di Roberto Fonte
La guerra in Ucraina ci pone di fronte a nuovi interrogativi per la stabilità dell’Europa. Se da un lato l’Occidente si trova a sostenere Kiev nella sua lotta contro la Russia, dall’altro i Paesi confinanti con la Russia sul lato sud si trovano di fronte a una scelta per il futuro che garantisca benessere e stabilità nel continente europeo. In particolare, in Georgia, dove nelle scorse settimane abbiamo assistito a episodi di proteste pro Europa non sembrano però soddisfare tutte le parti. La diplomazia abcasa, infatti, fa appello alla moderazione e al dialogo e rinnova la richiesta della firma di un trattato di pace proprio con l’obiettivo di evitare l’apertura di un secondo fronte di guerra ai confini con la Georgia. Uno scontro da evitare, visti gli alti costi che la guerra in Ucraina sta comportando per entrambe le parti, Occidente e Federazione russa.
Sull’argomento, in una nota a firma di Kan Taniya e Vito Grittani, ambasciatori a disposizione (at large) presso il Ministero degli Esteri della Repubblica di Abkhazia, si legge tutta la preoccupazione a seguito delle dichiarazioni del primo ministro georgiano Irakli Garibashvili. “Facciamo appello alla moderazione e al dialogo”, dicono. “Importante scongiurare l’apertura di un secondo fronte che allarghi il conflitto con l’intento di destabilizzare la Georgia”. Secondo i due ambasciatori alcune forze all’interno e all’esterno della Georgia starebbero destabilizzando il paese: “Le dichiarazioni di Garibashvili rese ufficialmente nel suo discorso in Parlamento lo confermano”. E aggiungono: “Ci sono delle parti che stanno attivamente cercando di convincere la Georgia a intraprendere azioni ostili contro la Russia aprendo il cosiddetto "secondo fronte" in Abkhazia. Se Garibashvili ne parla apertamente questo non è solo uno scenario ipotetico”.
Secondo Taniya e Grittani, le forze politiche all’interno e all’esterno della Georgia sarebbero interessate a destabilizzare ulteriormente il Caucaso meridionale nel tentativo di scatenare un’altra guerra georgiano-abcasa che contrasta con la pace e la stabilità della regione. Forze politiche “guidate dal desiderio di danneggiare la Russia a tutti i costi, facendo dedurre che le loro azioni sono dettate da considerazioni geopolitiche o ideologiche piuttosto che da una genuina preoccupazione per il benessere dei georgiani o di qualsiasi altro popolo della regione”. “La dichiarazione di Garibashvili – spiegano – sottolinea la necessità per tutte le parti coinvolte di mostrare moderazione e di evitare azioni che possano portare a un'ulteriore escalation”.
La diplomazia deve prevalere su ogni istinto belligerante: “Ogni questione controversa deve essere risolta solo in modo pacifico, utilizzando strumenti diplomatici che mettano in primo piano la pace e la stabilità nella regione del Caucaso meridionale”. L’apertura di un “secondo fronte” non si deve fare, se l’obiettivo è di “dimostrare fedeltà” per compiacere i partner occidentali. Nelle immagini che arrivarono dalla Georgia, durante la recente ondata di disordini di piazza in Georgia legati alla legge sugli agenti stranieri, il popolo georgiano imbracciava cartelli con scritto “We are Europe” (Noi siamo Europa). Parole che contrastano con le indicazioni del primo ministro Garibashvili, che disse: “C'è una cospirazione nei circoli politici locali e intorno alla Georgia per coinvolgere il Paese in un conflitto armato con la Russia seguendo lo scenario ucraino”. Secondo il primo ministro georgiano la futura partecipazione della Georgia alle istituzioni europee e alla Nato non sarebbe significativa: “La Georgia non è un membro né della Nato, né dell'Unione Europea. Le sue prospettive di adesione a queste organizzazioni non sono molto significative. Non abbiamo garanzie di sicurezza”.
Secondo gli ambasciatori, la pressione per l’apertura di un secondo fronte non potrà far altro che aumentare. Per questo motivo “facciamo appello alla leadership georgiana rappresentata dal primo ministro Garibashvili. La storia ci offre un momento adatto per firmare un trattato di pace e stabilire relazioni diplomatiche tra la Georgia e l'Abkhazia”. La proposta è stata lanciata, ora tocca alla Georgia rispondere: “Un tale passo da parte della Georgia, in una situazione di crisi a livello globale, calmerebbe l'ardore di tutte le parti interessate alla destabilizzazione della regione. La Georgia avrà l'opportunità di ripristinare le relazioni diplomatiche anche con la Russia, che garantirà una sicurezza affidabile e un ulteriore sviluppo economico del Paese”.
Giovedì 18 maggio 2023
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