di Erre Bi
IL PDL DIFENDE IL SUO LEADER | Se fosse una guerra di trincea non mancheremmo di vederli in mimetica verde, elmetto in testa e strisce da combattimento sotto gli occhi. Sì perché la squadra del Pdl, come un’unità di soldati scelti, è pronta davvero a tutto pur di difendere il proprio leader. E dato che la battaglia politica si combatte non con le armi, ma solo attraverso le parole, la scelta ricade su quelle più affilate per mettere al muro l’avversario.
ACCERCHIAMENTO BERLUSCONI | Così solo pochi minuti dopo la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori con la conferma del respingimento del ricorso Fininvest sono arrivate le repliche dai fedelissimi del Cavaliere. Se il vicepremier e segretario del Pdl Alfano restando sul generico, lamenta un «attacco contro il Berlusconi politico e cittadino», il capogruppo del Pdl al Senato Schifani, prende bene la mira e punta dritto contro i magistrati, colpevoli di fare «un’operazione di accerchiamento che, dopo la sentenza Mediaset e la conseguente interdizione, punta a colpire l’ex premier anche sotto l’aspetto patrimoniale». Ma il tiratore scelto è la Santanchè che senza mezzi termini parla di «magistratura con licenza di uccidere persone, aziende e idee a prescindere dai fatti».
SACCHEGGIATE FINANZE CAVALIERE | Ci aggiunge il suo la Gelmini che definisce la «cancellazione di un leader politico e del suo partito», un’azione studiata a tavolino proprio «a poche ore da un atteso e fondamentale appuntamento, quello del voto in Senato sulla applicabilità della legge Severino a Silvio Berlusconi». Lo stesso concetto lo ripete Garofalo: «Dopo la condanna Mediaset, in un momento così delicato nel quale si sta discutendo della possibilità di applicare la legge Severino a Berlusconi, arriva il colpo di grazia con questa sentenza che attacca duramente il suo patrimonio». Fa due conti in tasca all’ex premier pure la Giammanco che parla «di vero e proprio saccheggio delle finanze del Cavaliere, dopo l’assalto alla sua libertà politica e personale da parte di certa magistratura».
DUBBI SU IMPARZIALITÀ MAGISTRATURA | A dubitare dell’imparzialità della Corte c’è anche l’onorevole Sisto: «La decisione di oggi - dice - concorre a completare il quadro in cui è racchiusa l’uccisione giudiziaria del diritto di difesa di Silvio Berlusconi». Segue a ruota Bondi: «La sentenza della Cassazione conferma che nessuno in Italia può sentirsi sicuro della propria libertà personale, sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti». Chiude rincarando la dose Pagano: «Come si può credere in una giustizia imparziale? Le vittime che la malagiustizia miete ogni giorno non si contano più, e le vicende giudiziarie del presidente Berlusconi non sono che la conferma più evidente ed eclatante della portata di questo tragico fenomeno». Di sentenza ad personam parla la Biancofiore aggiungendo che «si tratta di un’allarmante conferma del venir meno di ogni forma di giustizia in Italia». Anche per Savino è evidente «una giustizia nel nostro Paese del tutto squilibrata, irresponsabile e senza freni». Costa legge nella sentenza della Cassazione «il chiaro disegno di colpire Berlusconi nella libertà personale, nei diritti fondamentali, ed ora anche nel patrimonio e nell’esercizio dell’attività imprenditoriale».
UN INFINITO CIRCOLO VIZIOSO | Mentre parla di «circolo vizioso» il senatore del Pdl Fabrizio Cicchitto con «l’attacco a Berlusconi su ogni argomento da quello penale a quello civile e perfino a quello riguardante il diritto di famiglia». Infine gioca la carta del dramma occupazione la Santelli che dice di restare «sgomenta della spregiudicatezza verso le aziende di Berlusconi ed il tentativo di creare grandi difficoltà ad una realtà economica che dovrebbe essere considerata un fiore all’occhiello della nostra economia, dando lavoro a oltre 60mila persone e producendo ricchezza nel Paese».
Martedì 17 settembre 2013
© Riproduzione riservata
1024 visualizzazioni