro Bondi era negli Stati Uniti. Cinque membri, tra cui Angelino Alfano, hanno deciso di non partecipare perché convinti che fosse meglio avere una deliberazione unanime. Con l’approvazione del documento si è tornati pienamente allo statuto di Fi che assegna al presidente il diritto-dovere di delegare responsabilità e funzioni. Sono azzerate tutte le precedenti cariche del Pdl, inclusa quella del segretario. Il Consiglio nazionale di Forza Italia in via indicativa si terrà lo stesso giorno in cui il Partito Democratico eleggerà il suo segretario.
RIASSEGNAZIONE DELEGHE | Ora tutti guardano alla rassegnazione degli incarichi. Sarà preoccupazione di Berlusconi indicare, come da lui stesso sottolineato, «con buon senso e saggezza le deleghe alle varie funzioni». Saranno chiamate anche persone nuove: «Ho già avviato un appello a tanti anche imprenditori – ha detto il leader di Fi - affinché si possano unire a noi e alcuni si sono detti interessati». Ai ministri invece ha confermato la sua fiducia, ma solo «se si mantengono nelle decisioni prese a maggioranza nel partito». E su Alfano ha precisato «gode del mio affetto, della mia amicizia. L’ho proposto io come segretario due anni fa e penso che possa mantenere il suo ruolo. Ad Alfano confermo stima come ministro».
INCOMPRENSIONI SUPERATE | Il Cavaliere ha anche ammesso che nel Pdl ci sono stati «contrasti e incomprensioni personali». «É la patologia di ogni partito dopo venti anni ciascuno ha ambizioni e questo può portare a scontri che sono sicuro saranno sanati. Io ho la stessa stima di chi condivide il contenuto di questo documento per il ritorno a Fi e di chi in buona fede ha ritenuto di tenere una posizione diversa».
RIAFFERMATA L’UNITÀ | Per il presidente il partito accusato di essere un partito di plastica si è rivelato un partito vero. Nell’incontro con Alfano e i ministri è stata infatti confermata l’unità. «Continuiamo, mettendo l’accento sulla volontà di unità che è qualcosa in cui crediamo tutti a prescindere dai punti su cui ci si è divisi. Non ho preoccupazione di poter costruire tutti insieme la nuova Forza Italia. Le incomprensioni sono personali, non sui valori o sui programmi».
IL GIORNO DEL TRADIMENTO | Con Alfano e i ministri Berlusconi ha anche parlato di ciò che si è verificato il 2 ottobre quando 23 senatori del Pdl hanno firmato una mozione di fiducia al governo e il gruppo si è adeguato al voto di fiducia. «Sono ancora convinto – ha puntualizzato il Cavaliere - che il governo non avrebbe trovato altri voti se fossero mancati i nostri. Perché i 5 Stelle ci avevano confermato di voler andare alle elezioni con questa legge elettorale».
AI FERRI CORTI CON IL PD | E sul Pd è chiaro: «Se il Pd voterà la decadenza sarà molto difficile continuare a collaborare con un alleato con cui si siede in Cdm ma che si basa su una sentenza frutto di un disegno preciso di certa magistratura». Secondo l’ex premier il voto sulla decadenza «applica una legge», la cosiddetta legge Severino, «che è discussa anche da parte di molti giuristi» e inoltre «viola l’obbligatorietà del ricorso alla Corte europea ove vi siano contrasti». Applicando la legge Severino alla sua condanna, sostiene, «si viola la retroattività della legge penale che è alla base del diritto e si colpisce al cuore lo stato di diritto. Ci domandiamo – aggiunge – come possiamo collaborare con una parte politica che viola in questo modo la legge» esprimendosi a favore della decadenza».
Sabato 26 ottobre 2013
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