di Giovanni Lazzaretti
«Ciao Giovanni, l’ultimo Taglio Laser “Le scritture contabili del falsario” mi ha mosso due domande, da uno che di economia capisce poco. 1. Non ho capito come le banche producono denaro prestando soldi. 2. Nella manovra economica si parla di stretta sul contante. Ma perché è necessaria una stretta sul contante? Grazie! D. T.»
Più perentoria la signora A. M.
«Dell’ultimo Taglio Laser non ho capito niente».
L’argomento va ripreso, rispondendo a D.T.e sperando di aiutare anche A. M.
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Innanzitutto D.T.parte da buone basi. Dice infatti che di economia capisce poco, ed è una fortuna. Infatti qui si parla di nOmismatica, e nessuno insegna nOmismatica nelle facoltà di Economia.
Anzi, si parte sempre dalla frase di David Ricardo [1772-1823]: «È già stato scritto così tanto sulla moneta, che, fra coloro che dedicano la loro attenzione a questo argomento, soltanto chi sia accecato dal pregiudizio può ignorarne i veri princìpi. Mi limiterò, dunque, a una breve rassegna di alcune delle leggi generali che ne regolano la quantità e il valore».
Ma dai tempi di Ricardo qualcosa è cambiato: nato e morto il Gold Standard, nato e morto il sistema di Bretton Woods, esplosione dell’informatica diffusa, nate e morte le leggi di separazione bancaria. Quella frase va cestinata. Invece continua a formare la mente dei giovani economisti.
Quindi, per ripartire da zero: (1) princìpi monetari formulati prima del 1971 (quando Nixon annullò la convertibilità dollaro-oro) vanno cestinati, perché siamo in un altro mondo (2) lo studio della moneta all’atto dell’emissione (la nOmismatica) è uno studio decisivo e ignorato (3) gli economisti, tranne qualche “convertito”, di nOmismatica non sanno nulla, basta ascoltarli nei dibattiti (4) è molto più probabile che la nOmismatica sia appannaggio di giuristi, sociologi, storici dell’economia; o ingegneri alla Fabio Conditi.
Luciano Gallino [1927-2015] ad esempio era un sociologo, e a lui è legato un vero evento: scrive un articolo intitolato “Il danno del denaro creato dalle banche”; l’articolo commenta un testo di Martin Wolf sul Financial Times “Spogliare le banche private del potere di creare denaro”; l’articolo esce su Repubblica, non su un sito complottista o di nicchia; l’articolo fa riferimento anche al Bollettino Trimestrale della Banca d’Inghilterra 2014-Q1 dove si spiega il tutto con dovizia di diagrammi.
Quell’articolo risponde alla prima domanda di D.T.
Cosa dà la banca alla signora Pina quando le concede un prestito? Le consegna un sacchetto di monete d’oro? No. Prima le fa firmare il contratto di mutuo, poi passa il contratto a un contabile, e questo con due tocchi di tastiera (1) crea il debito di Pina nei confronti della banca (100.000 euro di mutuo) (2) crea contemporaneamente il credito di Pina nei confronti della banca (100.000 euro in più sul suo conto corrente). Quando la signora Pina spenderà i 100.000 euro per acquistare qualcosa, quegli euro saranno esattamente identici ai 100.000 euro della signora Irma che li ha accumulati risparmiando. Quegli euro sono nati, circoleranno all’infinito e non moriranno mai più.
Da incorniciare la frase di Martin Wolf «Le banche creano depositi come sottoprodotto dei prestiti che concedono». Tutto ciò accade a opera delle banche commerciali, senza interventi della Banca Centrale. E tutto questo non è un bene.
Gallino, citando Wolf, spiega che «Il nostro sistema finanziario è palesemente instabile perché lo Stato prima gli ha concesso di creare quasi tutto il denaro che circola nell'economia, poi si è visto costretto a sostenerlo nello svolgimento di tale funzione. Questo è un “buco” gigantesco nel cuore delle nostre economie di mercato».
A questo “buco” si aggiungono altri fatti molto importanti.
(1) Il sistema bancario è il creatore della moneta (tranne il circolante cartaceo, creato dalla Banca Centrale, e le monete metalliche, create dallo Stato) ma è anche il più diffuso circuito di pagamento, tanto che nella mente delle persone “moneta” e “circuito di pagamento” tendono a confondersi.
(2) La moneta creata dal nulla dal sistema bancario normalmente (oltre il 90%) non viene prestata alla signora Pina per una spesa nell’economia reale, ma a Chissachi per operazioni finanziarie.
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A questo punto eccoci alla seconda domanda «Perché è necessaria una stretta sul contante?»
La risposta è strettamente legata alla precedente: «È necessaria una stretta sul contante perché il sistema bancario desidera che tutta la moneta da lui creata coincida esattamente col suo circuito di pagamento, senza che nulla possa muoversi al di fuori di esso».
L’obiettivo è quindi bancario, non certo quello dell’evasione. Pensare di recuperare l’evasione dalle operazioni di piccolo cabotaggio che può fare un lavoratore normale nei confronti di famiglie normali è dispendioso e ridicolo. Perché la piccola evasione NON coincide con un danno dello Stato: la piccola evasione diventa spesa, e la spesa ritorna presto allo Stato grazie all’economia che mette in moto. Il mendicante di successo è un evasore totale ed è al contempo un ottimo motore dell’economia. Quella che fa danno è la grande evasione: sottrae moneta allo Stato per trasformarla in inutile finanza.
La caratteristica del circolante cartaceo NON è quella di non essere tracciabile, ma è quella di essere un circuito di pagamento comodo, non bancario e a costo zero. Inadatto per i grandi pagamenti, adattissimo per i piccoli pagamenti.
La stretta sul contante serve semplicemente a caricarci di ulteriori commissioni bancarie per un sistema bancario alla deriva. E a evitare che quel filo di paura che serpeggia riguardo alle banche si trasformi in intensi prelievi di contante che il sistema bancario non è, ovviamente, in grado di onorare.
La stretta sul contante è la stessa stretta con la quale la banca, se hai “troppi” soldi sul conto corrente, ti invita a trasformarli in prodotti finanziari su tempi lunghi.
Quindi al diavolo la tracciabilità: per il bene mio e del negoziante che incassa, io pago in contanti.
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Mercoledì 23 ottobre 2019
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