Rossini Opera Festival 2026: Livermore e. Michieletto, regie di alto livello

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il 47° rof presentato a pesaro

Rossini Opera Festival 2026: Livermore e
Michieletto, regie di alto livello

Annunciato il programma del 47° R.O.F.mentre impazza il 46°, dedicato a Gianfranco Mariotti

di Sergio Bevilacqua

Locandina del 47° ROF
Locandina del 47° ROF

Mentre è nel pieno svolgimento il programma del 46° Rossini Opera Festival, è stato annunciato il programma della 47a edizione. Lascio a cronache dedicate al 2025, che seguiranno su queste testate, le considerazioni sul nuovo formato assunto dal ROF con l’abbandono della struttura Vitrifrigo, cui eravamo abituati e un pò anche affezionati, pur senza misconoscere i difetti tecnici che portava per un suo impiego elevatamente operistico...

Perché non vi à dubbio che la strada intrapresa dal più importante evento rossiniano da 46 anni a questa parte, il ROF di Pesaro, sia elevata: dopo gli sforzi titanici iniziali, il successo globale, la Rossini Renaissance, la definitiva promozione del grande pesarese nel gotha dei supremi compositori operistici amati dai contemporanei, non solo per l’ “opera comique” ma anche per la meno celebrata ma altrettanto elevata sua produzione tragica, la saggia direzione artistica e strategica delle Fondazione Rossini ha puntato sempre più su fattori innovativi del contesto del teatro musicale tradizionale. Ed ecco le nuove regie, incentrate su quel versante visivo dell’opera che troppo spesso è stato sottovalutato, fino quasi ai giorni nostri. Videomapping e videoproiezioni in genere hanno cambiato le regole della scenografia, ma anche gli equilibri consueti del grande intrattenimento (audio)visivo che è l’opera lirica. E, su questo cambiamento, hanno prosperato le regie originali. Un’esperienza, quella della rivisitazione video e concettuale dei capolavori ottocenteschi in particolare, che si presenta così estesa da apparire quasi necessaria, e di fatto la è: l’opera ha bisogno di avvicinare nuovi target di pubblico, condizionati dall’ipertrofia visiva che ad essi proviene da tutto il XX secolo, rendendo i loro pubblici poco propensi a raccogliere un messaggio soprattutto musicale, e complesso e sofisticato come appare nell’opera lirica… E i libretti, così storici, distanti dalle sfide del tempo corrente… Il ROF ha saputo dare risposte di alto impresariato teatrale a questa mutazione in corso, con la saggezza di una piccola ma concreta (e bella!) città alle spalle, e la consapevolezza dell’arte di Rossini e del suo spirito di serena grandezza e umanità. Così, dopo le numerose stagioni “Teatro Rossini - Virtrifrigo Arena”, ecco il nuovo asse “Teatro Rossini – Auditorium Scavolini”, con quest’ultima struttura di minore capacità ricettiva ma molto più comoda logisticamente rispetto al suo pubblico, comunque piacevolmente residente in città. Secondo cambiamento, l’anticipazione delle programmazioni di un’ora circa, e cioè alle ore 19, con il benefico aspetto di potere organizzare cene dopo gli spettacoli, a orari ancora accettabili per il settore della ristorazione.

Tutto questo è ROF 2025, ma sarà quasi certamente anche ROF 2026.

E quindi, il Festival proporrà dall’11 al 23 agosto 2026 un totale di ventidue spettacoli. Inaugurerà il Festival all'Auditorium Scavolini una nuova produzione di Le Siège de Corinthe, diretta da Carlo Rizzi e messa in scena da Davide Livermore, alla sua quinta regia al ROF. Seguiranno al Teatro Rossini due riprese di opere che hanno fatto la storia della manifestazione: La scala di seta, ideata nel 2009 da Damiano Michieletto e portata alla Royal Opera House di Muscat nel 2019, che sarà diretta da Iván López-Reynoso; L’occasione fa il ladro, messa in scena nel 1987 da uno dei maestri della regia rossiniana quale Jean-Pierre Ponnelle, l’anno prossimo diretta da Alessandro Bonato.

Livermore, Michieletto… Nomi delle regie più professionali e creative degli ultimi lustri, a dimostrare come, a differenza di altri teatri importanti, a Pesaro la Fondazione Rossini abbia lavorato, e continui a farlo, nel main-stream della strategia artistica del teatro musicale d’opera. Non si può però dimenticare che anche questo lavoro è calcare le orme di chi ha creato questo asset importantissimo che è il ROF (cioè Gioachino Rossini) per la città marchigiana: Gianfranco Mariotti, vero padre del ROF, che ci ha lasciato da pochi mesi. Mariotti ha sempre considerato benevolmente la contemporaneità e le nuove tendenze ed è sempre stato sensibile alle idee innovative e ai fattori di cambiamento… Giustamente dedicata al vero padre del ROF (e padre di due esimi professionisti del settore teatrale e musicale, Michele e Giacomo) l’edizione 2025.

Ma torniamo al 47° ROF: completeranno il programma 2026 l’ormai classico appuntamento con Il viaggio a Reims dei giovani dell’Accademia Rossiniana, quattro Concerti di Belcanto, due Concerti lirico-sinfonici e lo Stabat Mater finale, diretto da Domingo Hindoyan.

Nervi saldi, piedi per terra e fiuto per i cambiamenti davvero rilevanti che si profilano: è questo che sembra di intuire dalle ultime due o tre edizioni. Finora, in quasi mezzo secolo, per il ROF è stata una marcia trionfale, e più di quella… verdiana dell’Aida!

(testo I. A. free)

Domenica 17 agosto 2025

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