Italia e Argentina, Arte e Sociatria ulteriori opportunità di Relazione

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DIBATTITO INTORNO ALLA SOCIATRIA

Italia e Argentina, Arte e Sociatria
ulteriori opportunità di Relazione

«In principio è la Relazione», anche tra due Paesi geograficamente lontani ma vicini con il cuore. Nell’Arte e nella Sociatria esiste una potenziale nuova via per rinfocolare lo speciale legame che unisce l’Italia e l’Argentina

di Antonio Rossello

La nascita delle affinità tra i due Paesi, che ha profonde radici storiche, è motivata al fatto che oggi circa il 60 per cento della popolazione argentina rivendica origini italiane. Una moltitudine nella quale non si possono dimenticare Papa Francesco, come tanti personaggi dello sport, ma pure diversi politici argentini, attori, modelli, non qui citabili tutti per ovvie ragioni di spazio.

Si stima che tra il 1870 e il 1960 siano stati oltre 2 milioni gli immigranti italiani in Argentina. Inizialmente arrivarono soprattutto dal Nord Italia: Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto; quindi, nel Novecento in molti giunsero anche da Calabria, Sicilia, Campania. Il nostro paese stava percorrendo periodi difficili tra guerre, carestia e povertà, mentre l’Argentina, dove c’era bisogno di braccia per popolare e coltivare i vasti territori, pareva la meta ideale per costruirsi una nuova vita.

Ma se la cultura italiana è presente a pieno titolo in quella argentina, altrettanto non si può dire della nostra lingua. Non tutti parlano l’italiano, sebbene molte parole siano simili. E, dunque ci si riesce a comprendere con facilità. Sarà anche perché tra i due popoli scorre nel sangue la stessa passione e lo stesso calore che appartiene ai popoli latini. Tutto ciò nel corso dei decenni ha comportato la possibilità di molteplici rapporti e collaborazioni.

Ed è nel solco di questo spirito che ora si manifesta una ulteriore opportunità di scambio interculturale. Potrebbero scaturire nuove relazioni fra intellettuali e artisti italiani e argentini, allo scopo di confrontarsi su tematiche di comune interesse, quali la Sociatria, come presupposto per una futura reciproca conoscenza. 

L’occasione deriva da tre articoli, a mia firma, inerenti alla Sociatria e all’Arte, pubblicati nei mesi scorsi:

LA PERFORMANCE DEL MAESTRO DIVENTA UN ATTO CONCRETO DI «SOCIATRIA» Ivan Cuvato in «Riflessi di Nuova Luce Sociale» Informale nell’arte, informale nella vita del 30 giugno;

Mario Draghi demiurgo della polarizzazione politica e sociale? Risposte da Sociatria e Arte: sulla scia latino-americana Ivan Cuvato ispira Giovanni Gronchi del 23 agosto;

«Gabriella Oliva, Barbara Brunettini, con «Commistioni» in mostra a Celle Ligure. Fra Sociatria e Arte: dissonanze del ruolo femminile nella civiltà odierna» del 12 settembre;

In essi si accenna alle iniziative di un nucleo di esponenti liguri delle Arti Visive che condividono l’affermazione di un concetto, la «Sociatria» (ossia «la cura della società»), attraverso il quale l’Arte può generare una via di verità, alimentando la mente, rieducare o, quantomeno, scongiurare la crescente e pericolosa carenza di pensiero, oltre che tendere ad avvicinare la persona alla virtù, sino a ritrovare in senso un più ampio un rispetto dell’umanità.

In particolare, si tratta di Igor Belansky, le cui illustrazioni sono ben note ai lettori; quindi della scultrice Gabriella Oliva, della pittrice Barbara Brunettini, di Ivan Cuvato, «Maestro dell’Informale», già da me recensiti in passato e affermatisi negli anni con esposizioni personali e collettive in ambito nazionale e internazionale; infine del nuovo talento Giovanni Gronchi Herrera, coautore, insieme a Luca Sturolo, di una serie di dipinti, intitolata «La molteplicità del Sacro», la quale si pone come una trascrizione per immagini dal Libro dell'Apocalisse, senza voler essere un'attualizzazione di tale opera bensì un tentativo di coglierne la complessità.

Giovanni Gronchi Herrera «Malattia sociale», 40X60, acrilico su tela, 2020. Fonte: autore
Giovanni Gronchi Herrera «Malattia sociale», 40X60, acrilico su tela, 2020. Fonte: autore

Gronchi ha altresì realizzato un’opera dal titolo «Malattia sociale», (v. immagine), nella quale ha voluto dare valore agli elementi naturali, in particolare al ciclo dell’acqua. Venuto a conoscenza, attraverso un ulteriore mio articolo (v. Quattro riforme per un nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare del 16 settembre), del fatto che un avvocato romano, Alessandro Coluzzi, ha concepito una proposta («Progetto per il Bene Comune») per un nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare, ispirandosi addirittura a tale ciclo, il pittore ha così descritto la propria tela: «La disperazione dell'uomo ai tempi del Covid, durante questa pandemia mondiale, più precisamente durante il lockdown, si denota come un disagio totale dell'individuo. L'oppressione, il soffocamento, la mancanza di aria, l'evidenza di non poter esprimersi. Viene oppressa la libertà di parola, di coscienza. Sul volto c'è l'acqua e la terra, la natura che può aiutarci ad uscire da questa critica situazione. L'acqua è uno degli elementi più importanti per l'ecosistema, e l'uomo oltre ad aver riconosciuto fin dalla antichità la sua importanza, è all'origine della stessa vita sul nostro pianeta. Essa copre il 71% della superficie del pianeta».

José Luis Zamora durante un suo intervento pubblico. Fonte: Facebook
José Luis Zamora durante un suo intervento pubblico. Fonte: Facebook

A seguito dei contatti intercorsi, il comune approccio dei summenzionati artisti ai temi sociali è stato tenuto in importante considerazione da José Luis Zamora, il fondatore dell’Escuela Argentina de Sociatría – Ciudad de Buenos Aires – República Argentina. (v. immagine). 

Sperando di poter fare cosa gradita, per la stima e l'apprezzamento di cui sono degni gli artisti coinvolti, di seguito, da Facebook, porto alla conoscenza dei lettori i commenti più significativi, in lingua originale, pervenuti da parte di Zamora. Presumo che la lettura dallo spagnolo non costituisca un eccessivo ostacolo, in alternativa non sarà difficile fare ricorso ad un traduttore online.

Con riferimento a tutti i sopracitati articoli:

«Antonio Rossello, Ivan Cuvato y Giovanni Gronchi es un gran honor compartir la Sociatría con ustedes y me resulta asombroso su impacto en el Arte. Agradezco profundamente vuestra consideración y me siento honrado por la obra dedicada por Giovanni Gronchi. Reciban mi mayor respeto y admiración. Muchas gracias y un cordial abrazo para Ustedes.» (28 ottobre) 

ed in particolare a quello datato 4 luglio: «Le agradezco a Antonio Rossello por hacerme llegar este artículo.» (26 ottobre). 

Infine, ecco il commento all’opera «Malattia sociale», di Giovanni Gronchi Herrera:

« Malattia Sociale

No somos habitantes de la Tierra, sino el aspecto humano del mundo, tampoco somos lo más importante, poderoso ni inteligente, tal como la historia de la humanidad ya lo viene demostrando. La Tierra no es un cuerpo celeste, inerte, que gira por algún motivo alrededor del Sol, ella es la Gaia, Gea, la Pachamama, un ser cósmico planetario, cuya edad aproximada actual, se calcula en 4,543 miles de millones de años y expresa la vitalidad en su naturaleza senaria; mineral, vegetal, animal, humana, social y espiritual. La humanidad encabeza el estado natural físico más evolucionado, sólo en la medida en que por su madurez de un salto cualitativo hacia la socialidad, que es el puente seguro a la espiritualidad. La socialidad expresa el aspecto axiológico de la Gaia y su propósito es la cohesión que nos integra y hace Uno. Los ámbitos cívicos son producto de la socialidad, de su irresistible fuerza atractiva y sinergética que se expresa en el valor social de bien común. No tomar consciencia de este mensaje ecosófico ni actuar en consecuencia nos priva de evolucionar juntos con el mundo.

Dedicado a Giovanni Gronchi para su obra Malattia Sociale

José Luis Zamora – Escuela Argentina de Sociatría – Ciudad de Buenos Aires – República Argentina.» (29 ottobre). 

Esistono pertanto tutte le premesse per confermare quella comunanza di valori etici indispensabile per costruire relazioni durature e proficue, una reciproca conoscenza e comprensione, nel superamento di ogni pregiudizio e differenza. In termini complessivi, emerge una visione culturale ampia, dove possibili intersezioni fra gli ambiti morale, artistico, economico, educativo, giuridico, religioso…, se da una parte spronano l’individuo alla risoluzione del contrasto di turno, dall’altra schiudono un percorso di crescita. 

Riteniamo che il progresso della società umana sia possibile unicamente se essa è composta da individui in armonia tra di loro. Si costituisce così una varietà di temi che schiude una dimensione interpretativa: quella della concettualizzazione inevitabilmente connessa all’indagine intorno alle forme del comportamento umano e alla percezione in quanto relazione tra individuo, società e mondo sensibile. 

Occorre dunque un punto di partenza che permetta di entrare nella giusta relazione, muovendo da qualcosa di sufficientemente saldo e concreto. Ed essendo proprio nella specifica prospettiva ontologica dell’illustratore dare una forma «realmente essenziale o determinante» alle figure, in rapporto con lo spazio che occupano in un contesto ed oltre lo stesso, raggiungendo la riduzione eidetica, aborrendo la pareidolia, sarà significativo dare spazio in una imminente serie di articoli a tavole con cui Igor Belanski interpreta il tema della «Relazione».

«In principio è la Relazione».

Martedì 9 novembre 2021

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