Tratta e sfruttamento: Save the Children in Italia c'è il più alto numero di vittime

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Un fenomeno che non conosce crisi

Tratta e sfruttamento: Save the Children
in Italia c'è il più alto numero di vittime

Nel nostro paese i bambini oggetto di abusi sono 2.400 a fronte delle 9.500 in Europa. Tra i minori, le vittime sono per lo più ragazze

Redazione Online

Infanzia negata
Infanzia negata

PICCOLI SCHIAVI INVISIBILI | Alla vigilia della Giornata in ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione l’ong Save the Children diffonde il dossier «I piccoli schiavi invisibili 2013». L’Italia è il Paese dove è stato segnalato il maggior numero di vittime, pari a quasi 2.400 nel 2010, con un calo rispetto alle 2.421 del 2009 ma un notevole aumento rispetto alle 1.624 del 2008.

LA TRATTA DEI MINORI | Tra i minori, le vittime sono per lo più ragazze, sfruttate principalmente nella prostituzione e provenienti dall’Est Europa o dalla Nigeria ma cominciano ad affiorare evidenze anche di sfruttamento nel lavoro di ragazzi (egiziani, cinesi) mentre fenomeni di tratta e grave sfruttamento riguardano anche minori provenienti per lo più dalla Romania e in particolare di origine Rom, coinvolti in circuiti di prostituzione, accattonaggio, attività illegali. A rischio di sfruttamento e tratta sono poi i numerosi i minori stranieri non accompagnati che sono in transito nel nostro paese, come gli afgani.

UN FENOMENO SOMMERSO | «La tratta e lo sfruttamento di minori è un fenomeno ancora largamente sommerso e i dati ufficiali descrivono la punta di un iceberg», spiega Carlotta Bellini, Responsabile Area Protezione Minori Save the Children.

SFRUTTAMENTO SESSUALE | Molte delle minori vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale restano invisibili a causa della forte mobilità sul territorio, o perché spostate nei circuiti indoor (appartamenti, locali notturni, centri massaggi) o perché dotate di documenti che ne attestano false generalità, come, per esempio, la maggiore età. Sono per lo più ragazze, tra i 16 e i 18 anni, provenienti dalla Nigeria o dalla Romania (talvolta di etnia Rom), in misura minore da Ungheria, Bulgaria, Brasile, Albania, Cina, Burkina Faso. Vengono costrette a cambiare spesso città e addirittura paese - Francia, Olanda, Austria, Germania, Spagna - con tempi di permanenza da una e tre settimane. 

IL RICATTO INFINITO | Provengono da famiglie molto povere o disfunzionali - con problemi di violenza, alcool - oppure da orfanotrofi. L’assoggettamento allo sfruttatore - esercitato in modo più o meno diretto (a volte quest’ultimo delega il controllo a una donna più giovane che sta con le ragazze) - è governato dal ferreo ricatto economico: le somme che le giovani debbono «restituire» a fronte del trasferimento dai paesi di origine e del lavoro giornaliero, sono imponenti: fino a 50 mila euro.

PROSTITUZIONE MASCHILE IN ASCESA | Meno diffuso rispetto a quello femminile è lo sfruttamento sessuale maschile: nella Sicilia orientale, nelle Marche e Abruzzo e in alcuni territori della Campania e del Lazio è stata segnalata la presenza del fenomeno di prostituzione tra minori di origine rom e minori del Maghreb e dell’Africa Subsahariana. A Napoli, i minori di origine rom (sia maschi che femmine) sono spesso contemporaneamente vittime di diverse forme di sfruttamento: sessuale, accattonaggio, economie illegali. Inoltre, lo sfruttamento nell’accattonaggio in alcuni casi viene usato anche come strumento di aggancio con i «clienti» della prostituzione maschile

NESSUNA TUTELA PER LE VITTIME | «Come emerge dal dossier I piccoli schiavi invisibili di Save the Children, la tratta e lo sfruttamento di minori sono un fenomeno di difficile emersione e diversificato», commenta ancora Raffaela Milano. «Per tutelare le vittime, è necessario lavorare almeno su tre ambiti: l’emersione del fenomeno, l’immediata presa in carico e l’assistenza. É indispensabile un forte coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti, le forze dell’ordine, i servizi sociali, le reti delle organizzazioni non profit. Una particolare attenzione va inoltre dedicata alla prevenzione del fenomeno, anche attraverso accordi con i paesi di origine per contrastare le reti criminali che gestiscono i traffici e mettere in guardia le potenziali vittime circa i rischi cui vanno incontro. In Italia si sono fatti passi avanti considerevoli sul piano normativo, sia a tutela delle vittime che nei riguardi di chi usufruisce - come sfruttatore e come cliente - di questo mercato. Tuttavia è indispensabile rafforzare gli interventi sul campo, con una programmazione ed una rete adeguata di protezione».

SERVE UN SISTEMA DI ACCOGLIENZA | In particolare Save the Children Italia raccomanda di: procedere tempestivamente all’adozione del Piano Nazionale d’Azione contro la tratta di esseri umani e al riavvio dell’Osservatorio Nazionale anti-tratta per le vittime di tratta e sfruttamento, dedicando una particolare attenzione ai minori vittime; realizzare una banca dati nazionale e un meccanismo istituzionale di monitoraggio e di reporting che permetta di avere una conoscenza e una mappatura sempre aggiornata del fenomeno in Italia. Una fascia particolarmente a rischio è rappresentata dai minori stranieri che arrivano senza adulti di riferimento nel nostro paese: per la loro protezione, di recente Save the Children ha promosso un disegno di legge che ha ottenuto consensi da parte di esponenti di diverse forze politiche e oggi ne auspica una rapida presentazione e approvazione in Parlamento per dare vita ad un sistema nazionale di accoglienza e protezione dedicato a questi minori, particolarmente vulnerabili.

Venerdì 23 agosto 2013

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