Redazione Online
NEW YORK | L’Unicef denuncia: «Sono un milione i bambini siriani che sono stati costretti a lasciare il loro Paese a causa del conflitto. Il milionesimo bambino rifugiato non è solo un altro ennesimo numero. È un vero bimbo in carne ed ossa che è stato strappato alla sua casa, forse anche alla sua famiglia, e che si trova di fronte ad orrori che possiamo solo iniziare a comprendere». È quanto dichiarato dal direttore esecutivo dell’agenzia Onu per l’Infanzia, Anthony Lake, che ha aggiunto: «Noi tutti dobbiamo condividere questa vergogna perché la comunità internazionale ha fallito nelle sue responsabilità davanti a questi bambini», ha aggiunto Lake in una nota rilasciata all’agenzia d’informazione «Dpa».
I bambini siriani, come in tutti i conflitti, si sa, sono quelli più fragili ed esposti al rischio di violenze. Sono tanti i traumi subiti da questi bambini. In Siria si è raggiunto il terzo anno di guerra, e i bambini rifugiati in pericolo sono sempre tanti, sempre di più. «Perché mentre noi lavoriamo per alleviare le sofferenze di coloro che sono colpiti dalla crisi – spiega ancora Lake – la comunità globale ha mancato alla propria responsabilità nei confronti di questo bambino. Dovremmo fermarci e chiederci come possiamo, in tutta coscienza, continuare a deludere i bambini della Siria».
Dello stesso parere anche António Guterres, Alto Commissario Onu per i Rifugiati, che è a capo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati: «Ciò che è in gioco adesso non è altro che la sopravvivenza e il benessere di una generazione di innocenti. I giovani della Siria stanno perdendo le proprie case, i propri famigliari e il proprio futuro. Anche dopo che hanno attraversato un confine internazionale e raggiunto la sicurezza, sono traumatizzati, depressi e bisognosi di trovare una ragione di speranza.
In base ai dati forniti dalle due agenzie, i bambini costituiscono la metà di tutti i rifugiati provocati dal conflitto in Siria. Secondo i dati in possesso dall’Unicef, molti di loro sono riusciti a raggiungere Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto. Sempre più numerosi anche i siriani che fuggono verso i paesi del Nord Africa e dell'Europa. Gli ultimi dati inoltre mostrano che 740mila bambini rifugiati siriani hanno meno di 11 anni.
Nonna e nipote nel campo profughi di Domiz, in Iraq, che ospita 40mila rifugiati siriani, per quasi metà bambini (Salam Abdulmunem) |
L’Alto Commissario sottolinea ancora come all'interno della Siria 7mila bambini siano stati uccisi durante il conflitto, mentre le stime di Unhcr e Unicef dicono che oltre 2 milioni di bambini sono sfollati all'interno del paese. Lo sconvolgimento fisico, la paura, lo stress, i traumi subiti da così tanti bambini rappresentano tuttavia solo una parte della crisi che colpisce questa parte di umanità. Entrambe le agenzie evidenziano infatti le minacce che il lavoro minorile, i matrimoni precoci, il potenziale sfruttamento sessuale e il traffico di esseri umani pongono sui bambini rifugiati.
Oltre 3.500 bambini hanno attraversato la frontiera siriana per cercare rifugio in Giordania, Libano e Iraq non accompagnati o separati dalle proprie famiglie. La più imponente operazione umanitaria nella storia ha visto Unhcr e Unicef mobilitare il loro sostegno in favore di milioni di famiglie e bambini colpiti dalla crisi.
Ad esempio oltre 1,3 milioni di bambini nelle comunità di rifugiati e nelle comunità d'accoglienza nei paesi limitrofi quest'anno ha potuto essere sottoposti alla vaccinazione contro il morbillo grazie al sostegno garantito Dall'unicef e dai suoi partner. Quasi 167mila bambini rifugiati hanno ricevuto assistenza psico-sociale; oltre 118mila bambini e adolescenti hanno potuto proseguire il loro percorso d'istruzione all'interno o all'esterno di strutture scolastiche ufficiali; oltre 222mila persone hanno ricevuto una fornitura d'acqua. L'Unhcr ha registrato tutti i bambini rifugiati, circa 1 milione, restituendo loro un'identità. L'Agenzia inoltre aiuta i bambini nati in esilio a ottenere certificati di nascita, preservando loro da un difficile futuro da apolidi, e fa in modo che tutte le famiglie e i bambini rifugiati vivano in qualche tipo di alloggio sicuro.
Ma molto resta ancora da fare, fanno sapere Unhcr e Unicef. Il Piano di risposta regionale per i rifugiati della Siria, attraverso il quale sono stati richiesti 3 miliardi di dollari Usa per rispondere alle gravi necessità dei rifugiati fino al prossimo dicembre, è attualmente finanziato solo per il 38%. Oltre 5 miliardi di dollari sono stati richiesti per affrontare la crisi in Siria, con necessità critiche nei settori dell'istruzione, della salute e di altri servizi fondamentali per i bambini rifugiati e per quelli appartenenti alle comunità d'accoglienza. Ulteriori risorse poi devono essere destinate allo sviluppo di solide reti attraverso le quali identificare i bambini rifugiati a rischio e garantire assistenza a loro e alle comunità che li accolgono. Un maggior flusso di finanziamenti rappresenta comunque solo una parte della risposta che serve a soddisfare le necessità dei bambini.
«È necessario un impegno più intenso per trovare una soluzione politica alla crisi in Siria, le parti in conflitto devono cessare di prendere di mira la popolazione civile e devono porre fine al reclutamento dei bambini. I bambini, gli adolescenti e le loro famiglie devono poter lasciare la Siria in sicurezza e le frontiere devono rimanere aperte in modo che essi possano attraversarle e raggiungere un rifugio sicuro. Coloro che mancano di adempiere a tali obblighi contemplati nel diritto umanitario internazionale dovrebbero rispondere appieno delle loro azioni», concludono Unhcr e Unicef.
Venerdì 23 agosto 2013
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